DIETRO LE QUINTE [color=CC0000]
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Sul tragico epilogo del caso Sgrena, Berlusconi ha commentato "L'operazione si e' conclusa positivamente, ma poi e' calato il lutto''. Ci permettiamo di rifiutare una spiegazione così semplicistica dei fatti, che fra l'altro fa a cazzotti con la rabbia innegabile verso gli americani, che il Premier non ha saputo nascondere nell'apprendere la notizia della sparatoria. E' inoltre difficile credere ad un puro e semplce incidente, per una serie di motivi: prima di tutto un personaggio esperto come Calipari difficilmente avrebbe permesso al conducente della sua auto un comportamento che rischiasse di scatenare una qualunque reazione da parte americana. Se lo sappiamo noi che quelli hanno il grilletto facile, non deve certo averlo ignorato il capo dei nostri servizi in Iraq. La storiella infatti dei segnali fatti a mano dai marines, e dell'auto che procedeva comunque senza rallentare verso il posto di blocco, decisamente non regge. Non almeno con un Calipari a bordo. Il fatto poi che sarebbero stati sparati almeno 300 colpi contro l'auto mostra chiaramentre come ci fosse l'intenzione di uccidere gli occupanti, e non solo di fermare il mezzo. Con tutta probabilità, quindi, si voleva uccidere la giornalista, facendolo sembrare un incidente.
Se si ricollega questo ai ragionamenti che abbiamo fatto in occasione del rapimento, e che suggerivano una probabile trattativa diretta fra italiani e americani ... ... sulla presenza dei nostri giornalisti sul territorio - poi infatti tutti ritirati - non resta che concludere che qualcosa deve essere andato storto dietro alle quinte di un accordo che nemmeno conosciamo. Ma che deve per forza esserci stato, anche perchè non risulta nel frattempo che sia stata soddisfatta la richiesta originale dei rapitori, di ritirare le nostre truppe dal paese.
A qualcuno quindi la soluzione della liberazione non deve essere andata bene come doveva. Non dimentichiamo infatti che in Iraq non ci sono semplicemente "gli americani", ma c'è l'Esercito, c'è la CIA, ci sono i Marines e gli altri corpi scelti, c'è il Mossad di Wolfowitz, c'è l'FBI, ci sono i civili del Dipartimento di Stato, ci sono gli squadroni della morte di Negroponte, e chissà quali altre forze che si contendono da sempre il bastone del comando in situazioni caotiche come questa. Noto per essere passato alla storia fu proprio il braccio di ferro fra Casa Bianca e Pentagono, alla fine della Prima Guerra del Golfo, sull'opportunità o meno di lasciare vivo Saddam. Allora vinse Bush padre, e fu il generale Schwartzkopf a dover fare le valigie.
Sgrena arriverà presto, e sicuramente racconterà. Ma non aspettiamoci certo che ci dica la verità. Al massimo, se ne avrà ancora voglia, e se sarà abbastanza libera di farlo, cercherà di farcelo capire fra le righe.
D' altronde, a conoscere i fatti reali ci abbiamo rinunciato ormai da tempo.
Massimo Mazzucco