Fenomeni e misteri dal mondo - Raccolta di articoli a tema paranormale

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4 Anni 8 Mesi fa #34542 da Bastion
RELIGIONE E PARANORMALE

Il paranormale può far venire alla mente libri e piatti volanti associati ad attività poltergeist, sedute spiritiche dove i medium sostengono di comunicare con i morti, chiaroveggenti che fissano sfere di cristallo, fantasmi, case infestate e ogni sorta di bizzarri fenomeni. Molte persone rigettano il paranormale, eppure ogni importante religione di oggi è basata, in qualche misura, su fenomeni paranormali. La Bibbia, per esempio, è piena di miracoli, profezie, chiaroveggenza e guarigioni. Ma anche le storie relative a Maometto e a Buddha. Molti santi cristiani hanno compiuto miracoli ad alti livelli, un esempio è San Giuseppe da Copertino.

Il Santo Volante
Secondo resoconti contemporanei ben documentati, il frate del XVII secolo San Giuseppe da Copertino (1603- 1663) fece esperienza di numerose levitazioni, durante le quali egli poteva viaggiare per brevi distanze nell’aria, così da essere soprannominato il Santo Volante. In un episodio, si dice che sia rapidamente volato dal centro della chiesa all’altare maggiore, una distanza di circa dodici metri. Importanti persone dell’epoca furono testimoni dei voli di Giuseppe: l’ambasciatore spagnolo della corte papale; il protestante John Frederick, duca di Brunswick che, dopo una tale esperienza, si convertì al cattolicesimo; papa Urbano VIII (1623-1644), lo stesso che nel 1633 chiese a Galileo di rinnegare le sue nozioni eretiche sulla Terra che gira intorno al Sole. Oltre alla levitazione, si attribuì al santo anche la capacità di leggere nel pensiero, di guarire, di produrre pioggia durante la siccità. Nonostante i suoi miracoli e l’incredibile attenzione che essi richiamarono all’epoca, Giuseppe era lontano dalla perfezione. Intellettualmente ritardato, probabilmente soffriva di disabilità nell’apprendimento. Pare che leggesse e scrivesse a malapena e a volte aveva lo sguardo assente o era in stato confusionale. Quel che ci interessa non è tanto appurare la veridicità dei miracoli attribuiti a Giuseppe da Copertino, quanto piuttosto il modo in cui essi vennero interpretati dalle autorità religiose e dai credenti. I fenomeni paranormali e la religione hanno una lunga, complessa e interconnessa relazione, spesso antagonistica (come quando fatti paranormali vengono attribuiti al demonio o alle streghe) e talvolta reciprocamente potenziata (come i miracoli che vengono interpretati per confermare la vera divinità e santità). Lontana dall’accettare universalmente i miracoli di Giuseppe, l’autorità ecclesiastica li ha spesso trovati imbarazzanti. I suoi voli erano per lui apparentemente incontrollabili, almeno a un livello del tutto cosciente. In maniera inaspettata Giuseppe poteva andare in trance durante una festività o uno spostamento di massa o persino in seguito a una debole provocazione (per esempio, un’innocua opinione sulla bellezza di Dio). I suoi voli erano spesso motivo di disturbo, tanto che a volte gli fu impedito di partecipare alle processioni. A un certo punto fu persino accusato di attrarre eccessiva attenzione su di sé con i suoi miracoli e, come risultato, fu oggetto di indagine da parte dell’Inquisizione, sebbene non sia mai stato ritenuto colpevole di qualche crimine. I primi fenomeni miracolosi paranormali attribuiti a Giuseppe possono essere stati considerati sensazionali ed eccitanti, ma quando scendeva di nuovo a terra, anche piuttosto irrilevanti e difficilmente la prova di Dio onnipotente, onnisciente e onnipresente. Piuttosto, questi cosiddetti “voli di fantasia” ci dicono molto del carattere fortemente emotivo e del temperamento talvolta violento di Giuseppe, con il rilascio di abbondante energia accumulata nel suo corpo, che lo portava alle famose levitazioni incontrollate.

