[lib align=left]lui2o.jpg[/img]VINCERÀ LUI
A dodici ore dall'apertura dei seggi nei 50 stati americani, non c'è nessun modo di stabilire nemmeno quale candidato sia effettivamente in vantaggio sull'altro, figuriamoci riuscire a capire chi alla fine vincerà le elezioni.
L'unica cosa che pare probabile è che saranno due stati, Ohio e Florida - con 20 voti elettorali il primo, 27 il secondo - a dire l'ultima parola sulla nuova presidenza USA. Ma anche lì, i calcoli sono complessi, e le variabili decisamente troppe. Sembra quasi di essere ai mondiali di calcio, dove "se la Polonia batte il Messico con due gol di vantaggio, e se il Perù pareggia a reti inviolate, passa il Camerun, se invece la Polonia pareggia e il Camerun batte il Perù con tre gol di scarto, passa il Messico". Quindi, siccome manca ormai poco, è inutile farsi venire il mal di testa, snocciolando tutte le possibilità del caso, e rischiamo invece con una scommessa secca: vincerà Kerry, per un motivo psicologico, e con un margine superiore ad ogni previsione. Perchè? Per due motivi: primo, la Florida dei neri e dei democratici in generale si vendicherà di tutte le ingiustizie patite nel 2000, rovesciandosi a sorpresa alle urne in numeri assolutamente imprevisti. E secondo, perchè la vera incognita di queste elezioni non sono nè i democratici, nè i repubblicani - quelli, lo diciamo ormai da tempo, hanno già deciso e niente gli farà più cambiare idea - ma sono i nuovi elettori… … , quelli che votano per la prima volta, e che stanno portando il miserando numero di 106 milioni di votanti nel 2000 a circa 110, 112 milioni quest'anno. Un incremento statisticamente impensabile, che la dice lunga sul risveglio civile (tutto è relativo, ovviamente) di una nazione che ha sempre "lasciato fare agli altri" quello che per noi in Europa è invece un sacrosanto momento personale da non mancare in nessun modo.
E sebbene i nuovi votanti si siano iscritti quasi tutti come "independent" - cioè nè particolarmente repubblicani nè particolarmente democratici - viene logico pensare che un risveglio del genere non possa che essere prevalentemente "contro Bush", e non a suo favore.
C'è poi il fronte legale, sul quale c'è sicuramente da aspettarsi una prolungata battaglia, se appena uno degli stati decisivi finirà sul filo di lana. Ma paradossalmente io credo che i margini saranno tali che non si porrà questo problema. Io dico Ohio e voto popolare a Bush, Florida, voto elettorale e presidenza a Kerry. Cioè il contrario esatto dell'elezione del 2000, dove Al Gore vinse il voto popolare ma perse la presidenza. Con tanti saluti alla vecchia Costituzione, che se non verrà rinnovata questa volta, non si capisce davvero quando mai lo sarà.
Massimo Mazzucco
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