di Fernanda Alene
25 aprile. Ancora una volta la stessa retorica. Fascisti - partigiani. Mi fa tristezza questa divisione che si trascina da sempre, opportunamente alimentata perchè a qualcuno serve che tanti italiani vivano in questo odio ereditato da altri.
Quel 25 aprile a Torino. Due giorni chiusi in casa a guardare dalla finestra senza capire cosa stava succedendo. Si sentivano colpi di mitra lontano e vicino. Passava qualche camionetta tedesca mentre i partigiani si muovevano cautamente dietro gli angoli delle case. Poi una macchina con un grappolo partigiani che cantavano "bandiera rossa" e avvertivano con un megafono che "la città era libera".
Libera, ma non dall'odio che per tre giorni ancora ha attraversato la città, prima che il C.L.N potesse creare un minimo di ordine e legalità. La caccia per le strade e per le case di quelli che avevano collaborato. L'uccisione delle spie. L'impiccagione di Solaro il torturatore. La ricerca dei cecchini che sparavano dalle finestre, e che quando venivano individuati erano buttati dalle finestre e lasciati lì nel loro sangue. La misera visione delle donne amiche dei tedeschi, … … trascinate per le strade, umiliate e derise con la testa rapata e la svastica sulla schiena.
Chi pagava giustamente e chi pagava per errore o vendetta personale. I veri responsabili intanto avevano già in tasca i documenti falsi forniti dal Vaticano per arrivare indisturbati in Argentina.
Io pensavo agli amici che non avrei rivisto mai più. Mario Mattioli ucciso dai partigiani. Carlo Lewis ucciso dai fascisti. Sergio Bassi morto in Russia. Gianni Pellerei ferito in Libia e morto prigioniero degli inglesi. Dedo Manfredi morto sotto l'ultimo bombardamento di Torino.
Per me non è stato troppo presto per capire che il confine fra Giusto e Sbagliato, fra Vero e Falso, non è una linea dritta e luminosa, visibile per tutti allo stesso modo, ma una difficile scelta da fare ogni giorno della vita. Per questo guardo con tristezza questo odio strumentale che ancora divide l'Italia su un passato che dovrebbe solo fare parte della storia e non essere una palla al piede che ci impedisce di cercare nel futuro qualcosa di diverso.
Fernanda Alene