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THE VISIT - recensione [no spoiler]
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9 Anni 1 Settimana fa - 9 Anni 1 Settimana fa #233
da Calvero
In realtà mi sarebbe sempre piaciuto aprire un discorso che riguarda direttamente e indirettamente M. Night Shyamalan e quindi la cinematografia in un senso ampio. Inevitabilmente: <---A M P I O---> ... ma, ahimè, proprio per questa inevitabile condizione che conseguirebbe al discorso, ciò comporterebbe l'abbracciare tante di quelle tematiche inerenti il linguaggio cinematografico, che porterebbe un casino di carne al fuoco.
Poi, capirai: quello "horror" e della "Suspense" e del "Thriller" è allucinante; e non mi sento di indagarlo, proprio perché - mia caratteristica è quella di farmi prendere dalla passione e dopo non saprei da dove cazzo cominciare e soprattutto dove mai "finire" .... :blank:
... quindi mi voterò alla sintesi [sintesi Calveriana, beninteso; quindi non appoggiatevi all'accezione della treccani per capire come la intendo]; una sintesi che vuole cogliere dei brevi tratti prima:
- del Regista in questione;
- poi del Film in questione;
- poi delle conclusioni (in questione :cool:).
Come il titolo anticipa, molti registi, com'è giusto che sia, che sono esseri umani come noi (non tutti, vedasi Moretti ) sono cresciuti coi loro sogni e con la voglia di fare da grandi quello che del cinema, quand'erano piccoli, li aveva fatti innamorare.
Oddio, diciamola un po' meglio (ma non completamente): ci sono, tra altre tipologie, quei registi che si sono trovati nel mestiere da grandi, senza aver sognato di farlo da piccoli; e ci sono quelli che sognavano di farlo sin da bambini; Shyamalan appartiene a questi ultimi.
... detto ciò:
In sintesi quest'autore è un furbacchione, ma sa il fatto suo. Le ciambelle non gli riescono quasi mai col buco, ma il loro sapore è indicativo della qualità degli ingredienti e di una cucina appassionata, fatta con amore e una certa originalità. Poi, come per tutte le cose, se incominci a gasarti troppo e, per soprammercato, cedi volentieri anche a una certa autoreferenzialità, ecco che le cazzate fioccano a gogò...
... e ti porteranno ad abbassare la cresta che, se sei abbastanza umile, bene; altrimenti finisci completamente di auto-distruggerti. Di fatti:
Da 'E VENNE IL GIORNO' in poi, nonostante idee straordinarie, tutto per Shyamalan, invece che evolversi - è in qualche modo precipitato/degradato. Insieme alle ultime occasioni sprecate come "L'ULTIMO DOMINATORE DELL'ARIA' e 'AFTER EARTH' ... nonostante - di fondo - in queste opere, c'erano concetti assolutamente validi.
Così, mazzata su mazzata [sui denti] il buon regista indiano naturalizzato ammerigano, è tornato all'ovile. Beh ... diciamo che prenderla in culo, a volte può essere propedeutico e - più o meno - dare una bella raddrizzata alle ossa.
E così, questa volta in sordina, ecco che il buon indiano che voleva superare Hitchcock e quasi ci riusciva IS BACK e ritorna con una ciambella ancora senza buco ma d'alta qualità per ciò che concerne ingredienti e sapore.
Se si tiene conto che detesto l'Horror - nel senso che i film degni di questo nome e di questo genere io li conto sulle dita di una mano, e detesto visceralmente i film che sono girati e "visti" attraverso le videocamere degli stessi protagonisti, ecco che dovrebbe dare un indizio interessante del fatto che ho resistito a non alzarmi dalle poltrone del cinema e tornarmene a casa.
Anche perché mi ero premurato - riuscendoci - di non vedere alcun trailer e rifiutando ogni informazione da qualsiasi tipo, quindi non sapevo che mi sarei trovato di fronte a questa scelta stilistica. Ho dovuto concentrarmi un quarto d'ora pieno, per resistere all'impulso di andarmene di fronte a riprese e stili che detesto profondamente.
Shyamalan, in realtà, è un ottimo sceneggiatore e un ottimo fotografo, prima di essere un valido regista. Quello in cui eccelle è l'uso sapiente [quasi seguisse un flusso di coscienza] di come/dove posiziona la camera.
