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Chi era in realtà il Conte di Cagliostro
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3 Anni 3 Mesi fa #44285
da Volano49
Chi era in realtà il Conte di Cagliostro è stato creato da Volano49
E' praticamente impossibile redigere un completo elenco delle opere e degli scritti che riguardano Cagliostro, sia che riguardino Giuseppe (il quasi analfabeta Balsamo) che Alessandro (il Conte). Questa è una figura ancor oggi oggetto di studio per gli ESOTERICI che lo hanno citato negli ultimi due e più secoli. La ricerca attuale elenca più di 700 documentazioni, tra libri, libretti e manoscritti, sparsi un pò in tutto il globo nei vari archivi e biblioteche. Proviamo a distinguere se i personaggi furono due o uno solo.
Le differenze tra i due personaggi stanno innanzi tutto agli atti: Giuseppe Balsamo nacque a Palermo, in via della Perciata, nel quartiere detto "delle Mosche" da Pietro Balsamo e Felicita Bracconieri , antecedente l'8 giugno 1743, dato che l'8 è la data del battesimo. Fatto che risulta dall'archivio dei registri nel Duomo di Palermo. Dati citati da Marc Haven e da altri.
Alessandro, Conte di Cagliostro, nacque in Portogallo, figlio del Re Giovanni V e di donna Eleonora, moglie del Marchese di Tagore, nel 1748. Una corrispondenza segreta tra Giovanni V e papa (i papa ighen sempèr a'dmez...) Lambertini/Benedetto XIV è già una buona documentazione dei fatti, senza contare i tanti contributi di dati che la storia, sulla vita di Cagliostro ci offre.
Salta evidentemente agli occhi che Giuseppe Balsamo nato nel 1743 non poteva essere il Conte di Cagliostro nato 5 anni dopo, nel 1748. NON si può parlare di errore, in quanto queste sono date che la vita di Cagliostro ci offre. Uno che probabilmente molti conosceranno, reperibile in qualsiasi storia non artefatta della vita del nostro personaggio, è il testo dell'interrogatorio di Alessandro di Cagliostro, in occasione del processo della (arcinota) collana, dove si conferma la data di nascita nel 1748 e NON nel 1743. Uno, Alessandro, era portoghese, di stirpe reale, grande INIZIATO. L'altro, Giuseppe Balsamo, da Palermo, viveva d'espedienti, ignorante, ladro e lussurioso, al servizio in seguito della Curia Romana e dei suoi "giochi di corridoio"...
Viene da chiedersi e dare una occhiata ai veri motivi che determinarono la persecuzione che Cagliostro ha subito attraverso i secoli. Non che oggi si sia affievolita... da qui viene da chiedersi, esaminando l'imponenete serie di titoli e titoloni sull'argomento: COME MAI, tra i tanti, questa sorte sembra essere toccata quasi esclusivamente ad Alessandro di Cagliostro. Le ragioni debbono necessariamente ricercate nel compito preciso, al quale Cagliostro fu destinato dagli AMBIENTI SUPERIORI INIZIATICI, che non nelle vicende , pur avventurosamente insolite, che formano la sua vita conosciuta.
Un saluto
Le differenze tra i due personaggi stanno innanzi tutto agli atti: Giuseppe Balsamo nacque a Palermo, in via della Perciata, nel quartiere detto "delle Mosche" da Pietro Balsamo e Felicita Bracconieri , antecedente l'8 giugno 1743, dato che l'8 è la data del battesimo. Fatto che risulta dall'archivio dei registri nel Duomo di Palermo. Dati citati da Marc Haven e da altri.
Alessandro, Conte di Cagliostro, nacque in Portogallo, figlio del Re Giovanni V e di donna Eleonora, moglie del Marchese di Tagore, nel 1748. Una corrispondenza segreta tra Giovanni V e papa (i papa ighen sempèr a'dmez...) Lambertini/Benedetto XIV è già una buona documentazione dei fatti, senza contare i tanti contributi di dati che la storia, sulla vita di Cagliostro ci offre.
