Ingegneri del cosmo

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4 Mesi 2 Settimane fa #63579 da Bastion
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INGEGNERI DEL COSMO
Marco Pesci

Come si è formato il sistema solare? Come è evoluto? Possiamo conoscere il passato del nostro pianeta? Quali cause e processi hanno portato alla formazione della Terra? Queste domande, tutt'altro che risolte, affliggono gli astronomi e restano oggetto di studi e raccolta dati.

A sorpresa, le risposte a domande così difficili possiamo trovarle nel mito noto come “Enuma Elish” (dalle due parole iniziali, “Quando in alto”). Scritto circa 3000 anni fa a Babilonia, il “Poema della Creazione” tramanda la storia del sistema solare e le vicende che portarono alla nascita della Terra e dell’uomo. Naturalmente in una veste mitica, in quanto i protagonisti della storia sono gli dèi mesopotamici. In breve, la storia cosmogonica consiste in una faida familiare, in cui gli dèi più giovani si scontrano con quelli vecchi. Non riuscendo a sconfiggere la dea primordiale (Tiamat), i giovani dèi invocano l’intervento dell’ultimo nato, Marduk, eroe del racconto. Questi affronta e sconfigge Tiamat in una Battaglia Celeste: prima la uccide poi la divide in due, generando la Terra e il Cielo.

I MITI: UNA PROVA DOCUMENTALE
Di norma, identifichiamo i miti con storie inventate, frutto della fantasia di popoli ignoranti e superstiziosi. Tuttavia, la nostra idea dovrebbe cambiare, soprattutto in questo caso. Dovremmo considerarla non un mito, ma una vera e propria prova documentale, vista l’abbondanza di reperti (circa 1900 frammenti) che ricostruiscono ben 60 testi completi, ognuno formato da sette tavolette, e un totale di 1091 righe. La sua tradizione, pluri-centenaria, sopravvisse alla conquista degli Assiri sui Babilonesi (che cambiarono il dio protagonista con il loro, Bel, ma mantennero tutto il testo, senza apportare modifiche) e rende questo documento unico nella storia umana. In seguito, attraverso l’opera di Berosso Abideno e Damascio, la storia uscirà dalla Mesopotamia e sarà esportata in tutto il mondo antico, arrivando fino al V secolo Dopo Cristo.

DÈI E SISTEMA SOLARE
Poiché siamo di fronte a una storia cosmogonica, la domanda è se essa possa avere una valenza astronomica reale. Potrebbe davvero tramandare la storia che portò alla formazione della Terra e del sistema solare come lo conosciamo oggi? Esistono prove scientifiche a supporto di un’idea così bizzarra? Le risposte sono affermative ed è possibile verificarle sostituendo gli dèi con i pianeti del Sistema Solare, secondo l’intuizione geniale del famoso ricercatore indipendente Zecharia Sitchin di cui abbiamo il saggio intitolato: “Il pianeta degli dèi”, pubblicato nel 1976. Questa anacronistica e folle lettura è avvalorata dal fatto che il Poema parla in modo incontestabile di fatti celesti e della nascita di un pianeta reale. Seguendo un criterio semplice e concreto, è logico pensare che un pianeta debba derivare da corpi celesti più che da entità inventate o non meglio identificate. Oggi le conoscenze astronomiche sono radicalmente cambiate grazie alla scoperta degli esopianeti (che orbitano intorno ad altre stelle) e ai progressi tecnologici (che hanno permesso di sviluppare dimostrazioni matematiche al computer, le simulazioni numeriche usate dagli astronomi per convalidare le teorie). Con i dati e le ricerche di oggi, possiamo ricostruire una storia scientifica molto più completa e solida di quella proposta da Sitchin, sia pur conservandone i tratti essenziali. Sostituiamo quindi gli dèi con i pianeti, rivediamo i punti principali della storia e facciamo una nuova comparazione con la scienza (le traduzioni sono di Giovanni Pettinato (1934-2011), uno storico e assiriologo italiano, specializzato in lingue mesopotamiche mediorientali, accademico di fama internazionale.

