di Daniele Framarin
L'Europa si studia in geografia come un continente a se nonostante sia congiunto all'Asia indissolubilmente. La ragione storica di ciò risale ai tempi dei Greci che chiamarono Europa la parte occidentale del mondo da loro conosciuto in contrapposizione con l'oriente. Il distinguo fu creato per contrapporre i paesi ad ovest della Grecia che ne condividevano principi liberali da quelli ad est che non lo facevano.
Una prima unione europea risale all'epoca dell'impero romano ed è stata ottenuta per mezzo della guerra. Imploso l'impero le varie popolazioni europee rimasero divise ed in guerra tra loro fino alla conclusione della seconda guerra mondiale.
Dalle ceneri di quel rovinoso conflitto cominciò a germogliare il seme dell'unione che vide la luce per interessi economici nel 1951 con l'istituzione della Comunità Europea del Carbone e l'Acciaio (CECA). Visto il successo di questo primo trattato internazionale l'integrazione europea proseguì con trattati successivi e nuovi membri. Attualmente fanno parte dell'unione europea 27 stati.
Alla fine del 2001, preso atto dell'incapacità decisionale dell'unione seguita alle guerre preventive promosse dagli USA ed in previsione dell'allargamento nel 2004 a dieci nuovi membri si pensò di creare una costituzione europea. A questo scopo fu convocata la Convenzione sul futuro dell'Europa con presidente Valéry Giscard D'Estaing. Il risultato finale fu presentato il 18 luglio 2003 a Roma col nome: "Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa".
Il 29 ottobre 2004 i venticinque capi di stato o di governo dei paesi membri dell'unione firmarono il documento a Roma nella sala degli Orazi e Curiazi.
Alla firma fece seguito un lungo iter di ratifica che si interruppe dopo la doppia bocciatura referendaria consecutiva ottenuta in Francia ed Olanda.
Dopo queste due sonore bocciature si avviò un periodo di riflessione che portò alla redazione del Trattato di Lisbona.
......................... Il Trattato di Lisbona è stato firmato il 13 dicembre 2007 dai capi di stato e di governo dei paesi membri nel Monastero di Jerònimos a Lisbona (Portogallo). Attualmente è in fase di ratifica da parte degli stati membri.
Vediamo le novità principali rispetto ai vecchi trattati:
Presidenza del consiglio Europeo:
Presidente eletto a maggioranza qualificata senza approvazione del parlamento Europeo che rimane in carica per due anni e mezzo.
Alto rappresentante dell'unione per gli affari esteri e le politiche di sicurezza:
Coordina la politica estera dell'Unione, è vicepresidente della commissione, amministratore dell'agenzia Europea per la difesa, segretario generale del consiglio.
Parlamento Europeo:
Il consiglio Europeo prima di prendere una decisione deve consultare il parlamento Europeo anche se poi tale parere non è vincolante per il consiglio stesso.
Banca centrale:
La banca centrale europea diventa una istituzione ufficiale. Il trattato di Lisbona dichiarerà l'Euro moneta ufficiale dell'Unione europea.
Carta dei diritti fondamentali:
La carta dei diritti fondamentali diventa un atto giuridicamente vincolante e fonte di diritto (superiore alla costituzione italiana).
Cessione di sovranità:
Nel Trattato di Lisbona la ripartizione delle competenze in vari settori tra gli Stati membri e l'Unione è esplicitamente dichiarata nelle seguenti tre categorie:
Dopo una breve esposizione a grandi linee di un trattato di oltre 400 pagine vediamo di esaminare le critiche più fondate avanzate finora al trattato alle quali aggiungerò alcune considerazioni personali.
Inizierò riportando il contenuto della prima pagina della “Versione consolidata del trattato sull'Unione europea e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea”[1]
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AVVISO AL LETTORE
La presente pubblicazione contiene le versioni consolidate del trattato sull'Unione europea, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, nonché dei loro protocolli e allegati quali risulteranno a seguito delle modifiche introdotte dal trattato di Lisbona firmato il 13 dicembre 2007 a Lisbona. Vi sono anche contenute le dichiarazioni allegate all'atto finale della Conferenza intergovernativa che ha adottato il trattato di Lisbona.
