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Dalle "voci dell'aldilà al Vril", fino al conformismo religioso
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3 Anni 2 Mesi fa #44517
da Volano49
Dalle "voci dell'aldilà al Vril", fino al conformismo religioso è stato creato da Volano49
Iniziamo nel non disprezzare la Chiesa Cattolica, laddove nella sua superiore autorità non vieta le esperienze psichiche, quando vengano compiute con intenti scientifici, da studiosi competenti e il cui atteggiamento non sia negativo. Cosa c'entra questo con le famose "voci metafoniche" che molti sperimentatori affermano provenire dall'aldilà? Ebbene, se attraverso l'investigazione che oggi, da ogni parte del mondo si compie sulle "voci", si arrivasse (intendiamici, è una pura e semplice ipotesi) a PROVARE SCIENTIFICAMENTE , in modo irrefutabile, l'esistenza e la sopravvivenza dello Spirito umano, gli scienziati che fossero riusciti a tanto, sarebbero da condannare o da elogiare? Quale immensa TRASFORMAZIONE sarebbe indotta nell'uomo dalla CERTEZZA della sopravvivenza?
Trasformazione etica, sociale, spirituale! Quanto poi, al fatto che le anime che intervengano alla "registrazione" su base magnetica, sarebbe loro permesso dal Supremo stesso? Dal momento che un vecchio detto recita "non si muove foglia che Dio non voglia", va da sè che gli spiriti che intervengono a confermare la loro sopravvivenza agirebbero con il permesso Divino. D'altronde in numerosissime "comunicazioni", essi stessi dichiarano di rispondere soltanto in quanto autorizzati a farlo. Una Grande Opera permessa insomma, con finalità soltanto intuibili.
Ma come potrebbero dei disincarnati trasmetterci i loro pensieri auditivi? Sfruttando quale energia? Ebbene molte direzioni portano al "VRIL", che sarebbe una forza contenuta in ogni atomo di energia fisica infinintesimale, ovvero un'energia UNICA e primordiale. Le bombe atomiche ne sono, purtroppo, testimoni. C'è voluto Fermi (o forse Majorana, che è presumibile sia scomparso per essersi reso conto della sua spaventosa scoperta). Di questa energia infinita (il Vril) ne parla pure la Blavatsky nel suo "Iside Svelata", vol. 1 , pagg. 143 e 144, citando "la razza dell'avvenire", come di una specie di energia primordiale.
Un saluto
Trasformazione etica, sociale, spirituale! Quanto poi, al fatto che le anime che intervengano alla "registrazione" su base magnetica, sarebbe loro permesso dal Supremo stesso? Dal momento che un vecchio detto recita "non si muove foglia che Dio non voglia", va da sè che gli spiriti che intervengono a confermare la loro sopravvivenza agirebbero con il permesso Divino. D'altronde in numerosissime "comunicazioni", essi stessi dichiarano di rispondere soltanto in quanto autorizzati a farlo. Una Grande Opera permessa insomma, con finalità soltanto intuibili.
Ma come potrebbero dei disincarnati trasmetterci i loro pensieri auditivi? Sfruttando quale energia? Ebbene molte direzioni portano al "VRIL", che sarebbe una forza contenuta in ogni atomo di energia fisica infinintesimale, ovvero un'energia UNICA e primordiale. Le bombe atomiche ne sono, purtroppo, testimoni. C'è voluto Fermi (o forse Majorana, che è presumibile sia scomparso per essersi reso conto della sua spaventosa scoperta). Di questa energia infinita (il Vril) ne parla pure la Blavatsky nel suo "Iside Svelata", vol. 1 , pagg. 143 e 144, citando "la razza dell'avvenire", come di una specie di energia primordiale.
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3 Anni 2 Mesi fa #44552
da Volano49
Risposta da Volano49 al topic Dalle "voci dell'aldilà al Vril", fino al conformismo religioso
Il momento del trapasso e la subitanea uscita dell'anima dal corpo ormai inerte? anche se fosse un fotomontaggio, questo è il comune svolgersi degli eventi.
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- Nyarlathotep
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3 Anni 2 Mesi fa - 3 Anni 2 Mesi fa #44581
da Nyarlathotep
Risposta da Nyarlathotep al topic Dalle "voci dell'aldilà al Vril", fino al conformismo religioso
Ciao Volano49, avendo visionato il filmato, ho stimato utile condividere un pensiero
.