TIAMAT
Il primo pianeta a formarsi è Tiamat: “Quando in alto i cieli non avevano ancora un nome, e in basso la Terra non era chiamata per nome, esistevano soltanto il Sole, il primo, il loro genitore, e la creatrice- Tiamat” (tavoletta I: righe 1-4). Secondo gli astronomi, intorno a una stella, il primo pianeta può formarsi in una regione particolare dove l’acqua solidifica e, unendosi alle polveri, genera un enorme anello dove si concentrano rocce e ghiaccio. Chiamata Snowline, all’epoca della formazione planetaria si trovava a c. 3 UA: trattasi di unità astronomiche, dove 1 UA è la distanza Terra-Sole. In questa regione, grazie al ghiaccio e al gas, si forma un gigante gassoso che gli astronomi identificano con Giove ma, secondo la storia babilonese, è Tiamat, il pianeta distrutto. La nascita di Mercurio richiederebbe una spiegazione troppo lunga: rimando al mio libro, “Ingegneri del Cosmo” (Amazon 2020), o al docufilm omonimo, realizzato con Syusy Blady ( www.percasotv.it ).

LE “SUPER-TERRE”
“Mentre Marte e Venere si sviluppavano e assumevano la loro forma attuale, Saturno e Giove furono creati, ad essi superiori. Questi allungarono i loro giorni, moltiplicarono i loro anni! Urano, il loro figlio, che rivaleggiava con i suoi padri, Urano, il figlio primogenito, fu uguale a Saturno. Urano generò Nettuno, a sua immagine e somiglianza” (I: 11-16). Scopriamo, a sorpresa, che Giove Saturno Urano e Nettuno erano grandi uguali. Possibile? Gli astronomi oggi, dopo le scoperte esoplanetarie, hanno appreso che i pianeti più numerosi appartengono a una nuova classe planetaria, le super-Terre, che hanno massa e dimensioni intermedie tra la Terra e Urano e che, inoltre, si formano molto in fretta. La prima struttura del sistema solare era dunque assai diversa da quella attuale: al centro un gigante gassoso, 4 super-Terre esterne e, fra Tiamat e il Sole, Mercurio Venere e Marte (la Terra ancora non esisteva, non era chiamata per nome). “Questi dèi fratelli si unirono insieme: essi disturbavano Tiamat. Il loro clamore era assordante: essi sconvolsero i nervi di Tiamat; e con le loro danze misero scompiglio nell’Abitazione Celeste” (I: 21-24). Perché accade questo? Se da un lato possiamo intuire che le giovani orbite erano ancora instabili, solidi e fondati motivi spiegano il caos. Quando i pianeti si formano, il disco di gas è ancora presente. Interagendo col gas, i pianeti rallentano la loro velocità orbitale e tendono ad avvicinarsi al Sole, seguendo un percorso a spirale. I modelli dimostrano che le super- Terre migrano e anche molto velocemente. Uno strabiliante studio astronomico conferma, con calcoli matematici, quanto descritto nel mito: “Le super-Terre alla fine si avvicinano l’un l’altra fino a diventare instabili. Questo porta a una fase caotica di incontri ravvicinati e dispersione gravitazionale tra le super-Terre” (Izidoro et al.: Gas Giant Planets as Dynamical Barriers to Inward-Migrating Super-Earths, “The Astrophysical Journal Letters”, 2015). Questo studio è di fondamentale importanza perché fornisce prove inconfutabili a conferma dell’Enuma Elish riletta in senso planetario (d’ora in poi EEP).