Nel Contesto Religioso
Una visione comune è che sulla via dell’illuminazione, della salvezza o dell’unione con Dio, i fenomeni paranormali possano diventare manifesti, ma essi non sono un obiettivo di per sé e possono anzi divenire una distrazione. O persino, in taluni, motivo inutile di vanto e autoadulazione, sentendosi costoro speciali per delle piccole doti paranormali e allontanandosi dal sentiero della spiritualità. Dobbiamo distinguere tra taumaturgia o semplice “fare meraviglie” (come essere abili a predire il futuro, leggere nella mente o guarire una persona malata usando presunti poteri paranormali) e teurgia (il controllo di meraviglie e miracoli, ossia le manifestazioni paranormali, per scopi più elevati, come risultato di “illuminazione”). Per esempio, assumendo la veridicità e la storicità di Gesù, egli era un semplice taumaturgo o un vero teurgo? Questa è una domanda fondamentale che ha assillato la comunità cristiana di duemila anni fa. Trattare simili questioni porta alle origini di specifiche credenze e pratiche religiose (molte religioni fanno risalire il proprio inizio a un individuo cruciale, al quale sono attribuiti miracoli). Alcuni ricercatori ritengono che la religione possa essere sorta sopra i fenomeni paranormali, ma anche i fedeli guardano a essa attraverso profezie, miracoli, rivelazioni. La questione per molti è se vi sia qualche verità dietro tali accadimenti. Tradizionalmente, gli aderenti a una religione accettano la verità dei fenomeni sui quali essa è basata, come strumenti per confermarne la veridicità, mentre sminuiscono quei fenomeni legati alle altre religioni, liquidandoli o attribuendoli a entità malvagie, o anche accusandone i praticanti di mal interpretare i segni. Dall’altra parte vi sono atei, agnostici, moderni razionalisti e materialisti che parlano di tali fenomeni come di pura superstizione. Ma esiste anche un terzo modo di approcciare all’argomento: possiamo considerare la possibilità che alcuni (non necessariamente tutti) dei fenomeni principali delle religioni siano veri e di natura paranormale. Prima della fine del XIX secolo i ricercatori psichici Andrew Lang (britannico) e Cesare de Vesme (italiano) hanno suggerito che i fenomeni paranormali «siano praticamente gli unici che possono aver generato le prime credenze religiose dell’uomo» (de Vesme, Storia dello spiritismo, 1896-97; Lang, The making of religion, 1898).