Salta evidentemente agli occhi che Giuseppe Balsamo nato nel 1743 non poteva essere il Conte di Cagliostro nato 5 anni dopo, nel 1748. NON si può parlare di errore, in quanto queste sono date che la vita di Cagliostro ci offre. Uno che probabilmente molti conosceranno, reperibile in qualsiasi storia non artefatta della vita del nostro personaggio, è il testo dell'interrogatorio di Alessandro di Cagliostro, in occasione del processo della (arcinota) collana, dove si conferma la data di nascita nel 1748 e NON nel 1743. Uno, Alessandro, era portoghese, di stirpe reale, grande INIZIATO. L'altro, Giuseppe Balsamo, da Palermo, viveva d'espedienti, ignorante, ladro e lussurioso, al servizio in seguito della Curia Romana e dei suoi "giochi di corridoio"...
Viene da chiedersi e dare una occhiata ai veri motivi che determinarono la persecuzione che Cagliostro ha subito attraverso i secoli. Non che oggi si sia affievolita... da qui viene da chiedersi, esaminando l'imponenete serie di titoli e titoloni sull'argomento: COME MAI, tra i tanti, questa sorte sembra essere toccata quasi esclusivamente ad Alessandro di Cagliostro. Le ragioni debbono necessariamente ricercate nel compito preciso, al quale Cagliostro fu destinato dagli AMBIENTI SUPERIORI INIZIATICI, che non nelle vicende , pur avventurosamente insolite, che formano la sua vita conosciuta.
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3 Anni 2 Mesi fa #44630
da Volano49
Risposta da Volano49 al topic Chi era in realtà il Conte di Cagliostro
Il grande iniziato, Conte di Cagliostro, usava leggere in una sfera di cristallo, in seguito resa ridicola da esibizioni da maghetti da strapazzo. In realtà ogni soggetto sensibile potrebbe avere successo con questa mantica. Le "visioni" che ebbe Cagliostro possono ottenersi, oltre che con una sfera di cristallo (con un diametro di 25/30 cm), anche con uno specchio (vedi gli esperimenti del Dr. Moody), una superficie d'acqua contenuta in un recipiente (di rame, vedi Nostradamus), in una lamina metallica lucida, possibilmente concava, in una sfera di cristallo pieno e anche su superfici levigate nere o addirittura fissando un'unghia lucida o una macchia d'inchiostro...
Il Maestro Cagliostro usava affumicare l'ambiente con incenso nero. Negli esperimenti più avanzati affumicava invece con midollo di alloro, sale, canfora, resina bianca, incenso nero e a volte zolfo... In mancanza di tutto questo si accontentava di bruciare foglie di alloro o di mortella. Le fasi dell'esperimento sono 4, dall'iniziale fase (visione) fosca, alla fase lunare, dalla fase solare ed infine la fase astrale, durante la quale compaiono le immagini .
All'inizio possono comparire a rapida intermittenza (appaiono e scompaiono). Ma col passare del tempo si "fissano". le immagini d'apprima immobili, iniziano a muoversi, intere scene si svolgono sotto gli occhi di chi osserva. Le immagini qualche volta sono simboliche, come nei sogni, molto spesso sono reali, e cioè come si sono svolte nel passato, come si stanno svolgendo nel presente e come si svolgeranno nel futuro. L'esperimento può avere la durata di una mezz'ora o più. Però solo gli iniziati possono superare questo tempo senza conseguenze di alterazioni nervose..
Un saluto
Il Maestro Cagliostro usava affumicare l'ambiente con incenso nero. Negli esperimenti più avanzati affumicava invece con midollo di alloro, sale, canfora, resina bianca, incenso nero e a volte zolfo... In mancanza di tutto questo si accontentava di bruciare foglie di alloro o di mortella. Le fasi dell'esperimento sono 4, dall'iniziale fase (visione) fosca, alla fase lunare, dalla fase solare ed infine la fase astrale, durante la quale compaiono le immagini .
