di Maurizio Blondet
Cominciamo a ricordare – perché è la dimenticanza che ci rende più servi – cosa fu quello che la Banca Centrale Europea (e i politici UE) chiamarono “il salvataggio concesso” ad Atene. La BCE lanciò il SMP (Securities Market Programme) che consiste nel comprare il debito greco sul mercato secondario.
Cosa è il mercato secondario? E’ quello dove la banche vendono e comprano i titoli degli stati. Trattandosi di titoli greci, soprattutto le banche – tedesche e francesi – avevano fretta di vendere. Se non ci fosse stata la BCE a comprarli, avrebbero dovuto non vendere, ma svendere quei titoli che allora nessuno voleva.
Quindi, l’azione di salvataggio ha salvato le banche tedesche e francesi, che avevano prestato in modo spropositato e come minimo incauto, ad una economia così piccola e debole. Draghi le ha sottratte alla sanzione che i “mercati” liberi riservano a chi investe male, prestando a debitori insolventi: il meritato fallimento. E le ha pagate più di quel che i titoli valevano.
Non basta: le banche centrali nazionali, certo su stringente consiglio della BCE, ne seguono le orme, lanciando un loro “programma di salvataggio”, ANFA (Agreement on Net Financial Assets), insomma anch’esse acquistato titoli greci, salvando le banche loro (noi italiani abbiamo salvato le banche altrui; non avevamo grandi esposizioni con Atene).
Comunque, direte, le banche hanno venduto alla BCE a meno di quel che potevano pretendere dal debitore, hanno fatto un sacrificio. L’Europa ha teso una mano al governo greco, la BCE si è accollata titoli che sono carta straccia.
Prego, guardiamo meglio: la BCE ha raccattato i titoli a prezzi da liquidazione, ma dalla Grecia pretende il rimborso del montante iniziale.
Ha dunque ricavato una plusvalenza dalla differenza tra il prezzo a cui ha acquistato, e quello a cui esige il rimborso. Draghi ha speso 40 miliardi per comprare titoli greci dal valore facciale di 55, stimava il Financial Times.
Non solo: la BCE nel frattempo ha lucrato gli interessi su quei titoli. Intereessi alti, perché sui titoli acquistati di seconda mano, lo sono. La Grecia paga interessi a tasso del 5,9 per cento. L’aprile scorso così la Grecia ha pagato 1,34 miliardi di euro a quel tasso.
La stessa BCE valuta che i profitti realizzati in questa operazione in 10,4 miliardi di euro. Un’altra organizzazione, Campagna per il Giubileo, che ha dei docenti universitari nel suo seno, stima i profitti di Francoforte “fra 10 e 22 miliardi”.
Fatto è che nel 2012 la cosa si è risaputa, ed i profitti della BCE estratti al popolo greco avendo cominciato a fare scandalo, allora – e solo allora – gli Stati membri della UE hanno preso l’impegno di “retrocedere”, ossia di restituire alla Grecia, su base annuale, i profitti intascati. Ohibò? Ma era un diritto della Grecia, oppure no? Non saprei. Certo è l’indizio di una coda di paglia chilometrica.
Però attenzione, c’è il trucco: la retrocessione dei profitti lucrati con SMP e ANFA, è una cosa che spetta fare agli stati membri. Non poteva restituirli la BCE direttamente, cosa più semplice? Ma no, perché la BCE vi spiegherà che lei, i profitti che realizza, li versa per quota alle banche centrali nazionali, le quali essendo banche private costituite da consorzi di banche private, e dove lo Stato è solo uno degli azionisti, distribuiscono i profitti agli azionisti. E’ il mercato, ragazzi. Ha le sue regole.
