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Cannabis in decotto: corretta preparazione
Tra delle numerosissime critiche degli esperti che sono state portate al decreto, ve n'è una in particolare che merita primaria attenzione. Nel decreto infatti si consiglia di assumere cannabis tramite un decotto e dando indicazioni sulle modalità per prepararlo.
Ebbene, le modalità sono SCORRETTE e rendono il decotto INEFFICACE. Bisogna chiedersi perché le indicazioni fornite ai medici dal Ministero della salute (o forse sarebbe meglio chiamarlo "Ministero della guerra alla salute") sulle modalità di assunzione siano così palesemente volte a far credere ai medici di base e ai pazienti che la cannabis non funzioni. Quali interessi finiscono per tutelare queste indicazioni scorrette? La risposta la lascio a voi, ma pare evidente.
Riporterò di seguito le modalità CORRETTE di preparazione dei decotti di cannabis così come descritte dal farmacista Dr. Marco Ternelli nell'articolo in cui spiega anche perché quelle consigliate dal ministero sono scorrette:
I consigli del Farmacista per ottimizzare una tisana alla cannabis terapeutica
La tisana alla cannabis, rappresenta una delle vie più note di assunzione di cannabis terapeutica: sono tantissime le possibilità di preparazione che si leggono su Internet, con acqua ma non solo (latte, oli, eccetera) portando a risultati diversi, sia di effetto che di efficacia.
La tisana alla cannabis, rappresenta una via di somministrazione nota, ma spesso legata all’uso ludico insieme al fumo, che è certamente la principale via di somministrazione della cannabis.
Recentemente, a seguito di un contestato Decreto che ha reso difficoltosa in Farmacia la preparazione di estratti pronti di cannabis (più semplici, pratici ed efficaci), la tisana è tornata alla ribalta in quanto moltissimi Medici hanno ripreso a prescrivere cartine di cannabis (tra le varietà legali Bedrocan, Bediol, Bedica, Bedrobinol, Bedrolite) da assumere in tisana.
Va detto subito: la tisana alla cannabis, specialmente se realizzata secondo le indicazioni nel Decreto, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, è una pessima via di somministrazione della cannabis, soprattutto se si vuole comparare la quantità/qualità delle sostanze assunte (cannabinoidi, terpeni, ecc…) con il fumo o la sua versione medica, la vaporizzazione: nella siffatta tisana, i cannabinoidi sono scarsamente decarbossilati e molte sostanze scarsamente estratte.
Il rischio (verrà ribadito dopo) è che il Medico e lo stesso paziente, si convincano che “la cannabis non funziona” o che “la dose è troppo leggera”.
Poiché spessissimo molte “ricette” per la preparazione di tisane alla cannabis sono descritte più per un uso ludico che medico, nel seguente articolo si forniranno alcune metodiche (supportate da analisi scientifiche) con diverse ottimizzazioni per ottenere la miglior estrazione e decarbossilazione possibile nella preparazione della tisana alla cannabis realizzata con cannabis di grado farmaceutico (Bedrocan, Bediol, Bedica, Bedrobinol, Bedrolite).
FONDAMENTALE: per la realizzazione della tisana alla cannabis terapeutica non si prepara un infuso, ma un decotto.
Le differenze:
- infuso: (il classico tè che tutti abbiamo preparato nella vita) si porta a bollore l’acqua, si spegne la fonte di calore, si aggiunge la cannabis e si lascia riposare per 2-3-5-10 minuti.
- decotto: in acqua fredda si aggiunge subito la cannabis, si porta a ebollizione, e si continua l’ebollizione per il tempo stabilito.
– – METODICA MINISTERIALE DECRETO 9/11/2015 – –
La Metodica del Ministero della Salute nel Decreto 9 novembre 2015 prevede con l’uso di acqua per un tempo di 15 minuti. I passaggi sono:
[strike]1. preparare acqua fredda in rapporto 1000:1 acqua/cannabis (es. per 100mg di cannabis, usare 100ml di acqua)
2. versare la dose di cannabis
3. portare a ebollizione
4. coprire con coperchio
5. mantenere l’ebollizione per 15 minuti[/strike]
Il Decreto non aggiunge altro. Tale metodica è sconsigliata per diversi motivi:
1. i principi attivi della cannabis sono lipofili (grassi); l’acqua è un solvente idrofilo (acquoso) quindi pessimo per quanto riguarda la capacità di solubilizzare ed estrarre i cannabinoidi (una parte esce comunque dall’infiorescenza per questioni fisiche di osmosi e rimane sospesa in acqua).
