Dopo aver resistito molto più a lungo del previsto Musharraf, il pupazzo di Washington, è miseramente crollato. Uccidere la Buttho non solo non è servito a niente, ma ha casomai accelerato il processo di rigetto del popolo pakistano verso gli americani.
Ovviamente, il nuovo presidente del Pakistan ha già detto chiaramente che gli americani fra i piedi non li vorrà.
Ovviamente, agli americani la cosa non ha fatto piacere.
Ovviamente salta fuori dal nulla, in India, un nuovo gruppo terroristico mai sentito prima, che è in grado di coordinare otto attentati nello stesso momento, e mettere in scacco un’intera città. (Nemmeno i servizi segreti del Madagascar permetterebbero ad un gruppo del genere di crescergli sotto il naso senza accorgersi della loro presenza).
Ovviamente, il gruppo terroristico si dimentica di far conoscere i motivi del proprio gesto (abitudine ormai consolidata, peraltro, in tutto il "terrorismo mondiale"), ma si premura di far sapere al mondo che loro si chiamano Daccan Muhjaddin. Siamo nel mondo delle apparenze, e in quel mondo l'unica cosa che conta è l'etichetta.
Ovviamente, i Muhjaddin sono equiparabili ai Talebani. E i Talebani sono equiparabili ad Al-Queda.
Ovviamente, il Pakistan “da tempo non riesce ad acchiappare i Talebani-di-Al-Queda, che hanno costruito il loro santuario nelle montagne lungo il confine con l’Afghanistan”.
Ovviamente, bisognerà intervenire al più presto presso il Pakistan, ... ... perchè la smetta di dare rifugio ai terroristi, e torni al più presto sotto l’ombrello di Washington.
Ovviamente, conviene farlo prima che Obama salga al potere, in modo da consegnargli questa patata bollente che sarà obbligato in qualche modo a cucinare.
Se non fosse per i poveracci che sono morti, questa degli attentati in India sembra quasi – paradossalmente - una non-notizia.
Massimo Mazzucco