UNA MOLE INFINITA DI MATERIA
Il caos viene interrotto dall’intervento di un pianeta del sistema solare ancora sconosciuto: “Marduk fu partorito nel sistema solare, nel puro sistema solare nacque Marduk” (I: 81-82). Ormai è di dominio pubblico: dopo i dati raccolti su oggetti del sistema solare esterno, gli astronomi stanno cercando il cosiddetto Planet 9. Le simulazioni numeriche confermano la sua esistenza. “Marduk allora scoccò una freccia e lacerò il suo ventre, egli strappò i suoi intestini e spaccò il cuore. Egli la legò e spense la sua vita” (IV: 93-103). In un incontro ravvicinatissimo, dove le atmosfere dei due pianeti si toccano, si manifesta una scarica elettrica (la freccia) che annulla il campo magnetico di Tiamat (la sua vita). Ora l’atmosfera, indebolita e sconquassata, è preda dei ripetuti e inevitabili avvicinamenti delle super-Terre le quali si trasformano nei giganti gassosi di oggi. Più tardi, “Marduk pose il suo piede sulle parti inferiori di Tiamat e spaccò con la sua arma inesorabile il suo cranio; egli tagliò le sue vene e fece trasportare in alto dal vento del Nord il suo sangue, per divulgare la notizia” (IV: 129-132). La distruzione di Tiamat (e la nascita della Terra, il suo sangue) è confermata dall’esistenza dalla Fascia degli Asteoridi (il Cielo, non possiamo entrare nei dettagli) e da un fenomeno particolare, l’Intenso Bombardamento Tardivo. Gli astronomi confermano che i primi 600 di milioni di anni di vita del sistema solare furono caratterizzati da un’intensa pioggia di enormi asteroidi su tutti i pianeti interni: da dove proveniva questa mole infinita di materia? Mentre gli astronomi cercano una soluzione, EEP risponde. Gli argomenti e le conferme sarebbero davvero tanti, ma dobbiamo fermarci qui. EEP è in grado di risolvere misteri sulla formazione della Luna, degli oggetti retrogradi, dei satelliti irregolari, sull’origine dell’instabilità pregressa del sistema solare, dell’acqua sulla Terra e molto altro ancora.

UN’ORIGINE EXTRATERRESTRE
Alla luce dell’indagine comparativa, emerge come EEP sia un documento sconcertante, perfettamente paragonabile al monolite del capolavoro cinematografico del 1968 diretto da Stanley Kubrick, “2001: Odissea nello Spazio”. Così come il monolite rappresenta la prova evidente di una civiltà extraterrestre intelligente tecnologicamente avanzata, le tavolette d’argilla che giacciono nei musei sono la dimostrazione concreta (la prova provata) di come una civiltà extraterrestre sia stata sulla Terra e abbia trasmesso una storia impossibile da sapere per l’essere umano. Una storia vecchia 4,5 miliardi di anni, molto prima che la vita stessa comparisse sul pianeta. Noi abbiamo il dovere morale di spiegare come sia possibile avere una storia così antica precisa dettagliata e reale. L’unica soluzione porta, per forza, a un’origine anteriore alla Terra stessa: un’origine extraterrestre.

GLI “INGEGNERI DEL COSMO”
Le sorprese nascoste in EEP non finiscono qui. Due frasi rivelatrici colpiscono in modo particolare. La prima riguarda la dichiarazione di intenti di Marduk che si appresta a distruggere Tiamat: “Bel si riposò, mentre studiava il cadavere, per tagliarne le parti secondo un piano intelligente” (IV: 135- 136). Quindi non fu un caso che ci fu la Battaglia Celeste: l’azione di Marduk mirava alla formazione della Terra ed era guidata da un piano intelligente, evidentemente orchestrato da qualcuno. La seconda, ancor più sconvolgente, si trova alla fine del processo creativo e ne conferma l’orchestrazione: “Marduk misurò le dimensioni del sistema solare e vi eresse l’Esharra secondo il modello del Grande Santuario. Nel Nuovo Grande Santuario, l’Esharra, che egli aveva edificato (...) creò la postazione celeste per i grandi dèi” (IV: 143-145 e V: 1). L’Esharra è il sistema solare (il Grande Santuario, dove Marduk creò la postazione celeste per i grandi pianeti) creato secondo il modello del Grande Santuario, ovvero secondo il modello (altri assiriologi traducono replica o copia) di un altro sistema planetario. Si comprende finalmente perché il sistema solare resti ancora un caso unico e isolato fra i 4161 sistemi planetari scoperti fino a oggi ( www.exoplanet.eu ). Si impone, quindi, un’unica e incredibile soluzione: una civiltà extraterrestre ha voluto formare un pianeta abitabile. Io li ho definiti “Ingegneri del cosmo”.