2. i tempi di bollitura indicati dal Ministero sono insufficienti per avere la certezza che buona parte (sufficiente) del THC e CBD siano decarbossilati (in questo contesto, il termine può essere frettolosamente tradotto in “attivati”). Studi olandesi hanno dimostrato come nella tisana alla cannabis così fatta, il contenuto di THCA sia fino a 5 volte superiore al THC (cioè il THC è 1/5 rispetto al THCA), poiché le temperature raggiunte sono minori rispetto a quelle di fumo, vaporizzazione o cottura in forno. Altrettanto per i tempi a cui la cannabis è sottoposta a queste temperature.
3. se non velocemente bevuta dal momento della preparazione, i cannabinoidi presenti nella tisana con sola acqua tendono ad appiccicarsi sul fondo o ai lati del bicchiere/tazza; di conseguenza il paziente si beve… acqua calda.
4. con la quantità di acqua indicata dal Ministero, quasi certamente al termine dell’ebollizione rimarrà poca o (quasi) niente acqua.
5. sono stati eseguiti studi in gascromatografia su campioni non derivatizzati (i risultati sono riportati nella tabella sottostante) che dimostrano come l’estrazione in sola acqua sia pessima:
Nota: essendo riferiti a 100mg di cannabis e 100ml di acqua, i risultati % possono essere letti anche come mg di THC estratti. Ad esempio: 12,82% indica che in 100ml di tisana preparata con 100mg di Bedrocan 22% erano presenti 12,82mg di THC.
Nel caso della Cannabis grezza in cartine, il residuo solido è stato filtrato. Potenziale THC attivato residuo, potrebbe essere rimasto nel materiale vegetale, motivo per cui si sconsiglia fortemente di filtrare il residuo, ma di ingerirlo insieme alla tisana.
IMPORTANTE CONSIDERAZIONE: tutto questo si tradurrebbe in una apparente inefficacia della cannabis o ad un inutile necessità di incrementare le dosi (con aumento delle spese per il paziente!), in considerazione del fatto che nel decotto preparato dal paziente NON è conoscibile la concentrazione reale di THC e/o CBD e che comunque questa sarebbe (valore medio) 1/5 del totale (es. circa 4mg di THC e circa 20mg di THCA nel Bedrocan oppure 1,5mg di THC e 6mg di THCA nel Bediol).
– – – METODICA CONSIGLIATA – – –
In considerazione dei problemi espressi nell’analisi precedente, la versione consigliata della tisana alla cannabis tende a ottimizzare alcuni punti, in particolare:
tempi: vengono aumentati per permettere una maggiore decarbossilazione. Non c’è rischio di ottenere prodotti di degradazione (es. CBN dal THC) o di perdere terpeni, perchè la temperatura massima raggiunta è circa 100°C (oltre non si può andare, dato che l’acqua bolle)
liquido solvente: poiché i cannabinoidi sono lipofili, si utilizza un solvente in grado di sciogliere i cannabinoidi, tenendoli stabilmente in soluzione. Non volendo usare oli che sarebbero troppo pesanti e con altri problemi, il liquido migliore è il latte (meglio vaccino, ma anche di soia) in quanto è una emulsione, cioè una miscela di grasso in acqua, in grado di estrarre sia sostanza grasse che idrofile.
quantità di liquido: rispetto al rapporto 1000 : 1, si prepara la tisana con molto più liquido, sia per compensare le perdite di evaporazione, sia per ottimizzare l’estrazione (liquidi troppo concentrati non riescono ad estrarre tutte le sostanze).
preparazione della cannabis: passaggio necessario con cui si tritura la cannabis per aumentarne la superficie di esposizione ovvero le parti di cannabis a contatto con il solvente. Questo favorisce sia la decarbossilazione che l’estrazione. L’operazione può avvenire con una lama, meglio con un grinder, meglio ancora facendo preparare al Farmacista della polvere micronizzata di cannabis.
Di seguito, la ricetta ottimizzata e consigliata per la preparazione di una tisana alla cannabis terapeutica:
1. “battezzare” un pentolino con il quale si preparerà la tisana alla cannabis, ossia usare sempre quello. Pentolini di dimensioni diverse cambiano la superficie di esposizione del liquido, facendolo evaporare più o meno velocemente, alterando (in più o in meno) la quantità finale di tisana residua.
2. porre acqua fredda nel contenitore, almeno (almeno!) 250ml di acqua per dosi di cannabis fino a 200mg, 500ml per dosi da 200mg a 400mg, 750mg per dosi da 400mg a 600mg e così via. Quantitativi molto ridotti di cannabis (es. 30mg, 50mg) richiedono comunque l’utilizzo di almeno 250 ml di acqua.
3. nel caso si disponga di cannabis grezza in cartine, sminuzzarla con una lama affilata (o, se disponibile, con un grinder); nel caso si disponga della cannabis micronizzata in capsule apribili per tisana, questo passaggio non è necessario.
4. scaldare fino a ebollizione intensa.
5. coprire con coperchio e mantenere in bollore per 20 minuti.
