Prove di censura nel Brasile..

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3 Mesi 2 Settimane fa - 3 Mesi 2 Settimane fa #53490 da bebbo.r
Sono incappato in questo articolo (nel titolo il link all'articolo originale) a mio avviso interessante. Lo posto:

Prove di censura nel Brasile di Lula. Ed è guerra con Musk

Roberto Vivaldelli

11 Aprile 2024  Il giornalista investigativo Michael Shellenberger, autore del bestseller San Fransiscko: Why Progressives Ruined Cities e uno dei principali sostenitori della libertà di parola e dei diritti fondamentali della libertà di stampa negli Stati Uniti, ha diffuso i Twitter Files sul Brasile. Una montagna di documenti che portano all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale il rischio di una svolta autoritaria nel Paese di Lula. Nella quarta democrazia del mondo emerge sempre di più la figura controversa del potente giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moreas, che con la scusa di combattere la disinformazione online e colpire i sostenitori e “complici” del presunto tentativo di golpe dell’ex presidente di destra, Jair Bolsonaro, sta attuando una politica fortemente repressiva, esercitando un potere inedito per un funzionario pubblico. Naturalmente, per il “bene della democrazia” e con l’ampio supporto della sinistra brasiliana. I Twitter Files diffusi da Shellenberger raccontano come la Corte suprema non solo abbia fatto pressione sulle grandi piattaforme Big Tech per imporre la censura di contenuti scomodi, ma ha anche imposto la chiusura di piattaforme “libere” come Rumble, casa di tanti giornalisti indipendenti in tutto il mondo, che da qualche tempo non più disponibile in Brasile a causa dell’azione repressiva di Moreas.

Oggi, martedì 9 aprile, il giudice de Moraes si è spinto oltre, esplicitamente minacciando di perseguire penalmente tutti i dipendenti X (ex Twitter) in Brasile in seguito alle durissime critiche di Elon Musk all’indirizzo dello stesso giudice e del presidente Lula.

- La censura in Brasile: la denuncia dei Twitter Files e di Shellenberger

Come evidenziato da Shellenberger, il Brasile è impegnato “in una radicale repressione della libertà di parola” guidata da un giudice della Corte Suprema di nome Alexandre de Moraes. Quest’ultimo, ha spiegato il giornalista su X, “ha gettato in galera persone senza processo per contenuti pubblicati sui social media. Ha chiesto la rimozione degli utenti dalle piattaforme di social media. E ha richiesto la censura di post specifici, senza dare agli utenti alcun diritto di ricorso e nemmeno il diritto di vedere le prove presentate contro di loro”. I Twitter Files pubblicati dal giornalista rivelano che de Moraes e la Corte Elettorale Superiore da lui controllata sono “impegnati in un chiaro tentativo di minare la democrazia in Brasile”, chiedendo illegalmente alll’allora Twitter (oggi X) di “rivelare dettagli personali sugli utenti di Twitter che utilizzavano hashtag che non gli piacevano”; chiedendo “l’accesso ai dati interni di Twitter, in violazione della politica di Twitter”; cercando di “censurare, unilateralmente, i post su Twitter dei membri in carica del Congresso brasiliano” oltre che tentando di “utilizzare come arma le politiche di moderazione dei contenuti di Twitter contro i sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro”.

Come dimostra un documento diffuso da Shellenberger, l’Alta Corte Elettorale brasiliana (TSE), controllata da de Moraes, ha chiesto a Twitter di rivelare l’identità degli utenti. Il 25 ottobre 2021, il consulente legale senior di Twitter, Rafael Batista, ha inviato un’e-mail ai suoi colleghi per informarli che il TSE stava “costringendoli a rintracciare e smascherare gli utenti che utilizzavano hashtag specifici”. Naturalmente si trattava di una richiesta illegale, che prendeva di mira i supporter dell’allora presidente Bolsonaro. Ma c’è un altro aspetto che emerge dall’inchiesta di Shellenberger: Google, Facebook, Amazon e le altre piattaforme Big Tech hanno accettato di fornire dati personali e privati ​​degli utenti al governo brasiliano.