Telepatia e Separazione
Sebbene sia raramente ammesso (particolarmente da certi razionalisti contemporanei che, cosa per me inspiegabile, continuano a sostenere la credenza tradizionale in Dio e nell’aldilà, ma liquidano il paranormale in generale), una forma di paranormale è ampiamente abbracciata da gran parte delle principali religioni oggi: la telepatia. Rivolgi silenziosamente una preghiera a Dio e stai praticando telepatia. Come asserì il ricercatore psichico frederic W. H. Myers (1843-1901) nel suo Human personality and its servival of bodily death (1903), la preghiera è una forma di telepatia e, in ogni età e ancora oggi, gli uomini ritengono di poter comunicare con esseri superiori, che possano ispirarli e influenzarli. Un’idea che stranamente non li porta a pensare che forse essi potrebbero anche comunicare l’uno con l’altro, concetto già espresso in passato da Austine, Bacon, Goethe, Tennyson (Myers, 1903). Qui Myers ha chiarito un importante aspetto di gran parte delle religioni: il concetto di intelligenze incorporee (immateriali) o, per dirla in altre parole, di dei, anime e affini oltre il mondo materiale. Andrew Lang scriveva nel 1894. «Al momento l’ipotesi teistica e di un’anima non ammette verifica scientifica. La difficoltà è dimostrare che la mente possa esistere e lavorare indipendentemente dalla materia. Ma può plausibilmente divenire verificabile che le relazioni di mente e materia siano meno immediatamente interdipendenti, che la volontà e il giudizio siano meno esclusivamente connessi agli organismi fisici di quanto la moderna scienza abbia ritenuto» (Andrew Lang, Cock lane and common-sense, 1894). Dunque, in che modo le entità simili agli dei manifestano la loro presenza nel mondo materiale? Si potrebbe dire attraverso il diretto effetto della mente sulla materia o, in termini tecnici, attraverso la psicocinesi. Per esempio, ogni potente dio potrebbe ottenere conoscenza attraverso telepatia e chiaroveggenza ed esercitare il proprio potere per mezzo della psicocinesi, anche se tale dio è fisicamente incarnato in qualche cosa di materiale. La separazione tra mente e materia e l’influenza della mente sulla materia sono il nocciolo di molta della ricerca parapsicologica. Sostenendo che la parapsicologia supporti le credenze religiose, il ministro metodista Alson J. Smith dichiarò nel 1949: «L’E.S.P. (percezione extrasensoriale) afferma la realtà di quel mondo spirituale che è la vera casa di tutte le religioni – quel mondo al di là di quello di spazio e tempo, che Dante ritiene “così forte da lottare contro tutto ciò che è falso e basso e meschino nella vita”. Esso apre la strada a una guarigione dalle lesioni ricevute nel mondo e nella chiesa dall’impatto della scienza materiale, una guarigione che potrebbe arrivare in tempo per impedire all’uomo di trasformare la sua conoscenza dell’atomo dalla maledizione alla benedizione. Esso apre la via per un nuovo sacerdozio che padroneggi l’uso di risorse del mondo spirituale, per la guarigione del cuore, della mente e del corpo di donne e uomini. Se la fisica nucleare ci ha portato “la buona notizia della dannazione”, la parapsicologia ci sta portando ora le infinitamente migliori notizie della salvezza, dei nuovi orizzonti, nuove frontiere, nuove ricerche». La separazione della mente dalla materia consente e conferma, nell’opinione di molte persone, la realtà e la divisione dell’anima – e l’anima non può solo essere separata dal corpo materiale, ma anche sopravvivere alla dissoluzione dell’organismo fisico. Tuttavia, ipotizzare o credere nell’esistenza dell’anima è una cosa, suggerire che possa sopravvivere alla morte del corpo, temporaneamente o permanentemente, è un’altra. Per esempio, almeno alcune sette dei primi Ebrei credevano che gli uomini avessero un’anima, ma non accettavano che tali anime sopravvivessero per un certo tempo alla morte del corpo fisico. L’immortalità personale, o anche una sopravvivenza alla tomba più limitata, non è necessariamente una componente della religione di per sé, ma è certamente di grande interesse e influenza i principali fondamenti di molte religioni. I fenomeni e gli studi paranormali, come il materiale raccolto da medium interpretato come entità disincarnate (in molti casi, persone decedute), fantasmi e apparizioni e apparenti memorie di vite passate possedute da persone vive, interpretate come prova della reincarnazione, sono stati citati come evidenze della sopravvivenza dell’anima. Forse è corretto, ma possono esserci altri modi per interpretare tali dati e, a mio giudizio, la seria ricerca paranormale continua.

