Molti indizi suggeriscono che sia ormai iniziata la terza fase nell’evoluzione della fondamentale figura del debunker nel dibattito in Internet. Dopo Arcadia e Medioevo, ora tocca al Rinascimento. La prima fase ha avuto luogo approssimatamente dal 2002 al 2004, la seconda dal 2005 al 2008, la terza è appena cominciata, con l'avvento del 2009. (A chi non avesse ben chiara la definizione di “debunker” consigliamo di riguardarla, prima di proseguire, nel suo stesso interesse. Si trova
in coda all’articolo).
Per quanto Internet esistesse già da tempo (il cosiddeto Pleistocene), è stato indubbiamente l’11 settembre a trasformare la rete nel campo di battaglia globale che oggi conosciamo, dove si dibattono ormai tutti i più importanti argomenti che riguardano l’umanità. Falso terrorismo, scie chimiche, revisionismo storico, finanza internazionale, bugie mediatiche, poteri occulti, mafia medica, ecc. sono diventati tutti argomenti di scontro frontale fra chi trova ingiuste certe situazioni e chi invece vuole che restino immutate.
Nei primi anni, con l’insorgere di queste problematiche, il debunker visse un periodo relativamente sereno – detto appunto Arcadia – nel quale gli bastava bighellonare allegro per la rete, buttando ogni tanto quà e là un “ma non diciamo stupidaggini!”. (Corrisponde alla prima fase descritta da Schopenhauer nel comportamento della società di fronte a una scomoda novità: il dileggio).
Ma presto gli stessi debunker si resero conto che si trattava di problemi molto complessi e variegati, e dovettero organizzarsi seriamente per tenere a bada questo dilagare improvviso di ideologia destabilizzante.
Iniziarono così gli anni bui del medioevo, dove il sangue scorse a fiumi, le bestemmie coprirono le parole, ... ... e ogni limite di decenza morale fu calpestato, nella disperata lotta di chi sa che per sopravvivere deve riuscire comunque a tagliare una testa più dell’altro. (E’ la seconda fase di Schopenhauer, la reazione virulenta).
Poi di colpo fu la calma.
Affrontati in qualche modo tutti gli argomenti più importanti, esulcerato all’inverosimile ogni aspetto più recondito, ci si rese conto che ormai Internet era diventato un luogo dove chiunque può trovare il meglio del meglio, su un fronte come sull’altro, di quanto è stato prodotto nel corso di questa lunga battaglia.
Oggi non è più necessario rimettersi a discutere da zero ogni argomento del dibattito, basta confrontare le tesi già esistenti sui siti avversi, per potersi fare con serenità la propria opinione. (E’ la terza fase di Schopenhauer, l’introduzione della novità).
Ecco quindi che il debunker, che fa di tutto per resistere al cambiamento, si ritrova a dover cambiare strategia. Di fronte al panorama desolante della novità, che ha ormai attestato le sue posizioni un pò dovunque, a lui non serve più convincere la gente che l’acciaio fonde a 40° sottozero, deve semplicemente evitare che troppe persone, informandosi qui e là, capiscano che non è vero.
Tramonta quindi il debunker-guerriero medioevale, ormai lordo di sangue da non essere più nemmeno presentabile, e subentra il debunker-ideologico, molto più elegante e distaccato, che si presenta come il nuovo mecenate della verità in stile rinascimentale.
Colto e delicato, con una approccio completamente diverso dai rudi antenati, il debunker ideologico si dedica esclusivamente ad una propaganda di ampio respiro, tesa a colpire nel suo insieme tutta l’ideologia destabilizzante, senza più sporcarsi le mani sui singoli argomenti (che fra l'altro non conosce nemmeno). Da oggi in poi lo sentirai semplicemente dire che “è stato smontato tutto”, mentre ti parlerà preoccupato di questa nuova malattia del secolo, il “complottismo”, che stranamente continua a diffondersi nonostante “non sia stato dimostrato un solo capo di accusa di una qualunque tesi complottistica”.
La cosa non è affatto semplice, ovviamente, perchè ha di fronte nemici temprati dalle lunghe battaglie medioevali, che nel frattempo si sono guadagnati una reputazione non facile da scalfire al primo sparo di archibugio. Anche perchè appena si provano a sparare un pallettone vengono travolti da un fuoco di ritorno impressionante, che li obbliga a ritirate poco dignitose.