6. trascorsi 20 minuti, abbassare la fiamma per mantenere un blando bollore, aggiungere almeno 15 grammi di latte intero (o almeno 1,5 grammi di latte in polvere) per ogni 100 mg di cannabis (es. se si sono preparati 200 mg di cannabis, aggiungere almeno 30 grammi di latte intero)
7. mantenere l’ebollizione blanda per altri 15 minuti; al termine spegnere e lasciare raffreddare.
8. NON filtrare le infiorescenze (o la polvere), ma ingerirle insieme alla tisana: questo permette di assimilare anche eventuali sostanze rimaste nella parte vegetale e non perfettamente estratte o decarbossilate durante la decozione;
9. dolcificare a piacere (zucchero, miele, stevia, ecc…).
Se si desidera consumare la tisana nell’arco della giornata è possibile conservarla in un thermos di vetro o metallo; per la presenza del latte la stabilità in frigorifero, è stimata ad un massimo di 5 giorni.
Considerazioni finali:
1.
Come molti avranno capito, il procedimento per la preparazione della tisana è comunque lungo e articolato. Col tempo si può certamente arrivare alla padronanza del metodo, ma i tempi tecnici sono fissi e quindi almeno 40/45 minuti ogni volta sono necessari. Se si considera che la posologia media è di assumere la dose di cannabis (in tisana) 2 o 3 volte al giorno… Si capisce immediatamente come un farmaco come l’olio di cannabis (il paziente assume le gocce prescritte col contagocce. Punto) sia molto più pratico, sicuro e compliant per il paziente (si pensi agli anziani, a chi ha spasmi o coloro che hanno una vita sociale attiva).
2.
Molti si domanderanno: perché, a fronte di tutto il procedimento descritto, il Ministero della Salute Italiano ha inserito nel Decreto 9/11/2015 una metodica così “semplificata” per la preparazione della tisana alla cannabis? Tolti alcuni motivi che si possono immaginare, la risposta potrebbe essere “perché è stato tradotto direttamente dal folder illustrativo distribuito dal Ministero della Salute Olandese”.
Effettivamente il Ministero della Salute Olandese ha prodotto un “foglietto illustrativo” su come preparare la tisana, riportando i classici 15 minuti.
Quello che il Ministero della Salute Italiano si è dimenticato di considerare è stato il testo successivo dove viene riportato (tradotto):
Il tè [tisana alla cannabis, ndr.] non dovrebbe pertanto essere considerato solo come una forma di somministrazione a basso dosaggio di THC (la quale è in verità), ma piuttosto come una medicina diversa, per la presenza di elevate quantità di acidi cannabinoidici [es. THCA e CBDA, ndr.]
3.
Cos’è la cannabis micronizzata in capsule per tisana? Si tratta di capsule (NON da ingerire) che contengono polvere di cannabis grezza (raw) insieme ad un eccipiente che ha adsorbito oli e altre sostanze; tali capsule sostituiscono la classica cartina/bustina di cannabis: vanno aperte e il cui contenuto va versato in acqua per farne un decotto esattamente con i passaggi sopra descritti. Vantaggi? Tanti, ma tra tutti il fatto che essendo micronizzata (ossia le parti sono della dimensione inferiore al millimetro), la superficie di esposizione è milioni di volte maggiore rispetto ad un normale “pezzo” di infiorescenza.
4.
E’ possibile preparare una tisana con solo latte, utilizzando latte freddo sin dall’inizio, senza dover aggiungerne ulteriormente. Il consiglio è comunque di “allungare” il latte con un po’ di acqua: durante l’ebollizione, la parte acquosa del latte tende ad evaporare, lasciando un latte molto “pesante” e grasso che alcuni pazienti possono trovare difficile da digerire.
Fonte:
www.farmagalenica.it/tisana-alla-cannabis-come-ottimizzarla/
Nota:
Ho sostituito nel testo dell'articolo il consiglio di dolcificare il decotto con l'aspartame con quello di usare del miele, in quanto l'aspartame e provatamente cancerogeno (ed è ritenuto tale anche dall'OMS).
Per contatti: movimentori(chiocciola)yahoo.it
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Ma che il ministrello ci deve insegnare a fare il Chai? Bene ha fatto il farmacista a dire la sua ma bastava chiedere a qualunque hippie per sapere che per sciogliere il THC ci vuole il latte (o il burro).
Bedronol, bedrocal... cazzo è 'sta roba? Preferivo i nomi del cazzo da catalogo tipo Skunk e White Widow.
Tra un po' dovremo farci spiegare dai caramba come si rolla una canna. Pessimismo e fastidio.
Leggetevi un libro di Cervantes (Jorge, Miguel l'avete già letto vero?) c'è tutto quello che dovete sapere e tenetevi lontani da ministrelli e dottori.