Articolo di Robert Schoch

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4 Anni 7 Mesi fa #34823 da Bastion
PAURA IN UN CAMPO DI GRANO

Esistono ambienti, nel mondo, che sembrano perfetti per fare strani incontri. Lande buie e selvagge, vecchi edifici fatiscenti, strutture abbandonate e in rovina, sono tutti posti che troviamo elencati nella variegata casistica del mistero, ma ce n’è anche un altro tipo, estremamente suggestivo, in cui, quasi come nei film dell’orrore, si sono verificati non di rado incontri ravvicinati con entità che di umano sembravano avere poco o nulla: sono i rigogliosi campi di grano, le cui lunghe spighe sembrano rappresentare nascondigli perfetti, e anche piuttosto inquietanti, per “cose di altri mondi”. Sembra lo scenario di film come Grano rosso sangue, tratto da un racconto del re dell’horror Stephen King, o Signs di M. Night Shyamalan, ma a quanto pare potrebbe anche essere una realtà. Ci sono, infatti, molti resoconti di incontri con entità bizzarre, mostri e altre apparizioni nei campi di grano, quasi tutti difficili da classificare. Di seguito ne vedremo alcuni.

Sembrava un “robot”
Un incontro molto inquietante è stato riportato su ThoughtCo. da parte di un testimone di nome Frank Semko, che afferma di aver lavorato in un caseificio rurale nello stato del Minnesota, davanti al quale si estendeva un grande campo di granturco. Nell’estate del 2004 stava facendo il turno di notte ed era in pausa quando, guardando oltre il desolato campo di grano e osservando i pipistrelli che svolazzavano, qualcosa di molto insolito attirò la sua attenzione: «Mentre osservavo i pipistrelli, ho guardato in basso, al margine del campo di grano, e ho visto che qualcosa si stava muovendo. Aveva le dimensioni di un bambino piccolo e magrissimo. Era pallido, con quella che sembrava una testa con capelli neri e lisci. Si muoveva con una specie di andatura a scatti, come se qualcuno stesse facendo muovere “male un robot”, e si muoveva a pezzi, prima le gambe, poi fianchi, il busto, le spalle, il collo e infine la testa. Guardava indietro nel campo di mais, o almeno così mi è sembrato. Io mi sentivo pizzicare dappertutto. Non so cosa fosse. All’inizio ho pensato a un airone o qualcosa del genere, ma sembrava troppo simile a una persona, anche se non si muoveva come una persona. Pian piano, passo dopo passo, è venuto verso di me. Lasciando che la mia curiosità vincesse la paura, mi sono spostato verso il bordo della banchina, che era sollevata a pochi metri da terra e, una volta arrivato a pochi metri dal limite, la “cosa” mi ha guardato. Ero paralizzato. Avrei potuto correre, ma ero bloccato da un misto di terrore e curiosità. La “cosa” si è mossa, puntando “la faccia” su di me. Poi ha spostato il corpo con quegli stessi movimenti sconcertanti, a scatti, dirigendosi verso il campo di grano ed entrandovi. Ho cercato di vedere dove si muovevano le spighe al suo passaggio, ma il grano è rimasto perfettamente immobile e ho notato che i grilli erano stranamente silenziosi. Dopo pochi minuti, non è successo niente. Sono rimasto là fuori per un’ora, ma non è più tornato e non l’ho più visto».

