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Alzheimer: è possibile curarlo?
***
Ciao a tutti. Avrei bisogno di un consiglio.
A mia madre, che da tempo sta perdendo la memoria, è stato diagnosticato il morbo di alzheimer.
Ieri dopo colloquio con uno specialista , io e tutti i miei fratelli abbiamo dovuto mandare giù il boccone amaro del "non c'è cura per questo male"
A me sinceramente non va di accettare questa situazione, lasciando nessuna possibilità a mio padre, come a noi figli , di poter avere anche una sola piccola speranza.
Non so cosa dire, mi basterebbe anche solo un "illusione" di poter arrestare almeno in parte il decorso di questo male.
Qualcuno sa se esiste qualche terapia alternativa che sia anche solo in grado di rallentare, se non fermare del tutto, questo male?
Grazie.
Jurij
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Peraltro non è la prima volta che l'ho sentito dire, anche in ambiente medico, che ciò è un'ottima attività preventiva.
"L'uomo è misura di tutte le cose"
(Protagora)
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"Il mito dell'Alzheimer. Quello che non sai sulla malattia più temuta del nostro tempo"
Autore: Peter J. Whitehouse
Editore: Cairo Publishing
Qui di seguito la descrizione tratta da Amazon:
Una singola e specifica malattia chiamata Alzheimer non esiste. Esiste piuttosto un processo dinamico di invecchiamento cerebrale che culmina negli inevitabili sintomi cognitivi dell'età avanzata, lungo traiettorie tanto diverse quanto lo sono le persone coinvolte. È questa la tesi da cui parte Peter White-house, uno dei massimi esperti mondiali di Alzheimer, per offrire una nuova chiave di lettura della diagnosi che riguarda 25 milioni di persone nel mondo. Una delle diagnosi più temute del nostro tempo, che equivale a una sentenza di totale e devastante perdita di sé. Un mito nato nel 1906, dall'osservazione del dottor Alois Alzheimer di un singolo caso clinico, che si è trasformato in un mostruoso giro d'affari che vale 100 miliardi di dollari l'anno. Un impero. Nella consapevolezza che «sapere è potere», Whitehouse ci riassume alcune nozioni basilari sul funzionamento del cervello, ci tratteggia le teorie più accreditate sulla malattia di Alzheimer, ci guida attraverso un complesso panorama di farmaci, terapie alternative, tecniche molecolari e genetiche per approdare a una miniera di consigli pratici su come valutare criticamente le notizie dei media, capire quando rivolgersi a uno specialista e intervenire sui fattori di rischio del decadimento cognitivo
Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
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giusavvo ha scritto: Non so se possa essere utile o no, ma proprio ieri, un mio amico a forte rischio alzheimer, mi raccontava che gli specialisti gli hanno raccomandato di dedicarsi ad attività che impegnano il ragionamento: scacchi, bridge, letture, sudoku.
Peraltro non è la prima volta che l'ho sentito dire, anche in ambiente medico, che ciò è un'ottima attività preventiva.
Intanto faccio gli auguri di cuore al nostro collega a che tutto vada nel migliore dei modi.
Quello che riporta giusavvo, comproverebbe che la mente vive dei suoi equilibri migliori - evitando tutto ciò che è passivo. Certo è da dire che chi vive queste situazioni, quando si hanno vicini i propri cari, la cosa può diventare ardua e delicata; l'impegno mentale è il più ostico dei problemi. Entrano in campo il carattere, le abitudini, la sensibilità, la quotidianità della propria vita così come ognuno l'ha sempre intesa. Se accadesse a me, io butterei la televisione dalla finestra. La televisione fa entrare il cervello in loop in processi auto-gratificanti ma che in realtà sono morbosi e annichilenti. I telegiornali e le notizie sono bombardamenti senza senso e compulsivi che debilitano e abbattono le nostre energie. So che appaiono come cose da poco, ma è quello che farei intanto. Ci sono cose che mi hanno dato comprove terribili di quanto sostengo, e lo vedo coi miei, con le persone che mi sono vicine.
Comunque, sarò lietissimo di poter portare informazioni appena ne avrò di interessanti e, spero, utili.
un abbraccio
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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giusavvo ha scritto: Non so se possa essere utile o no, ma proprio ieri, un mio amico a forte rischio alzheimer, mi raccontava che gli specialisti gli hanno raccomandato di dedicarsi ad attività che impegnano il ragionamento: scacchi, bridge, letture, sudoku.
Peraltro non è la prima volta che l'ho sentito dire, anche in ambiente medico, che ciò è un'ottima attività preventiva.
Io invece ho sentito opinioni diametralmente opposte, ma non posso confermare in prima persona. Lo dico solo perché visto che non si sa cosa è e perché succede, credo sia bene indagare in varie direzioni.
In ambito "medicina tradizionale cinese" (tra virgolette perché non esiste un "pensiero accademico") si sostiene che una delle cause delle malattie degenerative neurologiche sia proprio l'eccessivo uso della mente.
Quindi si consiglia di usarla poco e di dedicarsi a ginnastiche dolci, tipo Tai Chi, e di fare cose che richiedano poco sforzo, sia fisico che mentale, di modo da rimanere attivi ma non forzando se stessi in nessun modo.
Ripeto, è solo quanto mi è stato detto da persone molto esperte della disciplina in occasione di un mio interesse diciamo di carattere generale. Non ho verificato nulla di persona, ma a me pare una spiegazione semplice e logica.
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Ha avuto un crollo da quando e' andato in pensione (12 anni fa) e gradualmente ha cominicato ad avere una regressione mentale. Che non e' solo perdita di memoria, ma laceramento delle facolta' cognitive..
