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La fede non è una bandiera.
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"Date a Cesare quel che è di Cesare" e per par condicio "e date a Dio quel che è di Dio"tutti gli uomini a TUTTI I LIVELLI ed il suo comunismo è stato il più vero perchè gli uomini,uguali nella dignità, sono UGUALI ANCHE NEL DIRITTO DI POSSESSO.
Qui mi sembra si facciano dei favoritismi verso non solo tal specifico Cesare, ma a tutti i cesari che si son messi al di sopra degli altri (poveri) cristi.
Nella parabola dei talenti è espresso abbastanza chiaramente il concetto che Dio ti ha già dato tutto il kit perché te la possa cavare: c'è chi fa le mossa giusta e chi sbaglia senza fare alcuna mossa per la troppa paura di sbagliare.l'uomo orgoglioso si LIBERA da questi doveri e preferisce rinnegare Dio piuttosto che ammettere di non riuscire a fare qualcosa solo con le proprie forze ma di aver bisogno di chiedere l'aiuto divino!
In quale delle due categorie metteresti l'uomo orgoglioso di cui parli?
Quello che ci prova quello della buca?
Tu, con questo post, ci stai provando; in due casi su tre i talenti ricevuti sono stati raddoppiati (dai banchieri, brrr): chissà se riuscirai a raddoppiare i talenti che hai.
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Marauder ha scritto: In quale delle due categorie metteresti l'uomo orgoglioso di cui parli?
Non giunse risposta. Forse è un topic di passaggio. Quindi non approfondisco.
L'autore dice che la fede non è una bandiera: non male come introduzione.
Filosoficamente e religiosamente sono d'accordo, nel senso che è un'affermazione valida.
Però il problema è un altro, visto che la Fede non esiste.
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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Però il problema è un altro, visto che la Fede non esiste.
Mi sfugge perché sostieni che non esiste, in modo oggettivo mi sembra.
Nell'accezione cristiana esiste, non è trasferibile, e poco incline all'essere discutibile in quanto fede, appunto; è evidente che è questo è il contesto in cui dobbiamo operare.
Può non esistere, nel senso di dimorare, in noi due ma magari nell'amico/a Keturas invece sì, o almeno così dice lui/lei in modo indiretto.
Che poi non "funzioni" è un altro paio di maniche, che però è di nuovo fuori dal perimetro disegnato da Keturas.
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Marauder ha scritto:
Mi sfugge perché sostieni che non esiste, in modo oggettivo mi sembra.
A me sfugge perché il titolare del Topic non stia seguendo il topic che ha aperto, intanto.
Nell'accezione cristiana esiste, non è trasferibile, e poco incline all'essere discutibile in quanto fede, appunto; è evidente che è questo è il contesto in cui dobbiamo operare.
Cazzate. "Fede" è una parola, è un fonema, lettere messe insieme. Trasposta a noi - oggi - dopo millenni e, questo, tenendo presente che se non si pesa il significato e il significante in rapporto (e per questi discorsi) a quello che è stato già per l'uomo di migliaia di migliaia di anni fa, antropologicamente e in relazione a ogni tipo di retaggio sulla pelle della storia e sotto la pelle della storia, allora stiamo parlando, di cosa? :blush: di un beato nulla ...
Parliamo di Fede, oggi? Bene. Non esiste.
Se fossimo in una CHAT ti spiegherei la cosa in pochi secondi, e basterebbe un botta/risposta, io ti faccio una domanda e tu rispondi subito, e attraverso la maiuetica, si può dimostrare che la Fede non esiste, è un concetto bufala. Ed è oggettivamente una bufala. Non è un'opinione.
La fede di cui ad esempio parlava Gesù Cristo quando diceva che avrebbe spostato una montagna, secondo Te è la medesima di cui parla l'autore del Topic che non segue il Topic?
Può non esistere, nel senso di dimorare, in noi due ma magari nell'amico/a Keturas invece sì, o almeno così dice lui/lei in modo indiretto.
Ma neanche nei cartoni animati.
Prima di capire se "dimori o non dimori", ti metto alla prova, cos'è la Fede? Prova a rispondere come risponderebbe un bambino, cioè come risponderebbe una persona matura.
Che poi non "funzioni" è un altro paio di maniche, che però è di nuovo fuori dal perimetro disegnato da Keturas.