Il trattato di Lisbona è ancora in corso di ratifica da parte degli Stati membri conformemente alle rispettive norme costituzionali. Come stabilito dal suo articolo 6, il trattato entrerà in vigore il 1º gennaio 2009 se prima di tale data saranno stati depositati tutti gli strumenti di ratifica o, in mancanza, il primo giorno del mese successivo al deposito dell'ultimo strumento di ratifica.
La presente pubblicazione ha un carattere provvisorio. Prima dell'entrata in vigore del trattato di Lisbona potrebbe intervenire, in questa o quella versione linguistica, un certo numero di rettifiche intese a correggere eventuali errori riscontrati nel trattato di Lisbona o nei trattati esistenti.
Il presente testo rappresenta uno strumento di documentazione che non implica la responsabilità delle istituzioni dell'Unione europea.
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In pratica è stato firmato un trattato provvisorio che potrà subire “un certo numero di rettifiche”. Questo mi ricorda il trattato istitutivo della CEE del 1957 firmato a Roma nella sala degli Orazi e Curiazi. Dal sito dell'Europa [10] apprendiamo come in quell'occasione il trattato fosse stato firmato "in bianco". Erano state stampate infatti solo la prima e l'ultima pagina. La storia evidentemente ama ripetersi....
Un'altra cosa non secondaria è capire se il trattato è stato veramente letto:[2][3]
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A due settimane dal referendum irlandese del 12 giugno sul Trattato di Lisbona, i sondaggi dicono che il margine di vantaggio del "sì" sta sensibilmente diminuendo, in maniera simile alla vigilia del referendum del 2001 che respinse il Trattato di Nizza. La scorsa settimana il Primo ministro Cowen, che conduce una aggressiva campagna a favore della ratificazione, si è dato la zappa sui piedi confessando di non aver letto il testo del trattato. Gli ha fatto eco il Commissario UE McCreevy il quale, parlando a favore del Sì il 23 maggio a Dublino, ha affermato che neppure lui ha letto il trattato, aggiungendo che nessuna "persona sana o decente lo leggerebbe dalla prima all'ultima pagina". Ci accontentiamo del Bignami, ha più o meno spiegato.
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In altri paesi, tra cui Francia e Germania, esso è stato ratificato benché il testo non fosse ancora stato reso noto, e risultasse del tutto incomprensibile, inducendo molti parlamentari ad approvarlo senza neanche averlo letto. Il Presidente della Repubblica tedesco non ha firmato la ratifica perché sono immediatamente scattati tre ricorsi alla Corte Costituzionale.
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La “Versione consolidata” del trattato è datata 9 maggio 2008. Gli stati che hanno ratificato il trattato precedentemente a tale data lo hanno fatto indubbiamente sulla fiducia e senza aver letto il testo.
Cosa ne pensano i socialdemocratici europei?[4]
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«Non possono essere i mercati finanziari a governarci!», questo è il titolo di una lettera firmata da un gruppo di personalità della socialdemocrazia europea inviata al presidente della Commissione UE Jose Manuel Barroso ed al presidente francese Nicolas Sarkozy, il quale subentrerà alla presidenza dell’UE il 1 luglio, e pubblicata il 22 maggio su Le Monde.
“La crisi finanziaria attualmente in corso non è un caso. Essa non era, come vuole qualcuno ai vertici della finanza e della politica, impossibile da prevedere. Per individui dotati di lucidità, l’allarme suonò diversi anni fa. Questa crisi è dovuta al fallimento di mercati con poche o senza regole, e ci mostra, ancora una volta, che il mercato finanziario non è capace di autoregolamentazione. Ci ricorda inoltre il preoccupante aumento del divario dei redditi nella nostra società e solleva gravi interrogativi sulla nostra capacità di impegnare i paesi in via di sviluppo in un dialogo credibile sulle sfide globali”.