E' sempre stato un amante dei cruciverba, ma ha poi smesso in quanto non riusciva piu' a concentrarsi e la fustrazione prendeva il sopravvento. Anche la televisione non lo attira in quanto non riesce a seguirla, si perde facilmente in quel susseguirsi di immagini e di dialoghi che lo stancano facilmente e lo annoiano.
le case di riposo che abbiamo sentito, non lo avrebbero preso se avessimo rifiutato la terapia tradizionale a base di farmaci.. a detta dei medici, I farmcaci che sta prendendo servono solo a rallentare il decorso della "malattia" (se vogliamo chiamarla malattia) ed ha bisogno di assistenza 24h per cui e' un'alternativa non l'abbiamo trovata..
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invisibile ha scritto: Io invece ho sentito opinioni diametralmente opposte, ma non posso confermare in prima persona.
Sarebbe da approfondire bene questa controversia. Un argomento delicato, vista la tragicità della vicenda, ma non da accantonarlo per questo.
Per quello che fai seguire e non lo riporto per comodità adesso - ma dopo, bisognerebbe capire cosa si intende con uso eccessivo della mente. Meglio ancora: cosa significhi USARLA.
Detto ciò, prendo le parole di un altro commento.
Non mi permetto, sia chiaro, di mettere in discussione la bontà e la buonafede del contributo di Heitz, quando scrive:
E' sempre stato un amante dei cruciverba, ma ha poi smesso in quanto non riusciva piu' a concentrarsi e la fustrazione prendeva il sopravvento.
Può essere ingannevole, e parlo della logica di quando noi TUTTI non abbiamo certezza delle cose, e cioè lo formulo con una domanda retorica:
Chi dice che senza una determinata attività mentale, la malattia non sarebbe giunta prima, invece (?). E che comunque l'insieme dei fattori alla fine hanno preso il sopravvento. Perché appunto, non credo possa dipendere solo dal fattore "uso della mente", bensì, proprio da tutto l'equilibrio psicofisico e di come è bilanciato.
Quindi, tornando al discorso di Invisibile:
In ambito "medicina tradizionale cinese" (tra virgolette perché non esiste un "pensiero accademico") si sostiene che una delle cause delle malattie degenerative neurologiche sia proprio l'eccessivo uso della mente.
L'uso della mente che è assoggettata a input/output programmatici, non è una mente che indaga, ad esempio. Un matematico che per decadi ripete mostruosamente migliaia volte il programma scolastico a venti generazioni di alunni diverse (un esempio tra mille altri concetti che sono simili), non è una mente che si mette in gioco; non è una mente che dialoga con i propri equilibri e che si promuove per evolvere, può capitare invece che sedimenti informazioni su informazioni e in qualche modo le fa girare in loop. Come dicevo prima.
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Calvero ha scritto:
invisibile ha scritto: Io invece ho sentito opinioni diametralmente opposte, ma non posso confermare in prima persona.
Sarebbe da approfondire bene questa controversia. Un argomento delicato, vista la tragicità della vicenda, ma non da accantonarlo per questo.
Per quello che fai seguire e non lo riporto per comodità adesso - ma dopo, bisognerebbe capire cosa si intende con uso eccessivo della mente. Meglio ancora: cosa significhi USARLA.
Detto ciò, prendo le parole di un altro commento.
Non mi permetto, sia chiaro, di mettere in discussione la bontà e la buonafede del contributo di Heitz, quando scrive:
E' sempre stato un amante dei cruciverba, ma ha poi smesso in quanto non riusciva piu' a concentrarsi e la fustrazione prendeva il sopravvento.
Può essere ingannevole, e parlo della logica di quando noi TUTTI non abbiamo certezza delle cose, e cioè lo formulo con una domanda retorica:
Chi dice che senza una determinata attività mentale, la malattia non sarebbe giunta prima, invece
Non possiamo sapere.
Ogni persona è diversa e questo è collegato a quanto segue.
Perché appunto, non credo possa dipendere solo dal fattore "uso della mente", bensì, proprio da tutto l'equilibrio psicofisico e di come è bilanciato.
Certo. Ma l'uso eccessivo della mente, e per eccessivo intendo sia per l'essere umano in generale sia per quella persona in particolare, porta proprio ad uno squilibrio psicofisico. Dopo approfondisco.
L'uso della mente che è assoggettata a input/output programmatici, non è una mente che indaga, ad esempio. Un matematico che per decadi ripete mostruosamente migliaia volte il programma scolastico a venti generazioni di alunni diverse (un esempio tra mille altri concetti che sono simili), non è una mente che si mette in gioco; non è una mente che dialoga con i propri equilibri e che si promuove per evolvere, può capitare invece che sedimenti informazioni su informazioni e in qualche modo le fa girare in loop. Come dicevo prima.
Questo è un esempio, abbastanza comune, di uso sia eccessivo che "sbagliato" della mente. Sbagliato perché porta proprio ad un disequilibrio.
Va detto ora che secondo la medicina tradizionale cinese, ma anche quella ayurvedica indiana ed altre, tutte le malattie sono causate da un qualche tipo di disequilibrio. Una persona in equilibrio non si ammala. Questo è il presupposto del discorso che propongo.
La nostra civiltà è basata sull'uso eccessivo e spesso "sbagliato" della mente ed in particolar modo di quella parte che possiamo chiamare "mente razionale", "pensante" se volete.
Quindi per noi è "normale" usarla in questo modo, mentre per altre culture, attualmente in rapida sparizione, questo uso è sintomo e causa di grave disequilibrio.