Un passo alla volta: cos'è la fede.
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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La certezza senza l'esperienza.
Meglio di così non so esprimerlo, ammettendone la sinteticità ma non per questo una minor chiarezza.
edit: riguardo all'autore del thread, booohh
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Marauder ha scritto: Facile: è sapere senza conoscere.
Secondo la nomenclatura figlia dei retaggi distorti, Sì: l'hai azzeccata.
L'hai azzeccata così - - - > :lies: ... non è fede; questa è la propaganda distorta [strike]avvenuta[/strike] perpetrata grazie alla storicizzazione delle religioni in un mondo sempre più laico, la quale viene spacciata come fosse un concetto semanticamente libero dai condizionamenti ...
... quindi, permettimi la faccina :goof: e correggiamo il tiro :cheer:
La Fede è conoscere senza avere gli strumenti razionali per poterlo comunicare su di un piano d'interazione replicabile :wink:
La certezza senza l'esperienza.
La fede (che non esiste) è una certezza la cui esperienza esula dai piani sensibili riconosciuti tali dal paradigma illuminista (che poi è massonico)
Meglio di così non so esprimerlo, ammettendone la sinteticità ma non per questo una minor chiarezza.
Ti sei espresso molto bene. Ma non eri tu a parlare.
edit: riguardo all'autore del thread, booohh
Non è fedele ai suoi propositi
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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Calvero:
Mi piace questa definizione ma la considero un'estensione di quella che ho dato, non una sostituzione: io l'ho rapportata a se stessi, tu hai esteso il campo a terzi, aumentando la definizione ma non annullando quella che riguarda la sfera personale. Anzi, aggiungo, che di strumenti razionali per trattare la fede non ne esistono per nessuna azione.La Fede è conoscere senza avere gli strumenti razionali per poterlo comunicare su di un piano d'interazione replicabile
Ecco qui non capisco. Stiamo parlando di un qualcosa non concreto e comunque concettualmente condiviso, di cui peraltro abbiamo stabilito anche il riferimento in cui la si sta trattando, l'accezione cristiana. Quindi esiste, astrattamente, ma è.La fede (che non esiste) è una certezza la cui esperienza esula dai piani sensibili riconosciuti tali dal paradigma illuminista (che poi è massonico)
Questa mi piace e oggettivamente è così, per tutti, anche per te e come hai espresso il tuo pensiero: ognuno è influenzato dalla cultura di base che lo circonda e dalle influenze diversa che, per caso o per ricerca (ma sempre un po' casuale è), permea il suo mondo.Ti sei espresso molto bene. Ma non eri tu a parlare.
Il che ci chiude un po' in un loop diverso dal "io ho la mia idea e tu la tua, ognuno si tenga la propria": qui stiamo dicendo in parte quella cosa ma anche cercando di capire il perchè è così e questo chiaramente, visto che con gli strumenti che hai ben descritto sopra non si può misurare, dipende da qualcos'altro, i percorsi personali.
Possiamo vederli come un insieme di bolle concentriche, rotta una ti trovi dentro l'altra, una matrioska potenzialmente infinita o più come un percorso ad albero; siamo nella I di sofismo.
Paradossale :decide:Non è fedele ai suoi propositi
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Marauder ha scritto: Mi piace questa definizione ma la considero un'estensione di quella che ho dato, non una sostituzione: io l'ho rapportata a se stessi, tu hai esteso il campo a terzi, aumentando la definizione ma non annullando quella che riguarda la sfera personale. Anzi, aggiungo, che di strumenti razionali per trattare la fede non ne esistono per nessuna azione.
Naaaaaa
La fede è conoscere. Tu scrivi che è sapere senza conoscere. Ahiò.
Io non lo ho estesa a terzi, io ti dico che in aggiunta non è esplicitabile su di un piano probabotario di stampo illuminista.
C'è un altro problema, per questo ti dico che tu non usi parole tu e io, non avertene: Sì. Perché per "tue" e "mie" non mi riferisco ai retaggi, ma alle accezioni definite dalle nomenclature ufficiali, alle quali tu ti appelli e io no. Ti faccio un ulteriore approfondimento a corroborare quanto tu non stia usando parole tue:
- la razionalità e l'irrazionalità, non esistono (facci caso, non ho usato questi strumenti farlocchi come li usi tu). Anche questi, come la fede :wink: sono costrutti filosofici legittimati da paradigmi massonici, da secoli e secoli.