Di fatto, gli stati europei, nel 2013, hanno versato “alla Grecia” una prima tranche di 2,7 miliardi. Ho scritto “alla Grecia” tra virgolette, perché in realtà l’hanno versato su un conto speciale dedicato. Dedicato al rimborso del debito. Insomma i creditori hanno versato i 2,7 miliardi in realtà a loro stessi, in un conto di deposito per la propria garanzia. In Grecia, di quegli interessi che i greci hanno pagato, non è entrato un euro. Nel 2014, gli stati europei hanno versato un’altra tranche – ma cambiando ancora: su un conto intermedio del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) che è situato, guarda le coincidenze, in Lussemburgo. Cioè quel paradiso fiscale di cui il capo della commissione europea Juncker è stato primo ministro per quasi vent’anni (1995-2013), facendo quegli accordi fiscali con 550 multinazionali per attrarne le sedi nel piccolo centro; le multinazionali che si sono messe d’accordo con Juncker hanno pagato l’1% sui profitti trasferiti nel Granducato (a proposito: la scoperta fu fatta da un consorzio di giornalisti nel 2014. “Non bloccherò l’indagine”, promise Juncker a testa alta. Qualcosa però dev’esser successo, perché son passati 3 anni e tutto tace. Forse perché le indagini su Juncker sono affidate a Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza, sua collega e sottoposta in oligarchia?).
Lasciamo perdere, non dobbiamo distrarci da questi interessi che gli stati UE si sono impegnati di restituire ai greci. Abbiamo visto che i creditori hanno versato qualcosa nel 2013; qualcosa in un conto dormiente alle Cayman d’Europa (Granducato) l’anno dopo. E poi? Poi più niente. Perché a giugno 2015, gli stati europei si sono rimangiati l’accordo … pardon, mi correggo: l’ hanno bloccato con la motivazione che finché Atene non si piegava alle austerità e ai tagli ferocissimi richiesti dai creditori, nemmeno più un euro.
La sospensione, l’ha chiamata l’Eurogruppo, è dovuta “al ritiro della Grecia dal tavolo negoziale sul prolungamento della durata del secondo programma”; naturalmente “nell’ipotesi di un nuovo accordo, questi [profitti] saranno utilizzati” – per darli ai greco, direte voi. No: “saranno utilizzati per alleggerire il debito greco in caso di non- sostenibilità di esso e della messa in opera di misure di riforma”. In pratica, sembra che con ciò si voglia dire: se le “riforme” che noi euro-usurai imponiamo ai greci rendono insostenibile il debito greco, noi ci serviremo lautamente di quel monte di interessi ch non vi restituiamo.
Ma c’è anche un’altra spiegazione: che i farabutti banchieri e governi creditori abbiano usato la negazione di questi interessi – che sono dovuti alla Grecia, per loro stessa ammissione – come arma di ricatto. Avevano vinto Tsipras e a trattare c’era Varoufakis, bisognava punirli i greci, far vedere che delle banali votazioni non possono essere opposte a trattati europei, come disse Juncker allora.
Del resto già nel 2012, quando la faccenda degli interessi indebiti divenne nota, subito i creditori europei condizionarono la retrocessione alla continuazione dei programmi di austerità: condizione illegittima – diremmo illegale, se nella UE vigessero i principi della legalità. Ma l’esempio l’ha dato la stessa BCE, condizionando la retrocessione del dovuto a delle specifiche riforme: qui sì illegalmente, in violazione patente dei propri statuti di istituzione tecnica. politicamente indipendente. Per coincidenza, le riforme imposte dalla BCE sono quelle che vuole la Merkel con Schauble. Persino il Fondo Monetario, ed è tutto dire, ha espresso disagio per questa brutalizzazione del popolo ellenico, e ammette che queste “riforme” aggravano la situazione debitoria della Grecia; bisogna essere nell’Europa Unita per vedere simile spietatezza disumana e inflessibile.
