SANGUE CHIAMA SANGUE

Ma a chi rivolgersi, oggi?

Da quando la squadra di Bush ha preso il potere, il mondo è improvvisamente tornato, da un punto di vista politico, ad almeno quarant’ anni fa. E da un punto di vista civile ed umano, ad almeno quattromila.

Gli iracheni bruciano vivi degli americani, ne fanno a pezzi i corpi, e li appendono a ponti, inferriate e pali della luce. Gli americani torturano, seviziano e uccidono inermi prigionieri iracheni, poi usano i cadaveri come trofei per la foto-ricordo. Gli iracheni catturano quattro ostaggi italiani, e ne ammazzano uno in attesa di vedere cosa ne sarà degli altri tre. Gli israeliani massacrano decine e decine di palestinesi dal sicuro dei loro Apache supersilenziosi. I palestinesi uccidono soldati israeliani (l'altro ieri) e ne appendono i cadaveri fatti a pezzi ovunque possono. Gli iracheni (o chi per essi) sgozzano dal vivo un americano e ne diffondono il video in internet.

E oggi il portavoce della Casa Bianca si presenta al mondo e con una faccia come due mezzelune dice candido:  “Ora tutti hanno visto quale sia la vera natura di questi miserabili incivili.” Non parlasse ufficialmente a nome di Bush, ci sarebbe davvero da chiedergli a chi si riferiva.

Ma il vero problema è che la mossa più diabolica, da parte dei neo-con (nel senso di neo-conquistadores), è stata quella... ... di neutralizzare in anticipo l’unica autorità al mondo che in qualche modo avrebbe potuto fare da ostacolo ai loro disegni di conquista: le Nazioni Unite.

Per quanto controverso, e spesso inefficace, fino a ieri quello era l’organo, bene o male riconosciuto da tutti, di riferimento internazionale. Questo Sharon e Bush lo sapevano bene (sia ben chiaro, quando diciamo Bush diciamo chi ne muove la bocca da dietro le quinte), ed hanno quindi provveduto, con giusto anticipo, all’operazione di screditamento definitivo: prima con la strage di Jenin, quando gli USA appoggiarono platealmente Israele nell’impedire alla missione ONU di raggiungere il territorio palestinese, e poi con la guerra d’Iraq, dove gli USA scavalcarono altrettanto platealmente l’opposizione ONU, per invadere senza alcun mandato internazionale.

Il tutto è stato fatto, ovviamente, con la vergognosa complicità degli europei (e non solo quella, fin troppo evidente, di Blair, Aznar o Berlusconi), che stranamente da molto tempo dimenticano di far sentire la propria voce in ogni senso.

Oggi quindi, di fronte alla spirale che abbiamo tutti sotto gli occhi, a chi rivolgersi?

Forse solo più a noi stessi, a ciascuno di noi, come individui pensanti e responsabili. Ma bisogna ammettere che il passo è notevole, e quello che ci verrebbe richiesto oggi – far sentire la nostra, di voce, unita e compatta -  non è affatto poco. D’altronde, che fare? Restare muti ed impotenti ad assistere allo scempio di quel poco di civiltà che l’umanità è riuscita a mettere insieme in secoli e secoli di fatiche e di sofferenze altrettanto inenarrabili?