Io ho dato alla razionalità, estensione di funzione e non di concetto, cioè come lo intendi Te. Cioè come lo intende il mondo intero. Ma il mondo intero non è mondo fenomenico e mondo metafisico, come Lor Signori Grandi Figli Di Puttana hanno indotto - da secoli - a CREDERE ... a proposito di fede :wink:
Cioè io ti illustro - come - non c'entrino: gli strumenti razionali.
Ecco qui non capisco. Stiamo parlando di un qualcosa non concreto e comunque concettualmente condiviso, di cui peraltro abbiamo stabilito anche il riferimento in cui la si sta trattando, l'accezione cristiana. Quindi esiste, astrattamente, ma è.
Non è concettualmente condiviso.
Se conosci: Sai.
Se sai: sai che altri sanno.
Punto.
Null'altro.
Non c'è una condivisione. La condivisione è su di un piano morale; può esservi, ma non è l'elemento sostanziale che ne definisce la formula.
Non è vero che non è concreto, è su di un altro piano di concretezza.
Provo a farti capire con un ragionamento per assurdo, sfidando la maieutica del Sommo:
Rendiamo senziente il pensiero, come fosse - esso stesso - un essere vivente a sé (e non è così) ma mettiamo sia così, ok? Bene. Se il pensiero la pensasse come Te e gli si chiedesse: «La realtà fenomenica esiste?» ... lui ti risponderebbe che non è concreta :wink:
Il resto discende da qui.
Per ora mi fermo alla prima lezione, e ricorda che per la questione "che tutti siamo soggetti alla cultura", la cultura e la conoscenza non sono nemmeno sinonimi. Pensare in modo A-Culturale è possibile e anche elementarmente semplice. Basta scoprire il barbatrucco di quei gran figli di puttana, è solo un click :blush:
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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Calvero
In che senso? Vuoi dire che questa scissione è un'astrazione che va a tagliare ciò che è tutt'uno? sempre in quella logica estremista e manichea?Ma il mondo intero non è mondo fenomenico e mondo metafisico, come Lor Signori Grandi Figli Di Puttana hanno indotto - da secoli - a CREDERE
Ps. bello l'esempio del pensiero come essere senziente :wave:
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Naaaaaa
La fede è conoscere. Tu scrivi che è sapere senza conoscere. Ahiò.
La differenza tra sapere e conoscere risiede nel fare esperienza di una cosa: se sai, non è detto che tu abbia fatto esperienza, se conosci non solo sai, che è la conseguenza, ma sai perchè hai fatto esperienza diretta. La fede permette di sapere che ad esempio esiste il Paradiso, pur non avendone fatto esperienza. Quindi non sono d' accordo con la tua affermazione che la fede è conoscere, anzi, tutto l'opposto: pur non conoscendo ... bla bla bla
Io non ho detto che hai esteso la fede a terzi, ho detto che hai esteso il campo a terzi:Io non lo ho estesa a terzi, io ti dico che in aggiunta non è esplicitabile su di un piano probabotario di stampo illuminista.
"La Fede è conoscere senza avere gli strumenti razionali per poterlo comunicare su di un piano d'interazione replicabile"
Se inserisci la comunicazione anche come fallimento - estendi il campo del ragionamento a terzi, non la fede. Questo dicevo.
Ed ecco il loop, ovvero come secondo la tua affermazione che vado a quotare perderebbe significato la prima risposta che ti ho dato in questo post:
Ed essendo un loop diventa forzatamente una conclusione: come si può discutere se si parlano lingue diverse? E capirsi?C'è un altro problema, per questo ti dico che tu non usi parole tu e io, non avertene: Sì. Perché per "tue" e "mie" non mi riferisco ai retaggi, ma alle accezioni definite dalle nomenclature ufficiali, alle quali tu ti appelli e io no. Ti faccio un ulteriore approfondimento a corroborare quanto tu non stia usando parole tue:
Qui io ci vedo più banalmente la questione di convenzione.- la razionalità e l'irrazionalità, non esistono (facci caso, non ho usato questi strumenti farlocchi come li usi tu). Anche questi, come la fede :wink: sono costrutti filosofici legittimati da paradigmi massonici, da secoli e secoli.