I successi tecnici di questa cura sono lì da vedere: nel 2010 il debito della Grecia era il 146,25 per cento del Pil; nel 2016 è salito a 183,44, e nel 2017 salirà ancora a 184, 74. Il debito diventa sempre più impagabile. Però i creditori hanno imposto al governo di Atene altri tagli delle pensioni e annullamento di tutti gli alleviamenti tributari, e ciò per “darle” 3,8 miliardi, che deve rimborsare alla BCE: insomma prestiti ad interesse, altri prestiti. Eppure ci sono 4,5 miliardi degli interessi dovuti, e bloccati dai criminali creditori. Nel frattempo la Grecia ha un avanzo primario – che deve dedicare ai creditori, e si è impegnata a mantenere l’avanzo primario per 10 anni: ogni anno, un avanzo di bilancio di 3,5. Il Fondo Monetario ha minacciato di ritirarsi dal “salvataggio”, ritenendolo impossibile e inumano. Sembra che Schauble abbia accettato una riduzione dell’avanzo primario; ha paura, per una volta, l’usuraio ministro delle finanze: paura che il FMI si ritiri, e allora si veda che il problema della Grecia è l’insolvenza, non la mancanza di liquidità che i creditori graziosamente le coprono prestando ad interesse.
Questa è l’Europa a cui ci dicono che bisogna restare aggrappati, perché sarebbe la nostra salvezza. Fosse un nemico, avrebbe trattato i greci un po’ meglio. L’Europa calpesta l’umanità. Non riconosce pietà. “Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, perché è la sua sola coperta” prescriveva Esodo 22, 24-26).
Draghi non restituisce il mantello al debitore; glielo presta ad interesse.
E' un ottimo alibi per chi vuole sostenere le banche criminali. Una foglia di fico per i più grossi figli di puttana che esistano su questa terra.
Guardati un paio di documentari sulla Grecia di oggi, e poi vienimi a raccontare che tutto quello che gli sta succedendo "è perchè hanno vissuto sopra le loro aspettative".
Ma l'affaire è fra il popolo e i suoi governanti e non fra i Politici Greci e l'Europa (prescindendo dalle difficoltà oggettive di tali regolamenti di conti).
Così come per l'Italia. I tedeschi e i francesi fanno gli interessi di Germania e di Francia, siamo nel campo dell'ovvietà, chi fa debiti poi non si lagni che li deve pagare.
N.B. Ho letto anche io: Confessioni di un killer dell'economia, eh! E ti dirò, quelle cose già le sapevo
Chi ha truccato i conti è stata Goldman Sachs...la quale per quanto mi risulta può ancora fare business in Europa...Qui in questo continente allo sbando succede questo...ma d'altronde esser obbligati a comprar titoli tossici...Vedere la Deutsche Bank e le altre, pagare penali agli USA mentre le "loro" corruzioni/truffe in suolo europeo manco vengono sfiorate giuridicamente..beh...
Slobbysta
L'Italia è artefice con i compari di merende, di questa situazione...personaggi "italici" come Draghi...come quel finocchio di La Russa che ha prestato le basi aeree per perdere meglio la Libya...e tanti altri hanno contribuito a diluire la forte personalità italica per farla diventar...la famiglia Cipolla che col tavolino pieghevole va fuori porta lasciando sul posto cartacce e stagnole...L'Italia che manda a letto i bambini dopo il carosello...L'Italia politica che si indigna per i mercanti di uomini e invia "schiavi" nelle miniere belghe...
Agnelli di italiano aveva pochissimo...eppure...
Slobbysta
Pensavo si capisse, ovvio che è Europa, culturalmente (ne è davvero la madre) e geograficamente (l'hanno definita loro così), intendevo come economia, dalla morte di Agamennone (battuta) sono stati sempre indietro, dopo l'ingresso nella UE hanno cominciato a montarsi la testa (anche e non solo con i fondi europei), ad andare in pensione a 50 anni a comprarsi la motocarrozzella Piaggio ribassata, facendo debiti. I colonnelli non c'erano più, qualcuno si è democraticamente distratto. Proprio come quegli italiani che continuano a votare DC, Berlù, Renzì
Spero di essere stato chiaro.
Inoltre Blondet si concentra, come altri, sul debito pubblico e questo è fuorviante perché il problema che ha originato la crisi greca (e di tutti i PIIGS) è stato il debito privato (segue grafico). Lo so che la maggior parte di voi lo sa già, ma è bene ricordarlo ai nuovi arrivati.
