Bisogna riconoscere che a volte, di fronte alla questione del Global Warming, ci si può sentire come pesci fuor d'acqua: senti una campana, e ti pare che abbiano perfettamente ragione, poi senti l'altra, e ti pare tutto altrettanto sensato.
Come si fa a capirci qualcosa, a questo punto? E' possibile che secondo alcuni rischiamo entro pochi anni di essere tutti bolliti come aragoste, mentre secondo altri non succederà assolutamente nulla che non sia mai successo prima nella storia del nostro pianeta?
Perchè è verissimo che dietro alla tesi dei secondi c'è il probabile interesse di chi ha investito miliardi nel carbone e nel petrolio, e non vuole saperne di ridurre le emissioni nocive perchè andrebbe immediatamente in rovina. Ma chi ci dice che sull'altro fronte non ci siano altrettanti interessi … … di dimensioni planetarie - economici, se non "geopolitici" - nascosti dietro al rassicurante concetto di "energia pulita"?
Davvero Al Gore è più "pulito" di George Bush?
Il problema a questo punto sta nel messaggio, più che nelle informazioni specifiche. Se uno vende ombrelli, è chiaro che va in giro a dire dal mattino alla sera che "entro giovedì piove di sicuro". D'altra parte, se non stavi attento, fino a qualche anno fa rischiavi di illuderti di diventare un cowboy solo perchè fumavi le Marlboro.
Bisognerebbe quindi approfondire in prima persona la materia, almeno fino al punto da poter capire se una delle due parti "menta sapendo di mentire", o se, come è più probabile, la fregatura stia nel mezzo, ovvero che abbiano ragione tutti e due, e quindi torto tutti e due.
Da dove cominciare, però? In rete uno studio completo e ragionato pro-warming non sembra esistere. C'è chi dice che la Corrente del Golfo si sta fermando, chi dice che i pinguini scoppiano di caldo, e chi dice che non ci sono più i ghiacciai di una volta. Ma tutti insieme - al di fuori ovviamente dei "rapporti ufficiali" dell'ONU, che sono proprio quelli messi sotto accusa dal fronte opposto - non sembrano ancora essersi messi d'accordo per cantarla tutta senza stonature dall'inizio alla fine.
Ha così gioco facile chi vuole mettere alla prova le varie voci suddette, che "girano" liberamente sia in rete che sui media mainstream.
Un esempio è Christopher Monckton, un giornalista inglese che ha recentemente pubblicato sul Sunday Telegraph un articolo dal titolo "Climate chaos? Don't believe it" ("Disastro climatico? Non credeteci"). Al di là delle conclusioni a cui giunge, si tratta di un lavoro onorevole, corredato da una ricerca (scaricabile in pdf) piena zeppa di grafici e di dati "sapientissimi", ed è quindi giusto sottoporlo all'analisi di chiunque sia in grado di valutarlo correttamente.
A sentire Monckton, le cose starebbero più o meno così:
1. That the debate is over and all credible climate scientists are agreed. False
2. That temperature has risen above millennial variability and is exceptional. Very unlikely
3. That changes in solar irradiance are an insignificant forcing mechanism. False
4. That the last century’s increases in temperature are correctly measured.Unlikely
5. That greenhouse-gas increase is the main forcing agent of temperature.Not proven
6. That temperature will rise far enough to do more harm than good. Very unlikely
7. That continuing greenhouse-gas emissions will be very harmful to life.Unlikely
8. That proposed carbon-emission limits would make a definite difference. Very unlikely
9. That the environmental benefits of remediation will be cost-effective. Very unlikely
10. That taking precautions, just in case, would be the responsible course. False
1. Che il dibattito sia concluso, e che tutti gli scienziati di una certa credibilità siano d'accordo, è falso.
2. Che la temperatura abbia superato la gamma di escursione sull'arco di mille anni, è altamente improbabile.
3. Che le variazioni nell'irradiazione solare …. (la traduco ma non la capisco, scusate) siano un trascurabile meccanismo condizionante, è falso.
4. Che gli aumenti di temperatura dell'ultimo secolo vengano misurati correttamente, è improbabile.
5. Che l'effetto-sera [aumento emissione CO2] influisca più di ogni altra cosa sulla temperatura, non è provato.
6. Che la temperatura aumenterà fino a fare più danni che bene, è altamente improbabile.
7. Che un prolungato effetto-serra diventi altamente dannoso per gli esseri viventi, è improbabile.
8. Che le proposte limitazioni alle emissioni di carbonio comporterebbero una sostanziale differenza, è altamente improbabile.
9. Che i vantaggi ambientali che ne deriverebbero possano ammortizzare i costi dei rimedi proposti, è altamente improbabile.
10. Che prendere comunque precauzioni, per non saper nè leggere nè scrivere, sarebbe una scelta responsabile, è sbagliato.
Bisogna dire che a naso il "metodo" di Monckton ricorda molto da vicino quello dei nostri dirimpettai del 9/11, i quali cercano costantemente di "spezzettare" l'argomento in mille singoli frammenti, ma non certo per invalidarli uno ad uno (magari, fossimo di fronte a menti così eccelse), ma solo per poter raggiungere per ciascuno il cosiddetto "ragionevole dubbio", che gli permette di dormire un'altra notte di sonni tranquilli.
Voi che ne dite?
Massimo Mazzucco
L'
articolo di Monckton sul Sunday Telegraph.
Questa la documentazione in pdf che Monckton allega all'articolo.
(Purtroppo è tutto in inglese).