“Chi è più credibile?” domanda la seconda.
(Noi una risposta ce l’avremmo).
11.06.04 - Sembrerebbe quello che in America chiamano un “pissing contest”, la gara a chi la fa più lontano, lo scambio di accuse e contro accuse fra Croce Rossa ed Emergency (Gino Strada), che ha come sfondo la verità sulla liberazione degli ostaggi. Maurizio Scelli, commissario straordinario della CRI in Iraq, dice (al TG1) che quelli di Emergency “se ne sono andati via al primo scoppio di mortaretto”, e che “se ne sono stati comodamente negli Sheraton di Amman e se ne sono stati in giro a far convegni, a sentenziare, a pontificare”, mentre loro “dalla mattina alla sera, in piena notte [?], andavano rischiando la vita per portare aiuto a tutte le parti”. Emergency risponde di aver “portato aiuti a Karbala e a Bagdad nonostante e contro i suggerimenti di autorita' civili e militari che prospettavano problemi di sicurezza''. E ricorda che, mentre loro rischiano di finire sotto le bombe, qui come in Afghanistan, la Croce Rossa “viaggia al seguito delle truppe”. Non vogliamo commentare sulle insinuazioni di vigliaccheria, da parte della Croce Rossa, che sarebbero fuori luogo per chiunque abbia solo osato ... ...metter piede in Iraq da un anno a questa parte, ma un paio di considerazioni oggettive possiamo certo permetterci di farle: la prima è che in tutti questi anni Emergency ha certamente aiutato, in maniera sostanziale, decine di migliaia di iracheni, costretti a sofferenze supplementari a causa dal vergognoso “embargo” (si chiama ricatto, in italiano, per la precisione) imposto dall’occidente assetato di petrolio (dov’é infatti l’ “embargo” per la violazione dei diritti umani in Nigeria, in Cecenia, in Honduras, in Cina e Indocina, eccetera eccetera eccetera?).
La seconda è che ricordo ancora benissimo il mio stupore nel leggere le lamentele della Croce Rossa, subito dopo la presa di Baghdad, perchè il comando Usa, “per motivi di sicurezza”, non gli permetteva di accedere alle zone più disastrate, nonostante molta gente stesse letteralmente morendo di sete (e per mille altri motivi). Sembrerebbe oggi che con un pò di “palle” in più (volendo restare in tema) ci si poteva andare comunque.
E l’ultima, e decisamente la più grave, è che la Croce Rossa sapeva - fin da questo Gennaio per propria ammissione, e da chissà quando ci domandiamo noi – delle torture sistematiche nei carceri di Abu Ghrab come di tutti gli altri carceri americani, sia in Iraq che in Afghanistan. Ma non aveva detto niente al mondo “perchè fa parte degli accordi, se no dopo ci tolgono il diritto di visitare le carceri.” (Chissà cosa se ne fanno, di quel diritto? Ci vendono cerotti?)
Allora, signor Scelli, chi è più credibile? Emergency o la Croce Rossa?
Massimo Mazzucco
ANSA – 11.06.04
SCELLI(CRI), EMERGENCY SENZA COGNIZIONE DI CAUSA
''Noi della Croce Rossa Italiana eravamo gli interlocutori principali'' nella liberazione degli ostaggi italiani. Lo ha affermato Maurizio Scelli, commissario straordinario della Cri, in un'intervista al Tg1 in cui ha ribadito che non e' stato pagato alcun riscatto per la liberazione dei tre italiani. Sul ruolo ricoperto nella vicenda da altre organizzazioni umanitarie, Scelli ha detto: ''Ma mi dite quali cognizioni di causa puo' avere Emergency, i cui rappresentanti se Se ne sono stati comodamente negli Sheraton di Amman e se ne sono stati in giro a far convegni, a sentenziare, a pontificare sulla realta' nella quale noi dalla mattina alla sera, in piena notte, e voi lo sapete, andavamo rischiando la vita per portare aiuto a tutte le parti. Ma chi e' piu' credibile?'' ''Vi do' come certezza matematica - ha sottolineato Scelli - che non e' stato pagato nessun riscatto, almeno per quanto riguarda tutta la parte istituzionale. E' un fatto matematico, perche' mi consta personalmente. Abbiamo giocato tutto sul piano umanitario''. Ed ancora: ''noi eravamo gli interlocutori principali. Sabato qualcosa si inceppa. Le ore passano, non arriva nessun messaggio, non si sa nulla di tutto questo, e lunedi' arriva una liberazione forzata''.
EMERGENCY, IN IRAQ SENZA PROTEZIONE MILITARE
''Rispondere alle offensive affermazioni del commissario straordinario della Croce Rossa Italiana risulta doveroso per il rispetto dovuto al personale di Emergency, continuativamente in Iraq dal 1995, dove e' giunto ed e' rimasto ininterrottamente a proprio pericolo e senza la protezione di alcun apparato militare, curando oltre 300mila persone anche nei contesti dei violentissimi combattimenti che hanno avuto luogo nel Nord del Paese negli anni tra il 1995 e il 1999''. Cosi' l'organizzazione guidata da Gino Strada replica alle affermazioni del commissario straordinario della Cri, Maurizio Scelli. ''Nel corso della guerra, nel 2003, il personale di Emergency - aggiunge l'organizzazione - ha portato aiuti a Karbala e a Bagdad nonostante e contro i suggerimenti di autorita' civili e militari che prospettavano problemi di sicurezza''. ''Se qualche 'confronto' fosse sensato, sarebbe piu' opportuno avesse ad oggetto il contenuto quantitativo e qualitativo delle attivita' di cura, l'impiego delle risorse e la trasparenza della gestione, non il livello mediocre e sguaiato di un millantato 'coraggio fisico': un confronto questo, peraltro, tra chi viaggia al seguito delle truppe e chi ha portato aiuti a Karbala, a Baghdad, a Falluja durante gli scontri armati e sotto le bombe che, dalla stessa provenienza, cadevano nei 2001 sull'Afganistan come piu' recentemente sull'Iraq''.