Intervista di Massimo Mazzucco a KPFK Los Angeles, 19 agosto 2010. (Sono stati rimossi tutti i segmenti in cui si invitano gli ascoltatori a fare donazioni alla stazione radio, ricevendo in omaggio un “pack” di DVD sull’11 settembre, fra cui “Il nuovo secolo americano”).
C.B.: Benvenuti ad un programma di raccolta fondi molto particolare. Sono Christina Blosdale, senior producer in questa meravigliosa istituzione di radio con libertà di opinione. Non avrei potuto pensare ad un argomento più importante, visto che siamo a poche settimane dalla nona ricorrenza dell’11 settembre, quel tragico giorno in cui tutto il nostro mondo è sembrato cambiare.
Durante questa ora sono contenta di essere in compagnia di un caro amico di KPFK. E’ un regista, che proprio di recente ci ha portato il DVD “Cancro, le cure proibite”, e che è conosciuto soprattutto per un film fenomenale come “Il nuovo secolo americano”. Diamo di nuovo il benvenuto a Massimo Mazzucco negli studi di KPFK.
M.M.: Grazie per avermi invitato di nuovo.
C.B.: Parleremo del tuo film, “Il nuovo secolo americano”, ma per coloro che non lo conoscono puoi dirci di cosa parla, e che cosa ti ha portato ad affrontare questo soggetto, che qualcuno potrebbe definire controverso?
M.M.: L’argomento è estremamente controverso, poichè le implicazioni sono talmente enormi che nessuno può avvicinarsi e uscirne indenne, in un senso come nell’altro. La prima volta che ho sentito dire che l’11 settembre poteva essere stato un autoattentato, o che comunque la versione ufficiale fosse falsa, ho reagito come probabilmente reagisce la maggioranza delle persone: mi sono detto “Ma dài, figuriamoci! Gli americani non si farebbero mai da soli una cosa del genere”. Questa è stata la mia reazione istintiva. Poi ho iniziato ad esaminare le prove. Stiamo parlando del 2002, ... ... e già c’erano molte prove disponibili, raccolte da ricercatori indipendenti, che mostravano che ci fossero molte bugie nella versione ufficiale. Quindi ho cominciato ad andare più a fondo, e alla fine ci sono rimasto… preso dentro, in un certo senso, e da allora mi sono dedicato a questo. Una volta superato il punto in cui ti rendi conto che ti hanno mentito, e comprendi i motivi per cui ti hanno mentito, non c’è modo di tornare indietro. Diciamo che io sono solo uno di mille, diecimila, o forse decine di migliaia di persone che hanno svolto lo stesso tipo di ricerca negli ultimi nove anni, e alla fine tutti insieme abbiamo raccolto una quantità di prove talmente enorme da essere addirittura ridicola, che mostrano che la versione ufficiale è falsa. Il problema, io credo, è che quelli che esaminano le prove si convincono - diciamo al 99,9%, ci può sempre essere quello che guarda le prove e dice “no, qui non c’è niente che mi convinca” - ma direi che nel 99% dei casi diventano convinti.
Ma la maggior parte della gente non vuole esaminare le prove. Decide già in partenza che questo non potrebbe essere successo, che sia solo una fantasia o una auto-illusione, e alla fine non vogliono andare a vedere. Chiunque esaminasse le prove con mente aperta si fermerebbe a pagina 1, con una lista di prove di 100 pagine. Se fossimo in un processo, e stessimo presentando le prove al giudice, dopo un pò il giudice direbbe “D’accordo, d’accordo, ho capito! Grazie, basta così. Mica dovete seppellirmi, è talmente evidente!”
Il problema è se vogliamo guardarci o meno. E io credo che le persone che non vogliono guardare, lo facciano sostanzialmente per due motivi. Il primo è che in qualche modo i documentari che sono stati prodotti dai media mainstream, come quello di History Channel, o il libro di Popular Mechanics, o il documentario della BBC, sostanzialmente hanno smontato - o meglio, hanno detto di aver smontato - le nostre accuse, dando l’impressione che il Movimento per la verità sull’11 settembre non abbia in realtà elementi validi a sostegno della propria protesta. Il secondo motivo è che probabilmente la gente pensa che questa sia una cosa che non li riguarda da vicino. Se solo gli americani sapessero quanto diversa sarebbe la nostra vita, se la bugia dell’11 settembre venisse spazzata via domani, ci ripenserebbero due volte. Se tutti si prendessero il tempo di andare in Internet a verificare le prove… Supponiamo che il prossimo weekend tutti gli americani vadano in Internet ad esaminare le prove, che sono tutte accessibili e ben organizzate - ci sono almeno 20, 30 o 40 ottimi siti, perfettamente documentati e organizzati, per cui devi soltanto sederti, leggere e decidere - io dico che entro lunedì mattina questa bugia verrebbe spazzata via, e con quella bugia lentamente tutte le cose che rendono più difficile la nostra vita scomparirebbero. Il problema è che la gente questo non vuole farlo.