Della prima affermazione posso solo prenderne atto, nulla più, ma non ne sono affatto convinto.Non è concettualmente condiviso.
Se conosci: Sai.
Se sai: sai che altri sanno.
Punto.
Null'altro.
Se conosci sai, mi trova d' accordo e l' ho scritto a inizio post
Se sai: sai che altri sanno, no, non mi convince neanche un po'. Al massimo puoi ipotizzare che altri sappiano ma se non ne fai esperienza, dialogando con gli altri che ti manifestano la stessa sapienza, allora non lo sai.
E qui si ripresenta il loop sul significato delle parole usate in modo diverso: e allora ne approfitto.
Se tu sai, e sai che altri sanno, significa che siete in una bolla culturale diversa dalla mia. Ma: domani arriva tizio e ti dice che tu pensi di sapere ma non sai perchè sei vittima di un secondo livello dello stesso sistema massonico di cui pensavi di esserti liberato. Possibile? Chi lo SA?
Ecco, e ce ne potrebbero essere molti di più. Qual'è la differenza tra un piano e tutti gli altri?Non c'è una condivisione. La condivisione è su di un piano morale; può esservi, ma non è l'elemento sostanziale che ne definisce la formula.
Non è vero che non è concreto, è su di un altro piano di concretezza.
Concordo con Shavo, bello quest'esempio e rende bene il punto che vuoi mostrare, e al tempo stesso il mio, che non è diverso per nulla, cambia solo l' osservatoRendiamo senziente il pensiero, come fosse - esso stesso - un essere vivente a sé (e non è così) ma mettiamo sia così, ok? Bene. Se il pensiero la pensasse come Te e gli si chiedesse: «La realtà fenomenica esiste?» ... lui ti risponderebbe che non è concreta :wink:
Il resto discende da qui.
Questo, grazie a Dio, lo sapevo.Per ora mi fermo alla prima lezione, e ricorda che per la questione "che tutti siamo soggetti alla cultura", la cultura e la conoscenza non sono nemmeno sinonimi.
Certo, pensare in modo a-culturale dalla cultura A. Ma poi c'è la cultura B. E la C. E non sono nemmeno culture diverse, ma diversi livelli della stessa, unica cultura.Pensare in modo A-Culturale è possibile e anche elementarmente semplice. Basta scoprire il barbatrucco di quei gran figli di puttana, è solo un click
Chiedo scusa per averci messo tanto a rispondere, sorry.
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"Se conosci : Sai" è solo il preambolo di un concetto intramontabile che chiude con ... e piú conosci e piú "sai di non sapere" giusto per citare gli storici "livelli" della vecchia piattaforma. Che poi si concilia alla perfezione con quell'altro concetto che riguarda coloro non i quali non contemplino mai nessun dubbio.
La fede è certezza e non è quel leggero venticello ispirativo che il turbo proselitismo racconta ed è considerabile più che concreta perchè si manifesta fisicamente nel/tramite il fedele. Se la fede è circoscivibile nell'applicazione di un codice comportamentale entra a far parte di diritto tra le cose esistenti. Come la manipolazione, immagino. Esistono in quanto in grado di modificare il piano fisico, concreto, ed in maniera efficacemente comunicabile tramite interazione o osservazione diretta ( che poi è quella realtá che spaventa a morte i non credenti... Più concreta di così!). Non è in discussione l'oggetto di fede, ovviamente, in tutto il discorso per cui, indipendemente da ciò in cui si crede, la fede diventa concreta nelle azioni mosse da essa stessa.
Sempre concettualmente, non essere in grado di comunicare conoscenza non può essere criterio di certezza, ma solo di soggettività (o del proprio scarso livello comunicativo, ma lo escludo senza dubbio per i partecipanti alla discussione).
*******
Riguardo il "pensiero senziente":
E se non fosse cosí balzana l'ipotesi?
Se ogni pensiero fosse una automazione indipendentente dalla complessità dell'individuo da cui scaturisce?
Agire in un modo e pensare di fare dell'altro non è prova schiacciante di indipendenza dal complesso individuale?