Oppure restando in tema di farmacisti, per le ricette andate subito a pag- 145:
www.enjoint.info/wp-content/libri/samorini_erba.pdf
Questa invece è la ricetta del Chai. Manca un ingrediente, indovinate quale? www.teatime.it/Ricette/chai-tea.htm
Mi raccomando il latte non deve BOLLIRE, ma stare un paio di gradi sotto la bollitura.
Andateci piano che dopo un buon Chai o dormite venti ore o spostate le montagne a mani nude.
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Semplicemente il decreto del ministero è l'atto su cui (purtroppo, ma per forza di cose) la maggior parte dei medici basano le indicazioni che danno ai pazienti ai quali prescrivono cannabis. Di conseguenza - vista la pericolosità di tali metodi - ho ritenuto utile e necessario contribuire a divulgare una corretta metodologia di somministrazione della cannabis in decotto. Nel farlo mi sono appoggiato ad un articolo scritto da una persona che ha studiato la materia, dato che io purtroppo (come la maggior parte delle persone di questo mondo) non so nulla di biochimica e galenica. Io posso solo propendere per ritenere più affidabili le metodologie descritte in questo articolo rispetto a quelle indicate dal Ministero e farlo per considerazioni esterne, estranee al merito dell' “argomento decotto”. Esterne nel senso che mi permettono di formarmi un'opinione su un argomento in modo inidiretto (l'unica mia possibile via razionale immediata d'accesso al problema). Le mie considerazioni si fondano sul fatto che l'articolo è stato scritto e condiviso da professionisti che collaborano con le associazioni dei malati e hanno portato - congiuntamente alle critiche sulla metodologia della preparazione del decotto - altre critiche al decreto del ministero, critiche che condivido e delle quali (essendo tali altre critiche: politiche, giuridiche e metodologiche ) è possibile per me constatare la fondatezza. Allo stesso modo per me risulta evidente la ritrosia che hanno mostrato i Governi da novant'anni a questa parte nel riconoscere al Popolo l'accesso alla cannabis terapeutica, per cui il fatto che vengano fornite indicazioni di somministrazione scorrette pare credibile e anzi non mi sorprende affatto.
Ad ogni modo mi preme compiere alcune considerazioni più ampie rispetto all'argomento cannabis che però afferiscono anche ad esso, in quanto appunto onnicomprensive.
Noto una tendenza da parte dei frequentatori dei siti internet, dai lettori dei quotidiani, dagli aderenti alle associazioni (più in generale da parte dei diversi settori dell'opinione pubblica) ad aderire in modo acritico alla totalità delle opinioni espresse nel contesto frequentato e a ritenere di conseguenza insulse tutte le opinioni degli altri contesti difformi da quello "di appartenenza", quando in realtà molti orientamenti sugli argomenti manterrebbero (e anzi, secondo me, solo così mantengono) coerenza logica in una visione complessiva quand'anche fossero tratti singolarmente dai più svariati poli di confronto.
Ebbene, questo meccanismo (possibile nella sua forma più netta solo con persone scarsamente istruite ed intellettualmente poco dotate) si fonda a mio parere su un riflesso inconscio di semplificazione e di ricerca di un'identità ben definita e confortante. Tale semplificazione (escludendo a priori opinioni eterogenee) finisce però per fornire una visione distorta del complesso della realtà e delle dinamiche sociali a ciascuno degli appartenenti ai diversi poli. Una tale situazione di confusione collettiva in cui ciascun polo dispone solo di alcuni dei giusti pezzi del puzzle che consentono di ricostruire il quadro complessivo della situazione è congeniale al Potere, allo status quo. In questo modo, in una società in cui ormai le informazioni e la loro elaborazione sfuggono ad un'efficace restrizione quantitativa, l'unico modo a disposizione dei potenti per tutelare i propri interessi è sovraccaricare il sistema di informazioni inutili o false (ma a volte all'apparenza utili e quasi sempre all'apparenza vere) e al contempo creare recinti del pensiero mediante la campanilizzazione (inconscia per chi dibatte) del dibattito tra i differenti poli/contesti di ritrovo. Il falso confronto (anche - e sopratutto - interno alla mente dell'individuo) assume così i caratteri tipici della tifoseria da stadio e la totalità organica delle opinioni del proprio polo un carattere che parebbe corretto definire oracolare.
Ora puoi chiamare il 118. :hammer:
Scherzo.
Trasferendo il discorso generale appena svolto al caso particolare di questo thread, vorrei rilevare come l'aprioristica delegittimazione ad esprimersi di un farmacologo nella sua materia professionale, senza nemmeno tener conto di quei fattori esterni che possono permettere al profano di formarsi un'opinione sulla buona fede (nello specifico argomento) del soggetto in questione, rientri a pieno titolo nel meccanismo da me sopra descritto.
Anche in questo caso nondimeno occorre prestare molta attenzione! Invero all'interno dello stesso articolo che ho riportato nel thread, che nelle sue linee generali può essere – a mio avviso – ritenuto affidabile e prezioso, non viene meno la possibilità di individuare punti critici circoscritti in cui l'affidabilità viene meno.