Io credo che abbiano ragione loro e che varie malattie siano causate o con-causate proprio dall'uso della mente che noi siamo abituati a fare.
Spero di essere stato più chiaro.
PS
Integro: in base al principio sopra spiegato qualsiasi cosa che noi possiamo fare, se fatta in modo eccessivo, porta ad un disequilibrio e quindi con il tempo ad una malattia.
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invisibile ha scritto: Spero di essere stato più chiaro.
PS
Integro: in base al principio sopra spiegato qualsiasi cosa che noi possiamo fare, se fatta in modo eccessivo, porta ad un disequilibrio e quindi con il tempo ad una malattia.
Io credo che l'eccessivo e il non eccessivo sia un falso problema.
Credo sia - il modo e i moventi - che dicono dell'equilibrio e del disequilibrio.
Se noi parliamo di una persona che inizia a evidenziare il problema, sappiamo che il disequilibrio ha già manifestato il segnale d'allarme. Fin qui ci siamo. Quindi cosa dovrebbe fare questa persona adesso? spegnere la mente? Non credo. Usarla di meno? Fare meditazione? La mente è quella che la mette in comunicazione col mondo che la circonda. Continuare a usare la mente e nella direzione giusta, non di meno o di più, ma nella direzione giusta. Se è nella direzione giusta non potrà essere un uso eccessivo, poiché si autoregola.
Il problema è capire qual'è la direzione giusta. Questo è veramente difficile da comprendere. Secondo me dietro ogni malattia c'è sofferenza, molta sofferenza. Bisognerebbe capire quella sofferenza.
Se il discorso di giusavvo non è campato in aria, e so che giusavvo è un utente che pesa assolutamente le parole e gli interventi, ritengo sane le sue osservazioni.
Come hai convenuto anche tu, l'esempio del professore ci dice di un "uso della mente sbagliato" ...e perché? ... forse non c'è libertà in quelle funzioni e computazioni; c'è il dovere, l'educazione, l'abitudine, la reiterazione, ma l'essere umano in quelle condizioni è in realtà un vegetale. Non per niente esiste il cosiddetto "logorio della vita moderna". Lo chiamano così, ma non è che nessuno si è mai domandato realmente quali siano le radici di questo logorio. Un uso passivo, lo chiamerei, e il termine non è corretto, è per approssimazione, passivo quindi - ma sempre un'elaborazione rimane. E tu ben sai che il dovere e l'educazione sono imposizioni. "Dovere ed educazione" in senso psicologico, non morale o etico. Psicologiche s'intende, cioè come la coscienza le percepisce.
Purtroppo e dico purtroppo veramente - e con tutto il cuore, e non per giochi dialettici, credo che tutto questo ha un preciso senso - prima; prima che si manifesti la malattia, dopo, invece - le difficoltà, come mostra la testimonianza di Heitz, diventano veramente tremende e spietate e ti viene voglia di bestemmiare.
Il Libro consigliato da Aigor dev'essere molto interessante.
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Calvero ha scritto: Io credo che l'eccessivo e il non eccessivo sia un falso problema.
Io invece credo che le antiche, antichissime, medicine abbiano capito la cosa più importante in assoluto.
Tutto è basato sull'equilibrio e quindi ogni eccesso, secondo l'equilibrio naturale di un dato essere, ovviamente, è IL problema.
Credo sia - il modo e i moventi - che dicono dell'equilibrio e del disequilibrio.
Io invece credo che questo aspetto sia complementare, non antitetico.
Se noi parliamo di una persona che inizia a evidenziare il problema, sappiamo che il disequilibrio ha già manifestato il segnale d'allarme. Fin qui ci siamo.
Si. Ma considera che secondo le antiche medicine, quando si manifesta fisicamente un problema, il disequlibrio è considerato grave. Infatti quelle medicine lavorano soprattutto sulla prevenzione, ovvero il mantenimento dell'equilibrio.
Quindi cosa dovrebbe fare questa persona adesso? spegnere la mente? Non credo. Usarla di meno?
Riequilibrarsi.
Non c'è una "formula" come nella "medicina commericiale" ©
L'equilibrio è sia collettivo (tutti gli esseri umani hanno dei limiti condivisi) sia assolutamente individuale.
E' un lavoro su se stessi, non è una "ricetta buona per tutti" che può fare ritrovare il proprio equilibrio e così dare al corpo la possiilità di autocurarsi.
La mente è quella che la mette in comunicazione col mondo che la circonda.
Questa frase, detta così, mostra proprio come il paradigma inconscio sia stato creduto come assoluto.
Io dico che non è affatto così. Io (e miliardi di persone nei millenni), sostengo che la mente ci mette in comunicazione con certi aspetti del mondo che ci circonda, non con il mondo. La mente,soprattutto quella razionale-pensante, può solo percepire una parte del mondo che ci circonda.
Se quanto dico è vero, è possibile che la soluzione per certe malattie sia proprio nel non percepire altri "piani di esistenza" a causa dell'eccessivo uso di una parte di noi, e che sia proprio in questi "piani" che c'è la soluzione al problema?
Io dico di che molto spesso è così.
Continuare a usare la mente e nella direzione giusta, non di meno o di più, ma nella direzione giusta. Se è nella direzione giusta non potrà essere un uso eccessivo, poiché si autoregola. Il problema è capire qual'è la direzione giusta. Questo è veramente difficile da comprendere.
