Nuovamente, due notizie che compaiono contemporaneamente sulle prime pagine [clicca sull'immagine] sembrano suggerire qualcosa di più ampio e profondo di quanto lo faccia ciascuna notizia da sola.
In questo caso l'argomento a cui viene da pensare è quello del rapporto di coppia.
Da un lato abbiamo un uomo
accecato dalla gelosia che ha ucciso la moglie e poi si è tolto la vita, dopo aver tentato di uccidere anche l'amante della moglie. Dall'altra abbiamo una
coppia di novantaquattrenni che sono morti ad un giorno di distanza l'uno dall'altra, dopo essere stati felicemente sposati per 75 anni.
Il primo pensiero che viene da fare è persino troppo ovvio: ci sono coppie che sono fatte per stare assieme, e ce ne sono altre che non lo sono.
Ma allora, cose ne facciamo del famoso detto "Dio li fa e poi li accoppia"? Se il detto fosse vero, "Dio" avrebbe accoppiato sia i novantaquattrenni felici che i protagonisti della tragedia di gelosia. Quindi, "Dio" nel secondo caso avrebbe sbagliato?
In realtà, la domanda da porsi è un'altra, e riguarda il libero arbitrio: coloro che riescono a stare insieme per tutta la vita, ci riescono perché erano veramente "fatti l'uno per l'altra", oppure perché si sono sforzati più degli altri per far funzionare il proprio matrimonio?
Perchè al nastro di partenza siamo tutti uguali: non c'è coppia al mondo che nel giorno del matrimonio ... ... possa anche solo lontanamente immaginare che il loro rapporto finirà in modo disastroso, magari anche molto presto. Il motivo stesso per cui ci si sposa (parlo dei matrimoni d'amore, ovviamente, non di quelli che avvengono per altri motivi) è perchè si è convinti di aver finalmente trovato la persona giusta, con la quale condividere il resto della propria vita.
Perchè allora certe coppie ce la fanno ad arrivare fino in fondo, e altre no?
Perchè quasi sempre, quando ci sposiamo, ci dimentichiamo di essere persone in evoluzione, che stanno compiendo ciascuna il proprio percorso. Il fatto di essersi trovati "in sincronia" nel momento del matrimonio non significa affatto che lo fossimo 10 anni prima, nè che lo saremo 20 anni dopo.
Lo siamo in quel momento - questo è certo - e tutti presi dalla felicità di trovarci in perfetta sincronia tendiamo a proiettare questa immagine di perfezione nel futuro, estendendola a tutta la vita rimanente.
In realtà sappiamo tutti bene che il matrimonio perfetto, dove tutto viaggia in perfetta armonia dal mattino alla sera, esiste solo nelle pubblicità del Mulino Bianco. Nella vita vera i problemi cominciano dal momento stesso in cui mettiamo la nostra firma davanti al sindaco, e continueranno fino a quando i due coniugi avranno fiato per discutere fra di loro.
Vivere insieme infatti significa crescere insieme.
La vita di coppia è semplicemente un proseguimento della vita da single, con una grande differenza: mentre prima ciascuno cresceva affrontando da solo i problemi che incontrava, ora la crescita continua fra le mura domestiche, e funziona in modo reciproco. Si cresce l'uno sull'altro, l'uno grazie all'altro, l'uno per l'altro, l'uno con l'altro, e spesso anche l'uno nonostante l'altro.
Sarà la vita stessa a proporci ogni volta i conflitti da affrontare - che potranno essere di carattere sentimentale, sessuale, professionale, intellettuale, sociale, o di qualunque altro tipo - e sarà il modo in cui noi li affronteremo di volta in volta a determinare il progresso fatto insieme dalla coppia, oppure il suo fallimento come tale.
Indipendentemente dalla natura del problema, infatti, si arriva sempre ad un punto in cui ciascuno deve decidere se valga la pena di rinunciare a determinati vantaggi di tipo personale, in cambio del sano proseguimento del rapporto di coppia, oppure no.
Qui ovviamente subentrano mille variabili di carattere personale, a cui si aggiungono quelle dell'ambiente e del background culturale di ciascuno, per cui è impossibile generalizzare in qualunque direzione.
Resta però un fatto importante, che quasi sempre distingue le coppie che finiscono per separarsi da quelle che riescono a restare unite per tutta la vita: coloro che si sono sposati pensando di poter prolungare in eterno la situazione idilliaca che stavano vivendo nel giorno del matrimonio, hanno commesso un gravissimo errore, che finirà prima o poi per distruggere l'unità della coppia. Illudersi di poter estendere nel tempo la magia del momento significa infatti porre delle aspettative sul proprio compagno che questo non sarà mai in grado di soddisfare. E' chiaro che prima del matrimonio ciascuno degli innamorati sarà stato ben attento a non offendere l'altro, ad essere sempre pieno di attenzioni per i suoi problemi, a presentarsi sempre al meglio fisicamente, e a non cacciarsi mai le dita nel naso in pubblico.
Ma prima o poi nella vita un'offesa ti scappa, ci sarà un giorno in cui ti dimentichi dei problemi dell'altro, ci sarà un giorno in cui ti presenti con la barba sfatta o i capelli bisunti, e ci sarà anche un giorno in cui vieni beccato in flagrante con le dita nel naso.
Se a quel punto l'altro dovesse confrontare l'immagine che ha davanti con quella idilliaca del matrimonio, è chiaro che per la coppia di speranze ne restano poche. Anche perchè, pur continuando a fare ciascuno del proprio meglio, ci sarà comunque l'invecchiamento quotidiano a ricordare ai due coniugi che oggi non sono più quelli di ieri, e che domani non saranno nemmeno più quelli di oggi.
Ma il problema non sta nell'evolversi delle situazioni o nel tempo che passa. Sta nell'essersi dimenticati di questo piccolo particolare, al momento del matrimonio.
Chi invece ha affrontato il matrimonio con la piena coscienza di iniziare un percorso lungo e pieno di incognite, e considera l'idillio iniziale soltanto come un punto di partenza su cui basare la propria crescita in comune, ha sicuramente molte più possibilità di arrivare intero fino in fondo.
Anche perchè - e questo ve lo dice un quasi-sessantenne felicemente sposato - le sorprese che ti aspettano lungo il percorso di coppia sono mille volte più affascinanti ed appaganti di qualunque cosa si possa immaginare nel giorno del proprio matrimonio.
E' vero, quindi, che "Dio ci fa e poi ci accoppia". Ma poi sta a ciascuno di noi darsi da fare, lungo il percorso, per riuscire a scoprire il vero motivo per cui siamo stati accoppiati.
Massimo Mazzucco