C.B.: Non so se sia successo anche a te, ma devo dire che solo mettere in dubbio questi fatti - e io sono come te, mi basta guardare le anomalie lampanti, le bugie, la serie di buchi, non è più nemmeno un groviera, non assomiglia più a un formaggio, dai tanti buchi che ci sono nella versione ufficiale - ma sono stata definita una che si auto-inganna, fuori di testa, stupida, non in contatto con la realtà… E io so, in base alla ricerca che ho fatto, che questo non è vero, ma mi domando come ti comporti tu con chi ti critica, che cosa gli dici?
M.M.: Chi ricorre alle etichette di solito è una persona che non ha voluto esaminare le prove, che ha preferito non farlo. Quando Galileo sosteneva che fosse la terra a girare intorno al sole, e non viceversa, i cardinali da Roma gli dicevano “Non abbiamo bisogno di guardare nel tuo telescopio, noi sappiamo che non è così”. In realtà non volevano guardare, io credo, perchè sapevano che se avessero guardato avrebbero dovuto riconoscere che lui aveva ragione, come poi si è rivelato. Ma ci sono voluti più di 100 anni perchè avvenisse questo cambiamento.
L’etichetta quindi è un preconcetto che tu stabilisci a monte, e che mostra che non hai esaminato le prove. Ma se tu gli chiedi di scendere sul campo e discutere sui fatti, vedrai che nessuno di loro è veramente preparato sui fatti, non li conoscono.
Io penso che sia iniziato tutto con i media. Man mano che ci veniva raccontata la versione ufficiale, il 12 settembre, il 13, il 14 e il 15, nei giorni seguenti, quando arrivavano tutte le informazioni, soprattutto da parte della FBI, e ci raccontavano quella che poi sarebbe diventata la versione ufficiale, se i giornalisti dei media mainstream avessero posto le domande più semplici, non saremmo oggi in questa situazione. Avrebbero potuto chiedere, ad esempio: “Ma scusate, come mai non abbiamo un solo video delle telecamere di sicurezza di queste 19 persone che si imbarcano sugli aerei? Non è un pò strano?“ Questa sarebbe stata una domanda legittima.
C.B.: Oppure, perché non ci sono i loro nomi sulle liste dei passeggeri?
M.M.: Ce ne sono tantissime. Come fa un intero Boeing, che è largo 40 piedi, a scomparire in un buco largo 15? Come fa un altro Boeing a scomparire in una buca nel terreno dove non si vede un singolo pezzo, non c’è un motore, non c’è la coda, non c’è la fusoliera? Queste sarebbero state domande semplici, logiche e oneste domande, che loro non hanno posto. Loro hanno semplicemente preso la versione ufficiale così com’era, l’hanno passata a noi, e questa purtroppo è diventata la verità storica dell’11 settembre.
La stessa cosa è accaduta con l’assassinio Kennedy. Ufficialmente ci è stato detto che Lee Harvey Oswald ha ucciso John Kennedy. A quel punto puoi discuterne finché vuoi, ma se apri un libro di storia troverai che a Dallas il 22 novembre un assassino solitario di nome Lee Harvey Oswald ha ucciso il presidente Kennedy. Ecco il problema.
Quindi, quello che non è stato fatto dai giornalisti, è stato fatto in seguito da gente come me, come te e come tutti gli altri, che ha cominciato a fare ricerche da sola. E questa investigazione indipendente è cresciuta al punto da aver raccolto così tante prove da essere addirittura imbarazzanti.
C.B.: Ora mandiamo una clip da “Il nuovo secolo americano”, che è narrato da Joseph Culp.
[Viene trasmesso il segmento sulle “false flag operations” americane, le operazioni “sotto falsa bandiera” che nella storia hanno permesso agli Stati Uniti di partecipare alle varie guerre “per essere stati attaccati”].