Io dico che non si autoregola affatto, soprattutto la mente razionale e ancor di più quella di una persona educata nel mondo occidentale. Al contrario, è molto comune la "sregolatezza", una condizione quasi universale nella nostra civiltà. e va sempre peggio sotto questo aspetto.
Secondo me dietro ogni malattia c'è sofferenza, molta sofferenza. Bisognerebbe capire quella sofferenza.
Su questo sono d'accordo.
Se il discorso di giusavvo non è campato in aria, e so che giusavvo è un utente che pesa assolutamente le parole e gli interventi, ritengo sane le sue osservazioni.
Anche io ho stima di Giussavvo. Ma su questo aspetto credo che le antiche conoscenze siano nel giusto.
Come hai convenuto anche tu, l'esempio del professore ci dice di un "uso della mente sbagliato" ...e perché? ... forse non c'è libertà in quelle funzioni e computazioni; c'è il dovere, l'educazione, l'abitudine, la reiterazione, ma l'essere umano in quelle condizioni è in realtà un vegetale. Non per niente esiste il cosiddetto "logorio della vita moderna". Lo chiamano così, ma non è che nessuno si è mai domandato realmente quali siano le radici di questo logorio. Un uso passivo, lo chiamerei, e il termine non è corretto, è per approssimazione, passivo quindi - ma sempre un'elaborazione rimane. E tu ben sai che il dovere e l'educazione sono imposizioni. "Dovere ed educazione" in senso psicologico, non morale o etico. Psicologiche s'intende, cioè come la coscienza le percepisce.
Ma infatti io concordo.
Ma anche con un uso corretto di se stessi, se fatto in eccesso (non la "corretezza", l'uso) porta al disequilibrio.
Un "uso attivo" e consapevole della mente, se fatto in eccesso, fa danni come qualunque cosa fatta in eccesso.
Ci sono dei limiti naturali per ogni cosa esistente ed ogni facoltà, se si superano si va in disequilibrio anche se usati "correttamente".
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Finchè un giorno non fu costretta a lasciare la casa in cui viveva da 40 anni. Pur essendosi trasferita in una casa nuovissima e molto più comoda, lì è iniziato il decorso accelerato della malattia. Probabilmente gli oggetti, le stanze, l'ambiente in cui aveva vissuto tanto tempo l'avevano aiutata a ricordare...
...ricordare chi era lei, chi eravamo noi, la vita che aveva vissuto...
...ecco allora che per questa mia esperienza personale mi sento solo di consigliare di non lasciare che chi soffre di questa malattia si allontani dai luoghi e dagli oggetti -e ovviamente dalle persone- che rappresentano la sua vita.
PS Mia nonna era una persona molto pratica, manuale e religiosissima (intendendo con quest'ultima annotazione che non si è mai posta interrogativi filosofici), e sicuramente non ha fatto un uso smodato della mente, visto che era saltato fuori il discorso.
Un in bocca al lupo a Jurij e alla famiglia, e che questo forum possa essergli di qualche aiuto.
FranZη
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La prima cosa che farei è un'analisi del capello per ricercare l'eventuale presenza di metalli pesanti nell'organismo e l'eventuale carenza od eccesso di tutti gli altri minerali utili al corretto funzionamento dell'organismo.
So che è possibile farlo spedendo il materiale negli USA, non so se ci sono laboratori in Svizzera che effettuano questo tipo di analisi.
Questo esame è utilissimo per verificare se l'equilibrio minerale dell'organismo è soddisfacente e quali sono poi le aree di intervento sulle quali operare per disintossicare l'organismo e riequilibrarlo.
Perchè i danni cerebrali sono spesso causati dall'intossicazione di alluminio e mercurio.
Poi cercherei di darle dei punti di riferimento costanti tramite il dialogo, punti di riferimento che le consentano di crearsi un suo schema di vita quotidiana che si possa allacciare ad eventuali ricordi per riuscire a contenere l'evolversi della problematica.
Purtroppo non ci sono cure specifiche per questa malattia moderna, una malattia che accentua una patologia tipica dell'avanzare degli anni come quella della perdita di memoria.
In bocca al lupo.
Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità, la Vita
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FranZeta ha scritto: Mia nonna era una persona molto pratica, manuale e religiosissima (intendendo con quest'ultima annotazione che non si è mai posta interrogativi filosofici), e sicuramente non ha fatto un uso smodato della mente, visto che era saltato fuori il discorso.
Perdonami ma questo non si può dire con sicurezza.
Da quello che hai raccontato si può dire che non ha fatto un uso eccessivo della mente nel modo in cui potresti farlo tu, che hai una formazione-visione diversa a quanto ho capito.
Per "uso eccessivo della mente" intendo qualunque tipo di uso e senza una indagine seria ed approfondita sulla persona non si può avere nessuna certezza.
Se vuoi approfondisco ma direi che non è il caso di farlo qui, mi sembra OT.
Ho aperto un thread per parlare anche di questi aspetti, se vuoi continuiamo li.
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Quanto ho detto l’ho appreso da fonti mediche accreditate, fra le quali, anche la mia ex compagna che, sulla malattia, condusse specifiche ricerche in equipe, poi pubblicate in riviste specializzate.
Io sono un bridgista e nell'ambiente ho sentito parlare spessissimo della correlazione prevenzione Alzheimer/bridge, che è un gioco che impegna moltissimo la mente richiedendo altissima concentrazione, ragionamento e memoria a breve termine, analogamente agli scacchi, tant'è che vengono fatti specifici corsi di bridge in alcune facoltà universitarie e scuole superiori.
Non nascondo che quando anni addietro intrapresi questo sport (è così qualificato e c’è anche la FIGB), lo feci perché sono un soggetto a rischio Alzheimer.
