I DUE LIVELLI DEL REVISIONISMO
La notizia è perlomeno curiosa: migliaia di cinesi si riversano in strada e distruggono tutto ciò che di giapponese trovano sul percorso, dai ristoranti di sushi saccheggiati, alle effigie del Sol Levante bruciate per strada, alle sassate contro le finestre dell'ambasciata giapponese. Motivo: non piace ai cinesi il modo in cui un nuovo libro di storia giapponese edulcora, o addirittura cerca di cancellare, i vergognosi eccidi compiuti dal loro esercito, durante la guerra mondiale, contro le popolazioni cinesi.
Sembrerebbe quindi una classica protesta contro un tipico caso di revisionismo storico, che inizierebbe già dagli anni della scuola ... ... ad inculcare - o meglio a deculcare - dalla mente dei giovani certi fatti poco edificanti del loro passato.
Nel frattempo, dall'altra parte del mondo, giunge notizia dell'estradizione, da parte del Canada verso la Germania, dell'intellettuale tedesco Ernst Zundel, ritenuto colpevole dalle autorità tedesche di aver negato, in un suo libro, l'esistenza delle camere a gas di Auschwitz.
Nel nome del politically correct - se solo si trascura la palese violazione dei diritti umani, come sanciti dalla Carta accettata da tutti i paesi dell'ONU - verrebbe istintivamente da dire: ahh…. che bello! Giustizia è fatta, in Oriente come in Occidente. Finalmente i revisionisti hanno vita dura, basta con questa iniquità che vuole negare alla storia la sua verità, ed ai popoli che l'hanno vissuta il loro diritto al giusto riconoscimento morale.
Se però si scava appena un pò più a fondo, appare un secondo livello, ben più cinico e pragmatico del facile idealismo che per un istante ci aveva pervaso.
Viene infatti da domandarsi come possa un semplice libro di storia scatenare, dall'oggi al domani, una reazione così virulenta nella popolazione di un intero paese. Che cosa è successo? Un cinese è per caso tornato dal Giappone, dove per sbaglio si era imbattuto nel libro, l'ha detto al suo amico di pianerottolo, questo l'ha detto a suo cognato, e da lì è partito un passaparola che ha portrato in poco tempo alla rivolta di piazza?
O è forse più probabile che qualcuno abbia orchestrato il tutto, facendo giungere al popolo "irascibile" la provocazione del libro maledetto al momento giusto e nel modo giusto? Controllando i media, ormai lo sappiamo, controlli anche tutto il resto.
Nel frattempo scopri che, ad esempio, è in corso un silenzioso braccio di ferro fra Cina e Nazioni Unite, per impedire che queste ultime ammettano il Giappone nel Consiglio di Sicurezza permanente. Sarebbe per loro uno schiaffo inaccettabile, oltre a garantirgli ulteriori problemi sul piano internazionale.
Perchè allora non utilizzare la prima scusa che si trova sottomano, ed aizzare un pò di gente per mettere in cattiva luce l'odiato concorrente, bagnando cosi le polveri alla sua speranza di entrare nel Consiglio di Sicurezza? (Ricordate, al tempo delle ultime Olimpiadi, quando di colpo il mondo "scoprì" che "i coreani mangiano i cani?" Non fu certo l'associazione cinofila di Pyong Yang a ricordarlo al mondo. Ben altri interessi devono aver generato quelle voci, in quel preciso momento.)
D'altronde, se ci pensiamo bene, non è questo il tipo di revisionismo che fa danni. Oggi una bugia storica non è più raccontabile inserendola semplicemente in un libro di storia. Tempo che quello raggiunge i milioni di ragazzi che devono leggerlo, e questi si sono comunque già informati in Internet, confrontando venti fonti diverse su quel determinato fatto storico.
Ed anche sul fronte del revisionismo più classico, quello della Shoah, cosa volete che possa fare uno Zundel qualunque, che dice che le camere a gas non ci furono? Basta suggerire un rapido giro in rete, e ti ritrovi davanti quintali di documentazione in senso opposto, e la cosa finisce lì. Ma noi, estradando e condannando Zundel davanti al mondo, facciamo vedere come non permettiamo a nessuno di dire le bugie, e così la gente continuerà a fidarsi di noi.
Mentre in realtà quella bugia l'abbiamo inventata noi, prima ancora di Auschwitz, e ora dobbiamo fingere di difenderla a tutti costi. Ma in realtà vorremmo trasformarla, perchè ormai ha fatto il suo dovere, ha reso quello che doveva rendere, e va modificata ad uso e consumo delle esigenze più attuali.
Ecco allora che ti spunta un film di Roberto Benigni, nel quale i campi di concentramento diventano una specie di gita parrocchiale, dove al massimo rischi di perdere il papà, ma alla fine ritrovi comunque la mamma, ed in più ti regalano un bel carro armato. Americano, naturalmente.
Riassumendo: protesta per il libro, tutti sono contenti, e il Giappone resta fuori dal Consiglio. Zundel alla gogna, tutti sono contenti, e Benigni si prende l'Oscar per averci regalato qualche lacrimuccia, con la quale sgravarci d'un colpo da un peso storico altrimenti insopportabile.
E' questo il revisionismo da cui guardarsi: quello che modifica i valori, confonde le acque morali, facilita l'oblio della coscienza, induce all'inerzia della mente, per poi convogliare tutte le energie restanti nell'insaziabile ciclo di produzione e consumo. Il resto sono solo ideali assolutamente superati ed inutili, da qualunque parte li guardi.
Anche questo è globalizzazione.
Massimo Mazzucco