Nel 1987 volevo provare a fare un film sulla nascente “Europa unita” – grande argomento di quel periodo - la cui unità in realtà io vedevo allontanarsi di giorno in giorno, invece che realizzarsi.
Avevo ambientato la vicenda nel castello di un ricco produttore di champagne, dove sarebbero convenuti diversi personaggi importanti di tutta Europa, per una festa di matrimonio che era destinata a trasformarsi in tragedia collettiva. Il deus ex-machina era rappresentato dagli artisti di un piccolo circo itinerante, capitato per caso nelle vicinanze del castello, che avrebbero portato lo scompiglio nella “serena armonia” fra i potenti d’Europa. La metafora era forse fin troppo trasparente, ma allora io ero convinto di avere per le mani un’idea degna del migliore Buñuel (avevo in mente un incrocio fra “L’angelo sterminatore” e “Il fascino discreto della borghesia”).
Per scriverla cercavo uno sceneggiatore adatto, ”particolare”, che potesse darmi quella cifra da grand-guignol, che a me mancava, con cui volevo caratterizzare il film.
Un giorno mi giunse per posta il manoscritto di un libro, ... ... mandatomi da uno sconosciuto scrittore marchigiano, che sembrava esprimere al meglio tutte le qualità che andavo cercando nel mio sceneggiatore: gusto del surreale, marcato espressionismo, continui spiazzamenti narrativi, il tutto permeato da una forte critica sociale.
Il manoscritto di intitolava “Racconti per non impazzire”, lo sconosciuto autore si chiamava Ennio Montesi. Lo invitai a Milano, passammo alcune giornate a parlare del film, e nel frattempo diventammo amici.
Accadde poi, come accade spesso nel cinema, che il film non si fece, e quella sceneggiatura non arrivò mai ad avere una forma definitiva. Rimanemmo ambedue molto delusi, perchè nel frattempo ce ne eravamo innamorati, ma nessun produttore sembrava voler finanziare una storia così “folle”. La stessa sorte sembrava toccare al suo manoscritto, che Ennio aveva spedito a tutti gli editori d’Italia, senza ricevere nemmeno un cenno di riscontro da uno soltanto di loro.
Di Ennio, con il tempo, persi le tracce.
Sedici anni dopo, mentre mi apprestavo ad aprire luogocomune, giravo per la rete per cercare di capire come funzionasse, e mi imbattei nuovamente in Ennio Montesi, che in quel periodo gestiva un sito dedicato ad aiutare i bambini orfani della sua zona. Ci sentimmo per telefono, ci raccontammo le reciproche sventure con il “mondo dello spettacolo”, e nel frattempo mi diede anche ottimi consigli per mettere in piedi luogocomune. Naturalmente lo obbligai ad essere fra i primissimi iscritti al sito, e per un certo periodo Ennio contribuì regolarmente alle discussioni, con commenti “coloriti” e “densi di significato” che solo lui poteva partorire.
Ultimamente Ennio ha dedicato i suoi sforzi alla causa di Luigi Cascioli, l’uomo che ha denunciato un prete per aver predicato un “falso storico” dal pulpito (l'esistenza di Gesù, che Cascioli nega in senso storico), e più in generale alla lotta contro le ingerenze delle varie religioni nella vita dei cittadini.
Ieri ho saputo che è in uscita da Mursia un nuovo libro intitolato “Racconti per non impazzire”. E’ scritto da Ennio Montesi. Mi sono detto: “finalmente ce l’ha fatta!”
Ho voluto dedicare questo piccolo ricordo ad un amico sincero, e a tutti coloro che sanno perseguire con tenacia i propri sogni, incuranti degli ostacoli e dei sacrifici che debbono affrontare pur di non doverli mai tradire.
Massimo Mazzucco
Ennio Montesi -
Racconti per non impazzire - Mursia Editore