[color=993300]HA RISPOSTO IL GIUDICE TOSTI (nei commenti)[/color]
La poesia a volte può nascondersi anche nei più crudi anfratti della realtà quotidiana. Mentre stiamo subendo, supinamente e silenziosamente, l'ennesimo vergognoso sopruso da parte del Vaticano (condono ICI), c'è qualcuno che ancora si ciba di sani principi morali - giustizia, equità, correttezza - e piuttosto che voltare loro le spalle è disposto a mettere in gioco la faccia, il nome, la carriera.
Il giudice di Camerino, Luigi Tosti, da qualche mese ha incrociato le braccia, "semplicemente" perchè il Ministero di Giustizia non rimuove i crocefissi dalle aule dei seggi elettorali, mentre a lui non è permesso affiggere i simboli dello Stato italiano, come ad esempio il ritratto del Presidente della Repubblica.
Sembrerebbe la "solita" presa di posizione del laico, dell'ateo, del secolare, che rivendica indignato quell'indipendenza dalla Chiesa che il Cavour … … aveva concepito per noi ("libera chiesa in libero stato"), ma che poi qualcuno si è dimenticato di implementare.
Il giudice Tosti si appella alla sentenza della Cassazione in cui si dichiara "l'illegittimità dell'ostensione dei crocifissi nei seggi elettorali, ritenendola lesiva sia del principio supremo della laicità dello Stato italiano sia del principio costituzionale della pari eguaglianza di tutte le confessioni religiose e dell'ateismo".
Luigi Tosti ne fa, ovviamente, "una questione di principio", e ha scritto alla Corte dei Conti invitando
"l'Amministrazione della Giustizia ad essere coerente con sé stessa, e cioè o a rimuoverlo dalla Magistratura, o a sospendere il pagamento degli stipendi". "Ritengo immorale la percezione degli stipendi - dice Luigi Tosti -
sicché invito l'Amministrazione a sospenderne l'erogazione, quantomeno sino alla definizione del contenzioso perché, in caso contrario, sarò costretto a restituirli".
Pensate per un attimo al contrasto violento fra la pulizia di questo semplice gesto, e la marciscenza cronica del nostro rapporto con la Chiesa di Roma, fatto di ambiguità, di inganni, di sottintesi, di ricatti e di tradimenti le cui radici risalgono ormai a più di dicciassette secoli fa.
Da una parte, l'inutiltà assoluta, quasi infantile, di un gesto isolato come quello di Tosti, che non può concepire una vita in cui si predichi in un modo e si razzoli in un altro (in fondo, il suo ministero si chiama "di giustizia"), dall'altra la rapacità cieca e insaziabile di chi ha accumulato nei secoli potere e ricchezze infiniti rubando, conquistando, depredando, ingannando e uccidendo, nel nome di qualcuno che predicò esattamente l'opposto di ciò che loro fanno.
Alla fine chi è più cristiano dei due: il laico togato, o il religioso porporato?
Massimo Mazzucco
Ecco le lettere di Tosti
All'On.le Ministro di Giustizia
Ing. Roberto Castelli
R O M A
Alla Corte dei Conti
R O M A
Alla Cassa di Risparmio di Bologna
Agenzia di Rimini
R I M I N I
Io sottoscritto Luigi Tosti, nato a Cingoli (MC) il 3.8.1948, residente a Rimini, Viale Bastioni Orientali n. 38, magistrato ordinario in servizio presso il Tribunale di Camerino, ho iniziato, dallo scorso 9 maggio, a rifiutarmi di tenere le udienze perché l'Ammnistrazione Giudiziaria si rifiuta di rimuovere i simboli religiosi di parte dalle aule giudiziarie -e comunque non mi autorizza ad esporre i miei simboli- così violando il principio supremo di laicità ed altri diritti soggettivi assoluti di rango costituzionale. Questa mia reazione è stata tra l'altro giustificata col richiamo di sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione penale (1.3.2000 n. 439, Montagnana).
Sino ad oggi sono stato comunque impegnato nell'attività lavorativa, se non altro a causa del notevole arretrato che si era accumulato: questa situazione, tuttavia, è destinata ad esaurirsi a breve.
Dal momento che ritengo che i Cittadini italiani abbiano il diritto, nella loro qualità di contribuenti, di non veder sperperato il proprio danaro, invito l'Amministrazione della Giustizia ad essere coerente con sé stessa, e cioè o a rimuovermi dalla Magistratura (visto che l'Amministrazione ritiene di essere nel giusto) o a sopendere il pagamento degli stipendi.
Ritenendo immorale la percezione degli stipendi, invito comunque l'Amministrazione a sospenderne l'erogazione, quantomeno sino alla definizione del contenzioso perché, in caso contrario, sarei costretto a restituirli.
Invito pertanto l'Istituto di Credito CARISBO a rifiutare l'accreditamento sul mio c.c. n. (...) degli stipendi.
Cordiali saluti.
Camerino, li 27 settembre 2005.
Luigi Tosti
e
All'Onorevole
Presidente della Repubblica
Carlo Azelio Ciampi
R O M A
Gentile Presidente,
mi chiamo Luigi Tosti e sono magistrato ordinario in servizio presso il Tribunale di Camerino. In questa mia qualifica ho chiesto, senza ottenerlo, all'Amministrazione Giudiziaria di rimuovere dalle aule qualsiasi simbolo religioso in osservanza del supremo principio di laicità dello Stato, affermato sia da costanti sentenze della Corte Costituzionale che da specifiche sentenze della Cassazione (in particolare: Cass. Penale, IV Sez., 1.3.2000 n. 439).
Ritengo in effetti che l'esposizione di un unico simbolo religioso, nei locali deputati all'esercizio di pubbliche funzioni, sia incompatibile con l'obbligo dello Stato di essere neutrale, imparziale ed equidistante nei confronti delle altre religioni e dei cittadini che credono in religioni diverse o non credono in nessuna e che, per altro verso, l'uso dei simboli religiosi come "marcatori" del territorio (pubblico) svilisca il loro valore spirituale, tant'è che la religione ebraica, quella islamica e tutte le confessioni cristiane diverse da quella cattolica ripudiano siffatta forma di ostensione.
Nell'esercizio delle mie funzioni io mi identifico nel popolo italiano e nei simboli che identificano l'unità nazionale, e cioè nella bandiera tricolore e nel ritratto del Presidente della Repubblica: paradossalmente nessuno di essi è presente nelle aule giudiziarie.
Le sarei pertanto grato se Lei volesse inviarmi cinque copie del Suo ritratto, da appendere nelle aule.
Questo Suo gesto potrebbe contribuire in modo autorevole a dirimere tensioni e ad indurre al ragionamento.
La saluto cordialmente.
Camerino, li 27 settembre 2005.
Luigi Tosti
Tribunale di Camerino
Luigi Tosti, Via Bastioni Orientali n. 38, 47900 Rimini, Tel. 0541-789323, cell.: 338-4130312.
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