Inseguimento nei boschi
In un altro caso, una testimone, di nome Jennifer Lozano, ha fatto uno strano incontro in un campo di grano nello stato dell’Indiana, dove all’epoca viveva con sua madre e il patrigno, in cima a una collinetta che dominava «acri e acri di campi di grano e di boschi». La donna ha raccontato che un giorno era uscita per esplorare la zona e aveva camminato lungo il silenzioso campo di grano che arrivava fino a dei boschi e a un certo punto aveva manifestato la propria presenza qualcosa di molto strano: «Stavo tornando indietro e ho notato il passaggio fulmineo di qualcosa di nero che andava dietro ad un albero nel bosco. Mi sono fermata a guardare, ma all’inizio non ho visto niente. Quindi, ho ricominciato a camminare ma dopo alcuni passi l’ho visto di nuovo e questa volta non si è nascosto. Ciò che ho visto quel giorno non era solo inspiegabile, era il male in persona. Stava lì a guardarmi, aveva la testa e il collo piegati di lato in modo assolutamente anormale, come se il collo fosse rotto. Era alto circa 4 piedi, con braccia lunghissime che arrivavano fino a terra. Sembrava che tutto il suo corpo fosse bruciato o avesse una pelle molto spessa simile a pelle bruciata, e non aveva né capelli né orecchie. Ho notato che da quella cosa usciva del vapore, e poi ha emesso un forte urlo che mi ha spaventato e morte, spingendomi a correre a tutta velocità attraverso il campo verso la casa. Quella cosa, qualsiasi cosa fosse, mi stava seguendo, perché sentivo lo scricchiolio delle foglie sotto i suoi passi dietro di me. Mi sono passate per la testa un milione di cose, non ultimo il pensiero di cosa mi sarebbe successo se mi avesse raggiunta. Ho guardato velocemente dietro di me e ho visto che si stava rapidamente avvicinando, usando le lunghe braccia per aiutarsi come fosse un gorilla. Per tutto il tempo ha emesso anche un verso gorgogliante che non riesco a spiegare. Quando sono arrivata a casa ho cominciato a dire a mia madre cosa fosse successo, ma non avevo nemmeno finito il racconto quando abbiamo sentito qualcosa che picchiava fuori dalla casa. Abbiamo gridato dalla paura mentre quella cosa continuava a dare dei colpi tremendi, come se volesse buttare giù la parete. Dopo un’ora di terrore, si è fermata e quando mio padre è tornato a casa gli abbiamo raccontato l’accaduto. Ero sicura che non ci avrebbe mai creduto, ma con mia grande sorpresa è andato a chiamare altre persone, ha preso il suo fucile da caccia ed è andato a cercare la creatura. Naturalmente, non l’hanno presa. Era passato un anno, e una sera io e mio padre eravamo fuori a parlare, e siamo tornati sull’argomento. È stato allora che mio padre mi ha confidato il motivo per cui sapeva che avevamo detto la verità: due notti prima del nostro terrificante incontro, infatti, stava bruciando alcune foglie sul retro e aveva visto la creatura, che si era messa a urlare come una banshee, in mezzo al campo. Non saprò mai cosa fosse quella cosa, ma circa nello stesso periodo dell’anno si sono verificati almeno sette diversi incontri con una “cosa” nei boschi». È curioso il fatto che una creatura simile sia stata vista da altri in molte occasioni, ma resta, e probabilmente resterà per sempre, il mistero sulla sua natura.

Uno “scheletro” che attraversa la strada
Dall’Illinois arriva, invece, il racconto di una testimone il cui incontro ravvicinato si sarebbe verificato mentre stava guidando, assieme al marito, lungo una solitaria strada rurale che attraversava una distesa di campi di grano su entrambi i lati. Era una limpida sera d’estate e nulla sembrava rovinare l’ipnotico effetto delle spighe di grano che si alternavano davanti ai loro occhi mentre proseguivano il loro viaggio, finché, all’improvviso: «qualcosa ha attraversato la strada davanti a noi. Era grande più o meno come un bambino, ma sembrava magrissimo, con gli arti scheletrici. Era anche bianco come un osso e velocissimo. Sono stata al college, ho una laurea in scienze e ho seguito corsi di biologia e zoologia. Quella creatura era qualcosa che non avevo mai visto. Mio marito, che ha guardato avanti proprio quando (la cosa, ndr) lasciava la strada, ha detto di aver intravisto qualcosa, ma non ha saputo descriverla». Cosa poteva essere stata quella strana creatura? Una specie di animale alieno, magari?

