Come un tornado la notizia della condanna di Amanda Knox ha attraversato i Tg serali americani, scatenando una improvvisa ondata di “sdegno a 27 pollici” da una costa all’altra.
Dalla Fox alla CNN, nalla ABC alla CBS, non c’era network televisivo che non lamentasse l’ingiusta condanna subita dalla cittadina americana Amanda Knox ad opera dei giudici italiani. Tutti i reporter partivano dallo stesso identico presupposto, che Amanda “non potesse” essere colpevole, per poi esibirsi ciascuno in acrobatiche spiegazioni di tipo social-filosofico, per giustificare in qualche modo questo “impossibile” verdetto.
La più curiosa è stata sentir dire che “Perugia non è Roma o Milano, Perugia è una cittadina di provincia, culturalmente arretrata, per la quale Amanda rappresentava la quintessenza dei mali del mondo: americana, libera ed emancipata, venuta a “portar via” i loro bei ragazzi, Amanda rappresentava in tutto e per tutto quello che le madri di Perugia temono di più”.
E quindi, sempre secondo questo delirante ragionamento, la giuria non avrebbe fatto che rispecchiare questo sentimento, condannando insieme ad Amanda tutti i mali che lei rappresenta.
Così una reporter della CNN ha spiegato agli americani la sentenza contro Amanda Knox.
Non conosco i dettagli del caso, ma è evidente che la smaccata partigianeria americana ... ... per la loro “ragazzina pulita ed innocente” è tanto infondata quanto il presupposto – dato appunto per scontato da tutti – che “non possa”, in alcun modo, aver ucciso la studentessa inglese.
Lascio a chi lo conosce meglio di me di aggiungere informazioni che possano chiarire meglio questa palese deformazione mediatica del caso, almeno per come è stato presentato in America.
Massimo Mazzucco
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