Diversi utenti mi hanno chiesto se e per chi voterò nelle prossime elezioni governative. Ho deciso quindi di rispondere con un articolo, ma vorrei chiarire bene che non si tratta in alcun modo di un invito a seguire le mie scelte. Va benissimo parlare e discutere di queste cose in generale, e lo abbiamo fatto dozzine di volte nei numerosi thread dedicati alle elezioni. Ma quando si tratta di fare effettivamente una scelta, ognuno deve sentirsi libero di seguire la propria strada, senza farsi influenzare da nessuno. Altresì, bisogna saper rispettare le scelte altrui, senza aggredire nè criticare chi non la pensa come noi. Consideratela quindi una semplice "disquisizione" a cielo aperto - per metà richiesta e per metà voluta - che riguarda esclusivamente la mia persona. Il mio voto vale esattamente come quello di chiunque altro.
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Ho letto il programma dei tre partiti principali che si presenteranno alle elezioni - PDL, PD e Movimento 5 Stelle - e devo dire che è stata un'esperienza molto interessante. Me li vedevo davanti, tutti sudati, i redattori di questi programmi che cercano di barcamenarsi in un difficile equilibrismo fra le cose che si possono dire, per invogliare la gente a votare per te, e quelle che è meglio non dire, per non vederle poi ritorcersi contro te stesso.
Nonostante questa sia una caratteristica comune dei tre programmi, ho notato delle differenze fondamentali fra i tre partiti, che cerco di riassunere.
PROGRAMMA PDL
A leggere il suo programma, sembra quasi che Berlusconi continui a vivere in un sogno che è iniziato trent'anni fa, e che per lui evidentemente non è ancora finito. E' il sogno del liberismo sfrenato, senza vincoli e senza intralci, ... ... del capitalismo e della finanza selvaggi, che vedono i suoi cavalieri partire a lancia in resta alla conquista dei mercati, per poi beneficiare i propri lavoratori con una ricchezza di seconda mano, "regalatagli" dall'alto da un padrone benevolo e saggio. I repubblicani in USA la chiamano "trickle-down economy", l'economia che "sgocciola" dall'alto, e che finisce per portare acqua - dicono loro - fino alle piante più basse ed assetate.
Non solo questo modello economico ha ampiamente dimostrato di non funzionare (i ricchi diventano sempre più ricchi, mentre verso il basso sgocciolano solo povertà e disperazione), ma unito alla formula della spirale del prestito diventa la catena della schiavitù per la grande maggioranza della popolazione.
Basta infatti leggere, nel programma PDL, la frase "Attribuzione alla Bce del ruolo di prestatore di ultima istanza, sul modello della Federal Reserve americana", per capire che siamo sulla strada sbagliata.
Ci sono poi delle proposte assolutamente comiche nel loro programma, come ad esempio la frase a se stante
"dimezzamento dei costi della politica". Quanto "costa" la politica, esattamente? Chi lo decide? E cosa significa poi "dimezzare"?
Un'altra proposta decisamente comica è il
"superamento di una politica europea di sola austerità". E come si "supera", di grazia, la "politica europea di sola austerità", visto che abbiamo appena stabilito che vogliamo incatenarci mani e piedi alla BCE?
Se poi accostiamo questa proposta alla frase del programma che dice
"Le banche hanno avuto tantissimo, ora diano", la risata diventa fragorosa.
C'è poi la questione della guerra, che io ritengo di importanza fondamentale: quando leggo
"L’Italia in Europa e nel mondo a difesa della libertà, della democrazia, dei diritti umani, e delle libertà religiose" mi ritrovo davanti l'immagine dei militari italiani obbligati a fare da cuochi e camerieri all'imperialismo americano nel mondo, mentre diventiamo tutti complici dei crimini di guerra che costoro commettono.
Non mi sento minimamente rappresentato da questa gente, e non voterò mai per loro.
PROGRAMMA PD
Ho letto il programma del PD e lo trovo decisamente poetico. Non "poetico" nel senso di incantevole, ma poetico per la completa mancanza di un collegamento con la realtà. Se Berlusconi vive in una nuvola tutta sua, almeno quella nuvola ha dei contorni definiti, di tipo ideologico, che lo portano a concretizzare una serie di proposte precise e tangibili:
"eliminazione dell’IMU sulla prima casa", "divieto di pubblicazione delle intercettazioni", oppure
"cancellazione delle spese relative agli animali dal redditometro". Sono tutte palle, ovviamente, ma almeno loro hanno il coraggio di metterle nero su bianco.
Il programma del PD invece sembra un tema di 5a elementare, intitolato "Come vorresti il futuro di questo pianeta?"
"Noi immaginiamo un progetto-Paese che individui grandi aree d’investimento, di ricerca, di innovazione verso le quali orientare il sistema delle imprese, nell’industria, nell’agricoltura e nei servizi. La qualità e le tipicità, mobilità sostenibile, risparmio ed efficienza energetica, le tecnologie legate alla salute, alla cultura, all’arte, ai beni di valore storico e alla nostra tradizione, l’agenda digitale. [...] Per noi salute, istruzione, sicurezza, ambiente, sono campi dove, in via di principio, non deve esserci il povero né il ricco. Perché sono beni indisponibili alla pura logica del mercato e dei profitti. Sono beni comuni di tutti e di ciascuno e definiscono il grado di civiltà e democrazia del Paese."