All'inizio possono comparire a rapida intermittenza (appaiono e scompaiono). Ma col passare del tempo si "fissano". le immagini d'apprima immobili, iniziano a muoversi, intere scene si svolgono sotto gli occhi di chi osserva. Le immagini qualche volta sono simboliche, come nei sogni, molto spesso sono reali, e cioè come si sono svolte nel passato, come si stanno svolgendo nel presente e come si svolgeranno nel futuro. L'esperimento può avere la durata di una mezz'ora o più. Però solo gli iniziati possono superare questo tempo senza conseguenze di alterazioni nervose..
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3 Anni 1 Settimana fa #45006
da Volano49
Risposta da Volano49 al topic Chi era in realtà il Conte di Cagliostro
Chi erano in realtà le "streghe".
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3 Anni 1 Settimana fa #45008
da danielas
Risposta da danielas al topic Chi era in realtà il Conte di Cagliostro
Grazie per il video sulle streghe, conoscere un pò di verità sulle streghe aiuta a decifrare la realtà attuale. Stanno trattando allo stesso modo e quindi radiando i medici che hanno dimostrato di saper e voler curare i pazienti, usano la calunnia e la falsificazione dei dati come hanno fatto con le streghe. La questione resta sempre la stessa: la cura degli esseri umani è incompatibile con lo sfruttamento e la dominazione.
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3 Anni 6 Giorni fa #45009
da Volano49
Risposta da Volano49 al topic Chi era in realtà il Conte di Cagliostro
Ciao. Mi dai lo spunto per constatare come possono cambiare nei tempi e le modalità inquisitorie restando sostanzialmente uguali nelle prevaricazioni: per poter lavorare servendosi dei "tamponi", valvola di scarico per il green pass, il valore probatorio si è ridotto, da una validità di ore 72, passate poi a 48, si sta spingendo per renderne esecutiva la validità a solo 24 ore. Come dire torturare e cuocere a fuoco lento chi ha un lavoro e da questo trova il solo sostentamento. Le cataste dell'Inquisizione sono passate di moda, resta l'esecuzione più sottile, luciferina, di quel diavolo che facevano finta di combattere mettendo al rogo centinaia di migliaia di persone accusate di stregoneria, con l'unico intento di espropriare loro case e terreni, con processi farsa, contorti, come quelli di Triora, o di Riegersburg (luogo magnifico) per citarne due tra le migliaia.
Gli aguzzini torturavano bruciavano uccidevano e toglievano le proprietà alle (agli) accusate forti di bolle papali, come ad esempio la "Summis desiderantes effectibus", promulgata da quel sant'uomo di Papa Innocenzo VIII il 9 dic. 1484, nata espressamente in seguito alle lagnanze degli inquisitori Sprenger ed Insitoris, che si erano detti ostacolati nel loro compito di cacciatori di streghe da conflitti di competenza con le autorità locali laiche, nonchè da uno scetticismo generale (ma và! che strano! Gli inquisitori erano persone così per bene...) circa la necessità di condurre una sfibrante ed ossessiva guerra alle streghe.
Rassicurati dall'appoggio papale, lo spregevole Sprenger e Insitoris scrissero di getto quello che sarebbe passato alla storia come il più famoso ed il più folle manuale di caccia alle streghe: il famigerato "Malleus Maleficarum" ovvero "Il martello delle streghe" che, con le sue menzogne e il suo fanatismo, le sue crudeltà, le sue superstizioni, avrebbe influenzato negativamente tutta un'epoca. Sto libro dei due sopra citati santi... stampato nel 1487, divenne il VANGELO dei cacciatori di streghe, ed ebbe un onore tutto suo di essere stampato in 29 edizioni. Quando si dice imparare ad amare il prossimo come suggerito da Gesù...
