La conclusione paradossale alla quale si rischia di arrivare, dopo aver approfondito i vari aspetti tecnici del caso Kennedy, è che un "caso Kennedy" vero è proprio in realtà non sia mai esistito.
Se per "caso Kennedy" si intende la diatriba infinita, vecchia ormai di 40 anni, fra chi sostiene la tesi della Commissione Warren (Oswald agì da solo) e coloro che invece sostengono la cospirazione governativa, bisognerà prima o poi riconoscere che questi ultimi sono regolarmente cascati in una sottilissima trappola di tipo filo-logico, che li ha ingannati tutti sin dall'inizio. E' un tipo di trappola che, una volta innescata, continua a funzionare da sola, migliorando nel tempo la propria efficienza: chi mai si potrebbe avvicinare oggi al caso Kennedy, sospettando che un caso Kennedy non sia mai esistito?
E' lì da sempre, il polverone si vede da lontano, o ti butti o non ti butti. Ma che non ci sia, non si discute nemmeno. E invece, il sospetto è che si tratti proprio di un fantasma, del tutto autoreferenziale. Ciò che accadde in Dealey Plaza nel Novembre del 1963 costituisce forse, per chi ama i misteri a sfondo criminale, ... ... il "giallo più affascinante del mondo". Una volta entrati nell'arena del dibattito, si scopre innanzitutto che buona parte del contendere ruota attorno alla difficoltà oggettiva per Oswald di aver sparato i tre colpi nell'arco di tempo indicato dal famoso "film di Zapruder". Se non ci fosse stato quel film, va detto con chiarezza, del caso Kennedy probabilmente non avremmo mai sentito parlare, visto che quasi tutte le polemiche che lo hanno alimentato nascono dall'analisi di quelle immagini.
Ma la parte affascinante dell'enigma, che ha appassionato e coinvolto da allora milioni di persone, è che il film di Zapruder non ci regala affatto tutte le informazioni di cui avremmo bisogno per stabilire con certezza cosa sia successo.
Pone solo dei punti fissi nel tempo, grazie alla velocità costante di ripresa, all'interno dei quali giocano però moltissime variabili. (Ad esempio, un punto fondamentale è il colpo fatale alla testa di Kennedy, detto anche Z-313 dal numero del fotogramma di Zapruder che lo cattura.)
All'interno di questi punti fissi, il filmato porta inoltre le sue belle zone d'ombra, come ad esempio il fatto che la limousine con il Presidente che sorride scompaia dietro ad un cartello stradale, solo per ripresentarcelo mentre si porta le mani al collo, il volto teso in una smorfia di dolore, evidentemente raggiunto da un proiettile nel frattempo. Ma quando, esattamente, è stato colpito, fra il momento in cui scompare dietro al cartello e quello in cui ricompare?
E la ragazzina che sta correndo sullo sfondo, e che di colpo si blocca e si volta all'indietro, lo fa perchè ha sentito un colpo alle sue spalle, o solo perchè qualcuno l'ha chiamata? E quel risvolto della giacca di Connaly (il governatore del Texas, che sedeva davanti a Kennedy, colpito a sua volta in modo grave), che di colpo svolazza visibilmente, lo fa per un colpo di vento, o per il proiettile che lo sta attraversando in quel momento?
Questo dovrebbere rendere l'idea dell'affascinante danza delle possibilità che si apre al ricercatore in quegli otto secondi cruciali, con tutti gli incastri e le combinazioni possibili fra tempi di ricarica, reazioni dei personaggi colpiti, e mille altri elementi e particolari che si possono desumere da quei preziosi 400 fotogrammi girati da un sarto fotoamatore di nome Zapruder.
Il tutto poi è tenuto a sua volta in bilico dal dubbio - variabile nelle variabili - che lo stesso filmato di Zapruder sia stato sapientemente manipolato dall'FBI, per farlo combaciare meglio con la tesi dell'assassino unico, prima di essere presentato al pubbico nella forma in cui lo si conosce oggi. Di tempo per farlo, volendo, ce ne fu in abbondanza.
In conclusione, più ci si addentra in quel polverone, più si fa il gioco di chi difende la versione ufficiale, poichè diventa evidente che lì in mezzo, con tutte quelle variabili, non si potrà mai provare nulla di definitivo. (Va fatto notare, a chi non conosce l'"ambiente", che i difensori della versione ufficiale si dimostrano stranamente felici, e pienamente appagati, ogni volta che risulti impossibile dimostrare qualcosa nella tesi accusatoria. Strano modo di cercare la verità, per chi starebbe "dalla parte delle istituzioni", non trovate?)
Ma veniamo all'inganno filo-logico di cui sopra. A leggere con più calma la documentazione ufficiale, ci si accorge ad un certo punto che la Commissione Warren rimane stranamente vaga, ogni volta che si tratti di ipotizzare come un certo passaggio della sparatoria sarebbe avvenuto. Questa ricorrente tendenza a pararsi il fondoschiena, la evidente cautela nel dire sempre "potrebbe essere così, ma anche cosà", mi ha fatto nascere un sospetto che non è stato affatto difficile, a quel punto, confermare. Qui è stata preziosa la collaborazione di altre persone, che conoscevano il caso molto meglio di me, e che curiosamente condividono tutte la stessa sorte, nell'essere stati cacciati, con una scusa o con l'altra, proprio dal forum citato nell'articolo precedente. [Ignazio Freschi, Giuseppe Sabatino, e Simone Colzani (per noi, già da tempo, Kolza) sono tre ricercatori "storici" del caso Kennedy, che stanno preparando a loro volta un contro-sito che smentisca una volta per tutte le mille false verità spacciate dai debunkers suddetti].