Sa spremere gli attori in maniera particolare, riuscendo (a volte) a farli uscire dai loro standard - cui sono avvezzi e ci sguazzano schifosamente, ripescando in loro valide performance. Un po di maieutica cinematografica, insomma :shake:
Peccato che a volte (spesso) non sa mettere i freni alle sue idee, e incede forzando le situazioni, le vicende, lo stilismo. Probabilmente, e non gli dò torto, nauseato anche lui dalla compulsività dei film moderni e dai montaggi idioti (che oggi sono il pane quotidiano) e che i pirla e i bimbominkia scambiano quali tecniche eccellenti "per i film d'azione", ecco che si è votato a delle "lentezze" che poi fanno perdere al soggetto una certa plausibilità, sino (a volte) a rendere pacchiane certe situazioni.
Ma se non ha superato/eguagliato Hitchcok e certamente non va chiamato 'Maestro' del Thriller, però gli va concesso che il titolo di 'professionista del brivido' comunque lo merita; in maniera straordinaria e più che dovuta. La capacità che ha di toccare certe corde e inoculare determinate consapevolezze nella storia - così come nello spettatore, è da lodare.
Anche negli stereotipi. Si prenda ad esempio - la classica PORTA ... quella della serie "Cosa ci sarà mai dietro quella porta? :omg: " ... sono immagini e archetipi che Shyamalan pilota con rara maestria, dando anche agli stereotipi una forza emotiva complessa e che sintonizza lo spettatore su più livelli, su più gradi interpretativi e senza per questo confondere il focus e il soggetto della storia o della sequenza.
Così, senza preavviso e completamente all'oscuro, sono entrato in sala per vedermi l'ennesima ciambella senza buco di M. N. Shyamalan
La scelta di arruolare attori sconosciuti (comunque non di grido): quanto sia dovuta al fatto di poter dare più libertà alla produzione, quanto abbia permesso bassi costi di produzione, quanto abbia permesso di sganciare il pubblico da facce note e quindi di aumentare un certo grado di realismo:
- più di tanto non ce ne frega, ma va menzionato in seno al valore che il film acquisisce, proprio poiché slegato da certe logiche commerciali.
La soddisfazione principale che ho provato è stata quella di "spaventarmi dentro" ... che di "spaventarmi fuori" - al cinema, me n'è sempre fregato un beato cazzo. Distinguo così i film dell'orrore io me medesimo: Quelli che "spaventano fuori" e quelli che "spaventano dentro". Poi, sia chiaro, per ognuna delle due categorie, ci sono film eccelsi e film insulsi. Ci mancherebbe.
Credo passerà in sordina la bravura degli attori tutti, in questo filmetto; proprio perché abituati e inquinati dal cinema moderno, sarà difficile cogliere la sottile e penetrante capacità di sondare la nostra quotidianità.
Il film procede piano verso i più classici stereotipi della paura, ed è proprio in questo senso che il nostro regista indiano che voleva superare Hitchcock e quasi ci riusciva, ha dato il meglio di sé dimostrando, oltretutto, la differenza di mestiere che ci può essere dietro una "cinepresa" rispetto a tutti quegli "autori" che hanno usato questo genere di film - inaugurato da The Blair Witch Project per capirsi. Quelli in stile "amatoriale/documentaristico" e di cui non hanno ancora trovato una precisa etichetta.
Infondo e delicatamente (e non nel finale) ho trovato una struggente e insieme spietata considerazione dei disagi umani, in questa operetta. Certo, l'autore non si è fatto scrupolo di nulla, ma solo senza scrupoli possiamo inoltrarci nelle migliori considerazioni, le più oneste. Così la penso.
Mi spiace per il doppiaggio, come al solito (poteva essere diversamente?) soprattutto di quello del Nonno, a cura di Carlo Valli (il doppiatore storico di Robin Williams, per capirsi) che considero ormai - e da anni - VOMITEVOLE ... un altro che ha deciso in maniera patetica di fare l'amore con la sua voce invece che coi personaggi che doppia. Insostenibile.
Nel film poi, un'altra nota spiacevole: il bambino protagonista è dedito a REPPARE (si scrive così? boh) ... ed ecco qui il secondo scandalo; per la madonna, non si può doppiare chi canta! :angry: ancora non lo si è capito? ...anche se si tratta di RAP ...