Il "Malleus", che fu assurto a dogma per circa due secoli, è stato oggetto negli ultimi tempi di approfonditi studi critici che ne hanno messo in risalto soprattutto gli aspetti di PSICOPATOLOGIA data dal lasciapassare papale, essendo permeato di un odio sconfinato verso la donna che si traduce in un atteggiamento sadico verso le presunte streghe, come traspare già dal titolo stesso: "Il martello delle streghe".
E non finisce qui...
Gli aguzzini torturavano bruciavano uccidevano e toglievano le proprietà alle (agli) accusate forti di bolle papali, come ad esempio la "Summis desiderantes effectibus", promulgata da quel sant'uomo di Papa Innocenzo VIII il 9 dic. 1484, nata espressamente in seguito alle lagnanze degli inquisitori Sprenger ed Insitoris, che si erano detti ostacolati nel loro compito di cacciatori di streghe da conflitti di competenza con le autorità locali laiche, nonchè da uno scetticismo generale (ma và! che strano! Gli inquisitori erano persone così per bene...) circa la necessità di condurre una sfibrante ed ossessiva guerra alle streghe.
Rassicurati dall'appoggio papale, lo spregevole Sprenger e Insitoris scrissero di getto quello che sarebbe passato alla storia come il più famoso ed il più folle manuale di caccia alle streghe: il famigerato "Malleus Maleficarum" ovvero "Il martello delle streghe" che, con le sue menzogne e il suo fanatismo, le sue crudeltà, le sue superstizioni, avrebbe influenzato negativamente tutta un'epoca. Sto libro dei due sopra citati santi... stampato nel 1487, divenne il VANGELO dei cacciatori di streghe, ed ebbe un onore tutto suo di essere stampato in 29 edizioni. Quando si dice imparare ad amare il prossimo come suggerito da Gesù...
Il "Malleus", che fu assurto a dogma per circa due secoli, è stato oggetto negli ultimi tempi di approfonditi studi critici che ne hanno messo in risalto soprattutto gli aspetti di PSICOPATOLOGIA data dal lasciapassare papale, essendo permeato di un odio sconfinato verso la donna che si traduce in un atteggiamento sadico verso le presunte streghe, come traspare già dal titolo stesso: "Il martello delle streghe".
E non finisce qui...
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2 Anni 8 Mesi fa #45985
da Volano49
Risposta da Volano49 al topic Chi era in realtà il Conte di Cagliostro
Nell'aprile 1777, a Londra, la Loggia massonica "L'Esperance n° 369" era in procinto di annoverare tra le sue fila il Conte di Cagliostro. Ma chi era quest'uomo che stava per accedere ai segreti iniziatici? E qui ritorna il casino... Era Alessandro, o Giuseppe (Balsamo)? Va ricordato che la contraddizione assume anche aspetti violenti, nei diversi autori, al punto che si ha la netta impressione che si parli di due diverse persone. Ed è un'impressione che riceve tanto più credito, quanto più si approfondisce l'indagine, nella documentazione della vita e della morte di questo strano personaggio.
Nel 1991 (allora ventenne) visitai la sua ultima cella, detta cagliostrina a San Leo, ricordo che mi sedetti sul tavolaccio che fu il letto di morte del Cagliostro. Per accedervi esiste ora una porta a parete, ma per il fantomatico recluso questa era murata, vi era solo una botola al soffitto, dalla quale gli si calava il cibo. Per questo era detta "del pozzetto". Il prigioniero poteva "godere" anche di una finestrella minuscola a triplo sbarramento d'inferriate. Roba da villeggiatura insomma... dagli atti è notorio l'interesse delle Curia Romana, con i suoi innumerevoli complotti che sfociarono nel famoso processo.