DENTRO IL PROGETTO DI “QUALCUNO”
Il pianeta Terra sarebbe stato progettato, pianificato e realizzato per ospitare la vita, ed EEP chiarisce perché il nostro sia un pianeta assolutamente anomalo, unico, ma con tutte le caratteristiche necessarie alla vita: l’acqua (in perfetta percentuale); l’orbita nella Zona Abitabile (distanza perfetta, ma dove in origine l’acqua non poteva esistere perché troppo vicino al Sole); la Luna (satellite abnorme, perfetto per stabilizzare l’asse terrestre e il clima); le placche tettoniche (evitano l’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera). A tutt’oggi non è stato scoperto alcun pianeta paragonabile alla Terra (per massa, distanza dalla stella e su un’orbita circolare). EEP, di conseguenza, ci fa capire come i pianeti abitabili non si formino da soli e che le caratteristiche necessarie alla vita non siano il risultato di processi naturali ma, al contrario, di eventi pianificati e realizzati. Siamo, in sostanza, dentro il progetto di qualcuno. 51 anni fa, nacque una nuova teoria sull’origine della vita che si univa a quelle:

• Religiosa (Dio trascendente)• Scientifica (il caso)• Esterna (oggetti carichi di batteri caduti sulla Terra: panspermia).

UNICA SOLUZIONE: L’ORIGINE ALIENA
Proposta da Francis Crick (premio Nobel nel 1962 - insieme a J. Watson - per la scoperta della struttura del DNA) e Leslie Orgel (chimico di fama mondiale e padre della teoria del mondo a RNA), la nuova teoria impressiona proprio per l’autorevolezza degli autori: due scienziati tra i più competenti in materia che, dopo anni di studio ravvicinato con l’essenza della vita, ebbero il coraggio di ipotizzarne (come unica soluzione) l’origine aliena, grazie a “organismi deliberatamente trasmessi da esseri intelligenti di un altro pianeta” (Articolo intitolato: “Directed Panspermia”, tratto dalla rivista “Icarus”, Volume 19, n.73 del luglio 1973). Concetto ribadito da Crick nel suo libro “Life Itself: Its Origin and Nature” (1983). EEP fornisce una preziosissima (quanto unica) testimonianza e avvalora l’ipotesi extraterrestre di Orgel e Crick, dato che il pianeta che ospita la vita sarebbe stato realizzato proprio da esseri intelligenti di un altro pianeta. Pertanto, EEP diventa una fonte imprescindibile, la testimonianza concreta e innegabile di una civiltà extraterrestre molto avanzata che operava miliardi di anni fa e dovrebbe aiutarci a cambiare le nostre opinioni, ancora troppo miopi, in merito alla diffusione e al senso della vita nell’Universo. Si affaccia, inoltre, l’ipotesi che se la Terra e la vita sono opera di una civiltà aliena, forse un giorno quest’ultima avrà bisogno di venire sul nostro pianeta, con tutte le conseguenze del caso: in fondo, la vita pluricellulare è appena cominciata (meno di 600 milioni di anni fa) e si prevede che la Terra debba avere almeno altri 4 miliardi di anni di vita. Gli Ingegneri potrebbero venire tra milioni di anni, o essere già qui.

LAVORI IN CORSO?
Nel 2023, una giovane stella denominata “ASASSN-21qj” ha attratto l’attenzione degli astronomi: ha 300 milioni di anni; è della stessa classe del Sole (tipo G) e ne ha pari dimensioni; intorno ad essa, è stata registrata una nube che periodicamente ne oscura la luminosità. Gli astronomi pensano sia derivata dallo scontro tra due pianeti giganti ghiacciati, avvenuto tra 2 e 16 UA (M. Kenworthy et al.: “A planetary collision afterglow and transit of the resultant debris cloud”, pubblicato sulla rivista “Nature” nel 2023). Le analogie con EEP sono impressionanti. Sembra di rivivere la distruzione di Tiamat e l’immensa quantità di detriti derivati dall’impatto: Tiamat doveva avere nel nucleo anche un’enorme quantità di ghiaccio d’acqua, forse intorno al 20% della sua massa, e Marduk, il pianeta più esterno, dovrebbe avere una superficie di ghiaccio molto compatto. La collisione (oltre all’Intenso Bombardamento Tardivo alla Terra e alla Fascia Principale) ha di certo generato anche un’immensa nube di vapore acqueo, smaltita in milioni di anni. Da noi, la distruzione è avvenuta tra 2 e 4 UA, dove si trovano gli asteroidi tra Marte e Giove e ha coinvolto due pianeti grandi decine di masse terrestri: tutti parametri molto simili a quelli di ASASSN-21qj. Poiché il sistema solare sarebbe una copia di un altro sistema planetario, nasce un sospetto: che gli Ingegneri del cosmo si siano rimessi al lavoro?

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

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