Posso confermare, e per scienza diretta, che molti giocatori di bridge, oltre ad essere per la stragrande maggioranza tutti esercenti professioni intellettuali (professori, medici, avvocati, magistrati, ingegneri etc.), hanno un’età elevata (anche 80 in su) e nessuno di loro che in questi anni ho conosciuto ha o ha avuto, problemi con l’Alzheimer.
Dalle medesime fonti, ho anche appreso che il cervello, a differenza degli altri organi, non è soggetto ad usura, anzi più si usa meglio è.
Le stesse fonti riferiscono che le uniche attività fisiche che giovano nella prevenzione dell'Alzheimer sono il ballo e le attività correlate con la natura, ad es. giardinaggio, cura dell’orto. Non così invece, altre attività fisiche (palestra et similia), chissà, forse è il venir sempre meno del vivere in armonia con la natura che porta ad una maggiore incidenza di questa malattia.
Tutto ciò, di recente, mi è stato anche confermato da un caro amico alle soglie dell’Alzhaimer, come ho già detto nel post precedente, al quale gli specialisti hanno raccomandato vivamente di dedicarsi ad attività che richiedono concentrazione.
Ovviamente io parlo di prevenzione, che di per se implica uno stadio non conclamato della malattia.
Sul punto, quando verrò a conoscenza di altre qualificate informazioni, le riferirò puntualmente a beneficio di Jurij, al quale va tutta la mia solidarietà.
"L'uomo è misura di tutte le cose"
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giusavvo ha scritto: ...chissà, forse è il venir sempre meno del vivere in armonia con la natura che porta ad una maggiore incidenza di questa malattia.
Io ne sono convinto.
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E' stato relativamente fortunato perché fino a 81 anni guidava l'auto.. ma dopo i primi sintomi ( magari li aveva anche prima ma nessuno se ne era accorto ) la situazione è precipitata.
Lo vedevo peggiorare da un mese all'altro...una cosa straziante.
I medici hanno sempre detto che i farmaci possono rallentare di un anno o due la progressione se la malattia viene diagnosticata in anticipo..
Abbiamo cercato in tutte le maniere di tenere vivo ogni suo interesse... ma la malattia sembrava ed era "imbattibile".
Il cervello un po' alla volta si spegne.
Il giorno prima di morire mentre ero al pronto soccorso mio padre alzò la testa e mi salutò chiamandomi per nome..
Qualcosa dentro di lui era ancora vivo in quelle ore prima di morire.
Il cugino di mio papà ha invece l'Alzheimer da oltre 12 anni... La sua malattia è stata diagnostica quando non aveva ancora 70 anni. Ormai è diventato un vegetale perché immobilizzato a letto anche se a volte sembra capire qualcosa.
Dicono che l'esordio di questa malattia stia diventando sempre più frequente anche tra i 5o-enni....
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giusavvo ha scritto: Credo sia meglio che specifichi le fonti delle mie informazioni per porre Jurij nella condizione di valutare nel migliore dei modi, sperando di essere il più concreto possibile.
Quanto ho detto l’ho appreso da fonti mediche accreditate, fra le quali, anche la mia ex compagna che, sulla malattia, condusse specifiche ricerche in equipe, poi pubblicate in riviste specializzate.
Io sono un bridgista e nell'ambiente ho sentito parlare spessissimo della correlazione prevenzione Alzheimer/bridge, che è un gioco che impegna moltissimo la mente richiedendo altissima concentrazione, ragionamento e memoria a breve termine, analogamente agli scacchi, tant'è che vengono fatti specifici corsi di bridge in alcune facoltà universitarie e scuole superiori.
Non nascondo che quando anni addietro intrapresi questo sport (è così qualificato e c’è anche la FIGB), lo feci perché sono un soggetto a rischio Alzheimer.
Posso confermare, e per scienza diretta, che molti giocatori di bridge, oltre ad essere per la stragrande maggioranza tutti esercenti professioni intellettuali (professori, medici, avvocati, magistrati, ingegneri etc.), hanno un’età elevata (anche 80 in su) e nessuno di loro che in questi anni ho conosciuto ha o ha avuto, problemi con l’Alzheimer.
Dalle medesime fonti, ho anche appreso che il cervello, a differenza degli altri organi, non è soggetto ad usura, anzi più si usa meglio è.
Le stesse fonti riferiscono che le uniche attività fisiche che giovano nella prevenzione dell'Alzheimer sono il ballo e le attività correlate con la natura, ad es. giardinaggio, cura dell’orto. Non così invece, altre attività fisiche (palestra et similia), chissà, forse è il venir sempre meno del vivere in armonia con la natura che porta ad una maggiore incidenza di questa malattia.
Tutto ciò, di recente, mi è stato anche confermato da un caro amico alle soglie dell’Alzhaimer, come ho già detto nel post precedente, al quale gli specialisti hanno raccomandato vivamente di dedicarsi ad attività che richiedono concentrazione.
Ovviamente io parlo di prevenzione, che di per se implica uno stadio non conclamato della malattia.
Sul punto, quando verrò a conoscenza di altre qualificate informazioni, le riferirò puntualmente a beneficio di Jurij, al quale va tutta la mia solidarietà.
Come immaginavo.
Fa riflettere, e corrobora quanto mi si rivela, quando parlavo di libertà.
Il gioco è quel fattore che psicologicamente porta la coscienza a non subirla l'intelligenza, ma ad energizzarla.
Una coscienza libera, lavora sui piani sottili e porta conscio e inconscio in frequenza.