C.B.: Quindi la prima Guerra del Golfo, di papà Bush, era basata su una totale bugia. Ma guarda che sorpresa! E’ stato dimostrato che l’Iraq non aveva nulla a che fare con l’11 settembre, non aveva nemmeno le armi di distruzione di massa. Abbiamo impegnato miliardi, se non biliardi di dollari, in una guerra che non doveva necessariamente accadere, come la prima guerra non doveva necessariamente accadere, e quante centinaia di migliaia di persone durante le sanzioni - sotto Clinton, un presidente democratico - quanti bambini sono morti a causa di quelle sanzioni? Quando sento quella ragazza che testimonia e piange, e mente [parla della figlia dell’ambasciatore kuwaitiano a Washington, che ha finto di essere una infermiera del Kuwait, e ha mentito raccontando la storia delle incubatrici staccate dai “cattivi” soldati di Saddam], e il fatto che i media non abbiano mai confrontato Bush su questo, per me è una cosa talmente tragica che va al di là delle parole.
E voi avete sentito solo un estratto da “Il nuovo secolo americano” il DVD fatto dal regista che è qui con noi, Massimo Mazzucco, ma quello è solo un frammento delle bugie che ci sono state raccontate, che sono state raccontate ai vostri padri, e ai padri dei vostri padri, anno dopo anno, perché nella guerra c’è da guadagnare. Lo chiamano “sporco lavoro“, ma noi siamo molto bravi a farlo. Siamo diventati molto bravi.
Massimo, perché è importante che la gente sostenga questo tipo di stazione radio, che almeno permette a questo tipo di argomento di andare in onda?
M.M.: Per lo stesso motivo di cui abbiamo parlato prima, perchè i media mainstream non fanno quello che devono fare, non mettono in discussione versioni ufficiali come questa. Fra l’altro, vorrei aggiungere una cosa: se mai per caso la versione ufficiale dell’11 settembre fosse vera, sarebbe la prima volta nella storia in cui l’America va in guerra per un giusto motivo. Abbiamo visto che in tutti gli altri casi c’è sempre stato un pretesto. Il pretesto è necessario, perché la costituzione non permette ad un presidente di dichiarare una guerra di aggressione. C’è sempre bisogno di una scusa, di un incidente. Quindi, o cambiamo la costituzione, e permettiamo legalmente di andare in guerra, lo rendiamo molto più facile, almeno non avremo più altri 11 settembre, andiamo in guerra e basta...
C.B.: Nel segmento che abbiamo mandato in onda scopriamo che McNamara, circa quarant’anni dopo mi sembra…
M.M.: Si, un paio di anni prima di morire.
C.B.: Certo, prima di incontrarsi con il suo creatore, rivela tutto.
M.M.: Lo dice in modo forte e chiaro che “non è successo”, il Golfo del Tonchino. Ma poi, anche se questa gente avesse davvero lanciato dei siluri, tu per questo scateni una guerra che costerà la vita a 60 mila soldati americani, solo perché ti hanno tirato un siluro? Voglio dire, vai lì, gli dai una sberla e gli dici di non farlo più.
C.B.: Non solo sono morti 60 mila soldati, ma pensa ai veterani del Vietnam che sono ancora oggi in mezzo ad una strada, a causa dell’inferno che hanno vissuto. E non dimentichiamo i tre milioni di civili vietnamiti, bambini - guardate i vostri bambini, oggi - bambini come i vostri, che stavano semplicemente giocando per strada. Tre milioni di persone sono morte a causa di una bugia.
M.M.: Lo stesso Iraq ha già superato un milione e duecentomila civili, morti accidentalmente per la guerra.
Ora lei ha citato Pilots for 9/11 Truth, una organizzazione che ha raccolto tutte le informazioni che dimostrano le bugie che ci sono state raccontate sulla mancata difesa aerea. Questa non è l’unica organizzazione di persone cosiddette “auto-illuse”. Ci sono “Pompieri per la verità sull’11 settembre”, “Agenti di intelligence per la verità sull’11 settembre”, “Avvocati per la verità sull’11 settembre”, “Leader politici per la verità sull’11 settembre”, “Leader religiosi per la verità sull’11 settembre”, “Veterani per la verità sull’11 settembre”, e soprattutto “Architetti e ingegneri per la verità sull’11 settembre”. Questi sono specialisti in grattacieli, e oltre 1.200 di loro, tutti professionisti del settore, si sono associati per auto-illudersi tutti insieme su questa stupida teoria, in cui le torri sarebbero state abbattute con una demolizione controllata.
C.B.: E questi sono architetti e ingegneri, signori, è gente che conosce bene le costruzioni!