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Nel Trattato di Lisbona l'indipendenza della BCE viene rafforzata contro le interferenze degli stati, anche se a dire il vero non era poi così necessario. Ogni regolamentazione del mercato per cui può essere decisa unicamente dalla BCE esautorando i parlamenti nazionali dalle loro seppur oggi assai limitate possibilità di intervento regolatore.
La costituzione italiana cosa ne pensa?
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Il prof. Guarino ha esposto la sua critica in una conferenza pubblica a Firenze il 19 maggio, alla presenza di costituzionalisti, esperti e amministratori. Il trattato viola almeno due articoli della Costituzione italiana, l'Art. 1 ("La sovranità appartiene al popolo") e l'Art. 11 (L'Italia "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie"). Riguardo a quest'ultimo, le condizioni di parità sono violate dal fatto che paesi come la Gran Bretagna e la Danimarca, membri del trattato, sono esonerati dalla partecipazione all'Euro. Così essi possono, ad esempio, fissare il tasso d'interesse in modo vantaggioso per loro ma svantaggioso per gli altri firmatari del trattato.
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La carta dei diritti fondamentali dell'unione europea legittima l'omicidio[5]
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Nella Dichiarazione riguardante le Spiegazioni della Carta dei Diritti Fondamentali, che secondo l'Art. 49b (51) TUE ("Allegato") sono parte costituente dei Trattati, dunque sono parimenti vincolanti, sta scritto:
3. Le disposizioni dell'articolo 2 della Carta corrispondono a quella degli articoli summenzionati della CEDU e del protocollo addizionale e, ai sensi dell'articolo 52, paragrafo 3 della Carta, hanno significato e portata identici. Pertanto le definizioni "negative" che figurano nella CEDU devono essere considerate come presenti anche nella Carta:
a) articolo 2, paragrafo 2 della CEDU:
"La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:
a) Per garantire la difesa di ogni persona contro la violenza illegale;
b) Per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta;
c) Per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione";
b) articolo 2 del protocollo n. 6 della CEDU:
"Uno stato può prevedere nella propria legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra; tale pena sarà applicata solo nei casi previsti da tale legislazione e conformemente alle sue disposizioni ...".
Sommosse o insurrezioni possono essere viste anche in certe dimostrazioni.
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La carta dei diritti fondamentali diventa un atto giuridicamente vincolante e fonte di diritto superiore alla costituzione visto che è un trattato internazionale. L'Inghilterra ha ottenuto l'opzione per non aderire a questa parte del trattato giustificandosi col fatto che sconvolgerebbe il suo ordinamento giuridico basato sul “Common Law”.
Facciamoci quattro conti...
L'Inghilterra non aderisce all'Euro, non aderisce alla carta dei diritti fondamentali...
Pure casualità o forse no?
Perché non parliamo di guerra?[6]
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Poi c'è la cosiddetta Clausola di Solidarietà, una vera bomba, perché significa che se c'è da contrastare azioni terroristiche in un qualsiasi paese - e cosa siano le " azioni terroristiche " NON è definito, rimane una nozione totalmente vaga - tutti i paesi dell'Unione, anche se in disaccordo, devono partecipare alle azioni militari, alle guerre di aggressione ed alle missioni di pace in paesi terzi - quindi al di fuori dell'Unione Europea - di fatto senza che esista più diritto di veto per i paesi che non sono d'accordo. In pratica, senza alcun dibattito pubblcio, senza dibattiti nei parlamenti nazionali, l'Unione Europea viene trasformata in una alleanza fortificata con l'obbligo al riarmo ed agli interventi fuori dai propri confini.
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La senatrice Italiana Lidia Menapace cosa ne pensa?[7]
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Sen. Lidia Menapace:
Importantissima segnalazione per ambedue i temi anzi tre: abolizione della neutralità (che obbliga Svizzera, Svezia, Austria, Finlandia, Malta a mutare forma dello stato o a non aderire all'Europa) mentre sarebbe proprio il caso di tenere aperta la possibilità di provare a fare un' Europa neutrale (che non vuol nemmeno dire disarmata, ma ad esempio nell'impossibilità di possedere armi atomiche e qualsiasi armamento nucleare) (dunque un bel sostegno alla campagna Via le bombe!), pena di morte (che abbiamo appena tolto dal codice militare di guerra italiano), fine della sovranità nazionale in economia, che è una clausola tombale sullo stato sociale.