(Me lo sto chiedendo, non lo sto affermando)
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Povero keturas, invaso dai troll che vanno ot... E pensare che prometteva bene il topic... (ma qual'è il senso, poi, del topic: è un manifesto del faith pride?).
mc :question:
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Se la fede è circoscivibile nell'applicazione di un codice comportamentale entra a far parte di diritto tra le cose esistenti.
Con "cose esistenti" intendi cose presenti nella realtà sensibile?
Circoscrivere la fede nell'ambito delle cose sensibili non è un'idea furba. La fede concerne tutto ciò che è causa delle cose sensibili. In altre parole non la realtà sensibile: tutto il resto
Se ogni pensiero fosse una automazione indipendentente dalla complessità dell'individuo da cui scaturisce?
Agire in un modo e pensare di fare dell'altro non è prova schiacciante di indipendenza dal complesso individuale?
la domanda è qual'è l'origine del pensiero? o che cos'è il pensiero? qual'è la sua natura/essenza? (non che possa rispondere a nessuna delle 2 :hammer: )
prima o poi lo leggo!Povero keturas, invaso dai troll che vanno ot... E pensare che prometteva bene il topic... (ma qual'è il senso, poi, del topic: è un manifesto del faith pride?).
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Shavo ha scritto: In che senso? Vuoi dire che questa scissione è un'astrazione che va a tagliare ciò che è tutt'uno? sempre in quella logica estremista e manichea?
Una mistificazione, no un'astrazione. Una bufala: né più né meno. Senza nessuna base logica. Bensì su una base: - illogica. Solo che questa illogicità è stata legittimata dalla religione positivista, e dalla scienza, cioè la religione positivista. Non è una battuta. In sostanza: un sofisma psicologico, un abuso interpretativo.
La tana del bianconiglio è profonda ed è proprio ciò di cui parla il Topic, la Fede non è una bandiera, proprio come le Bandiere che, per l'appunto e nelle stessa logica parallela, sono altrettanto delle mistificazioni auto-referenziali. Come la scienza.
Vuoi farti del male? :hammer: ... fosse per questo neanche l'oggettività esiste. Esiste solo la soggettività, e non finisce qui: la soggettività stessa è un inganno di terminologie semantiche cristallizzate in "verità" soltanto perché ripetutesi nel tempo fino a che la realtà è stata teorizzata e plasmata sui significanti e i significati. Cioè si adatta la realtà alle idee che, per l'appunto, non sono mai razionali. Siamo dentro una gigantesca presa per il culo.
Certo, se dovessimo fare una discussione con un "Attivissimo" e/o mille altre ancora, l'oggettività e la soggettività esistono, ci mancherebbe; "esistono" ma solo perché si accettano dei codici interpretativi di comune accordo. Ma è ancora l'ennesimo sofisma.
La Fede non esiste: è un nome aggiunto. Solo che a questo nome [ a questa millanteria ] gli si è dato un valore primigenio o "sganciato" o "a sé"; come se fosse a prescindere, come se rendesse o dovesse rendere conto - a seconda - a oggettività o soggettività, o razionalità e irrazionalità, emozioni o pensiero intellettuale, ma è solo un gioco di specchi che porta incassi al Luna Park del Sistema
Ps. bello l'esempio del pensiero come essere senziente :wave:
Vero, ho trovato un'ottima immagine
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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Calvè, ma dimmi, il Luna Park hai mica in mente di smontarlo tutto di bullone in bullone? :goof:
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Ma si basa sull'insegnamento, sulla dottrina. È una costruzione che avviene nella realtà sensibile. Non è manco per i ciufolo innata. Se ho capiro la tua obbiezione.Circoscrivere la fede nell'ambito delle cose sensibili non è un'idea furba. La fede concerne tutto ciò che è causa delle cose sensibili. In altre parole non la realtà sensibile: tutto il resto
Non si nasce con la Fede (a meno di avere una madre di nome Federica ....). Non mi pare esistano casi di fedeli auto disciplinatisi in una religione, o per lo meno è certo che se esistessero avrebbero maturato il proprio credo in pura soggettività. In pura soggettività sensibile, intendo (se mi consenti il termine ed il collegamento con ció che dicevi).