Bravo Marangoni, 10 e lode. Continua così e vinci il premio "Giosuè Carducci" del locale agriturismo.
Ma poi, sentite questa:
"Sviluppo sostenibile. Sviluppo sostenibile per noi vuol dire valorizzare la carta più importante che possiamo giocare nella globalizzazione, quella del saper fare italiano. Se una chance abbiamo, è quella di una Italia che sappia fare l’Italia. Da sempre la nostra forza è stata quella di trasformare con il gusto, la duttilità, la tecnica e la creatività, materie prime spesso acquistate all’estero."
La carta più importante che possiamo giocare nella globalizzazione è il "saper fare" italiano?!? Cioè? La miglior difesa dalla globalizzazione sarebbe quella di buttarcisi dentro a capofitto, sperando che la vendita delle Ferrari, delle mutande di Armani e delle borsette di Prada nel mondo possa risolvere i problemi in casa nostra?
Ragazzi, non siamo nel 1980. Siamo nel 2013.
La cosa più triste della cosiddetta "sinistra italiana" è proprio la profonda contraddizione nella quale principi sani - ma totalmente astratti - finiscono inevitabilmente in conflitto con la realtà delle cose, mentre le loro scelte pratiche tradiscono continuamente un celato desiderio di "giocare anche noi a Monopoli".
Guardate infatti una delle poche cose a cui "si impegna" il PD nel suo documento:
"Appoggiare l’esecutivo in tutte le misure di ordine economico e istituzionale che nei prossimi anni si renderanno necessarie per difendere la moneta unica e procedere verso un governo politico-economico federale dell’eurozona."
In altre parole, il PD non si impegna a difendere il lavoratore dallo strangolamento progressivo a cui lo sottopone la politica monetaria dell'eurozona, ma si impegna a difendere la moneta unica da eventuali proteste da parte del lavoratore, nel giorno in cui arrivasse a mangiare la foglia.
La sinistra italiana è morta con Enrico Berlinguer - o meglio, è morta con l'assassinio di Aldo Moro da parte della C.I.A. Da quel giorno la sinistra è stata rimpiazzata da un partito di amebe intellettualoidi senza spina dorsale, che grazie al totale scollamento fra l'ideologia proclamata e le azioni intraprese ha funzionato da trappola di contenimento per milioni e milioni di italiani progressisti - e quindi potenzialmente pericolosi per lo status quo.
I veri gatekeepers sono loro, la finta sinistra di oggi.
Da un punto di vista elettorale non posso nemmeno dire di non identificarmi con il PD, perchè il loro programma semplicemente non esiste. E questo chiaramente non è un caso.
PROGRAMMA MOVIMENTO 5 STELLE
A prima vista il programma del Movimento 5 Stelle può apparire confuso e disorganizzato, poiché mescola negli stessi capitoli problematiche di livello diverso (ad esempio, la
"possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica"sta insieme alla
"definizione della classe C della provincia di Bolzano", nel capitolo dedicato all'energia).
Ma dopo averlo letto due o tre volte, da questo programma emerge chiaramente qualcosa che manca in tutti gli altri: la prevalenza degli interessi del cittadino su quelli del potere e dello Stato in generale. Per la prima volta, fra le righe di questo programma, si respira un senso di politica dal basso verso l'alto, e non viceversa.
Le proposte del Movimento Cinque Stelle sono varie e numerose, per cui risulta difficile in questa sede affrontarle singolarmente. Ma hanno tutte, come dicevo, quel comune denominatore che cerca di restituire al cittadino l'integrità dei suoi diritti, naturali e costituzionali, insieme alla sua dignità di essere umano (vedi sezione "medicina" in particolare). Nel contempo lo investe delle giuste responsabilità nel fare la scelta politica su coloro che lo rappresenteranno in Parlamento.
Le proposte del Movimento 5 Stelle infatti sono quasi tutte precise e dettagliate. Questo permette, da una parte, di capire chiaramente come essi intendano affrontare certi problemi dal punto di vista pratico, mentre dall'altro ci permetterà, alla fine della nuova legislatura, di valutare quanti degli impegni avranno saputo mantenere, e soprattutto quanto e come avranno combattuto per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Sappiamo infatti che nessuno in Parlamento avrà la maggioranza assoluta, e che quindi per governare sarà comunque necessario scendere a compromessi. Ma sarà proprio nella misura e nella qualità di quei compromessi che potremo valutare l'onestà e la sincerità degli sforzi fatti dal Movimento 5 Stelle, per decidere se tornare eventualmente a votare per loro oppure no.
Per quanto io non mi senta rappresentato al 100% da questo partito - mi sarebbe piaciuto leggere qualcosa di chiaro contro le nostre missioni militari all'estero, oppure contro la politica monetaria centralizzata di Bruxelles - mi sento rappresentato a sufficienza dalle proposte concrete che hanno fatto.
Ritengo quindi giusto che venga data loro la possibilità di provare a metterle in pratica, al meglio delle loro capacità complessive, e darò quindi il mio voto al Movimento Cinque Stelle.
Se son rose fioriranno.
Massimo Mazzucco
Programma
PDL
Programma
PD
Programma
5 Stelle