Un esempio può essere il consiglio dato dal farmacista di dolcificare a piacere con zucchero, aspartame o steviolo. L'aspartame è unanimamente riconosciuto come cancerogeno e non è possibile che il farmacista non lo sappia. (E se lo sa – e lo sa- perché lo usa come esempio di dolcificante utilizzabile?) Per cui occorre riconoscere come la necessità di discernere tra credibile e incredibile, tra verità e propaganda, sia sempre dietro l'angolo, in ogni contesto e in ogni testo e non sia mai assente.
Secondo quanto abbiamo argomentato finora pertanto è necessario vagliare e raccoglie da LC come dal CICAP, da Presa Diretta come dal blog di Grillo, dal Blog di Farmagalenica come dai documenti dell'OMS, etc. Purtoroppo non è facile (e nemmeno possibile ahimè) riconoscere sempre dove stiano l'opinione o l'informazione affidabili. È proprio tale difficoltà e senso di impotenza a contribuire a rendere attraente (ma infine fuorbiante e rovinoso) chiudere all'interno di un recinto la proprie prospettive.
Per contatti: movimentori(chiocciola)yahoo.it
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Floh ha scritto: Secondo quanto abbiamo argomentato finora pertanto è necessario vagliare e raccoglie da LC come dal CICAP, da Presa Diretta come dal blog di Grillo, dal Blog di Farmagalenica come dai documenti dell'OMS, etc. Purtoroppo non è facile (e nemmeno possibile ahimè) riconoscere sempre dove stiano l'opinione o l'informazione affidabili. È proprio tale difficoltà e senso di impotenza a contribuire a rendere attraente (ma infine fuorbiante e rovinoso) chiudere all'interno di un recinto la proprie prospettive.
Si può anche sporcarsi le mani di terra invece di chiedere a Grillo e all'OMS come si cresce e si consuma la canapa. Non è una novità, lo facciamo da trentamila anni. Bella supercazzola comunque, il recinto però non lo sto costruendo io.
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Bedronol, bedrocal... cazzo è 'sta roba?
Sono i nomi dati agli strain dall'impresa olandese che li coltiva. A mio parere sembrano più idonei a indicare un prodotto da utilizzare come farmaco. Purple Haze e O.G. Kush lasciamoli all'uso ricreativo.
Oltretutto a vedere questi cimotti pare che il Bedrocan abbia il suo perché, non so se mi capisci (son sicuro che mi capisci) :excited: :omg: :excited:
Il Bedrocan è erba di altissima qualità, decisamente maggiore di quella che trovi in un volgare coffeshop di Amsterdam.
www.bedrocan.nl/italiano/i-prodotti.html
Per contatti: movimentori(chiocciola)yahoo.it
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Io poi rifiuto fortemente questa distinzione tra ricreativo e medico. La ricreazione ha proprietà mediche eccezionali.
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Mi spiace vedere come te abbia assorbito acritcamente i miei argomenti, anche se però la cosa non mi stupisce affatto. Ciò che ho scritto sopra del resto rende bene il senso e la matrice anche della tua stessa risposta.
il recinto però non lo sto costruendo io
Normale, non sono certo le percore a costruirsi il loro stesso recinto. (Non prenderla male :peace:)
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Il paragone con la OG Kush poi te lo potevi risparmiare, ovvio che non la conosci.
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Floh ha scritto: @ Falchetto
Normale, non sono certo le percore a costruirsi il loro stesso recinto. (Non prenderla male :peace:)
E perché dovrei prendermela? Non sono io a parlare di qualcosa che evidentemente conosco pochissimo.
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Insomma, è un prodotto di un altro livello.
Ho provato più che in abbondanza l'erba (e l'hashish) dei coffeeshop di Amsterdam, e ti dirò nella gran maggioranza dei casi sono rimasto deluso. Fumo molto meglio in Italia, ci crederai o no. Sarà la concetrazione di CBD e THC, sarà la il genere maschio che magari spesso utilizzano, sarà qualsiasi altra cosa, ma sono rimasto molto deluso (e non si può dire che ne ho girati pochi di coffee per giudicare, son stato 45 giorni e sono stato anche a Groningen, non solo ad Amsterdam).
Per contatti: movimentori(chiocciola)yahoo.it
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I coffee shop fanno quasi tutti cagare, ma questo si sa. E' un po' come cercare il salame buono al supermercato. L'Olanda non è più un esempio da vent'anni, anzi non lo è mai stata.
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Falchetto ha scritto: Ah beh se hai sentito l'odore del fumo combusto allora non parlo più, sei evidentemente ferratissimo sull'argomento.