Grazie per l'approfondimento, Giusavvo
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Non so cosa dire, mi basterebbe anche solo un "illusione" di poter arrestare almeno in parte il decorso di questo male.
Qualcuno sa se esiste qualche terapia alternativa che sia anche solo in grado di rallentare, se non fermare del tutto, questo male?
Io non ho esperienza diretta, quindi non saprei come mi comporterei e cosa farei.
Ho fatto la mia limitata ricerca nel tentativo di poter essere in qualche modo utile.
Quello che segue è quello che ho scremato da questa ricerca con la speranza di darti qualche ispirazione o spunto …
°°°
Alzheimer: le cure naturali funzionano
La musicoterapia, gli animali da compagnia e perfino le bambole hanno dimostrato efficacia nel trattamento dei pazienti con Alzheimer.
www.terranuova.it/Medicina-Naturale/Alzh...-naturali-funzionano
Partendo da questo articolo ho fatto una ricerca su professor Marco Trabucchi:
Alzheimer Caffè: la ricchezza di una esperienza
www.unicreditfoundation.org/it/publicati...-una-esperienza.html
La pubblicazione “Alzheimer Caffè: la ricchezza di una esperienza” è l’esito di un percorso biennale, dedicato allo sviluppo e alla diffusione di spazi terapeutici innovativi – gli Alzheimer Caffè - basati sull’incontro e lo scambio di esperienze tra le persone affette dalla patologia, familiari ed esperti.
Oltre a garantire un sostegno socio-economico ad alcuni dei centri già operativi, il progetto ha supportato l’attività del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia, coordinato dal professor Marco Trabucchi, nella definizione delle linee-guida per la costituzione di Alzheimer Caffè. Oggi, questo modello è disponibile per gli enti locali e le associazioni di volontariato che intendono replicare le best-practice a livello locale.
Su questo articolo si trova i link per scaricare la pubblicazione in formato pdf, e per avere maggiori informazioni sul progetto.
°°°
Alzheimer: nello stomaco la probabile soluzione
www.infosalus.it/2013/06/alzheimer-nello...probabile-soluzione/
Alzheimer: efficace il principio attivo della cannabis
www.infosalus.it/2014/08/alzheimer-effic...pio-attivo-cannabis/
°°°
www.informasalus.it/
Nel link inserire – Alzheimer - in ricerca personalizzata (in alto a destra) per visionare diversi articoli, per esempio:
Medicina ayurvedica e virtù della curcuma
www.informasalus.it/it/articoli/medicina-ayurvedica-curcuma.php
+++
Come ha giustamente detto Incredulo
Perchè i danni cerebrali sono spesso causati dall'intossicazione di alluminio e mercurio.
Occorre fare molta attenzione a questi agenti neurotossici, per quanto riguarda il mercurio particolare attenzione alla amalgama dentale.
“L’alluminio è il più abbondante metallo neurotossico sulla terra, ampiamente biodisponibile per gli esseri umani e più volte dimostrato di accumularsi nei punti focali neuronali soggetti al morbo di Alzheimer.”
L’alluminio è strettamente correlato al morbo di Alzheimer
www.ecplanet.com/node/3897
°°°
A mio modesto avviso occorre fare molta attenzione ai cibi della nostra dieta ….
La terapia Gerson è un valido strumento nella cura delle malattie croniche e degenerative ed è basato su una dieta in grado di curare e depurare tutto l'organismo.
www.viviconsapevole.it/articoli/la-terapia-gerson.php
(…) Il metodo di cura Gerson ci rende capaci di ciò, sia che stiamo cercando di guarire da una delle infinite malattie croniche degenerative, sia che vogliamo uscire da un generico stato di sotto-salute, con tutti i suoi sintomi secondari, per acquisire forma e benessere eccellenti.
Il principio fondamentale di questo programma è la totalità (anche detta “olismo”), ovvero il prendere in considerazione l’organismo intero e affrontare tutti i suoi problemi e debolezze, non puntare soltanto a un sintomo o un organo, come se fossero indipendenti dal resto del corpo.
Inoltre risulta di fondamentale importanza considerare il contesto e le condizioni fisiche della vita quotidiana dell’individuo, il suo lavoro e il suo stile di vita.
Tale approccio è molto diverso da quello della tradizionale Medicina allopatica, caratterizzato da una specializzazione crescente e focalizzata sul sintomo, alla ricerca di una causa singola che si tenta di sopprimere mediante farmaci.
Il programma Gerson procede in direzione opposta.
Il suo metodo di cura è non-specifico, e ciò spiega come mai sia applicabile a una vasta gamma di patologie: esso mira a guarire il “terreno” (ovvero, l’organismo nella sua interezza), che a quel punto diventa capace di guarire se stesso.
L’incredibile capacità di auto-guarigione del corpo, pienamente utilizzata in questo programma, è purtroppo trascurata e addirittura ignorata nella Medicina allopatica.
Naturalmente, la non-selettività (l’opposto della specializzazione) è un concetto tabù per i medici di formazione tradizionale.
Il giovane Max Gerson scoprì che poteva liberarsi dei suoi frequenti, debilitanti mal di testa adottando una dieta vegetariana povera di grassi e di sale.
Alla fine il dottore comprese che la sua dieta stava curando tutto l’organismo, non un disturbo specifico, e che quindi non c’erano praticamente limiti al suo potere di guarigione.
Gli incredibili risultati di 80 anni di terapia dimostrano che egli aveva ragione.