M.M.: E che non ha niente da guadagnare, e tutto da perdere. Quindi bisogna domandarsi perché mai 1.200 di loro vogliano entrare a far parte di una associazione per cui verrebbero etichettati e attaccati da tutti. Ci deve essere un motivo per questo.
C.B.: La quantità di soldi che sono stati guadagnati su queste guerre… e proprio di recente hanno annunciato di aver scoperto qualcosa di grosso in Afghanistan - e venitemi a raccontare che non lo sapevano, prima di invadere - hanno scoperto un giacimento in Afghanistan con una riserva stimata di 1,8 miliardi di barili di… indovinate che cosa? Non è formaggio, è petrolio! E poi giacimenti minerali ancora intatti, dal valore stimato di 3 biliardi di dollari. Ora, se solo prendi 1,8 miliardi di barili appena scoperti, e fai il calcolo di quanto viene sul mercato, al prezzo attuale del petrolio, stiamo parlando di almeno 150-160 miliardi di dollari. E indovina un pò? Le corporations, le società petrolifere inglesi, quelle petrolifere americane, tutte si prendono la loro fetta di quel petrolio.
M.M.: In particolare la Halliburton, la ex-società del vice-presidente Cheney.
C.B.: Ascoltate questo segmento de “Il nuovo secolo americano”, un film che non riesco mai a raccomandare abbastanza - potete farne delle copie - ci parla di Osama bin Laden. Ma lo cercavano davvero? A Bush nemmeno interessava…
M.M.: Dopo tre mesi Bush ha detto che “è diventato irrilevante”. E proprio due giorni prima, l’accordo per il gasdotto che deve attraversare l’Afghanistan era stato firmato. Ecco perché probabilmente bin Laden era diventato irrilevante.
C.B.: E chi è il presidente dell’Afghanistan?
M.M.: Uno che lavorava per la Unocal. Hamid Karzai lavorava per la Unocal, la società che di fatto voleva costruire il gasdotto in Afghanistan. Tutte coincidenze naturalmente...
C.B.: Sono tutte coincidenze, sei solo un cospirazionista…
[Secondo segmento trasmesso]
M.M.: Il vero motivo per cui è importante che tutti esaminino questi fatti, che valutino le prove effettive, è che se tutti capiamo quello che è successo, non succederà più. Se non lo capiamo, se permettiamo alla bugia di sopravvivere, potrà succedere di nuovo.
C.B.: Parliamo dell’11 settembre. Parliamo delle lampanti anomalie, gli argomenti provati, i fatti che sono emersi da allora, che secondo te non quadrano.
M.M.: Abbiamo un paio di settimane?
C.B.: No, abbiamo nove minuti.
M.M.: Allora faccio solo qualche esempio, perché la gamma delle prove è così ampia che non si sa nemmeno dove cominciare. Si può cominciare da qualunque parte, e dopo un attimo sei già saturo. Ma proviamo a vedere alcuni fatti che a mio parere si possono definire inconfutabili. Ad esempio, tutti sappiamo che nessun edificio in acciaio fosse mai crollato a causa del fuoco prima dell’11 settembre. Ci viene detto che non solo le Torri Gemelle, ma soprattutto l’edificio 7, lo ha fatto. Nello stesso tempo però esiste uno spezzone della CNN in cui si sentono chiaramente pompieri e poliziotti dire: “Gente, tiratevi indietro, l’edificio sta per saltare in aria“. Ora, io non credo che in inglese si usebbe il termine “saltare in aria” per un crollo spontaneo. Non sono americano, ma fino a lì ci arrivo. Questo ad esempio mostra che gli era stato detto che ci sarebbe stata una demolizione controllata. Ora, perché gli sia stato detto, e come l’abbiano giustificata, è una questione a parte, ma tutti sapevano che ci sarebbe stata una demolizione, ci sono decine di testimonianze in quel senso.
C.B.: E l’edificio 7 non era stato toccato da un aereo?
M.M.: No. Teoricamente sarebbe crollato a causa del fuoco e a causa dei detriti che lo hanno colpito durante il crollo della torre vicina.
C.B.: E non è caduto in blocchi, oppure…
M.M.: No, è andato giù dritto, come una qualunque demolizione controllata.
C.B.: In sei secondi…
M.M.: Su questo fatto in particolare “Architects & Engineers” ha pubblicato una montagna di ottimo materiale tecnico e scientifico, che dimostra - e ripeto la parola “dimostra” - che il crollo spontaneo sarebbe stato impossibile.