... ma niente, nel paese dei pirla per eccellenza, riusciamo a rendere ridicola ogni cosa.
Ok ... amen, turatevi il naso, e andate a vederlo :popcorn: :stuckup:
Che dire
C'è stato qualcosa in questo filmetto che mi ha deluso e qualcosa che mi ha conquistato. Purtroppo quello che mi ha conquistato, non riesce a sovrascrivere l'idea generale che mi sono fatto. Anche perché, una scelta precisa l'ho trovata veramente non allineata al potenziale e a quello che - a 360° - anche se non lo avrebbe fatto diventare un piccolo capolavoro, almeno poteva trasformarlo in una chiccha eccezionale ...
... questo non toglie che una piacevole sensazione - di un cinema che oserei chiamare nobilmente di "serie-B" - solleciti in maniera intelligente e per certi aspetti geniale, la nostra sospensione della credulità.
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
THE VISIT - recensione [no spoiler] è stato creato da Calvero
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The VISIT
Ovvero, l'indiano che voleva superare Hitchcock e quasi ci riusciva
In realtà mi sarebbe sempre piaciuto aprire un discorso che riguarda direttamente e indirettamente M. Night Shyamalan e quindi la cinematografia in un senso ampio. Inevitabilmente: <---A M P I O---> ... ma, ahimè, proprio per questa inevitabile condizione che conseguirebbe al discorso, ciò comporterebbe l'abbracciare tante di quelle tematiche inerenti il linguaggio cinematografico, che porterebbe un casino di carne al fuoco.
Poi, capirai: quello "horror" e della "Suspense" e del "Thriller" è allucinante; e non mi sento di indagarlo, proprio perché - mia caratteristica è quella di farmi prendere dalla passione e dopo non saprei da dove cazzo cominciare e soprattutto dove mai "finire" .... :blank:
... quindi mi voterò alla sintesi [sintesi Calveriana, beninteso; quindi non appoggiatevi all'accezione della treccani per capire come la intendo]; una sintesi che vuole cogliere dei brevi tratti prima:
- del Regista in questione;
- poi del Film in questione;
- poi delle conclusioni (in questione :cool:).
Come il titolo anticipa, molti registi, com'è giusto che sia, che sono esseri umani come noi (non tutti, vedasi Moretti ) sono cresciuti coi loro sogni e con la voglia di fare da grandi quello che del cinema, quand'erano piccoli, li aveva fatti innamorare.
Oddio, diciamola un po' meglio (ma non completamente): ci sono, tra altre tipologie, quei registi che si sono trovati nel mestiere da grandi, senza aver sognato di farlo da piccoli; e ci sono quelli che sognavano di farlo sin da bambini; Shyamalan appartiene a questi ultimi.
... detto ciò:
il regista/autore/produttore:
In sintesi quest'autore è un furbacchione, ma sa il fatto suo. Le ciambelle non gli riescono quasi mai col buco, ma il loro sapore è indicativo della qualità degli ingredienti e di una cucina appassionata, fatta con amore e una certa originalità. Poi, come per tutte le cose, se incominci a gasarti troppo e, per soprammercato, cedi volentieri anche a una certa autoreferenzialità, ecco che le cazzate fioccano a gogò...
... e ti porteranno ad abbassare la cresta che, se sei abbastanza umile, bene; altrimenti finisci completamente di auto-distruggerti. Di fatti:
Da 'E VENNE IL GIORNO' in poi, nonostante idee straordinarie, tutto per Shyamalan, invece che evolversi - è in qualche modo precipitato/degradato. Insieme alle ultime occasioni sprecate come "L'ULTIMO DOMINATORE DELL'ARIA' e 'AFTER EARTH' ... nonostante - di fondo - in queste opere, c'erano concetti assolutamente validi.
Così, mazzata su mazzata [sui denti] il buon regista indiano naturalizzato ammerigano, è tornato all'ovile. Beh ... diciamo che prenderla in culo, a volte può essere propedeutico e - più o meno - dare una bella raddrizzata alle ossa.
E così, questa volta in sordina, ecco che il buon indiano che voleva superare Hitchcock e quasi ci riusciva IS BACK e ritorna con una ciambella ancora senza buco ma d'alta qualità per ciò che concerne ingredienti e sapore.