Le divagazioni fantasiose dopo processo e condanna, dei suoi tanti storiografi si divisero in due nette fazioni: Pro Curia e anti Curia, anche da questo si può dedurre l'esistenza di DUE Cagliostri... L'unica possibilità di capirci di più ci è offerta dall'esame dei fatti, visti senza alcun preconcetto e sotto la guida di un senso critico, aderente alla logica. Il (Giuseppe) Balsamo - Cagliostro dagli atti processuali, che si conclusero con la prigionia nella fortezza di San Leo, nacque a Palermo il 2 giugno 1743, di volta in volta si afferma che i parenti del Balsamo erano onesti lavoratori, altri li segnalano come librai, oppure banditi e mafiosi.
Gioca anche qui, come su tutti i resoconti delle gesta del Gran Cofto, l'interesse di parte, che tende a presentarlo criminale o vittima, genio o imbroglione, a seconda se l'angolo di visuale si sposta dagli amici e discepoli agli accusatori e ai famigerati Giudici dell'Inquisizione. Restiamo sul "Balsamo di Palermo": i sostenitori sono riusciti a rintracciare un Giacomo Balsamo, capitano di Milazzo e Patti nel 1517, un Pietro Balsamo, Marchese della Limina, un Francesco Balsamo, principe di Castellacci nel 1759. Questo andrebbe a contrastare con Pietro Balsamo, libraio a Palermo,di cui riferisce il Goethe nel suo "Viaggio in Italia".
Continua...
Nel 1991 (allora ventenne) visitai la sua ultima cella, detta cagliostrina a San Leo, ricordo che mi sedetti sul tavolaccio che fu il letto di morte del Cagliostro. Per accedervi esiste ora una porta a parete, ma per il fantomatico recluso questa era murata, vi era solo una botola al soffitto, dalla quale gli si calava il cibo. Per questo era detta "del pozzetto". Il prigioniero poteva "godere" anche di una finestrella minuscola a triplo sbarramento d'inferriate. Roba da villeggiatura insomma... dagli atti è notorio l'interesse delle Curia Romana, con i suoi innumerevoli complotti che sfociarono nel famoso processo.
Le divagazioni fantasiose dopo processo e condanna, dei suoi tanti storiografi si divisero in due nette fazioni: Pro Curia e anti Curia, anche da questo si può dedurre l'esistenza di DUE Cagliostri... L'unica possibilità di capirci di più ci è offerta dall'esame dei fatti, visti senza alcun preconcetto e sotto la guida di un senso critico, aderente alla logica. Il (Giuseppe) Balsamo - Cagliostro dagli atti processuali, che si conclusero con la prigionia nella fortezza di San Leo, nacque a Palermo il 2 giugno 1743, di volta in volta si afferma che i parenti del Balsamo erano onesti lavoratori, altri li segnalano come librai, oppure banditi e mafiosi.
Gioca anche qui, come su tutti i resoconti delle gesta del Gran Cofto, l'interesse di parte, che tende a presentarlo criminale o vittima, genio o imbroglione, a seconda se l'angolo di visuale si sposta dagli amici e discepoli agli accusatori e ai famigerati Giudici dell'Inquisizione. Restiamo sul "Balsamo di Palermo": i sostenitori sono riusciti a rintracciare un Giacomo Balsamo, capitano di Milazzo e Patti nel 1517, un Pietro Balsamo, Marchese della Limina, un Francesco Balsamo, principe di Castellacci nel 1759. Questo andrebbe a contrastare con Pietro Balsamo, libraio a Palermo,di cui riferisce il Goethe nel suo "Viaggio in Italia".