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TROPPO BELLO VINCERE LA DEMENZA ALZHEIMER?
valdovaccaro.blogspot.it/2013/11/troppo-...cere-la-demenza.html
(…) LE GUARIGIONI NON MANCANO AFFATTO
Molti casi di guarigione vengono citati non solo da Ehret, ma in particolare da Manuel Lezaeta.
La demenza e tutte le affezioni cerebrali hanno origine nell'intestino gravato da permanenti putrefazione e da conseguenti vapori irritanti che si sprigionano e raggiungono la zona cerebrale mantenendola in costante stato di eccitazione, e quindi a un indebolimento dell'organo.
Mentre la pazzia è un processo acuto con febbre cerebrale, la demenza è una situazione cronica caratterizzata da anemia e da cattiva circolazione del sangue nel cerebro.
RIMEDI SIMILI A QUELLI DELL'EPILESSIA, CHE È POI PATOLOGIA CURABILE
Il trattamento è simile a quello indicalo per l'epilessia e il mal-caduto.
È indispensabile normalizzare la digestione togliendo nell'apparato enterico surriscaldamento e congestione sanguigna, rinfrescando le viscere con una dieta a base di frutta e di insalate crude, incluso limoni, zenzero (in quantità costanti ma limitate), mirtilli, mele, ananas, uva, melegrane, cachi, avocado.
Serve nel contempo una forte riattivazione delle funzioni cutanee.
La dieta vegancrudista tendenziale, ma vicina al 100% in questo caso, produce sangue puro e fluido e i 5 milioni di pori della pelle si riattiveranno aiutando pure il sistema renale.
RESPIRARAZIONE, ESERCIZIO, IDRO-FANGOTERAPIA E VEGANCRUDISMO
Fondamentale dunque purificare il sangue e respirare aria pura e circolante sia di giorno che di notte, praticando pure moderato esercizio fisico secondo le proprie possibilità.
Obbligatori gli esercizi respiratori giornalieri a finestra aperta per un respiro ritmato, profondo e addominale.
Evitare l'aria inquinata delle strade e bazzicare boschi e campagne.
Camminare scalzi sulla terra umida, sulle pietre bagnate anche per pochi minuti è ottima pratica per tutti i malati di nervi.
Applicazione di cataplasmi freddi notturni sul ventre, fregagioni con panno bagnato sulla pelle al risveglio, semicupi frequenti caldi e freddi, sono tutti ottimi aiuti per contrastare l'Alzheimer.
ALLA LARGA DAI METALLI PESANTI E DAI MEDICINALI
Stare inoltre alla larga dall'alluminio, metallo particolarmente tossico al pari del rame, del cadmio, del mercurio e del piombo. L'alluminio viene usato come ingrediente nei medicinali, nelle aspirine, nei vaccini, negli additivi chimici dei cibi conservati.
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Non ho molto da dire, la speranza é che mio padre tenga duro, anche perché vuole gestire mia madre fino all'ultimo e per questo stiamo dandogli delle opzioni tipo il centro diurno per questi malati (per lasciarlo respirare).
Non ho letto ancora tutti i commenti, quello che posso dire é che in effetti ho trovato una cosa in comune sul discorso del cambiamento di casa.
Una dozzina di anni fa i miei hanno venduto la casa perché troppo grande e costosa per loro.
La mancanza poi dei lavori di giardinaggio che la impegnavano potrebbe aver accelerato un problema latente.
Inoltre mia madre fino a pochi anni prima affittava camere ai passanti che venivano da nord e in questo modo allenava sempre il tedesco imparato da ragazza.
Tutto questo penso che abbia avuto un suo impatto, ma non avrò mai la controprova.
Il dottore ci ha parlato di esperimenti su vaccini che però devono essere fatti addirittura anni prima dell'arrivo della malattia perché pare secondo loro che ci si ammala di alzheimer anni prima che abbiano inizio i primi sintomi.
Stasera sono stato da loro per compilare dei formulari e mi sono reso conto che la memoria di mia madre ha perso anche la sua data di nascita. Non so a quale livello si trovi oggi, ma vedo la fatica di mio padre a gestirla ( sono tutti e due del 33).
Ho lasciato anche delle vitamine b12 perché sembra che un altro dottore le consigliava, in fondo penso che male non possa farle.
In questi momenti sulla soglia dei miei prossimi 50 mi rendo conto quanto la vita mi sia scivolata via in fretta e quanto ci si illudi che duri lontano nel tempo .... Ahhhhh sono troppo "nero".
Una buona serata a tutti e grazie per ogni parola.
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- NielsPratoline
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Siamo prodottore della Germania, che siamo adesso presente anche in Italia. Abbiamo un aiuto per il caregiver di persone che sono affettato di alzheimer.
I nostri prodotti “Tappeto sensibile salvavita” e “Rilevatore di movimento” con allarme o vibrazione (prodotti per l’assistenza domiciliare), rappresentano un valido aiuto per la cura e l’assistenza delle persone anziane.
Qualcosa su di noi: In base alla nostra concezione ed esperienza, abbiamo sviluppato un Tappeto sensibile salvavita e un Rilevatore di movimento (radiofonico). Utilizzando il nostro Tappeto sensibile salvavita, vi accorgerete dei suoi enormi benefici. La cura di persone anziane, affette da sonnambulismo o persone con problemi di deambulazione, rappresenta spesso una sfida per parenti e infermieri. Con i nostri prodotti di qualità, è possibile monitorare e controllare i pazienti durante la notte. È molto importante non limitare la libertà di movimento delle persone assistite, al fine di preservare la loro qualità di vita. Noi offriamo un valido aiuto in questo senso.
