UNABOMBER? E' TUTTA COLPA DELLA TV
Una bimba accende un cero in chiesa, e rimane con la mano dilaniata. Una sua coetanea, l'anno scorso, fa la stessa fine prendendo in mano un pennarello, e in più ci rimette un occhio. Mano spappolata anche per una donna che prese in mano un tubetto di pomodoro al supermercato. E così è stato per molte altre persone, per le quali un gesto assolutamente innocente del nostro quotidiano si è trasformato di colpo in tragedia, a volte anche per sempre.
Frustrati dall'impotenza per non riuscire a trovare l'individuo che così si diverte alle nostre spalle, viene istintivo cercare un qualunque capro espiatorio al quale affibbiare almeno una parte della colpa per questa inspiegabile follia.
E cosi oggi l'Italia ha scoperto che uno sceneggiato TV è apertamente ispirato all'unabomber, e che questa "notorietà" molto probabilmente ... ... gli è stata di incoraggiamento per persistere nelle sua azioni criminali.
Banalità all'ennesima potenza, tanto tardiva quanto presuntuosa e superficiale. Che cosa ci dice, prima di tutto, che noi siamo davvero in grado di valutare l'effetto della cosiddetta "notorietà" nella mente di una persona così squilibrata da gioire quando riesce a spappolare un occhio a una bambina di tre anni? Che cosa ne sappiamo noi della sua scala di valori, delle sue priorità effettive, dei suoi conflitti irrisolti? E che cosa ci dice, fra l'altro, che non possa essere invece l'esatto contrario? Perchè mai, vedendosi in TV attraverso gli occhi delle "persone normali", costui non potrebbe "risvegliarsi" e uscire finalmente dalla sua visione paranoica del mondo che lo circonda?
Ma al di là di queste speculazioni, che sono destinate comunque a restare tali, c'è un'altra domanda, ben più importante, che nessuno sembra volersi porre: quale può essere l'effetto di uno sceneggiato del genere - di mille sceneggiati di quel genere - sulla "nostra" psiche? Siamo davvero così immuni, noi, da tutto ciò che passa in TV sotto forma di fiction?
Specialmente in tempi di reality-TV, che cosa può significare, per il nostro inconscio, passare direttamente da uno sceneggiato in cui l'unabomber ha messo una bomba nel vasetto della Nutella, ad una scena del telegiornale in cui l'unabomber ha messo una bomba nel vasetto della Nutella? Quanto attenti siamo, a livello razionale, per impedire che a livello inconscio le due cose si vadano sovrapponendo, fino a rischiare di coincidere l'una con l'altra?
Sarà per questo, forse, che ormai osserviamo le immagini da Falluja con profondo distacco, provando quasi un senso di fastidio, perchè a tratti sembrano volerci ricordare qualcosa che invece abbiamo scelto di dimenticare del tutto?
Invece di preoccuparci di risvegliare istinti criminali in un folle qualunque, perchè non stiamo più attenti a non addormentare del tutto i nostri, in questa nenia infinita in cui morti, formaggini, commissari, bambini dilaniati, tette e culi, autobombe, goal e altri morti si accavallano ormai a ritmo inarrestabile, appiattendo inesorabilmente la nostra scala di valori, e travolgendo tutto quello prima ci aiutava in qualche modo a distinguere ciò che è importante da ciò che non lo è?
Massimo Mazzucco