- Lo scontro politico e istituzionale

La denuncia di Shellenberger ha avuto pesanti reazioni sul piano politico (e giudiziario). De Moraes ha incluso Elon Musk in un’indagine in corso sulla diffusione di fake news, mentre il magnate ha reagito sui social media, definendo la decisione “censura aggressiva”. Nella sua sentenza, il giudice Alexandre de Moraes ha sottolineato che sabato Musk ha avviato una “campagna di disinformazione” pubblica sulle azioni del tribunale superiore. Il giudice ha accusato il patron di Tesla di continuare a portare avanti questa presunta campagna di disinformazione contro la Corte Suprema il giorno successivo, in particolare con dichiarazioni che suggerivano che la sua società di social media X non avrebbe più aderito alle direttive del tribunale di bloccare alcuni account. “La flagrante condotta di ostruzione della giustizia brasiliana, l’incitamento al crimine, la minaccia pubblica di disobbedire agli ordini del tribunale e la futura mancanza di cooperazione da parte della piattaforma sono fatti che mancano di rispetto alla sovranità del Brasile”, ha scritto de Moraes.Come sottolinea Shellenberg, in qualsiasi momento, “la Corte Suprema del Brasile potrebbe bloccare ogni accesso a X/Twitter per il popolo brasiliano”. Non è un’esagerazione affermare che il Brasile, accusa il giornalista, “è sull’orlo della dittatura per mano di un giudice totalitario della Corte Suprema di nome Alexandre de Moraes. Il presidente Lula da Silva partecipa alla spinta verso il totalitarismo. Da quando è entrato in carica, Lula ha aumentato massicciamente i finanziamenti governativi ai principali mezzi di informazione, la maggior parte dei quali incoraggia una maggiore censura. Ciò che stanno facendo Lula e de Moraes è un’oltraggiosa violazione della costituzione brasiliana e della Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite”.

- L’accusa di Musk

Secondo Elon Musk, Lula è tenuto sotto scacco dal potente giudice: “Come ha fatto Alexandre a diventare il dittatore del Brasile? Ha Lula al guinzaglio”, ha osservato il magnate su X. In un altro post, in risposta a una pubblicazione del deputato conservatore Marcelo Van Hattem, Musk ha affermato che è stato Moraes “a far uscire Lula di prigione” e per questo “il presidente non prende provvedimenti contro di lui”. Nel frattempo, i deputati dell’opposizione hanno chiesto – e ottenuto – la possibilità di ascoltare presso la Commissione di Sicurezza del Senato federale le testimonianze di Elon Musk e del giornalista Michael Shellenberger su ciò che sta accadendo in Brasile . Come nota il giornalista Glenn Greenwald, autore dell’inchiesta su Edward Snowden e la sorveglianza di massa dell’Nsa, che ha difeso Elon Musk e Shellenberger , “il Brasile è un Paese apparentemente democratico: ha un regime di censura estremo”, ricordando che diversi giornalisti e deputati sono stati censurati su ordine del giudice Alexandre de Moreas.

Nel 2022, peraltro, lo stesso New York Times aveva notato la deriva autoritaria del Brasile e di de Morea. Quest’ultimo, notava il Nyt nel 2022, “ha incarcerato cinque persone senza processo per post sui social media che, secondo lui, attaccavano le istituzioni brasiliane. Ha anche ordinato ai social network di rimuovere migliaia di post e video con poco margine di appello. E quest’anno, 10 degli 11 giudici della corte hanno condannato un membro del Congresso a quasi nove anni di prigione per aver lanciato in live streaming quelle che secondo loro erano minacce contro di loro”. Secondo molti esperti di diritto, citati proprio dal quotidiano, le dimostrazioni di forza di Moraes, “sotto la bandiera del salvataggio della democrazia”, minacciano di spingere il “Paese verso una svolta antidemocratica”.

Esattamente ciò che sta accadendo.

InsideOver

“Se sei la persona più intelligente in una stanza, allora sei nella stanza sbagliata”
Ultima Modifica 3 Mesi 2 Settimane fa da bebbo.r.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Nomit

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3 Mesi 2 Settimane fa #53499 da Mig25
Risposta da Mig25 al topic Prove di censura nel Brasile..
Indubbiamente anche quella testa di condominio e i suoi seguaci hanno il diritto di esprimersi, ma siccome lo fanno in modo al limite della violenza, non provo tanta empatia per lui né per loro. Se distruggi la foresta amazzonica sulla base dei tuoi slogan elettorali non ti puoi lamentare se c'è un giudice che ti indaga... certo da lì a essere preso di punta ce ne passa, però... come dire... non è che sia un angioletto.

Mig25 foxbat

Ci siamo messi dalla parte dei dittatori perché da quella dei democratici erano tutti legati e imbavagliati.

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