Il nostro primo prodotto premium, “Tappeto Sensibile Salvavita” dispone di un ricevitore e deve essere posto, dal lato “anti-scivolo”, sotto un tappeto. Il tappeto sensibile salvavita viene posizionato davanti al letto, in questo modo, i parenti vengono avvisati nel caso in cui il paziente dovesse scendere dal letto.
Per maggiori informazioni:
www.pratoline.de/info/?lang=3
www.pratoline.de
Il nostro secondo prodotto premium, “Rilevatore di Movimento nel Letto”, dispone di un sensore con trasmettitore radiofonico (max. 100 m). Deve essere posto preferibilmente tra il materasso e le lenzuola. Nel momento in cui la persona decide di scendere dal letto, sfiora il sensore il quale invia un segnale d’ allarme al ricevitore.
Grazie a “Tappeto sensibile salvavita” e “Rilevatore di movimento”, migliorerete il benessere dei vostri cari a costi piuttosto contenuti.
Cordiali saluti,
Pratoline
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Aveva 83 anni.
L'ultimo anno è stato il più duro, anche se, ho dovuto seguirla anche nei precedenti due.
Per l'esperienza che ho avuto, temo che sia una delle malattie peggiori che si possano augurare a qualcuno a cui si vuole male.
Purtroppo temo che non si possa fare molto dal punto di vista terapeutico, esiste un farmaco, ma è completamente privo di utilità.
L'unica utilità è per le case farmaceutiche, dato che è talmente caro, da non essere nemmeno venduto nelle farmacie, ma dispensato
solo nei punti farmaceutici all'interno delle strutture ospedaliere.(almeno qui è cosi')
Se posso dare qualche suggerimento, è solo per coloro che hanno la mala sorte di ritrovarsi con una persona cara vicina colpita.
Date molta attenzione ai primi segnali, che di solito sono:
una certa tendenza a impuntarsi su fatti o ragionamenti di nessuna importanza, ma che diventano ossessivi.
irascibilità, e sbalzi di umore ingiustificati.
tendenza a ripetere sempre le stesse cose.
perdita della memoria istantanea (non si ricordano quello che hanno fatto o detto pochi istanti prima)
parlare sempre dei ricordi dell'infanzia .
La fase immediatamente successiva comprende trascuratezza per la persona, disinteresse per le cose di primaria necessità(cucinare fare la spesa pulire casa)
iniziare a vagare e uscire di casa senza ritrovarne la strada per tornare.
A questo punto non possono più essere lasciati soli, e inizia una china molto più dolorosa purtroppo, per chi gli sta vicino che non per loro.
Il decorso della malattia in questa fase varia molto a secondo dei soggetti, ci sono persone che vanno avanti per anni, e altre che in pochi mesi si spengono come candele.
La fase terminale è molto brutta e bisognerebbe essere preparati mentalmente su quello che si deve affrontare.
Lo dico per esperienza, perchè essendo stato all'oscuro di molte cose, ho commesso degli sbagli, e ho vissuto malamente situazioni che forse ora con il senno di poi, affronterei con un altra
consapevolezza.
Mia madre, per capire di cosa sto parlando, dopo aver smesso di riconoscermi, (pensava fossi un suo vecchio zio morto 20 anni fa)
ha smesso prima di camminare, e poi le sono venute meno anche le capacità di degluttire.
Cercavo di alimentarla con pappette e omogeneizzati, ma alla fine è morta di infezione polmonare, probabilmente per qualche
cibaria entrata nella trachea,e finita nei polmoni.
I miei consigli sono semplici:
Non arrabiatevi mai con loro i primi tempi, fate finta di assecondarli sempre, e cercate di parlare di quello che si ricordano, di quando erano piccoli,
e se vi chiameranno zio, fate finta di essere lo zio, o la nonna o qualunque altro.
Se vi chederanno della loro mamma, anche se è morta da decenni, ditegli che domani verrà a trovarli, senza far trapelare la realtà.
Un abbraccio a tutti coloro che hanno qualcuno vicino, con questa malattia, spero di esservi stato anche solo un poco utile con questa mia
testimonianza.
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- Michele Pirola
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Mi dispiace molto per la storia di tua mamma. Io non conosco direttamente nessuna persona malata di Alzheimer, però mia nonna mi ha detto che ha un'amica, che io non conosco, che ha l'Alzheimer. Non si ricorda più di nulla, è in sedia a rotelle e nonostante mia nonna sia una sua cara amica non si ricorda più di lei, anzi una volta che si sono incontrate le dava del lei. Non conoscevo il nome delle medicine "anti Alzheimer" se così si possono definire, però sapevo che ne esistevano alcune. Come hai detto tu, e concordo pienamente, l'unico beneficio è per Big Pharma, anzi Merd Pharma! Alcuni sopra hanno linkato alcuni articoli su alcune cure naturali contro l'Alzheimer. Ieri ho letto su Internet che qualche giorno fa da un estratto di zenzero alcuni ricercatori hanno trovato una potenziale cura contro l'Alzheimer. Ovviamente un estratto, in modo che sia brevettabile! Fa schifo purtroppo il mondo dell'industria farmaceutica. Ultima cosa e poi chiudo il commento: un paragone che mi salta all'occhio è quello col Morbo di Parkinson. Conosco personalmente alcune persone malate di questa malattia e in particolare una prende tantissimi farmaci. Ogni anno peggiora purtroppo. Grazie ancora miles, spero possa interessare a qualche utente questa discussione
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Ci sono anziani che tirano avanti con questa degenerazione anche per 10 anni.
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