Scusa, seriamente, non capisco se sei sarcastico o se mi hai dato ragione. :hammer:
Non so te, ma a sentire l'odore di un canna accesa io riesco senza problemi a farmi un'idea abbastanza precisa della qualità dell'erba.
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Floh ha scritto: [
Non so te, ma a sentire l'odore di un canna accesa io riesco senza problemi a farmi un'idea abbastanza precisa della qualità dell'erba.
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. Al massimo puoi sapere che tipo di fertilizzanti sono stati usati. Se sei un coltivatore di lungo corso, cosa che tu non sei, ovviamente.
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Al massimo puoi sapere che tipo di fertilizzanti sono stati usati. Se sei un coltivatore di lungo corso, cosa che tu non sei, ovviamente.
No, beh, la mia esperienza sta più - diciamo - nell'aver affinato con pazienza e costanza il palato. :hammer:
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Io poi rifiuto fortemente questa distinzione tra ricreativo e medico. La ricreazione ha proprietà mediche eccezionali.
Beh, si potrebbe dire che si distingue tra uso terapeutico nel senso tradizionale e universalmente condiviso della locuzione (uso terapeutico in senso stretto) ed uso terapeutico in senso lato nel quale l'efficaia terapeutica non è così di per sè immediatamente evidente (anch'io comunque sono d'accordo con te).
No grazie, per quanto i nomi delle varietà sui cataloghi siano stupidi, mi danno la possibilità di sapere (e scegliere) cosa consumo, cosa che non succede con il Bedrocan.
Potresti spiegarti meglio? sei al corrente inoltre che della classificazione indica/sativa/ruderalis (e le varie percentuali di ibridazione) sta venendo messa in serio dubbio la fondatezza genetica (e quindi il rigore scientifico)?
(Si tratta dei risultati in corso d'opera di un team di ricercatori canadesi e di alcuni altri)
Per contatti: movimentori(chiocciola)yahoo.it
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Floh ha scritto:
Potresti spiegarti meglio? sei al corrente inoltre che della classificazione indica/sativa/ruderalis (e le varie percentuali di ibridazione) sta venendo messa in serio dubbio la fondatezza genetica (e quindi il rigore scientifico)?
(Si tratta dei risultati in corso d'opera di un team di ricercatori canadesi e di alcuni altri)
La classificazione indica/sativa/ruderalis dal punto di vista genetico E' SEMPRE STATA UNA SOLENNE CAZZATA. Dal punto di vista genetico esiste una sola specie (Cannabis Sativa L.). Ma sicuramente TU ne eri al corrente, preparato come sei sull'argomento. Famiglia --> genere --> specie --> varietà... hai presente?
La classificazione indica/sativa/ruderalis non ha basi genetiche ma caratteristiche e non serve a definire una specie ma a definire un "tipo" di canapa (o se vuoi una varietà, cultivar, tipologia, sottofamiglia, come vengono indicate a volte sui cataloghi sebbene siano tutte definizioni non del tutto corrette dal punto di vista botanico).
La Canavese e la White Widow appartengono alla stessa specie Cannabis Sativa L., così come un Alano e un Carlino appartengono alla stessa specie Canis Lupus familiaris. Questo non ha impedito ai cinofili di suddividere ulteriormente i cani in quelle che noi chiamiamo "razze"... sebbene non ci sia alla base una differenza genetica sostanziale che possa fare pensare a due diverse specie le differenze esistono.
Mi piacerebbe davvero sapere cosa stanno ricercando questi ricercatori: o hai preso una cantonata leggendo la notizia (che magari potresti anche linkare) o loro sono in ritardo di una trentina d'anni, sono rimasti a quando ci raccontavano la balla delle due canape: quella Indiana (la droga) e quella da fibra (la classica canapa piemontese) che in realtà sono la stessa pianta che si è adattata a climi e fotoperiodi diversi.
Il link alla multinazionale che produce canapa da vendere ai malati (che non si capisce perché non gli forniscono terra e semi se li vogliono davvero aiutare) è la ciliegina su una torta di castronerie. Si stanno sostituendo agli spacciatori con l'aggravante di speculare sui malati, e tu gli fai pubblicità su LC.
Ma siccome sei stato 45 giorni in Olanda e hai fumato tanto hashish (e non solo ad Amsterdam!!!) allora possiamo fidarci, sai quello che dici. :question:
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Questa versatilità della canapa offre nuovi fenotipi anche modificando l'ambiente dove cresce.
Il Bedrocan è l'unico prodotto a base di infiorescenze di cannabis raggiungibile da un paziente italiano. Io l'ho provato ha un valore di THC del 18% (abbastanza alto) Le prime assunzioni per chi non è abituato possono risultare complicate, poi subentra una certa assuefazione che porta l'organismo a gestire meglio lo sballo.
Non dimentichiamo che esiste gente che non vuole lo sballo, vuole solo non soffrire più.