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2 Anni 8 Mesi fa #46007
da Volano49
Risposta da Volano49 al topic Chi era in realtà il Conte di Cagliostro
L'intrigante ed intrigato caso di Alessandro Cagliostro / Giuseppe Balsamo porta a considerare alcuni ricercatori, che il nome di Cagliostro sarebbe appartenuto alla famiglia della madre, Felicina Bracconieri, figlia di Giuseppe Bracconieri e di Felicina Cagliostro, sorella, quest'ultima di quel Giuseppe Cagliostro, di cui Giuseppe Balsamo avrebbe ereditato il titolo comitale. Sarebbe una geneologia convincente se i dati personali di Cagliostro e di Balsamo avessero coinciso. Ma rimangono le discordanze nelle descrizioni dei testimoni, ovvero il Conte Alessandro narrato come una persona alta e bionda, ben diverso dall'altro "Cagliostro" Giuseppe, basso tarchiato, moro di capelli e di carnagione. Senza contare la differenza d'età tra i due
Di Giuseppe Balsamo giovane si parla come di un candidato alla vita ecclesiastica, improvvisamente passato al laicato col matrimonio romano con Lorenza Feliciani. Di Alessandro Cagliostro si conoscono resoconti di viaggi nel vicino oriente, dal quale sarebbe tornato accompagnato da quell'Altotas, che gli fu poi vicino nei suoi pellegrinaggi in Europa, fatto passare dalla Curia come un suo prozio imbroglione. Quanto alla compagna del Cagliostro Alessandro, Contessa Serafina, la sua figura è totalmente agli antipodi con quella della Lorenza Feliciani.
Mica sono pinzillacchere... Queste alternative caratterizzano un pò tutta la vita e l'attività del nostro personaggio, con un dualismo che permette di formulare varie ipotesi, tutte logicamente fondate, tutte valide a rigore dei fatti. Se si potessero stabilire fatti di contemporaneità di presenza dei due individui, in luoghi diversi, sarebbe facile accertare l'esistenza di un Giuseppe Balsamo e di un Alessandro di Cagliostro come persone distinte e indipendenti. Ma le difficoltà delle comunicazioni del tempo, la scarsa cronistica e l'imprecisione delle notizie esistenti, ma soprattutto, l'accanimento posto dagli accusatori nel confondere fatti e personaggi, esclude ogni possibilità di accertamenti del genere.
Continua...
Di Giuseppe Balsamo giovane si parla come di un candidato alla vita ecclesiastica, improvvisamente passato al laicato col matrimonio romano con Lorenza Feliciani. Di Alessandro Cagliostro si conoscono resoconti di viaggi nel vicino oriente, dal quale sarebbe tornato accompagnato da quell'Altotas, che gli fu poi vicino nei suoi pellegrinaggi in Europa, fatto passare dalla Curia come un suo prozio imbroglione. Quanto alla compagna del Cagliostro Alessandro, Contessa Serafina, la sua figura è totalmente agli antipodi con quella della Lorenza Feliciani.
Mica sono pinzillacchere... Queste alternative caratterizzano un pò tutta la vita e l'attività del nostro personaggio, con un dualismo che permette di formulare varie ipotesi, tutte logicamente fondate, tutte valide a rigore dei fatti. Se si potessero stabilire fatti di contemporaneità di presenza dei due individui, in luoghi diversi, sarebbe facile accertare l'esistenza di un Giuseppe Balsamo e di un Alessandro di Cagliostro come persone distinte e indipendenti. Ma le difficoltà delle comunicazioni del tempo, la scarsa cronistica e l'imprecisione delle notizie esistenti, ma soprattutto, l'accanimento posto dagli accusatori nel confondere fatti e personaggi, esclude ogni possibilità di accertamenti del genere.
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2 Anni 8 Mesi fa #46021
da Volano49
Risposta da Volano49 al topic Chi era in realtà il Conte di Cagliostro
La possibilità dei due Cagliostri va di pari passo con l'accanimento e la cura meticolosa nel mischiare le carte, nell'occultamento di documenti, sconfessione di testimoni, eliminazione degli stessi accusatori, motivi questi più validi del dubbio, che non può non insinuarsi nel ricercatore moderno.
Alla luce delle esperienze che, nel corso del tempo, si sono accumulate nei metodi d'indagine e di giudizio dei tribunali inquisitori, anche una mistificazione di questa portata potrebbe trovare sufficientemente credito. Niente di più facile infatti, che l'addestramento di un falso Cagliostro, il Giuseppe Balsamo siciliano, da utilizzare per il Gran Cofto e per trovare motivi sufficienti a sottoporlo a giudizio.
