Mentre i media occidentali hanno instaurato un evidente black-out sui raid aerei russi in Siria (non se ne sente più parlare ormai da molti giorni), gli americani non sanno più come fare per nascondere l'immenso imbarazzo causato loro dall'intervento russo contro l'ISIS. Dopo aver piagnucolato che "i russi bombardano anche i nostri amici ribelli", e dopo aver denunciato "pericolosi sconfinamenti" dell'aviazione russa in Turchia, l'ultima mossa della propaganda americana è stata quella di "rammentare" ai russi quanto costosa possa rivelarsi la campagna militare siriana. Come se loro di soldi per le guerre ne spendessero pochi. (E come se i russi non sapessero fare i propri conti da soli).
La scorsa settimana la CNN ha pubblicato
un servizio intitolato "Il costo della campagna russa in Siria":
Ecco una sintesi del testo:
Inizialmente la commentatrice descrive il lancio del missile Cruise da parte dei russi, dicendo che "è costato almeno 30 milioni di dollari". Poi dice che la Stratfor ha fatto i conti, e che la Russia ha speso almeno 500 milioni di dollari per stabilire la propria base militare in Siria. "E poi - aggiunge - se si somma anche il costo delle sortite aeree, stiamo parlando di una spesa giornaliera di circa 2 milioni di dollari". Poi la commentatrice dice che "il budget militare russo è andato continuamente crescendo, da quando Putin è salito al potere. E mentre le spese militari aumentano - dice sempre la commentatrice - l'economia russa è in calo, e chi ne fa le spese è la popolazione". [...]
Poi più avanti dice: "La popolarità di Putin rimane all'80%, nonostante l'aumento della povertà. E nonostante la Russia abbia delle solide riserve, per fare fronte alle spese militari - conclude il servizio - il peso che potranno avere in futuro queste spese militari rimane difficile da prevedere". Segue il sottotitolo al video, che recita: "Con una economia in difficoltà a causa del minor prezzo del petrolio e delle sanzioni occidentali, la Russia può permettersi la sua campagna militare in Siria?"
La risposta evidentemente è sì, visto che le azioni militari russe in Siria continuano, nonostante il curioso blackout offerto negli ultimi giorni dai media occidentali. Due giorni fa i russi
hanno distrutto un ponte sull'Eufrate che serviva da collegamento ai mercenari dell'ISIS per far arrivare rifornimenti dall'Iraq alla Siria. Più in generale, nelle ultime 48 ore i russi hanno effettuato
52 sortite aeree, colpendo insediamenti dell'ISIS a Hama, Idlib, Latakia, Aleppo, Damasco e Deir ez-Zor.
Ma da noi è più importante parlare del Grande Fratello.
Massimo Mazzucco