Alzi la mano chi sa dov'è la Moldavia. Ma in questo caso, se ad alzarla sono veramente in pochi, la colpa non è nostra. Quella che presentiamo è la testimonianza di un reporter indipendente, Massimiliano Artibani (al quale diamo un caloroso benvenuto), che la Moldavia l'ha appena visitata. E forse i motivi per cui non ne sappiamo nulla emergono proprio dalla lettura di questo suo articolo.
Moldavia, paese dimenticato - di Massimiliano Artibani
Il comunista Vladimir Voronin è stato rieletto presidente della ex-repubblica sovietica della Moldavia. Nel suo programma elettorale Voronin ha puntato sulla volontà di uscire dall’ombra di Mosca per entrare nella sfera d’influenza europea. In passato Voronin è stato un alleato di Mosca ma ora accusa il Cremlino ... ... di intromettersi eccessivamente nella piccola Moldavia continuando a rifiutarsi di ritirare le truppe russe dalla regione separatista della Transnistria. Voronin si è assicurato 75 voti in Parlamento, 14 in più di quelli richiesti nell’unica ex-repubblica sovietica dove il Parlamento eletto detiene gran parte dei poteri.
La vittoria ottenuta da Voronin lega la Moldavia, assieme all’Ucraina ed alla Georgia, ad un blocco informale di ex Paesi sovietici che hanno deciso di allontanarsi da Mosca e di guardare all’Occidente, con l’obiettivo di far parte dell’Unione Europea. Questo accadeva nell’aprile scorso e fu salutato dalla maggior parte della popolazione moldava come una ventata di novità, la possibilità concreta di riprogettare il proprio futuro e di entrare in meno di un decennio nell’Europa che conta (sempre che tra dieci anni l’Europa come la conosciamo esista ancora).
La Moldavia oggi, dopo sei mesi, non ha affatto migliorato la propria situazione, anzi giorno dopo giorno è sempre più sull’orlo del baratro. Un paese senza sbocco al mare, senza nessun tipo di industria o cosa degna di questo nome, schiacciata dalla Russia e dall’Ucraina da una parte a dalla Romania dall’altra, lacerata nel suo interno dalla regione della Trasnistria completamente in mano alla mafia Russo-Ucraina trasformata da questa in zona Off-shore dove depositare i proventi dei traffici illeciti e “pulirli” con il placet dei gruppi bancari europei ed italiani!!!.
La Moldavia è un paese di lingua rumena quindi neolatina a due ore di aereo dall’Italia, un paese nel cuore d’Europa che la stessa ha colpevolmente abbandonato. Noi ne sentiamo parlare solo attraverso i racconti di qualche donna delle pulizie o di qualche muratore che frequenta le nostre città per guadagnare i soldi da inviare alla propria famiglia. Un piccolo aneddoto: i Bancomat a Chischinau, la capitale della Moldavia, erogano al massimo 50 euro. E’ un paese che vive quasi esclusivamente di agricoltura con mezzi da prima rivoluzione industriale. La popolazione che non ha risorse da investire per scappare in Italia o Germania, in Romania sarebbero direttamente imprigionati, vive di piccoli commerci come le patate o le barbabietole. I più ricchi possono produrre e vendere il vino, ma anche l’industria del vino è in allarme in questi giorni per lo stop imposto alle importazioni russe dal confine con la repubblica ex-sovietica. Da circa una settimana, Mosca non consegna piu' le contromarche necessarie. Tutto fa pensare che la Russia voglia fare pressione sul governo del presidente Vladimir Voronin, un comunista troppo filo-occidentale. Se non si interrompera' il blocco, l'industria vinicola moldava rischia la bancarotta. Di fronte a questa situazione, con queste aspettative di vita, la percentuale di bambini abbandonati è altissima.
I più fortunati vivono in orfanotrofi o case famiglia dove tutte le cose che ricevono sono i prodotti degli aiuti internazionali. Le donne che non riescono a fuggire vanno ad alimentare il mercato della prostituzione e gli uomini quello degli organi. E l’occidente sta a guardare. La Moldavia serve che rimanga in questo stato, per alimentare il grande tritacarne del liberismo economico e dei suoi mostri, le economie tra illecito e lecito che generano fatturati di miliardi di euro.
Gli stessi aiuti umanitari nascondono un’infame verità. Il più delle volte sono contraffatti o contaminati per poter sperimentare su grandi numeri nuovi ritrovati farmacologici o prodotti chimici. La Moldavia è un grande laboratorio-magazzino per la sana e cristiana Europa. La stessa Europa che si prodiga nel peacekeeping, che aiuta il Darfur, che si batte per la clonazione e che poi va a puttane nel vero senso della parola e che se ha bisogno di un trapianto lo compra al mercato nero. Le Organizzazioni umanitarie si fanno complici di questo bieco sfruttamento. Come mio nonno diceva sempre, non è solo ladro chi ruba, manche chi regge il sacco. Non possiamo più fare finta di niente.
Massimiliano Artibani