Avevo iniziato dalla soglia della Loggia Massonica in Londra, mentre stava per essere iniziato il Cagliostro/Balsamo... E già qui rilevo un'altra discordanza. Alessandro di Cagliostro, che, per inciso, si dichiarava portoghese e discendente da un conte di "Colloso", ebbe iniziazione massonica a Malta, presso gli stessi cavalieri, che seguivano una delle obbedienze della Libera Muratoria.
Se si esaminano gli scritti che lasciò Cagliostro, sulla costituzione e l'ordinamento del rito, dobbiamo osservare la loro maturità e la conoscenza così completa dei rituali massonici e delle dottrine che ne formano le basi. Una cultura del genere, nel difficile campo dell'esoterismo, può essere frutto soltanto di un lungo studio e non dei pochi anni che intercorrono tra gli avvenimenti di Londra e la fondazione della Massoneria Egiziana, o rito di Cagliostro, che avvenne nel novembre del 1785 a Lione. Otto anni sarebbero stati appena sufficienti a quell'epoca per essere promosso dal 1° grado di "apprendista" al grado di "compagno", ovvero il secondo gradino della scala della gerarchia massonica.
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Alla luce delle esperienze che, nel corso del tempo, si sono accumulate nei metodi d'indagine e di giudizio dei tribunali inquisitori, anche una mistificazione di questa portata potrebbe trovare sufficientemente credito. Niente di più facile infatti, che l'addestramento di un falso Cagliostro, il Giuseppe Balsamo siciliano, da utilizzare per il Gran Cofto e per trovare motivi sufficienti a sottoporlo a giudizio.
Avevo iniziato dalla soglia della Loggia Massonica in Londra, mentre stava per essere iniziato il Cagliostro/Balsamo... E già qui rilevo un'altra discordanza. Alessandro di Cagliostro, che, per inciso, si dichiarava portoghese e discendente da un conte di "Colloso", ebbe iniziazione massonica a Malta, presso gli stessi cavalieri, che seguivano una delle obbedienze della Libera Muratoria.
Se si esaminano gli scritti che lasciò Cagliostro, sulla costituzione e l'ordinamento del rito, dobbiamo osservare la loro maturità e la conoscenza così completa dei rituali massonici e delle dottrine che ne formano le basi. Una cultura del genere, nel difficile campo dell'esoterismo, può essere frutto soltanto di un lungo studio e non dei pochi anni che intercorrono tra gli avvenimenti di Londra e la fondazione della Massoneria Egiziana, o rito di Cagliostro, che avvenne nel novembre del 1785 a Lione. Otto anni sarebbero stati appena sufficienti a quell'epoca per essere promosso dal 1° grado di "apprendista" al grado di "compagno", ovvero il secondo gradino della scala della gerarchia massonica.
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2 Anni 8 Mesi fa #46038
da Volano49
Risposta da Volano49 al topic Chi era in realtà il Conte di Cagliostro
E' chiaro quindi, per quanto detto in precedenza, che il vero Cagliostro era in possesso di segreti iniziatici da un lungo periodo. A meno che non si voglia far credere che Giuseppe Balsamo (alias, succedaneo... di Cagliostro) fosse in possesso di un'intelligenza superiore. Ed è proprio quello che gli atti processuali si affannarono di negare, vestendo il Cagliostro dei panni di un povero ignorante imbroglione e truffatore.
A questo punto è il caso di esprimere l'unica ipotesi che potrebbe gettare luce sulle fosche vicende del processo Balsamo-Cagliostro.
Mentre a Roma si celebrava con soddisfazione il processo all'avventuriero Balsamo, chiamando ad accusarlo la moglie Lorenza, il Conte di Cagliostro era tenuto celato nei sotterranei di Castel Sant'Angelo. Conclusa la farsa processuale, mentre il Balsamo viene fatto sparire, con i PRATICI sistemi del tempo, si commuta la pena di Cagliostro dal supplizio alla prigione a vita e lo si invia al forte di S. Leo, nei pressi di Novafeltria. NON è un atto di clemenza. Si temeva, evidentemente, che il condannato nell'atto del supplizio, avrebbe reclamato un regolare processo.