La canapa in definitiva agisce come fosse una panacea per il semplice motivo che più che "combattere" il male, aiuta il sistema immunitario a rinforzarsi e a difendersi da solo.
Una buona parte delle patologie che distruggono l'umano sono causate dal nostro sistema immunitario, il nostro organismo secerne un acido che lavora un po' come fosse un cannabinoide (endocannabinoide) che usa gli stessi recettori che poi verranno "usurpati" dai cannabinoidi.
Uno dei compiti dell'anandamide (endocannabinoide) è proprio regolamentare l'intervento del sistema immunitario in caso di attacco esterno, infatti alcuni recettori principali si trovano nella milza e nel sistema immunitario (CB2)....ma non c'è bisogno di litigà, o di alzare i toni, in definitiva siamo tutti sulla stessa barca.
Qualche anno fa a Bologna il dott. Cinquini (poi arrestato) organizzava una stupenda fiera sulla canapa e i suoi numerosi utilizzi. La fiera si chiamava "Cannabis tipo forte" Questo nome, coniato dallo stesso dott. Cinquini, deriva da numerose dichiarazioni dei suoi pazienti che denunciavano il fatto che per usufruire di tutti i benefici dei cannabinoidi la canapa deve essere "forte" cioè con un'alta concentrazione di THC.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Mi piacerebbe davvero sapere cosa stanno ricercando questi ricercatori: o hai preso una cantonata leggendo la notizia (che magari potresti anche linkare)
Il link l'avevo incorporato nella mia ultima frase in rosso che te hai anche citato. Ad ogni modo lo linko nuovamente:
blog.norml.org/2015/09/01/study-marijuan...cs-often-mislabeled/
Le classificazioni fatte finora potevano andar bene come linea di massima, in mancanza di classificazioni più accurate. Ora che sta divenendo possibile effettuare studi (sia per il progresso legale che scientifico che si è avuto nel tempo) è buono poter avere delle classificazioni più precise.
Ad esempio, anche tra me e mia sorella ci sono differenze di DNA, che diventeranno sempre più nette tra i nostri discendenti col passare delle generazioni. E' in questo senso, credo, che stiano venendo studiate le genetiche della cannabis. Non crederai davvero che quei ricercatori non conoscano la distinzione tra Famiglia --> genere --> specie --> varietà... e tutte le altre distinzioni che hai presentato nel tuo post?
Ma siccome sei stato 45 giorni in Olanda e hai fumato tanto hashish (e non solo ad Amsterdam!!!) allora possiamo fidarci, sai quello che dici.
L'esperienza fatta in Olanda è sufficiente a sostenere l'affermazione per cui: "Il Bedrocan è molto meglio dell'erba che puoi trovare nei coffeeshop".
Nulla di più, nulla di meno. Non ho mai inteso portare la mia esperienza a sostegno di qualsivoglia altra affermazione che ho fatto in questo thread.
Qualsiasi fumatore di cannabis di questo mondo si affida a criteri dozzinali come possono essere: l'aspetto, il sapore, la consistenza al tatto e l'odore per confrontare le diverse qualità di cannabis. Ciò perché è l'unico metodo diretto che ha a disposizione, ma al di là della sua dozzinalità riesce comunque a dare dei discreti risultati pratici nel momento della scelta.
Il link alla multinazionale che produce canapa da vendere ai malati (che non si capisce perché non gli forniscono terra e semi se li vogliono davvero aiutare) è la ciliegina su una torta di castronerie. Si stanno sostituendo agli spacciatori con l'aggravante di speculare sui malati, e tu gli fai pubblicità su LC.
Un'impresa che lavora in condizioni di monopolio in buona parte degli Stati del mondo (Italia compresa) non ha certo nessun giovamento commerciale dall'essere citata in un mio thread.
Come ben saprai inoltre non avrebbe senso fornire semi del Bedrocan ai pazienti, ciò per una serie di ragioni:
1) Per mantenere inalterate le proprietà genetiche di ciascuna pianta coltivata alla Bedrocan (così come allo stabilimento farmaceutico militare di Firenze) vengono utilizzate le talee.
2) Con tutte le varietà di cannabis di cui disponiamo, di semi buoni ce ne sono a volontà, non c'è nessun bisogno che tutti coltivino lo strain Bedrocan.
3) La qualità del Bedrocan - ancor più che dalla genetica - dipende dalle conoscenze botaniche di chi lo produce e dalla cura impiegata nel produrlo.
4) Attualmente nella maggior parte dei Paesi (Italia compresa) nemmeno i malati possono coltivarsi la cannabis. E ciò con mio immenso dispiacere, ma le cose stanno così (per ora).
Inoltre io non ho mai sostenuto che il Bedrocan sia prodotto da dei benefattori, ho solo sostenuto che è un prodotto di qualità. E si dà il caso che è l'unica varietà di inflorescenze attualmente prescritta ai malati in Italia, per cui è difficile (quanto inutile) non parlarne in un thread come questo.