Ecco allora spuntare l’arma segreta del debunker ideologico, vero e proprio Machiavelli rinascimentale. Laddove non sia possibile battere l’avversario sul campo, e sia necessario riconoscere le sue indubbie capacità critiche, si può sempre suggerire che queste capacità vengano usate a discapito del lettore stesso.
Si suggerisce cioè - prima subdolamente, poi sempre più apertamente - che costui sia un gatekeeper, ovvero un personaggio mandato dal potere per “tenere buone le masse”, portandole a pascolare su prati appetitosi ma poco pericolosi.
E’ una tentazione che purtroppo inizia a manifestarsi abbastanza spesso anche su questo sito, con frasi più o meno velate che cercano di alludere al “vero” ruolo del sottoscritto nel condurre le sue battaglie quotidiane.
Di certo è molto più comodo che non stare ad argomentarle il singolo tema, perchè non devi più sforzarti di ragionare all’infinito, devi solo buttare là una mezza frase ambigua e vigliacca, nella speranza che poi germogli da sola.
Naturalmente, non sta a me suggerire quale sia il mio vero ruolo nella rete. Posso solo ricordare che per definizione il gatekeeper è uno che porta il gregge su certi pascoli, proprio perchè vuole evitarne altri. E’ una accusa che si può quindi rivolgere a tutti quei personaggi che, per qualche motivo, si rifiutino sistematicamente di trattare certi argomenti scomodi, arrivando spesso a negarne l’esistenza pur di non doverlo fare.
Vi sono ad esempio comici famosi che non riconoscono nemmeno l’esistenza delle scie chimiche, mentre una volta le denunciavano apertamente. Oppure popolari scrittori “da salotto”, che dicono che l’11 settembre è un problema “irrilevante”, mentre passano le giornate in TV a parlarci di Berlusconi. E si potrebbe anche far notare che questi personaggi, che condividono grandi fama e comfort personali, si sostengano curiosamente a vicenda.
In tutto questo, io sfido chiunque ad indicare un solo argomento fra tutti quelli citati che questo sito non abbia trattato in modo approfondito e da ogni angolazione possibile, se non lanciato in primo luogo. (Se non sbaglio, fui fra i primi in Italia a denunciare le scie chimiche, alla radio e sulla rete). Nello stesso modo sfido chiunque a indicare un solo argomento “scomodo” al quale io abbia negato lo spazio in modo sistematico e ingiustificato.
In conclusione: se io fossi un gatekeeper sarei semplicemente il più imbecille di tutti, perchè l’unico argomento da cui avrei tenuto lontano i miei lettori fino ad oggi sono la briscola ungherese e la pesca al cucchiaino.
Mi rendo conto che questo articolo possa sembrare prematuro, ma mi piace pensare di aver sviluppato una certa sensibilità per queste nuove “correnti culturali”, per cui mi porto avanti e comincio a serrare bene le finestre di casa nostra.
Vedrete fra non molto che non sbagliavo affatto.
Massimo Mazzucco
DEFINIZIONE DI DEBUNKER:
Va sempre ricordato che discutere con le stesse posizioni di un debunker non significa esserlo in prima persona. Uno può essere perfettamente convinto di quello che sostiene, pur usando le stesse argomentazioni dei debunkers. Anzo, sono loro che gliele confezionano apposta.
Il debunker invece è una persona che PER PRINCIPIO, SISTEMATICAMENTE E IN QUALUNQUE CASO si dedica a smontare tesi contrarie allo status quo, che ci creda o meno.
Trattasi, in utima analisi, di buonafede e di malafede.
Un altro modo per individuarlo è quello di osservare la cura e l’attenzione che il debunker dedica allo smontaggio DELLE PERSONE, invece di dedicarsi esclusivamente agli argomenti trattati. Uno che discuta in buona fede potrà trovarsi d’accordo o meno con l’altro sull’argomento specifico, ma non gli verrà mai in mente di attaccarlo personalmente, in modo complessivo e radicale, perchè non ha alcun interesse a farlo. A lui interessa solo capire.
Mentre il debunker ha già capito tutto, e mira proprio a screditare la persona, perchè vorrebbe screditare in quel modo tutto il suo operato.