Un Bigfoot tra i campi
A sfidare qualsiasi facile categorizzazione c’è anche un altro resoconto del 2018, relativo a un evento verificatosi nella contea di Knox, in Ohio. Secondo un rapporto di Ron McGlone, del MUFON, il 31 luglio 2018 un automobilista stava guidando su un’autostrada lungo un campo di mais quando qualcosa di vagamente umanoide era uscito dal campo per attraversare la strada e scomparire nel grano dall’altra parte, a una velocità incredibile. Sebbene fosse accaduto molto velocemente, il testimone aveva detto di aver visto l’entità piuttosto bene: era una creatura bipede, con pelle marrone priva di peli, alta dai 7 agli 8 piedi, con «un corpo alto e snello, braccia e gambe sottili, mani e piedi che sembravano grandi in modo sproporzionato rispetto al corpo, collo piccolo e una lunga testa ovale». McGlone avrebbe parlato direttamente con l’anonimo testimone e sarebbe andato anche ad investigare sul posto, tenuto segreto, dell’avvistamento, ma senza trovare evidenze della creatura, che, ancora una volta, resta non identificata. Sempre in Ohio, ma questa volta dalla contea di Washington, vicino alla città di Churchtown, un testimone avrebbe riportato un incontro avvenuto nel luglio del 1984, quando aveva 17 anni. Il testimone era andato a vedere un festival di fuochi d’artificio nella vicina città di Beverly e, mentre tornava indietro, l’accidentata strada secondaria lo aveva portato attraverso un oscuro passaggio tra i campi di grano: «Mentre guidavo a una velocità circa di 15 miglia orarie, lungo queste strade secondarie, ho preso una piccola svolta dove le sponde su entrambi i lati si alzavano di circa sei piedi. Su entrambi i lati della strada c’erano recinti e campi di grano. Poi, sul lato sinistro della strada, dietro alla staccionata, ho visto che c’era una grossa figura coperta di pelo grigio o bianco, in piedi vicino al recinto. Ero stupefatto e senza dire una parola ho continuato a guidare lentamente, fissando quella cosa che, mentre passavo, mi ha guardato. Non sapevo cosa fare». Viene da chiedersi se non potesse trattarsi del famigerato Bigfoot, sul quale ci sono effettivamente alcuni rari resoconti che lo ricollegano a campi di grano. Secondo il noto sito Cryptozoology News, nel 1997 c’è stato un resoconto simile da una località vicina alla città di Belvidere, nella contea di Franklin, nel Tennessee. Il testimone, noto solo come “Cary”, dice che una sera sua sorella e suo cugino erano fuori a provare l’auto nuova della sorella lungo una strada circondata da campi di grano, quando una massiccia creatura ricoperta di pelo bianc,o e la testa a cono è uscita improvvisamente dal campo: «La macchina aveva i fari accesi e sono riusciti a vedere quella creatura che attraversava la strada e spariva nell’oscurità oltre la recinzione. Quando sono tornati a casa, parlavano entrambi molto velocemente e sembravano spaventati. Mio cugino continuava a dire di aver visto un mostro». Lo stesso testimone ha dichiarato anche che suo fratello aveva avuto un incontro con quella che forse era la stessa misteriosa creatura pochi giorni dopo, nei boschi vicini. L’aspetto dell’entità descritta in questo caso sembra molto simile a quello del classico Bigfoot, anche se il motivo per cui si aggirasse in un campo di grano non è dato saperlo. Sul sito 99wfmk c’è anche il racconto di un incontro avvenuto a Winn, nel Michigan, lungo una solitaria strada sterrata, in un tratto chiamato W. Coe Road, che serpeggia attraverso ampie distese di campi di grano. Nel 2003, un camionista, di cui non conosciamo il nome, avrebbe raccontato che stava guidando lungo quel tratto di strada alle due di pomeriggio di una bella giornata, quando era uscita improvvisamente fuori dai campi una creatura bestiale, descritta come «inspiegabile, scura, sporca, umanoide» e si era fermata lì, a fissarlo mente passava. È interessante il fatto che anche alcuni abitanti del posto avrebbero dichiarato di aver visto, ogni tanto, qualcosa di grosso e peloso che si muoveva nel grano in quella zona.