Una chiave di lettura è capire che gli oggetti di pregio privatizzati potranno tramite le tasse "riaggiustare" comunque i conti, oppure se i medesimi per evitar una delocalizzazione vengono addirittura sgravati di porzioni importanti di contributi!
È importante oltretutto capire quale potrebbe essere la "punizione" se non si riconoscesse più il debito pubblico, avendo appurato che suddetto è stato pianificato per mettere con le spalle al muro interi popoli...
Se si limitasse ad escludere nel commercio internazionale oppure se si parla di bombe o peggio terrorismo che periodicamente sabota le intenzioni di indipendenza...in stile bombe~Mar Rosso e crollo del turismo...
Slobbysta
PS PuskinDiciamo che quando andai in Grecia in realtà ho respirato enormi contraddizioni...ma il "tuo" montarsi la testa non l'ho trovato! Debuttando che a me i greci non mi "piaciono" troppo...ho trovato comunque una marcata "tradizione" anni60...soprattutto nei paesini...molto romanticismo condito con cetrioli...che a me fanno fare i ruttini per tre ore...una archeologia da discarica (quella vera) e quella più famosa in stile Disney...No non si son montati la testa(fossero africani, magari..) dopo i colonnelli...mica è cambiato troppo...meglio non cercar una canna a Creta...si pescano solo guai...aria da anni50...
Mi ricordo una cosa esaustiva davvero RIDICOLA! Erano circa le 3eCifola del mattino...spiaggia disco~bar strada bislunga...arriva un cesso di auto con la luce blu...sono i poliziotti...ecco che una dopo l'altra le discoteche tolgono la luce Puf puf una dopo l'altra...mentre la musica con una moina si smunge nel silenzio per poi riprendere come stanca 200metri dopo che sia passata l'oldtimer a 4ruote...mi spiegarono dopo che questa FARSA era comunque un certo rispetto per le autorità!
Penso che questo sia uno spaccato della Grecia in Re minore...I prìncipi non son i princìpi...!
Slobbysta
eh c'ho so' ... amaro destino, però ci sono stati popoli più accorti che non son cascati nel giochino, tipo Islandesi: banchieri al gabbio debiti completamente rinegoziati, senza subire attentati dell'Isis nè bombardamenti, vabbè so piccoli, then: Cuba, Ungheria, Corea del Nord, Persia, Russia, non cascano nel giochino, vabbè s'appoggiano alla Russia (e la Russia a chi si appoggia ?), altri paesi con popolazioni accuort' ... quelli da sempre ricchi che contano i centesimi e non li fotti mai: Norvegia, Svezia, Danimarca.
Mi sfugge il nesso tra cosa si produce e il tenore di vita. Non è "il cosa" ma quanti lo vogliono, come ci ricordano le basilari regole di mercato.
La Grecia avrebbe di che vendere...
Ma qui è tutto chiaro e non capisco chi ancora non vede.
L'Europa è uno strumento dei forti per soggiogare i più deboli.
La grande Germania, attraverso la moneta unica, ha disinnescato uno degli strumenti fondamentali in mano ai governi ovvero la possibilità di svalutare per ritrovare competitività (qualcuno si ricorda dell'Argentina cambio fisso con USA????). Inoltre ha tolto a stati sovrani la possibilità di decidere la politica economica del paese essendo obbligati a chiedere in prestito denaro che prima uno stato poteva stamparsi in casa (al massimo generando un po' di svalutazione, la qual cosa non era nemmeno negativa) secondo necessità.
La Germania sta per la terza volta nella storia recente tentando di soggiogare gli altri a se stessa. I britannici l'hanno capita (oltre al fatto che erano già fuori dall' eurozona).