Ce n’è una ancora più semplice: United 93. Ci è stato raccontato che l’aereo è stato fatto schiantare a terra intenzionalmente dai passeggeri. Questo significa che l’aereo è caduto tutto d’un pezzo, nella buca che tutti abbiamo visto. Ora, non solo in quel buco l’aereo non c’è, ma qualcuno deve spiegare come alcuni rottami dell’aereo siano stati trovati in una zona che si estende per 8 miglia. E non c’era vento quel giorno. Questo da solo indica che l’aereo in realtà è stato colpito in volo. Perché non c’è modo di trovare dei rottami a 8 miglia di distanza, se un aereo cade al suolo tutto intero.
Sono quindi elementi molto semplici, che la gente dovrebbe esaminare. Ce ne sono talmente tanti… Ad esempio, non c’è un solo video dell’aereo della American che colpisce il Pentagono. Lei sa quante sono le telecamere di sicurezza in funzione intorno alla zona del Pentagono che stata colpita? E questo lo dice la FBI: sono 82.
C.B.: 82 telecamere?
M.M.: 82 fra quelle dell’autostrada, degli edifici adiacenti, e le stesse del Pentagono. Con 82 telecamere, non c’è un solo video che mostri il American 77 che si avvicina. In compenso l’unico video che ci hanno fatto vedere mostra un aereo, che non si riesce a distinguere, in una posizione dimostrata impossibile, detto da qualunque pilota che abbia mai guidato un aereo. Quindi è molto facile dimostrare che quel video sia falso. Queste sono prove che in un processo basterebbero a far condannare chiunque. E c’è di certo abbastanza per chiedere una nuova investigazione, veramente trasparente. Le ragioni abbondano. Non è sano etichettare il Movimento con le parole che abbiamo descritto prima, e poi fingere di ignorare tutto questo, poiché le conseguenze negative si vanno a ritorcere contro tutti noi.
C.B.: Quella che per me è una prova lampante è la testimonianza di Norman Mineta, che allora era Ministro dei Trasporti. Era stato convocato nel bunker sotterraneo, o come si chiamasse, e lui ha testimoniato…
M.M.: Sotto giuramento …
C.B.: … sotto giuramento, che c’era un giovane, ha detto che c’era Dick Cheney …
M.M.: Posso spiegare? Molto semplicemente, stiamo parlando dell’aereo che ha colpito il Pentagono, American 77. Ufficialmente ci è stato detto che abbiamo perso il segnale radar di questo aereo dal momento in cui ha invertito la rotta, sul confine fra l’Ohio e il West Virginia, e che non ne abbiamo più saputo niente finché non è ricomparso nelle vicinanze del Pentagono. In realtà, questa testimonianza di Norman Mineta dimostra che Cheney fosse costantemente informato della posizione dell’aereo. Questo da solo dimostra un’altra bugia nella versione ufficiale. Ci sono moltissime bugie che possono essere dimostrate come tali, mettendo semplicemente in contraddizione fra di loro i diversi elementi che ci sono stati raccontati.
C.B.: E Norman Mineta detto che il giovane è entrato, che l’aereo è a 50 miglia, se l’ordine rimane in vigore, che è a 30 miglia, a 10 miglia, e che Dick Cheney si è girato e ha detto “certo che l’ordine rimane in vigore, hai forse sentito qualcosa in senso contrario?” Ecco, quella era una prova lampante che imponeva una completa indagine. Cheney doveva essere trascinato in tribunale, e bisognava dirgli “Devi darci qualche spiegazione, ragazzo”.
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M.M.: Come ho detto, il tutto si riduce ad una questione di responsabilità da parte di ciascuno. Se siamo davvero cittadini responsabili, dovremmo arrivare da soli alle proprie conclusioni, esaminando personalmente le prove - come abbiamo detto le prove ora sono tutte disponibili e molto ben organizzate, sia in questo gruppo di DVD che in Internet - la gente deve solo mettersi lì e guardare. È una cosa che riguarda tutti, ed è la responsabilità di ciascuno di valutare i fatti e di farsi la propria opinione, qualunque questa possa essere. Ma bisogna compiere questo percorso, è assolutamente importante.
C.B.: Grazie G. in regia, grazie a Massimo Mazzucco per essere venuto qui in studio, apprezzo il lavoro che stai facendo. Sono Christina Blosdale, senior producer a KPFK, e continuerò a portarvi la verità finché non ce la faccio più. Per favore sostenete KPFK adesso, 818-9855735.
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