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In Francia cosa ne pensano?[8]
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Anne-Marie Le Pourhiet : «L’Unione Europea è antidemocratica»
Quanti pensavano che l’Unione Europea fosse un’istituzione democratica, rispettosa delle leggi costituzionali di ciascun Paese nonché delle rigide procedure per modificarle, davano per scontato che il Progetto di Costituzione europea fosse morto da tempo.
Il Trattato Europeo, detto anche Trattato di Lisbona, dal nome della capitale dove i governi europei si sono radunati non già per approvarlo, ma per ratificare a scatola chiusa un’approvazione decisa a porte chiuse dalla citata combriccola dell’Unione, sancisce quindi la fine della democrazia.
O forse ne conferma la fine: è quanto sostiene Anne-Marie Le Pourhiet, docente di diritto pubblico all’Università Rennes-I, intervistata dalla giornalista svizzera Silvia Cattori.
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La Francia assieme all'Olanda avevano decretato la fine della “Costituzione Europea” bocciandola per via referendaria. Da uno studio fatto da un gruppo di euroscettici risulta che il Trattato di Lisbona è uguale al 96% rispetto alla costituzione precedentemente bocciata. Il presidente francese Sarkozy ha fatto votare il trattato dal parlamento ed ha negato un nuovo referendum. Il trattato è stato ratificato dalla Francia il 7 febbraio 2008.
Aggiungo infine un altro paio di considerazioni personali:
Aderendo alla carta dei diritti fondamentali il governo può essere autorizzato ad uccidere per “reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione”.[9]
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E allora da questo momento, promette Berlusconi, «lo Stato farà lo Stato» e lo farà con tutti i mezzi che ha a disposizione. Esercito compreso. Esercito soprattutto...». Incurante delle polemiche che hanno accompagnato il decreto legge sull'emergenza rifiuti, il premier schiera ufficialmente i militari a difesa delle discariche prima e del dl poi che, in conferenza stampa, chiamando in causa le amministrazioni locali di sinistra, blinda di fatto annunciando una corsia preferenziale in Parlamento e respingendo ipotesi di modifica. «Non faremo passi indietro» cadenza il premier a ogni intervento, tra i quali quasi nasconde quello che annuncia la fine dell'incubo rifiuti a tre anni da oggi. «Non saranno tempi brevi - annuncia - ma la soluzione sarà definitiva», promette.
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Qualora venisse ratificato il Trattato di Lisbona dai manganelli ai mitragliatori il passo potrebbe essere veramente breve.
Vorrei far notare poi che l'UE verrebbe ad avere “competenza condivisa” con l'Italia in materia di infrastrutture Transeuropee. Questo significa in pratica che qualora la commissione europea decidesse che la TAV (Torino-Lione) deve essere completata passa a lei la competenza per decidere ogni cosa a riguardo e le lamentele dei comitati NOTAV dovranno arrivare fino a Bruxelles dove li attende un enorme “muro di gomma”.
Questa è solo una piccola e breve disamina del trattato. Il resto dei commenti lo lascio a voi.
Daniele Framarin
Fonti:
[1]http://bookshop.europa.eu/eubookshop/FileCache/PUBPDF/FXAC08115ITC/FXAC08115ITC_002.pdf
[2]http://www.movisol.org/08news114.htm
[3]http://www.movisol.org/08news117.htm
[4]http://www.movisol.org/08news113.htm
[5]http://www.effedieffe.com/content/view/3018/
[6]http://www.effedieffe.com/content/view/2883/
[7]http://www.movisol.org/08news042.htm
[8]http://www.silviacattori.net/article356.html
[9]http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=75903
[10]http://europa.eu/50/news/interview/070521_it.htm