Noi, ignoranti, lo capiremo solo con la pancia, quando sarà completamente vuota e non avremo più nemmeno la forza di alzare i forconi (e verso chi poi? ... i nostri politici che ci hanno consegnato alla distruzione? per fare ché? vendetta?). I Greci sono schiavizzati. Non si risolleveranno MAI. A noi toccherà fra qualche anno ... ma non tanti.
“Il grande successo dell’euro”: così Mario Monti nel 2011 definiva la Grecia, all'epoca già colpita da una grave crisi economica e sottoposta a programmi di austerità che non davano segni di efficacia.
E in effetti i greci nel film raccontano di una nazione relativamente prospera che retrocede a paese in via di sviluppo. Una distruzione di ricchezza mai vista in tempo di pace: la disoccupazione è al 26% e il sistema sanitario nazionale è precluso ad un terzo dei cittadini. In questo scenario, la sicurezza di un pasto diventa il primo obiettivo per una grande parte della popolazione.
L'avvento dell'euro rese improvvisamente la Grecia il paradiso dei prestiti, mentre oggi la realtà parla di pignoramenti impietosi. Proliferano le mense di strada e il numero dei senzatetto aumenta. "Non può accadere per caso" - commentano medici e pazienti – che uno stato europeo lasci i suoi malati senza farmaci salvavita. Una conseguenza emblematica e assurda dell'austerità, imposta per salvare la Grecia e che invece scatta come una trappola, letteralmente, mortale.
Come si è arrivati a questo? Nel film lo ricostruiscono alcuni studiosi. Vladimiro Giacché e Alberto Bagnai descrivono l'euro come uno strumento che ha fatto saltare i delicati equilibri europei a tutto vantaggio degli investitori internazionali e dei sistemi industriali nazionali che già erano più forti. Alcuni dati sono paradossali: la Grecia, forte nell'agroalimentare, negli anni dell'euro diventa importatore netto dalla Germania nel settore. Il collasso appare innescato dal debito privato e non da quello pubblico, come solitamente si crede. "La gestione della crisi riflette un approccio ideologico", premette Bagnai, citando il vice-presidente della Bce, il quale, proprio ad Atene, ammise il fallimento delle teorie economiche applicate all'eurozona. I buoni livelli di giustizia sociale raggiunti nel '900 ora sono spazzati da un nuovo paradigma, secondo l'antropologo Panagiotis Grigoriou. Alla fine l'espressione di Monti, così stridente, appare in una luce diversa: l'euro è un successo per pochi. Oggi il fallimento dell'euro è un dato ormai ampiamente riconosciuto: al centro dell'analisi politica ed economica resta la ricerca di una via d'uscita dalla crisi."
vimeo.com/122331366
?????
Vorrei ricordare a tutti quelli che attaccano la BCE ( che io odio) in chiave meramente ideologica,
che il novello Che Guevara allo Tzatziki , Tsipras , appena dopo aver vinto il referendum ha calato immediatamente le braghe davanti alle richieste europee .
Alla faccia della "lotta al Sistema" tanto sbandierata da un certo sinistrume anche nostrano.
@ Peonia ...
Ai voglia che le so quelle cose. Non hai afferrato il succo della questione.
@ Anteater ... eh già l'avevo capito che ironizzavi, specificavo ad Usum Delphini.
Slob
Sempre la stessa storia, i buoni e i cattivi vè?
E' chiaro che se "la Germania" sta bene, anche i Tedeschi staranno bene, ma con mille sfumature, non crediate mica che i poveri non ci siano.
Alcuni Paesi hanno differenze enormi di tenore di vita fra il ricoc ed il povero, eppure noi continuiamo a riferirci ad essi col nome del Paese!
Gli "armatori" Greci stanno benone, la gente comune NO.
Idem qui: chemmenefotte se Elcan "cià i miliardi", dal momento che io lotto per fare tre pasti al giorno?
Eppure sempre nel cumulo ci si considera...
iltempo.it/.../...
