Tess - di Roman Polanski

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4 Anni 4 Mesi fa #35365 da Calvero
Tess - di Roman Polanski è stato creato da Calvero
Se avete visto l'ultimo film [schifosamente propagandistico] di Quentin Tarantino «C'era una volta a Hollywood» potreste ricordarvi di una particolare sequenza nella quale ci si può titillare di emozioni con una meravigliosa Margot Robbie (la protagonista che interpreta l'iconica Sharon Tate sul finire degli anni '60), quindi vederla entrare in un locale ...

Qui sotto la foto che ho scattato io direttamente sul mio televisore, del momento nel film di Tarantino sopra descritto. Ho lasciato appositamente i sottotitoli



... e lì ritirare il Romanzo «Tess dei D'Urberville» di Thomas Hardy, essendosene Lei innamorata dopo averlo letto e, a sua volta, al fine di condividerlo con chi ama, farne dono al regista suo marito - il meno iconico, ma non meno mitico: - Roman Polanski.



Quanto poi la sequenza con Margot Robbie di «C'era una volta a Hollywood» possa essere stata o meno romanzata da Tarantino, più o meno immaginata; arbitrariamente o meno arbitrariamente messa in scena dal revisionismo postmodernista Tarantiniano, non possiamo darlo per certo, ma ... sì può evincere comunque che di cosa attinente alla realtà trattasi, visto e considerato che Polanski stesso rilascerà interviste e svariate dichiarazioni le quali rendono consapevoli che la sua Sharon aveva discusso con lui di questo testo straordinario (scritto sul finire dell '800) e del grande romanziere che lo aveva donato al mondo. Certamente tra i più grandi autori mai esistiti. Tantoché (e forse qualcuno deve avere avuto i brividi come Me, se non il magone), quando avremmo così premuto il tasto Play sul lettore del DVD o BLURAY di Tess, vedremo apparire nella sequenza iniziale del film una minuta e dolcissima didascalia: «.. to Sharon».


La mia intenzione era di fare una recensione sia del capolavoro letterario di Thomas Hardy, sia del capolavoro di Roman Polanski, insieme. Troppo ambizioso come progetto e me ne sono reso conto troppo tardi. Così ho elaborato al volo una sorta di divertissement (per dirla alla francese) tra opera filmica e opera letteraria.

Per Me, Thomas Hardy rimane nell'olimpo dei romanzieri insieme a Melville (detto niente) che, se pur per ragioni assai diverse, comunque la potenza narrativa di questi due Nobili Selvaggi si accomuna in un ossimoro perfetto in coloro che possiedono il dono della penna; entrambi - Melville e Hardy - pervasi da una forza religiosa letteraria incomparabile. E quando dico «religiosa» non intendo in senso teologico, bensì filosofico, bensì umano, ove persino una concezione atea, ivi inserita, non potrebbe sfuggire a tali dinamiche, né risultare contraddittoria. Ricca di elementi intrisi nel concetto di Volontà e ben al di là dei protocolli biologici; quando la Vita è intesa come amore totalizzante verso essa, finanche nel momento la si trovasse avversa, ingiusta, bastarda e giunge, ci investe, sospinta da forze spietatamente ineludibili. Si potrebbe usare il termine «Amore», un amore devoto ai propri istinti, ai propri doveri intimi; ma ancora non ci siamo: la definizione di questa storia, della nostra protagonista, più propriamente - per Tess - vorrebbe che di «Amor Fati» si parlasse.

In un'epoca quale la nostra dove la cultura è diventata distrazione confezionata per dementi omologati e asserviti a un imperialismo mentale oltre che degradatamente politico, ecco che trovarsi minoritari rispetto a una massa idiotizzata, oltre che inevitabile, dovrebbe essere una scelta naturale per chi ne individua i pericoli. Essere minoritari non è ineludibile, ma è fatale.

Questa ritengo sia, a mio avviso, la grande lezione del romanzo di Hardy. Ancora oggi e, oggi, consci di come nella nostra Era, le maggioranze pesantemente manipolate fagocitano senza digerirli i confronti leali e ogni reale sperimentazione (pur di non volerne avere a che fare), ci si trova sommersi da parole inutili, suoni inutili, immagini invadenti che non ci lasciano pensare (come dice il grande Goffredo Fofi) ed ecco che, dicevamo, consci di questo e non solo, un film come Tess di Polanski, ci mette nella vivida e meravigliosa condizione di poter percepire immagini, suoni, racconti e personaggi senza che l'opera filmica sia costruita per convincere, bensì per esporsi ...

... come la cultura odierna non permette ad esempio, e per l'appunto; con la sua maledetta industria del dominio che sterilizza, avvelena e sparge ignoranza mascherata da intrattenimento.




L'opera di Hardy nel romanzo, come di Polanski al cinema, pone come condizione: NON una riflessione, NON un'analisi, NON una denuncia, NON una storicizzazione, NON un disegno ideologico, NON un pretesto, NON un indirizzo, ma: - un'espressione.

Ciò che dà da riflettere è la penosa constatazione di come «oggi come oggi» nel Cinema si sia creato il paradosso dei paradossi, e nonostante si possa ricostruire qualsiasi cosa più di ieri nell'arte della rappresentazione; abituati a qualsiasi possibilità scenica e scenografica per la Settima Arte"; con investimenti sempre più massicci e pure ultra milionari dei blockbuster, ecco che per un effetto psicologico e percettivo (a mio avviso ancora da identificare), non ci si potrà rendere conto - se non con un duro regime di purificazione - dell'amore assoluto che pervade, dal particolare al generale, dal generale al particolare, un'opera come questa di Polanski, in una messa in scena incredibile.