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Floh ha scritto:
Inoltre io non ho mai sostenuto che il Bedrocan sia prodotto da dei benefattori, ho solo sostenuto che è un prodotto di qualità. E si dà il caso che è l'unica varietà di inflorescenze attualmente prescritta ai malati in Italia, per cui è difficile (quanto inutile) non parlarne in un thread come questo.
Cosa che non sai NON AVENDOLO MAI PROVATO come tu stesso hai ammesso (hai sentito l'odore quindi ne hai dedotto la qualità, ma che cazzo dici?). Parli per sentito dire, cazzo. E traspare da tutti i tuoi thread su questo argomento. Il fatto che sia l'unica varietà prescritta e non sia possibile coltivarla da sé dovrebbe essere sufficiente per non dico scandalizzarsi ma almeno alzare un sopracciglio.
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Floh ha scritto:
1) Per mantenere inalterate le proprietà genetiche di ciascuna pianta coltivata alla Bedrocan (così come lo stabilimento farmaceutico militare di Firenze) vengono utilizzate le talee.
Pessima idea. Dopo un paio d'anni le talee perdono vigore e la genetica va reincrociata. E questo il problema quando si mette a coltivare chi non lo ha MAI fatto prima ma pretende credibilità perché veste un camice bianco.
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Qualche anno fa a Bologna il dott. Cinquini (poi arrestato) organizzava una stupenda fiera sulla canapa e i suoi numerosi utilizzi. La fiera si chiamava "Cannabis tipo forte" Questo nome, coniato dallo stesso dott. Cinquini, deriva da numerose dichiarazioni dei suoi pazienti che denunciavano il fatto che per usufruire di tutti i benefici dei cannabinoidi la canapa deve essere "forte" cioè con un'alta concentrazione di THC.
Il dottore è stato riarrestato anche di recente, le sue battaglie sono molto importanti per aprire la strada all'uso terapeutico in Italia.
Vero è che il THC deve essere tanto perché la cannabis risulti efficace, e così nella stragrande maggioranza delle patologie (ad esempio, nella lotta ai tumori ne serve in quantità industriali) ma esistono alcune patologie (minoritarie) per cui il principio attivo terapeutico più importante è il CBD.
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Floh ha scritto: @ Dipende
Vero è che il THC deve essere tanto perché la cannabis risulti efficace, e così nella stragrande maggioranza delle patologie (ad esempio, nella lotta ai tumori ne serve in quantità industriali) ma esistono alcune patologie (minoritarie) per cui il principio attivo terapeutico più importanmte è il CBD.
Ecco un'altra cazzata. Se c'è qualcosa che rende la cannabis per uso medico efficace e sostenibile (per un uso quotidiano) è la proporzione tra CBD e THC, non la quantità di THC in sé, che comunque non dipende esclusivamente dalla strain. Ma i cannabinoidi attivi sono decine, siamo noi a semplificare in TH,. CBD, CBN perché al momento ne conosciamo forse quattro o cinque.
TI PREGO INFORMATI. Ci sono decine di libri sull'argomento.
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Cosa che non sai NON AVENDOLO MAI PROVATO come tu stesso hai ammesso (hai sentito l'odore quindi ne hai dedotto la qualità, ma che cazzo dici?). Parli per sentito dire, cazzo.
Se ne parlo in base all'odore e all'aspetto allora non ne posso parlare solo per sentito dire. Poi potrai sostenere che non siano parametri sufficienti per formulare un giudizio definitivo, e posso anche darti ragione, ma è un discorso diverso da quello che hai fatto tu. Resta il fatto che per formarmi la MIA OPINIONE queste sono le informazioni di cui dispongo e quella che ho presentato - allo stato delle mie conoscenze - è la mia attuale tesi prevalente.
Pessima idea. Dopo un paio d'anni le talee perdono vigore e la genetica va reincrociata. E questo il problema quando si mette a coltivare chi non lo ha MAI fatto prima ma pretende credibilità perché veste un camice bianco.
Comunque fatto sta che è dal 2003 che la Berdocan produce in questo modo. Quanto al camice, confondi l'effetto con la causa.
@ Dipende
Io l'ho provato ha un valore di THC del 18% (abbastanza alto)
Cito dal link al sito della Bedrocan che ho postato più su:
"Bedrocan® è considerata cannabis del tipo sativa. Il suo livello di THC è standardizzato al 22%, con un livello di CBD inferiore all'1%."
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Ecco un'altra cazzata. Se c'è qualcosa che rende la cannabis per uso medico efficace e sostenibile (per un uso quotidiano) è la proporzione tra CBD e THC
Non ho mai affermato il contrario, rileggi quello che ho scritto. La tua fallacia è conosciuta come argomento dell'uomo di paglia.
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