Quando Grillo parlò di "golpe", alla rielezione di Napolitano, espresse una sensazione istintiva, dalla quale ha poi dovuto fare marcia indietro, per evitare che questa sua frase venisse usata all'infinito contro di lui.
Molto spesso però l'istinto ci suggerisce qualcosa che può non essere corretto nella forma, ma che lo è comunque nella sostanza. Nel caso specifico, sembra che i nostri "padri fondatori" avessero concepito quello della Presidenza della Repubblica come un incarico non ripetibile, proprio per evitare la politicizzazione del ruolo del presidente.
Se andiamo a rileggere le
discussioni dell'Assemblea Costituente da cui emersero gli articoli sulla Presidenza della Repubblica, scopriamo che l'argomento della rieleggibilità venne preso seriamente in considerazione fin dall'inizio.
Questa è la
prima seduta della sottocommissione che si occupò degli articoli sulla presidenza, in data 9 dicembre 46:
Il Presidente Terracini. [...] Apre la discussione sull'articolo 4:
[...]
Tosato, Relatore, avverte che questo è un punto che è stato lungamente dibattuto e vi sono al riguardo pareri discordanti: secondo alcuni, la durata della carica dovrebbe essere di sei anni, secondo altri si dovrebbe precisare che il Presidente è eletto per sei anni e non è rieleggibile; altri ancora preferirebbero specificare che è eletto per sei anni e non è rieleggibile che una sola volta; ... ... infine, per quanto lo riguarda, egli preferirebbe dire semplicemente che è eletto per sette anni. Ritiene che non sia opportuno escludere la possibilità della rielezione, soprattutto data la situazione politica attuale di penuria di uomini politici, dopo venti anni di carenza di vita politica. D'altra parte, l'affermazione che non è rieleggibile potrebbe anche essere interpretata, per quanto indirettamente, in un senso poco favorevole per l'attuale Capo provvisorio dello Stato.
Né approverebbe una formula limitativa nel senso di specificare che il Presidente può essere rieletto una sola volta, in quanto ciò rappresenterebbe un vincolo morale, seppure tenue, per il collegio elettorale che nel procedere alla elezione del Presidente si troverebbe sempre di fronte alla positiva possibilità di rieleggere il Presidente cessante. A suo avviso è dunque preferibile lasciare impregiudicata la questione, rimettendola alla completa discrezionalità del corpo elettorale.
Lami Starnuti propone la formula: «è eletto per sette anni e non è rieleggibile», ad impedire che si apra la via ad una politica a carattere personale del Presidente.
[...]
Il Presidente Terracini [...] Pone in votazione la formula:
«Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.
(È approvata).
Mette ai voti il seguente emendamento aggiuntivo:
«e non è rieleggibile».
(È approvato).
Rossi Paolo ritiene che dovrebbe prendersi in considerazione la possibilità della rielezione dopo un certo periodo.
Il Presidente Terracini oppone che, nella formula che è stata approvata, è implicito il criterio che non possa essere mai rieletto.
Quando però si arrivò a discutere l'articolo 85
alla Costituente vera e propria, il 22 ottobre 47, accadde quanto segue:
[...]
L'onorevole Lami Starnuti ha presentato il seguente emendamento:
«Al primo comma, dopo le parole: per sette anni, aggiungere: e non è rieleggibile».
Ha facoltà di svolgerlo.
Lami Starnuti. Rinunzio all'emendamento.
In altre parole, lo stesso Lani Starnuti, che aveva introdotto l'emendamento approvato in sede preliminare, rinunciò a sostenerlo al momento della discussione finale.
Non è chiaro se lo abbia fatto perchè convinto diversamente da altri, perchè lo ritenne superfluo, o per altri motivi che non conosciamo (sarebbe interessante scoprirli).
In conclusione: tecnicamente parlando, è vero che la Costituzione non vieta espressamente la rielezione del presidente della repubblica. Ma è anche vero che questo divieto venne seriamente preso in considerazione, ai tempi della Costituente, proprio "ad impedire che si apra la via ad una politica a carattere personale del Presidente."
In altre parole, i nostri padri fondatori avevano già previsto la possibilità di una deformazione del ruolo del presidente in senso politico. Quello che forse non avevano previsto è che personaggi di altissimo livello, come lo stesso capo dello stato, avrebbero approfittato di una mancanza formale (l'assenza del divieto) per violare un principio di fondamentale importanza, che a quel tempo tutti davano per scontato.
Massimo Mazzucco
[Grazie a McOrion per la segnalazione]