Articolo di Brent Swancer

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4 Anni 7 Mesi fa #34857 da Mig25
:popcorn:

Interessanti le storie sui campi di grano. Bisogna vedere se sono vere o se sono solo, appunto, storie.

Ma i crop circle non sono storie.

Mig25 foxbat

Ci siamo messi dalla parte dei dittatori perché da quella dei democratici erano tutti legati e imbavagliati.

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4 Anni 7 Mesi fa #35051 da Bastion
LA PSICOSI NELLA VISIONE SCIAMANICA DEGLI ALGONCHINI: IL WINDIGO
Articolo tratto da axismundi.blog/2015/12/14/la-psicosi-nel...gonchini-il-windigo/

Le popolazioni aborigene del Canada, spesso stanziate nelle riserve limitrofe al confine con gli Stati Uniti, sono oggi divise in tribù che portano nomi diversi (Algonchini, Cree, Ojibwa), sebbene continuino perlopiù a condividere una visione molto simile dell’uomo e del suo rapporto con la natura e con gli spiriti – e, come è facile immaginare, una medesima mitologia. Nell’universo magico-sciamanico che fonda la visione di queste popolazioni – oggigiorno l’ultimo baluardo della sapienza che contraddistinse per secoli l’intera popolazione nativa dell’America settentrionale – gli spiriti con cui l’uomo può entrare in comunicazione sono chiamati generalmente manitu – lo stesso vocabolo che, con la maiuscola, identifica l’Essere divino universale, l’energia sacra che tutto permea.
Tuttavia, sebbene il rapporto dei nativi con i manitu con i quali entrano in contatto abbia connotazioni generalmente positive – si entra in contatto con essi per guarire i malati (in senso sia fisico che psichico, dal momento che queste popolazioni ritengono che non vi sia una vera differenza tra le due eventualità), per favorire la caccia o l’agricoltura e per ricevere consigli su come amministrare la giustizia – nondimeno è presente un particolare manitu nella mitologia Algochina (ma anche Cree, Ojibwa, etc) caratterizzato per la sua negatività: il Windigo (Wendigo, Wetiko, Weetiko et similia). Si ritiene che questi sia uno spirito maligno, unanimamente associato all’inverno e al gelo: ha grandi artigli, corpo scheletrico e denti aguzzi e sporgenti. È di grandi dimensioni e in molte mitologie di queste tribù è ricoperto da peli. E’ però connesso anche alla fame – che d’altronde nella psicologia collettiva di popolazioni tribali fondate sulla caccia appare cosa naturale – e al cannibalismo: si dice infatti che colui che venga posseduto dal Windigo manifesti, dopo aver perso il sonno e la fame vero ogni altra pietanza, il desiderio irrefrenabile di nutrirsi di carne umana.
Questi racconti, nell’universo degli Algonchini, non sono puramente mitologici ne tantomeno considerati assurdi: numerosi antropologi che hanno studiato le popolazioni di questa regione (Ruth Landes su tutti) hanno in effetti documentato, oltre alle credenze sul Windigo, numerosi casi in cui i nativi intervistati hanno raccontato di persone veramente possedute dallo spirito maligno. Questa sorta di psicosi demoniaca – paragonabile in Occidente con i miti sulla licantropia e sul vampirismo – impedisce all’individuo di espletare i normali compiti tribali e addirittura lo porta al punto di non poter neppure più vivere all’interno della società tribale stessa, al punto che spesso è lui stesso a chiedere di esserne estromesso o immolato.
