L'industria aerospaziale non sa più cosa inventarsi, pur di restare a galla in un mondo che chiaramente è poco interessato ad andare nello spazio.
Già negli anni scorsi ci siamo dovuti sorbire la propaganda delle "basi lunari" per andare su Marte. In altre parole, ci dicevano, dobbiamo trasformare la Luna in una specie di "stazione di servizio spaziale" da cui lanciare le missioni su altri pianeti. (Sai che idea, fra l'altro: per andare su Marte ci vogliono due mesi, e partendo dalla Luna si risparmiano al massimo due o tre giorni).
Visto che l'idea della stazione di servizio lunare non ha avuto una grande presa sul pubblico, adesso si sono inventati gli asteroidi come future miniere di metalli preziosi da sfruttare.
In realtà, oggi ci sarebbero addirittura due società aerospaziali concorrenti che intendono lanciare la corsa alle "miniere spaziali". Una è la Deep Space Industries, l'altra è la Planetary Resources, che aveva già reso pubblici i propri intenti lo scorso anno. Finanziata da personaggi come James Cameron (regista ed esploratore), Larry Page (Google) o Ross Perot Jr. ( figlio del miliardario texano), la Planetary Resources ha così spiegato le ragioni che la spingono ad investire in quella direzione:
"Se guardiamo indietro, nella storia, ciò che ha portato l'umanità a fare i più grossi investimenti nell'esplorazione e nei trasporti è stata la ricerca di nuove risorse, che fossero gli europei che andavano ad oriente sulla rotta delle spezie, o che fossero i pionieri americani che si spingevano a ovest alla ricerca di oro, terra e legname".
C'è soltanto una piccola differenza: quando gli europei viaggiavano a oriente per portare a casa le spezie, sapevano già che le spezie esistevano. Quando i pionieri americani si spingevano a ovest per cercare oro, ... ... terra e legname, sapevano già che questi esistevano.
Mentre di quello che possano contenere gli asteroidi non sappiamo praticamente nulla.
Ma la Planetary Resources ha già pensato anche a questo:
"La società vuole iniziare mettendo in orbita dei telescopi che possano identificare asteroidi utilizzabili per lo sfruttamento minerario. [...] Oltre 900 nuovi asteroidi passano vicino alla terra e vengono scoperti ogni anno. Questi possono diventare l'equivalente di quello che furono le "Distese di Ferro" del Minnesota [Iron Range] per l'industria dell'automobile nel secolo scorso."
C'è soltanto una piccola differenza: le "Distese di Ferro" del Minnesota stanno ferme in Minnesota, non vanno in giro per lo spazio alla velocità di 40.000 km/h. Hai quindi tutto il tempo per organizzarti e andare a scavare pian piano tutto il ferro che ti serve.
Ma gli asteroidi si chiamano così proprio perché sono di passaggio. Quindi che cosa dovrebbero fare i nostri "pionieri dello spazio", se per caso ne identificano uno che sembra contenere metalli preziosi? "Dài, dài, cazzo, ce n'è uno che brilla più degli altri, forse contiene dell'oro. Sbrigatevi a lanciare una sonda che vada ad acchiapparlo, prima che scompaia di nuovo nel nulla."
Se la "filosofia" della Planetary Resources può sembrare ridicola, alla Deep Space Industries sono ancora più spudorati nel presentare il loro progetto di sfruttamento spaziale:
"La Deep Space Industries vuole mandare nel sistema solare una flotta di navicelle spaziali per studiare gli asteroidi che possono contenere risorse. Queste navicelle, chiamate "Fireflies" [lucciole] avrebbero una massa di circa 25 kg. e verrebbero lanciate per la prima volta nel 2015, in viaggi della durata da due a sei mesi. La società vuole poi lanciare delle astronavi più grosse - chiamate invece "Dragonflies" [libellule] - per viaggi di andata e ritorno che possono riportare dei campioni sulla terra. Queste spedizioni durerebbero dai due ai quattro anni, e riporterebbero indietro dai 30 ai 90 kg. di materiale dagli asteroidi prescelti."
E se dopo 4 anni ti portano indietro 90 chili di merda che cosa fai? Dici "accidenti, eppure sembrava luccicare", e riparti daccapo con un'altra missione?
E' infatti il rapporto costo-guadagno, anche nella migliore delle ipotesi, a rendere assolutamente ridicoli tutti questi progetti di sfruttamento dello spazio: come hanno calcolato i più scettici,
"una futura missione della NASA che riportasse a terra 60 g. di materiale da un asteroide costerebbe circa 1 miliardo di dollari."
Anche se fosse tutto platino puro, hai voglia di metterti a vendere anellini all'angolo della strada, prima di recuperare 1 miliardo di dollari.
La verità è che l'industria aerospaziale è talmente abituata a raccontar palle, pur di trovare finanziamenti, che ormai la loro spudoratezza non ha più limiti.
A proposito, che ne è stato poi di Curiosity? Non era andata a cercare tracce di vita - scusate, tracce di acqua, che sarebbe praticamente la stessa cosa - sul pianeta Marte? Come mai non ne abbiamo più saputo niente?
E intanto un altro bel mucchietto di miliardi di dollari è stato silenziosamente ingoiato dall'industria aerospaziale a carico del contribuente.
Massimo Mazzucco
Fonte BBC:
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