[...] La morte è terrificante, almeno lo può essere per l'uomo finché egli dimora nel corpo fisico. Ma quando l'uomo è passato attraverso le porte della morte e si guarda indietro vede la sua morte, vede che essa è l'esperienza più bella che vi sia per l'uomo nel cosmo. La sua morte è l'avvenimento più meraviglioso, più possente, l'esperienza più splendida cui può rivolgersi lo sguardo del defunto. [...] E' veramente importante che noi impariamo a dire: colui che è passato per le porte della morte ha solamente acquistato un'altra forma di vita e per il nostro sentire si trova, dopo la morte, come qualcuno che, per le vicissitudini della vita, abbia dovuto emigrare in una terra lontana, nella quale noi potremo raggiungerlo solamente più tardi, così che non abbiamo null'altro da sopportare che un periodo di distacco, di separazione transitoria. Dobbiamo imparare a considerare i morti non come morti, bensì come entità che vivono in mezzo a noi, che vivono ed operano tra noi.
Nel futuro si avrà bisogno, per lo sviluppo della nostra civiltà, dell'aiuto di coloro che sono lassù. Poiché fa parte di quanto di più bello e di più significativo riusciamo a conquistare per mezzo della scienza dello spirito il riuscire a vedere coloro che sono passati attraverso le porte della morte come se vivessero in mezzo a noi, come se ci venissero incontro e noi potessimo accompagnarci a loro come ci troviamo con quelli che incontriamo nella vita fisica. [...]
Rudolf Steiner, tratto da Il legame tra i vivi e i morti, conferenza del 9.10.1905
[...] La morte è terrificante, almeno lo può essere per l'uomo finché egli dimora nel corpo fisico. Ma quando l'uomo è passato attraverso le porte della morte e si guarda indietro vede la sua morte, vede che essa è l'esperienza più bella che vi sia per l'uomo nel cosmo. La sua morte è l'avvenimento più meraviglioso, più possente, l'esperienza più splendida cui può rivolgersi lo sguardo del defunto. [...] E' veramente importante che noi impariamo a dire: colui che è passato per le porte della morte ha solamente acquistato un'altra forma di vita e per il nostro sentire si trova, dopo la morte, come qualcuno che, per le vicissitudini della vita, abbia dovuto emigrare in una terra lontana, nella quale noi potremo raggiungerlo solamente più tardi, così che non abbiamo null'altro da sopportare che un periodo di distacco, di separazione transitoria. Dobbiamo imparare a considerare i morti non come morti, bensì come entità che vivono in mezzo a noi, che vivono ed operano tra noi.
Nel futuro si avrà bisogno, per lo sviluppo della nostra civiltà, dell'aiuto di coloro che sono lassù. Poiché fa parte di quanto di più bello e di più significativo riusciamo a conquistare per mezzo della scienza dello spirito il riuscire a vedere coloro che sono passati attraverso le porte della morte come se vivessero in mezzo a noi, come se ci venissero incontro e noi potessimo accompagnarci a loro come ci troviamo con quelli che incontriamo nella vita fisica. [...]
Rudolf Steiner, tratto da Il legame tra i vivi e i morti, conferenza del 9.10.1905
Ultima Modifica 3 Anni 2 Mesi fa da Nyarlathotep.
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3 Anni 2 Mesi fa #44582
da Volano49
Risposta da Volano49 al topic Dalle "voci dell'aldilà al Vril", fino al conformismo religioso
Ciao Nyar. Bel passaggio e, per quanto mi concerne del tutto condivisibile. R. Steiner era fondamentalmente più illuminato di tanti illuminati di facciata. Il movimento dottrinario che fondò era fin dall'inizio destinato ad influenzare in modo rilevante l'ambiente occultistico della sua epoca, ma anche della nostra.
Le due peculiarità che caratterizzano il pensiero Steineriano sono il recupero del Cristianesimo come Evento Cosmico, al DISOPRA delle religioni precristiane e l'atteggiamento scientista nell'approccio dell'uomo con la realtà soprasensibile, di cui tu hai riportato un interessante scampolo.
Un saluto
Le due peculiarità che caratterizzano il pensiero Steineriano sono il recupero del Cristianesimo come Evento Cosmico, al DISOPRA delle religioni precristiane e l'atteggiamento scientista nell'approccio dell'uomo con la realtà soprasensibile, di cui tu hai riportato un interessante scampolo.
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3 Anni 2 Mesi fa #44583
da Nyarlathotep
Risposta da Nyarlathotep al topic Dalle "voci dell'aldilà al Vril", fino al conformismo religioso
Guénon ed Evola erano inflessibili, a riguardo. Ho scoperto l'opera di Steiner relativamente tardi per "merito" loro, se vogliamo, e con essa moltissime altre correnti, bollate come semplici "degenerazioni". Ma non li rinnego, ed anzi considero gli anni spesi a studiarli importantissimi.
Un saluto anche a te.
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