Fino a prova contraria la fede è una costruzione del tutto umana che non ha nulla a che vedere con ciò che non è realtà sensibile (nel senso, che ci prova, ma è solo il tentativo umano di provarci) e si manifesta in maniera fisica (psichica, mentale, cerebrale) negli individui. Accetteresti mai che una storia che ti provochi sentimenti e profonde reazioni emotive, proprio per come la hai vissuta nel profondo, potrebbe diventare la tua realtà, la tua verita?
Bene, il fedele fa questo più che altro, secondo la mia opinione:
Difficilmente si potrà parlare della fede come una condizione naturale (di connessione con la divinità) perchè non lo è affatto. È solo speculazione interessata (il più delle volte) insegnata ad altri come verità indiscutibile (sempre e nei secoli indiscutibilmente del tutto umana).
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Quella io la chiamo religione, non fede. D'accordo non sia innata (la fede).Ma si basa sull'insegnamento, sulla dottrina. È una costruzione che avviene nella realtà sensibile. Non è manco per i ciufolo innata.
beh mi sembra lapalissiano che, condizione necessaria perchè nasca una religione, ci sia bisogno di un credo, che è sempre antecedente a rigor di logica.Non mi pare esistano casi di fedeli auto disciplinatisi in una religione, o per lo meno è certo che se esistessero avrebbero maturato il proprio credo in pura soggettività. In pura soggettività sensibile, intendo (se mi consenti il termine ed il collegamento con ció che dicevi).
sul "come nasce una religione" invece ci allontaneremmo dalla questione..
Fino a prova contraria la fede non ha nulla a che vedere con la realtà sensibile. stai di nuovo parlando di religione (al "fino a prova contraria" mi hai invitato tu , sia chiaro!)Fino a prova contraria la fede è una costruzione del tutto umana che non ha nulla a che vedere con ciò che non è realtà sensibile (nel senso, che ci prova, ma è solo il tentativo umano di provarci) e si manifesta in maniera fisica (psichica, mentale, cerebrale) negli individui.
Poi sì, al fin della fiera "fede" è solo una cazzo di parola, e quindi , per forza di cose, è una costruzione del tutto umana ( firmato Jacques de La Palice)
Una volta mi sono innamorato.Accetteresti mai che una storia che ti provochi sentimenti e profonde reazioni emotive, proprio per come la hai vissuta nel profondo, potrebbe diventare la tua realtà, la tua verita?
Difficilmente si potrà parlare della fede come una condizione naturale (di connessione con la divinità) perchè non lo è affatto. È solo speculazione interessata (il più delle volte) insegnata ad altri come verità indiscutibile (sempre e nei secoli indiscutibilmente del tutto umana).
Ma la fede non si insegna. Non credo esista alcuna religione che dica che la fede si può insegnare...non mi torna proprio.
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Shavo ha scritto:
Calvè, ma dimmi, il Luna Park hai mica in mente di smontarlo tutto di bullone in bullone? :goof:
Le intenzioni devono esserci, ovviamente non lo farò io. Il Luna Park collasserà da solo, dopo che si sarà instaurato il regime che tenterà l'ultimo attacco alla Fede (non quella dei vocabolari) e a Dio (non quello delle religioni). Da qui a due secoli - più o meno - non prima; adesso si entrerà nell'era del pensiero unico satanista (che non è quello dei vocabolari), che è quello scientifico/positivista/razionalista. Per questo la Fede è stata razionalizzata, cioè mistificata ideologicamente. La fede è legata a Dio, che, per ovvie ragioni, esiste (che non è quello dei vocabolari). Siamo in guerra, semplicemente. E hanno vinto loro. Tutto qui.
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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Dipende da come intendiamo il verbo insegnare.Ma la fede non si insegna.
Se lo intendiamo come si fa di solito, ovvero la trasmissione di conoscenza da una persona all'altra, allora no: la fede non si insegna.
e però, se con insegnare si intende l'imprimere segni, restando fedeli all'etimo, allora sì: la religione ha precisamente tale scopo. Ma sempre facendo attenzione alle parole, fra il dare un segno e l'imprimerlo ce ne passa.... se imprimere un segno è insegnare, il dare un segno credo sia il limite della religione, che sostanzialmente non può imprimere un beato nulla.
