Quello che è accaduto stamattina all’ Università Statale di Milano ha dell’incredibile ma è al contempo estremamente indicativo di come la classe politica italiana sia ormai irrimediabilmente rinchiusa dentro al suo bozzolo di autoreferenzialità, senza più avere nessuna velleità di comunicare con l’esterno.
I ministri Giuliano Amato e Tommaso Padoa Schioppa si sono recati all’Università, invitati ad un convegno sul tema della riforma delle autorità indipendenti ed hanno relazionato in un’aula magna completamente priva di studenti, ma in compenso affollata di giornalisti e addetti alla sicurezza. (cont.) Agli studenti che dovrebbero rappresentare l’unica vera risorsa di qualunque Università è stato intimato di rimanere lontani, confinati da un folle ostracismo all’interno di un aula dove avrebbero potuto assistere alla “lezione” in videoconferenza. Il motivo addotto per questa epurazione è stato quello di preservare la sicurezza dei Ministri, essendo la categoria degli studenti giudicata potenzialmente pericolosa.
Dimostrando notevole intelligenza nessuno degli studenti si è presentato nell’auletta “di confino” e solamente una decina di loro sono poi entrati in aula magna quando con un ripensamento tardivo e ormai fuori luogo, il rettore li ha invitati a farvi ingresso a metà della conferenza.
Resta da domandarsi quale paese sia quello in cui i Ministri si recano all’Università per dialogare con le guardie di sicurezza, mentre gli studenti vengono considerati elementi marginali e per giunta pericolosi da emarginare da quel contesto universitario che dovrebbe essere costruito e gestito unicamente per loro.
Resta da capire quale insegnamento potrebbero trarre i giovani da una classe politica che rifiuta di confrontarsi con loro perfino all’interno di un’aula di Università, preferendo considerarli “elementi pericolosi” da tenere a debita distanza.
Poco importa che Giuliano Amato durante il suo intervento si sia dichiarato turbato per la mancanza degli studenti e che gli organizzatori abbiano agli stessi tardivamente domandato scusa, quello che rimane di questa mattinata è solo un senso di amarezza e desolazione.
Marco Cedolin
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