La moglie Lorenza venne "accolta" in convento, dove, poco tempo dopo muore, non si sa esattamente perchè... Di Serafina, compagna di Cagliostro, non se ne parlava già più. Evidentemente a lei era vgià stato provveduto in precedenza... Quanto ad Alessandro, conte di Cagliostro, chiuso nella prigione, detta del Pozzetto, la cui porta fu murata dopo il suo ingresso, mantenne gli unici contatti col mondo dei vivi, attraverso la botola del soffitto, dalla quale gli veniva calato il cibo ogni giorno, e dagli intersizi della triplice grata che chiudevano la piccola finestra della cella. Le sbarre erano sistemate in modo che solo la luce poteva penetrare tra gli intersizi dei ferri.
Cala così il silenzio su quest'uomo straordinario che aveva fatto parlare di sè tutte le corti d'Europa e messo in pericolo il credito dei fautori delle dottrine correnti. Anche la fine della sua vita rappresenta un mistero. Ancora oggi si mormora a San Leo, che un mattino il carceriere, aperta la botola, trovasse la cella vuota. Per cercare di non accrescere l'alone di mito, già da tempo attorno alla prestigiosa figura del Gran Cofto, fu stilato in fretta e furia un certificato di morte. Il carceriere fu eliminato, altra maglia sanguinosa nella lunga catena d'orrori che circonda questa vicenda. Ma della tomba nessuno ebbe MAI notizia certa, e non se ne trova traccia a tutt'oggi.
A questo punto è il caso di esprimere l'unica ipotesi che potrebbe gettare luce sulle fosche vicende del processo Balsamo-Cagliostro.
Mentre a Roma si celebrava con soddisfazione il processo all'avventuriero Balsamo, chiamando ad accusarlo la moglie Lorenza, il Conte di Cagliostro era tenuto celato nei sotterranei di Castel Sant'Angelo. Conclusa la farsa processuale, mentre il Balsamo viene fatto sparire, con i PRATICI sistemi del tempo, si commuta la pena di Cagliostro dal supplizio alla prigione a vita e lo si invia al forte di S. Leo, nei pressi di Novafeltria. NON è un atto di clemenza. Si temeva, evidentemente, che il condannato nell'atto del supplizio, avrebbe reclamato un regolare processo.
La moglie Lorenza venne "accolta" in convento, dove, poco tempo dopo muore, non si sa esattamente perchè... Di Serafina, compagna di Cagliostro, non se ne parlava già più. Evidentemente a lei era vgià stato provveduto in precedenza... Quanto ad Alessandro, conte di Cagliostro, chiuso nella prigione, detta del Pozzetto, la cui porta fu murata dopo il suo ingresso, mantenne gli unici contatti col mondo dei vivi, attraverso la botola del soffitto, dalla quale gli veniva calato il cibo ogni giorno, e dagli intersizi della triplice grata che chiudevano la piccola finestra della cella. Le sbarre erano sistemate in modo che solo la luce poteva penetrare tra gli intersizi dei ferri.
Cala così il silenzio su quest'uomo straordinario che aveva fatto parlare di sè tutte le corti d'Europa e messo in pericolo il credito dei fautori delle dottrine correnti. Anche la fine della sua vita rappresenta un mistero. Ancora oggi si mormora a San Leo, che un mattino il carceriere, aperta la botola, trovasse la cella vuota. Per cercare di non accrescere l'alone di mito, già da tempo attorno alla prestigiosa figura del Gran Cofto, fu stilato in fretta e furia un certificato di morte. Il carceriere fu eliminato, altra maglia sanguinosa nella lunga catena d'orrori che circonda questa vicenda. Ma della tomba nessuno ebbe MAI notizia certa, e non se ne trova traccia a tutt'oggi.
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