In conclusione, la verità profonda e sconcertante che si presenta a quel punto, è che in realtà la Commissione Warren non ha mai sostenuto un bel nulla che si possa equiparare anche solo lontanamente ad una tesi vera e propria.
Dice infatti un pilastro dell'umano ragionare, che "si può sostenere che un fatto sia avvenuto, solo se si indichi almeno un modo, logicamemte accettabile e fisicamente plausibile, in cui tale fatto possa essere avvenuto".
Se io sostengo che il mio gatto è saltato dal lavandino alla vasca da bagno, in genere non avrò bisogno di indicare a nessuno come possa averlo fatto. Ma se voglio sostenere che con un solo balzo ha saltato dal balcone del mio bagno a quello della casa di fronte, che dista una settantina di metri, magari mi può anche venir chiesto in che modo sia mai riuscito a farlo. E se non saprò suggerire che può essere stato, ad esempio, trasportato dalla tromba d'aria che proprio in quel momento passava di lì, oppure mostrerò che ha delle zampe posteriori più sviluppate di quelle di un canguro, la mia pretesa di "fatto avvenuto" rischia di restare tale per l'eternità.
Ebbene, gira e rigira, si scopre appunto che la Commissione Warren non ha mai indicato, nelle migliaia di pagine del suo rapporto, una sola sequenza completa, precisa e plausibile insieme, in cui Oswald possa aver sparato i famosi tre colpi che gli si vogliono attribuire. Ogni volta ci gira intorno, astutamente - e non senza motivo, come vedremo - ma non si compromette mai su nulla dal quale non possa fare retromarcia.
Ho provato allora a spingere su quel pedale, con i "saggi" del forum (pro-Warren) che frequentavo, e ho presto scoperto la stessa ritrosia a fare affermazioni definitive in quel senso. Ormai il tartufo era individuato, si trattava solo di pazientare fino a riuscire a metterlo a nudo.
Ebbene, se alla fine si guarda tutto da vicino, e si obbliga ogni ipotesi ad essere esplorata fino in fondo, risulta che l'UNICO modo in cui Oswald avrebbe mai potuto compiere quell'impresa, è di aver sparato un colpo attorno al fotogramma Z-160 ("prima della quercia", per chi vorrà approfondire), il quale sarebbe stato deviato da un ramo della medesima di almeno 40°! Avrebbe poi prseguito, fino a scheggiare un marciapiede che si trovava a ottanta metri di distanza almeno, mancando completamente sia Kennedy che la limousine, e perdendo nel frattempo anche la camiciatura, in un ipotetico rimbalzo sull'asfalto intermedio che nessuno dei presenti avrebbe notato. Insomma, i cartoni animati.
Ogni altra ipotesi è smentita dagli stessi "esperti" portati dai debunkers, se solo si ha la pazienza di rastrellare e riordinare con calma tutte le loro dichiarazioni "incontestabili".
Non esiste quindi, ad oggi, un solo modo plausibile in cui Oswald abbia potuto agire da solo. Non fatevi attrarre nel carrozzone ambulante della pallottola magica, o dalle sirene del film di Oliver Stone, o dalle mille altre implausibilità - significative, comunque - che ovviamente dovettero esser costruite per tenere in piedi l'illusione del killer solitario.
E' in quel tenero ramo di quercia, che si mette a sbattere improvvisamemte davanti all'"esperto tiratore dei Marines", e nel calcolo statistico delle probabilità balistiche complessive di quel colpo, che sta il tallone d'Achille di quella vergognosa bugia storica.
E anche per chi volesse credere all'impossibile, resta il fatto che la Commisione Warren, non avendo mai proposto almeno una tesi completa e dettagliata della sequenza degli spari, non avrebbe mai potuto nemmeno iniziare a sostenere, da un punto di vista filo-logico, che Oswald abbia agito da solo. La posizione ufficiale è quindi sempre restata quella di chi sostiene che il suo gatto sia saltato da un balcone all'altro, senza indicarci con precisione almeno un modo in cui possa averlo fatto.
Ecco perchè dicevo che il "caso Kennedy", in realtà, non è mai esistito. E' esistito soltanto un torbido polverone autoreferenziale, sollevato con tale arte e malizia da chi non ha mai voluto che la verità venisse a galla, che alla fine ci sono cascati dentro tutti coloro che hanno voluto "dimostrarne" l'evidente falsità.
Il riassunto di 40 inutili anni di diatriba è tutto qui: vuoi sostenere che Oswald abbia agito da solo? Siediti lì, e raccontami semplicemente come ha fatto. Finora, lo ripeto, ciò non è mai avvenuto. Trovatemi una sola descrizione completa, balisticamente plausibile, secondo dopo secondo, della sparatoria, e ve la pago a peso d'oro.
Ma finchè qualcuno non lo farà, finchè qualcuno non ci mostrerà almeno una maniera in cui Oswald possa davvero aver sparato quei tre colpi da solo, l'impossibilità che lui lo abbia fatto rimane tale "per definizione", e dimostra quindi automaticamente che altri, con o senza di lui, spararono a Kennedy quel giorno.
Il caso Kennedy fino ad oggi non è mai esistito.
Massimo Mazzucco