di Massimo Mazzucco
Iinvece di mandare giù bugia dopo bugia, giorno dopo giorno, facendo finta che tanto la cosa non li riguarda da vicino – come facciamo invece noi da anni - glli spagnoli hanno avuto la forza di protestare uniti, perchè non gli andava di farsi prendere in giro sulla pelle dei loro concittadini fatti a pezzi dalle bombe. E così Aznar, beccato col sorcio in bocca, si è preso il cartellino rosso! La mossa, in realtà, era parsa troppo smaccata fin dall’inizio: dopo che lo ha fatto Putin, un paio di mesi fa, non puoi aspettare anche tu il giovedì prima delle elezioni per “raccogliere la nazione attorno alle istituzioni”. O almeno inventati qualcosa di diverso dal treno, no?... ...Ma il vero problema per Aznar deve essere nato a Washington, nelle ore seguenti l’attentato, dove Rumsfeld & C. devono esser rimasti malissimo nel vedere che Aznar si era appropriato dell’attentato per uso esclusivamente casalingo (appiccicando in fretta e furia all’ETA un gesto ben poco rispondente ai loro canoni d’azione). Il commento dimesso di Powell, riportato dal New York Times di venerdì, la diceva tutta: “Beh, se i servizi spagnoli dicono che è stata l’ETA, non possiamo che dare credito alle loro parole”.
Ma poi nella notte deve essere successo di tutto, fra le due sponde dell’oceano, visto che il mattino dopo Al-Queda si ricordava di rivendicare l’attentato (con la solita improbabile cassetta nel solito cestino dei rifiuti), sputtanando così Aznar in maniera disastrosa.
Fatta la frittata, si è cercato immediatamente di correre ai ripari, perchè la gente in tutta Europa cominciava a sentire puzza di bruciato. Ed ecco chiamate a fare gli straordinari legioni di impiegati della bugia – i giornalisti dei media ufficiali – per cercare di rabberciare in qualche modo una ridicolaggine che non stava in piedi nemmeno a pagarla: ETA e Al-Queda alleate! (Ma ve le vedete, volendo, le discussioni sulla “strategia politica di fondo”, fatte metà in arabo wahabita e metà in dialetto basco medievale? Ma quelli ci mettevano vent’anni solo per trovare un traduttore bilingue, e poi altri venti per mettersi d’accordo su dove tenere la prima riunione!)
In questo esercizio di prostituzione pennaiola si distingueva da parte nostra l’ambasciatore/editorialista Sergio Romano, che sul Corriere era obbligato a delle acrobazie mentali degne del Circo Togni, pur di far quadrare il cerchio a tutti costi. Ma non era da meno tutta una schiera di ectoplasmi umani comparsi sulle varie TV di regime ad articolare, in mille varianti, l’ipotetica “saldatura” fra un gruppo terroristico in pieno disarmo e uno che esiste solo nella fantasia dei falchi di Washington.
Ma il bello doveva ancora venire: mentre cominciavano a sentirsi i primi tiepidi risultati di questo sforzo titanico, per convincere gli europei di essere in pericolo mortale, arrivava la contro-sorpresa definitiva: Aznar era costretto, a furor di popolo (e di logica), a ritirare la candidatura dell’ETA, e il trofeo del male veniva così assegnato in esclusiva ai soliti barbuti di Osama.
Le grandi teorie dei soloni di casa nostra erano durate la bellezza di una serata in TV. (Perchè non vanno tutti a ritrattare, fra l’altro?)
Washington ha vinto il braccio di ferro sotterraneo con Madrid, ma a causa di questo probabilmente perderà un prezioso alleato, perchè ora al potere ci vanno i socialisti, e il loro leader ha promesso che la prima cosa che intende fare è ritirare le truppe dall’Iraq. Chi troppo vuole...
Sia ben chiaro: non tutti gli spagnoli che hanno buttato giù Aznar lo hanno fatto perchè hanno mangiato la foglia fino in fondo: molti l’hanno assaggiata appena, e molti altri credono che AlQueda esista davvero, ma a quel punto ritengono Aznar colpevole per esserseli tirati in casa dopo aver partecipato all’invasione dell’Iraq.
Ma in un modo o nell’altro, arrivatici per ragionamento o per intuizione, quello che ha dimostrato il popolo spagnolo dovrebbe servire da lezione a tutto l’occidente, che vive ormai da tre anni immerso nella bugia più totale: la vera forza sta nella gente, non in chi governa. Questi, ovviamente, hanno in mano tutti gli strumenti di manipolazione possibili, e grazie a quelli di solito riescono a rimanere comunque in groppa e fare quello che hanno sempre fatto. Ma se la tiri troppo, quella corda, si spezza come tutte le altre.
E da noi? Quanti strattoni ancora dovremo aspettare, prima di accorgerci di essere stati ingannati almeno il doppio degli spagnoli? Davvero vogliamo continuare a far finta di credere che “quelle faccende lì” a noi non ci toccano più di tanto?
Quanto hai pagato di tasse l’ultima volta, amico? E dove pensi che siano, adesso, i tuoi soldi? A costruire ospedali e scuole per tutti?
Ma poi, soprattutto: e se prima delle prossime elezioni capitasse a tua madre o a tuo figlio, di salire sul teno sbagliato?
Massimo Mazzucco
Dimenticavo: come ha potuto, la marea di spagnoli in protesta, organizzarsi in così poche ore ed in maniera così efficace e compatta? Non certo tramite radio o TV di stato, ma grazie ai messaggi sui cellulari e soprattutto grazie a Internet. Internet è l’unico luogo in cui la bugia non riesce a viaggiare veloce come la verità. Teniamolo presente, in futuro, anche noi: la rete non serve soltanto per cercare le foto di Cicciolina.