Nell'arco di sei mesi dalla sua elezione a capo del governo, Matteo Renzi è riuscito a creare un completo vuoto pneumatico intorno a sè, nei mezzi di comunicazione di massa.
Non si tratta di un fenomeno da prendere alla leggera, perché può rappresentare la premessa per una totale perdita di capacità di giudizio - già di per se molto scarsa - del popolo italiano.
A furia di parlare, parlare e parlare; a furia di (fingere di) prendersela con tutto e con tutti; a furia di dire tutto e il contrario di tutto, Matteo Renzi è riuscito a conquistare il 99% dello spazio televisivo dedicato all'informazione, sia pubblico che privato.
Ormai non è più importante "che cosa" pensi Renzi dell'Europa, delle banche oppure dei sindacati. Ormai l'unica cosa che conta è che "Renzi pensa" qualcosa.
Il fatto stesso di "dire" è diventato più importante di ciò che viene detto. Grazie a questa totale occupazione dello spazio mediatico - che è poi lo spazio mentale per la maggioranza degli italiani - Renzi sta riuscendo a dare l'impressione che gli altri partiti non esistano più. Questa impressione deriva dal fatto che Renzi riesca ormai con grande abilità a dire tutto e il contrario di tutto, ... ... al punto da non lasciare più agli avversari una qualsivoglia possibilità di ribattere. Oggi abbiamo la sensazione che la destra non esista più, semplicemente perché qualunque cosa possa dire la destra in qualche modo l'ha già detta Renzi. Oggi abbiamo la sensazione che il Movimento Cinque Stelle non esista più, semplicemente perché qualunque cosa possa dire il Movimento Cinque Stelle, in qualche modo l'ha già detta Renzi. Oggi abbiamo la sensazione che la sinistra del PD non esista più (o meglio, che non sia mai esistita), semplicemente perché Renzi ha già detto che comunque loro non contano niente.
Oggi conta soltanto chi parla e chi fa parlare di sè, e chi fa parlare di sè oggi è soltanto Matteo Renzi.
Naturalmente, in una cultura dove si arriva facilmente a confondere il semplice fatto di parlare con quello di avere ragione, è chiaro che il rischio di andare verso un consenso universalizzato, molto simile a una dittatura "soft", sia altissimo.
Sta alle forze che vogliono opporsi a questo rischio di recuperare al più presto la propria voce e la propria identità, a livello mediatico. Non basta fare ogni tanto un proclama dal Parlamento, dicendo "noi siamo contrari per questo o per quel motivo". Bisogna andare ad affrontare l'avversario sul suo stesso terreno - quello dei media mainstream - perchè è quello il terreno, piaccia o non piaccia, sul quale si giocherà il futuro dell'Italia.
Nella situazione di oggi, purtroppo, chi tace acconsente.
Massimo Mazzucco
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