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"Se lo intendiamo come si fa di solito, ovvero la trasmissione di conoscenza da una persona all'altra, allora no: la fede non si insegna.
e però, se con insegnare si intende l'imprimere segni, restando fedeli all'etimo, allora sì: la religione ha precisamente tale scopo. Ma sempre facendo attenzione alle parole, fra il dare un segno e l'imprimerlo ce ne passa.... se imprimere un segno è insegnare, il dare un segno credo sia il limite della religione, che sostanzialmente non può imprimere un beato nulla.", dici.
Imprimere, raccontare, sussurrare, imporre... non e' cosi' importante. Il punto e' l'essere comunicata ad altri : e' li che inizia ad esistere.
Comunque, come rilevavi "fede" e' solo una parola del cazzo: bisognerebbe definire meglio, ed in maniera oggettiva, il termine.
Capisco i tuoi rilievi, ma non esiste per me una "fiducia", una "speranza esistenziale", un "dogma" senza premesse culturali indotte.
Anche perche', per me, "tutto" e' sostanzialmente "premesse culturali indotte" (peraltro come sostenuto per demolire le ipotesi dei propri interlocutori giusto in questo forum). Ma vale per tutti... quindi, non vale per nessuno, in qualche modo.
- "fede e religione": non mi pare di confonderle. Semmai cerco di dimostrare il concetto di fede parlando di religione. Ma non inquadro la fede solo in quel contesto. Dire che la religione "insegna la fede" non mi sembra confonderle semmai e' piu' un metterle in relazione ma non in un connubio univoco, ma, bensi' in una delle possibili manifestazioni concrete.
- inoltre, non mi e' chiaro questo tuo preciso intento di smarcare la fede (fede, fiducia, credo, convinzioni incrollabili: non solo religione) dalle cose terrene, a meno che tu non faccia appello alla "non concretezza" (materiale) dei pensieri e delle idee. Ma a questo punto non ti seguirei perche' rilevo il concetto di fede come estremamente concreto a livello, prima, individuale e, poi, collettivo. Un concetto che concretamente e' in grado di variare e modificare gli eventi.
Un po' come il "vento" (un po' di elasticita'... ) : chi si azzarderebbe a dichiararlo non esistente? Eppure... non esiste effettivamente un entita' del genere.
Esiste il movimento di molecole d'aria. Quindi esiste l'aria, l'atmosfera, esistono le differenze di pressione. Non esiste un'entita' che soffia in varie direzioni.
Ecco l'azzardo:
La fede (le idee, gli ideali) sta (stanno) ai pensieri impalpabili come il vento sta alle molecole d'aria.
Dichiarare i pensieri immateriali non significa determinare che un concetto, articolato in pensieri ed idee, non abbia nulla a che vedere con il mondo materiale proprio come le molteplici forze in campo atmosferico che determinano il "vento" (in specifiche condizioni in apparente stato di quiete) si concretizzano nello spostamento (sia delle masse d'aria sia, di conseguenza, nella modifica sulla crosta terrestre).
Nel momento in cui un pensiero viene espresso/comunicato diventa concreto ed in qualche modo diventa oggettivo, perche' esplicito (ed esplicitato) anche se da un punto di vista soggettivo. La fede segue le stesse regole, sia nel momento in cui cambio le mie scelte in base a determinate convinzioni e sia nel momento in cui la esprimo soggettivamente e la comunico ad altri.
La fede, la speranza, o la convinzione personale, restano al di fuori del mondo reale finche' non vengano isolate e riconosciute e comunicate come tali.
Dopo tale riconoscimento non solo hanno concretizzato un approccio vincolante nell'azione delle proprie scelte, ma ne hanno decretato la potenziale trasmissione ad altre individualita', in quanto comunicate, anche se scevre di tutto cio' di inconsciamente inspiegabile all'esterno, ma con una precisa indicazione di volonta' predeterminata e con una plausibile connotazione di insegnamento culturale.
In visione di cio', anche solo affermare di essere in possesso di una fede trascende l'impalpabilita' di tale affermazione e ne determina una esistenza concreta (indipendentemente dal credo in oggetto) perche' determina una presa di coscienza in chi veicola l'informazione/affermazione e in chi ne usufruisce.
Non so se sono riuscito a spiegarmi meglio. .
ciao
m
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