Le Ferrovie greche, ovviamente pubbliche, pagano i dipendenti una media di 80 mila dollari l'anno, circa 50 mila euro. Stipendi che per i macchinisti, specie quelli impegnati sulle linee «disagiate» come il Peloponneso, arrivano a 138 mila dollari, 84 mila euro. Tenuto conto della pressione fiscale e contributiva che in Grecia è pari al 37 per cento, sei punti meno che da noi, i macchinisti greci si portano a casa mediamente 4 mila euro netti, per 14 mensilità. Il 30 per cento abbondante più di un macchinista italiano al massimo di anzianità e orario di lavoro. Mentre l'impiegato comune percepisce intorno ai 2.300 euro, sempre per 14 mensilità, circa mille euro netti più di un collega italiano. Ma anche francese o tedesco, considerando che i macchinisti tedeschi hanno appena indetto una dura vertenza contro la Deutsche Bahn chiedendo di aumentare lo stipendio medio attualmente di 2.200 euro; mentre un conduttore di un Tgv francese arriva a 3 mila. Ovviamente non è tutto. Nelle ferrovie greche il costo del lavoro è pari a quattro volte il fatturato aziendale, il che ha prodotto fino al 2009 un debito consolidato di circa 9 miliardi di euro ed un disavanzo di gestione annuo di 800 milioni. Con gli interessi, si tratta di una perdita di quasi 3 milioni di euro al giorno. E il famoso piano di austerity? Il governo ha annunciato tagli sulla quattordicesima e sulle pensioni: già, perché lì i dipendenti pubblici possono lasciare il lavoro a 53 anni. Ma il tutto si scontra con le rivolte di piazza. Già nel 2009, alle prime avvisaglie di crisi, il governo allora in carica manifestò un timido interesse per una parziale privatizzazione del sistema ferroviario. Si fece avanti, sempre molto timidamente, la Cncf, le ferrovie francesi, cui era stata prospettata la vendita del 49 per cento. Partì da New York una delegazione della Goldman Sachs e della Morgan Stanley. La reazione fu la stessa, inorridita, di quella del Tesoro italiano. Vennero suggeriti drastici piani di ristrutturazione per ridurre i costi e adeguare gli standard alla imminente concorrenza europea. I politici spiegarono però che era un anno di elezioni e davvero non era il caso di mettersi contro quella potentissima corporazione. Francesi e banchieri misero giù il coperchio e se ne tornarono a casa. Nel luglio 2010 il New York Times dedicò alla faccenda dei ferrovieri greci un'inchiesta, chiedendosi, con questi dati di fatto, quali probabilità avesse Atene di sanare il proprio dissesto e rimborsare i crediti appena ottenuti dall'Europa. La risposta è arrivata in questi giorni: la Grecia ha bisogno (e li ottiene) di nuovi aiuti dai paesi partner, tra i quali noi, mentre i tassi d'interesse sui titoli pubblici sono più che raddoppiati, dall'otto per cento ad oltre il 16. Ovviamente Papandreu e i suoi ministri si impegnano a «drastici tagli» e ambiziose privatizzazioni: adesso per esempio si discute della compagnia telefonica Ote, delle aziende dell'acqua di Atene e Salonicco, del ramo bancario delle poste. Grava invece la nebbia più fitta su quale sorte avranno i prestiti. Gli esperti di tutto il mondo, soprattutto anglosassoni, si dicono convinti che la Grecia sia già tecnicamente in default, e che le uniche soluzioni possibili restino o il ritorno alla dracma o una sorta di commissariamento sul tipo di quello imposto a suo tempo dal Fondo monetario all'Argentina. Eppure queste proposte, come
Svezia e Danimarca sono gli stati con il debito privato tra i più alti del mondo.
La Svezia per non fallire concedeva mutui a 2 secoli.
Non solo in Grecia.. gli armatori possono spostare la loro sede legale in giro per il mondo.
Ecco perché quasi tutte le navi hanno la bandiera del Panama..
Cosa si potrebbe fare contro questa cattiva abitudine?
Togliere la sovranità popolare a Panama costringendo di fatto a scegliere la sede legale in qualche altro paese dotato di porti ?