Non è che sia solo il Cinema a morire, è il nostro sguardo che sta morendo.

Nastassia e Roman durante la lavorazione

La scelta di Nastassja kinski per la sua Tess è commovente. Voglio credere che Polanski si sia affidato alle stesse parole di chi l'ha creata dalla sua penna: « Ed era proprio quel tocco d'imperfezione in una pretesa perfezione che ispirava una struggente tenerezza, poiché contribuiva a donarle umanità » questi era Tess per Hardy e questi diverrà Tess per Polanski.

Consiglio a chi non l'avesse fatto, di vedersi il film e dopo leggere il romanzo. Non si potrà essere traditi. E potrebbe essere un esperimento molto interessante per tutti. Lo consiglio. E non sarebbe un controsenso come potrebbe esserlo per altri casi riguardanti un'opera letteraria dirottata s'una sceneggiatura. Non credo che un tale rapporto simbiotico si sia mai più ripetuto in nome di un adattamento cinematografico, soprattutto se si parla di un Romanzo di tale altezze e dai sottesi infiniti che gli riguardano. Se, nel libro, il rapporto di Tess con la Natura è strabiliantemente infuso da Hardy rivelando dalla natura stessa una figura panteistica spietata e onnisciente, temibile e viva di una volontà propria, inspiegabile ma intelligibile, sino a sfiorare le forze degli astri oltre la volta celeste e sospettarne i simbolismi; ecco che nel film, il rapporto delle dinamiche psicologiche che ci violentano attraverso gli sguardi di una Nastassja Kinski (che sarebbero indescrivibili sulle pagine di qualsiasi libro) che struggono l'anima, non potevano essere narrati meglio da Hardy, come Polanski ha potuto fare attraverso la grammatica del cinema.

Il genio di Polanski per questo film, ha fatto sì che per detrazione si ottenesse paradossalmente un valore superiore alla somma di tutti gli elementi che aveva deciso di lasciare e di inserire nell'adattamento. Qui la differenza tra i grandi Cineasti e i Maestri. Si può essere veramente dei grandi Cineasti, eppure neanche avvicinarsi al più piccolo dei Maestri. E Polanski non è tra i più piccoli.

L'avventura di Tess, una giovanissima ragazza preda di un mondo in piena idiosincrasia tra le proprie morali e le differenze di classe, ci condurrà - e senza prenderci per mano - nella più Schopenahueraiana delle figure memorabili e delicatamente potenti nella storia di un racconto realmente senza pari. La purezza e l'innocenza di Tess non sono quelle della santità, ma di una rigorosa presa di coscienza coraggiosa che Lei avverte nel suo spirito, nei confronti di un destino il cui epilogo sarà sempre perfettamente in bilico tra il volerlo amare e lottare per far sì che sia all'altezza del suo cuore.







La premessa all'inizio di questa recensione, la quale parafrasa una sequenza dell'ultimo film di Tarantino, non voleva essere una curiosità introduttiva, ma far sì che si sollevasse ancora una volta - e nella maniera più intelligente possibile che mi è concessa - la più emblematica se non amletica delle questioni quando parliamo di cinema, laddove il tutto si sublima nel chiedersi con fervore e appassionata inquietudine se sia l'arte a imitare la vita o la vita a imitare l'arte ...

... e così, in un parallelo non meno struggente della bellezza di Tess con la struggente bellezza di Sharon Tate: con Polanski, voglio credere che il suo film sia un atto d'amore e un atto di rabbia incontenibile e umile al contempo, laddove china la testa alle forze dell'universo, piangendo silenziosamente quel dolore.

[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.

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4 Anni 4 Mesi fa #35366 da Calvero
Risposta da Calvero al topic Tess - di Roman Polanski


Dopo averlo recuperato e visionato la prima volta in DVD, ero rimasto deluso dalla masterizzazione; ho allora fatto una ricerca e ho scoperto dell'esistenza di una versione restaurata e riversata in alta definizione (quella che vedete nell'immagine qui sopra è la mia), peccato che l'unica versione disponibile è quella dell'edizione francese e quindi ho dovuto accettare il compromesso che, vedendolo in lingua originale, i sottotitoli francesi sono obbligatamente inclusi. Maledizione.


Il restauro magnifico mi hanno fatto dimenticare questo fastidio. Il restauro - del 2012 - è stato effettuato in 4K e in 2K.


Inutile dire ma lo dico lo stesso, che la voce della Nastassia Kinski non può essere sostituita da nessuna doppiatrice vivente. Soprattutto dopo che il film entra nel suo crescendo più drammatico e le sue corde vocali suonano di una rara malinconia e di un'ostinazione quasi surreale.

Ultima nota positiva (si veda la seconda immagine) l'edizione restaurata è inclusa in una stupenda confezione curata in ogni particolare, impaginata a' mo' libricino e dai materiali e dalla grafica eccellenti.

Aspettarsi una cosa del genere dai nostri distributori, è fantascienza.

[Misti mi morr Z - 283] Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Oona

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4 Anni 4 Mesi fa #35405 da valbor_X
Risposta da valbor_X al topic Tess - di Roman Polanski

l'ultimo film [schifosamente propagandistico] di Quentin Tarantino «C'era una volta a Hollywood»


Completamente d'accordo, mi ha disgustato.. :ok:

“Language is a virus from outer space” - William S. Burroughs

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