Se si tiene conto che detesto l'Horror - nel senso che i film degni di questo nome e di questo genere io li conto sulle dita di una mano, e detesto visceralmente i film che sono girati e "visti" attraverso le videocamere degli stessi protagonisti, ecco che dovrebbe dare un indizio interessante del fatto che ho resistito a non alzarmi dalle poltrone del cinema e tornarmene a casa.
Anche perché mi ero premurato - riuscendoci - di non vedere alcun trailer e rifiutando ogni informazione da qualsiasi tipo, quindi non sapevo che mi sarei trovato di fronte a questa scelta stilistica. Ho dovuto concentrarmi un quarto d'ora pieno, per resistere all'impulso di andarmene di fronte a riprese e stili che detesto profondamente.
Shyamalan, in realtà, è un ottimo sceneggiatore e un ottimo fotografo, prima di essere un valido regista. Quello in cui eccelle è l'uso sapiente [quasi seguisse un flusso di coscienza] di come/dove posiziona la camera.
Sa spremere gli attori in maniera particolare, riuscendo (a volte) a farli uscire dai loro standard - cui sono avvezzi e ci sguazzano schifosamente, ripescando in loro valide performance. Un po di maieutica cinematografica, insomma :shake:
Peccato che a volte (spesso) non sa mettere i freni alle sue idee, e incede forzando le situazioni, le vicende, lo stilismo. Probabilmente, e non gli dò torto, nauseato anche lui dalla compulsività dei film moderni e dai montaggi idioti (che oggi sono il pane quotidiano) e che i pirla e i bimbominkia scambiano quali tecniche eccellenti "per i film d'azione", ecco che si è votato a delle "lentezze" che poi fanno perdere al soggetto una certa plausibilità, sino (a volte) a rendere pacchiane certe situazioni.
Ma se non ha superato/eguagliato Hitchcok e certamente non va chiamato 'Maestro' del Thriller, però gli va concesso che il titolo di 'professionista del brivido' comunque lo merita; in maniera straordinaria e più che dovuta. La capacità che ha di toccare certe corde e inoculare determinate consapevolezze nella storia - così come nello spettatore, è da lodare.
Anche negli stereotipi. Si prenda ad esempio - la classica PORTA ... quella della serie "Cosa ci sarà mai dietro quella porta? :omg: " ... sono immagini e archetipi che Shyamalan pilota con rara maestria, dando anche agli stereotipi una forza emotiva complessa e che sintonizza lo spettatore su più livelli, su più gradi interpretativi e senza per questo confondere il focus e il soggetto della storia o della sequenza.
Così, senza preavviso e completamente all'oscuro, sono entrato in sala per vedermi l'ennesima ciambella senza buco di M. N. Shyamalan
IL FILM
Buona visione :fedora:
La scelta di arruolare attori sconosciuti (comunque non di grido): quanto sia dovuta al fatto di poter dare più libertà alla produzione, quanto abbia permesso bassi costi di produzione, quanto abbia permesso di sganciare il pubblico da facce note e quindi di aumentare un certo grado di realismo:
- più di tanto non ce ne frega, ma va menzionato in seno al valore che il film acquisisce, proprio poiché slegato da certe logiche commerciali.
La soddisfazione principale che ho provato è stata quella di "spaventarmi dentro" ... che di "spaventarmi fuori" - al cinema, me n'è sempre fregato un beato cazzo. Distinguo così i film dell'orrore io me medesimo: Quelli che "spaventano fuori" e quelli che "spaventano dentro". Poi, sia chiaro, per ognuna delle due categorie, ci sono film eccelsi e film insulsi. Ci mancherebbe.
Credo passerà in sordina la bravura degli attori tutti, in questo filmetto; proprio perché abituati e inquinati dal cinema moderno, sarà difficile cogliere la sottile e penetrante capacità di sondare la nostra quotidianità.
Il film procede piano verso i più classici stereotipi della paura, ed è proprio in questo senso che il nostro regista indiano che voleva superare Hitchcock e quasi ci riusciva, ha dato il meglio di sé dimostrando, oltretutto, la differenza di mestiere che ci può essere dietro una "cinepresa" rispetto a tutti quegli "autori" che hanno usato questo genere di film - inaugurato da The Blair Witch Project per capirsi. Quelli in stile "amatoriale/documentaristico" e di cui non hanno ancora trovato una precisa etichetta.
Infondo e delicatamente (e non nel finale) ho trovato una struggente e insieme spietata considerazione dei disagi umani, in questa operetta. Certo, l'autore non si è fatto scrupolo di nulla, ma solo senza scrupoli possiamo inoltrarci nelle migliori considerazioni, le più oneste. Così la penso.
Mi spiace per il doppiaggio, come al solito (poteva essere diversamente?) soprattutto di quello del Nonno, a cura di Carlo Valli (il doppiatore storico di Robin Williams, per capirsi) che considero ormai - e da anni - VOMITEVOLE ... un altro che ha deciso in maniera patetica di fare l'amore con la sua voce invece che coi personaggi che doppia. Insostenibile.
Nel film poi, un'altra nota spiacevole: il bambino protagonista è dedito a REPPARE (si scrive così? boh) ... ed ecco qui il secondo scandalo; per la madonna, non si può doppiare chi canta! :angry: ancora non lo si è capito? ...anche se si tratta di RAP ...
... ma niente, nel paese dei pirla per eccellenza, riusciamo a rendere ridicola ogni cosa.
Ok ... amen, turatevi il naso, e andate a vederlo :popcorn: :stuckup:
CONCLUSIONI
Che dire
C'è stato qualcosa in questo filmetto che mi ha deluso e qualcosa che mi ha conquistato. Purtroppo quello che mi ha conquistato, non riesce a sovrascrivere l'idea generale che mi sono fatto. Anche perché, una scelta precisa l'ho trovata veramente non allineata al potenziale e a quello che - a 360° - anche se non lo avrebbe fatto diventare un piccolo capolavoro, almeno poteva trasformarlo in una chiccha eccezionale ...
... questo non toglie che una piacevole sensazione - di un cinema che oserei chiamare nobilmente di "serie-B" - solleciti in maniera intelligente e per certi aspetti geniale, la nostra sospensione della credulità.
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
Ultima Modifica 9 Anni 1 Settimana fa da Calvero.
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9 Anni 1 Settimana fa #238
da Marzo
Risposta da Marzo al topic THE VISIT - recensione [no spoiler]
Abbiamo gli stesi gusti in fatto di scelte al cinema calvero! Sono andato a vederlo anche io e devo dire che non mi è dispiaciuto affatto. Del regista a questo punto devo recuperare "il sesto senso"...
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
- FrancescaR
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9 Anni 1 Settimana fa #240
da FrancescaR
Risposta da FrancescaR al topic THE VISIT - recensione [no spoiler]
:cool: L'indiano che voleva superare Hitchcock e quasi ci riusciva.
Mi sembri in forma smagliante, Calvero. :sun:
Questa recensione è già un film... :popcorn: Puro godimento.
Calvero super :cool:
Mi sembri in forma smagliante, Calvero. :sun:
Questa recensione è già un film... :popcorn: Puro godimento.
Calvero super :cool:
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9 Anni 1 Settimana fa #247
da Calvero
Cioè, mi stai dicendo che non hai visto il - Il sesto senso? :question:
Aspetta a dire che abbiamo gli stessi gusti :hammer:
... scherzo
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
Risposta da Calvero al topic THE VISIT - recensione [no spoiler]
Marzo ha scritto: Abbiamo gli stesi gusti in fatto di scelte al cinema calvero! Sono andato a vederlo anche io e devo dire che non mi è dispiaciuto affatto. Del regista a questo punto devo recuperare "il sesto senso"...
Cioè, mi stai dicendo che non hai visto il - Il sesto senso? :question:
Aspetta a dire che abbiamo gli stessi gusti :hammer:
... scherzo
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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9 Anni 1 Settimana fa #248
da Calvero
:blush: :chyea:
Mi sto sbizzarendo con le faccine :hammer:
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
Risposta da Calvero al topic THE VISIT - recensione [no spoiler]
FrancescaR ha scritto: Calvero super :cool:
:blush: :chyea:
Mi sto sbizzarendo con le faccine :hammer:
[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
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9 Anni 5 Giorni fa #317
da Marzo
Risposta da Marzo al topic THE VISIT - recensione [no spoiler]
ahahahahha in realtà ho visto l'inizio e per sbaglio la fine in 2 giorni diversi, ma rimedio!
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