Ma il più delle volte è il consiglio degli Elders (anziani) a decretare la sua condanna, dopo averne riscontrato i più atroci delitti – tra i quali immancabilmente compare il cannibalismo, spesso verso persone molto vicine al soggetto, quali ad es. la figlia o la moglie. Landes sottolinea anche che è raro – sebbene non impossibile – che il Windigo prenda possesso dell’anima di una donna o di un bambino: tuttavia ci sono anche casi del genere documentati. Perlopiù comunque a diventare windigo sono gli uomini, e ciò si può facilmente spiegare col fatto che in tali popolazioni sono soprattutto questi ultimi a interagire con gli spiriti e a scegliere la via sciamanica. Tuttavia, non tutti i posseduti sono stati condannati a morte: per quanto possibile, si cerca di recuperarne l’anima, con riti sciamanici in cui si invoca l’aiuto di spiriti benevoli che possono restituire l’anima al soggetto posseduto dopo aver cacciato il Windigo. A volte essi danno consigli su come risolvere la questione – ci sono stati casi in cui al soggetto posseduto è stato detto di bere una pozione bollente: in seguito egli vomita un pezzo di ghiaccio la cui emissione coincide con l’abbandono dello spirito Windigo dall’anima del malcapitato.
E’ curioso notare come questi fatti si connettano in maniera assai precisa con la mitologia degli Algonchini, per i quali il Windigo “ha un cuore di ghiaccio” – e di conseguenza, anche le sue prede sviluppano dentro di sè il medesimo organo. D’altra parte, il termine “cuore di ghiaccio” rappresenta a meraviglia il senso della psicosi windigo – che, cannibalismo a parte, può essere letta come ciò che noi chiamiamo “depressione”: l’individuo colpito appare infatti assente alla vita del gruppo, apatico verso i bisogni e i sentimenti dei suoi fratelli, incapace di dormire e di nutrirsi regolarmente. La condizione psicologica “windigo”, dunque, è in primo luogo una malattia psichica che colpisce il soggetto e che, se non curata adeguatamente con canti, invocazioni e cerimonie propizie, sfocia nella psicosi e nel limite estremo addirittura nel cannibalismo: a questo punto non rimane altro da fare che sopprimere il soggetto, ormai completamente posseduto dal Windigo e quindi irrecuperabile.
È meraviglioso constatare come in certe popolazioni si sia mantenuta una visione della vita che abbraccia il visibile come l’invisibile, il razionale come l’irrazionale: “windigo” si può si intendere come disturbo psichico, depressivo e psicotico, epperò sta anche ad indicare il soggetto che ne viene colpito, e nondimeno l’entità che causa tale disturbo. “Windigo” è dunque al tempo stesso sia il soggetto che l’oggetto – sia la causa, che l’effetto. I disturbi del soggetto possono facilmente – ai nostri occhi di occidentali disillusi – portare alla mente le nostre crisi depressive o schizofreniche, epperò nelle storie di questi popoli troviamo dei fatti che dimostrano come la questione non si possa affrontare solo su un livello puramente razionale (il cuore di ghiaccio di cui abbiamo parlato sopra). Pare piuttosto che la condizione psicologica del soggetto colpito sia più che altro il fertile terreno su cui il Windigo si può manifestare: per questo si cerca di ricondurre il malato alla socialità con delle cerimonie propizie. In queste si invocano come detto i manitu benefici, che se concedono il loro aiuto al soggetto ne causano istantaneamente la guarigione.
Notiamo dunque come il pensiero occidentale prettamente razionale non riesce a comprendere né tantomeno a spiegare la vera natura di questi fenomeni, limitandosi perlopiù a metterlo in connessione con il periodo invernale, il gelo e la fame sofferta da queste tribù per la mancanza di selvaggina: ciò porterebbe, secondo il loro punto di vita, a perdere a poco a poco il senno fino a giungere a cibarsi dei propri cari. Eppure nella casistica “windigo”, vi sono anche numerosi casi verificatisi in stagioni più miti, e altri in cui i soggetti colpiti godevano di cibo in abbondanza.
Proprio per questo la nostra mentalità non riesce a spiegarsi correttamente il fenomeno – Depressione? Psicosi? Possessione? – più attenta alle categorizzazioni scientifiche che non al fenomeno preso interamente nel suo insieme. Nella visione del mondo degli Algonchini, invece, tutto questo è così semplice da potersi tradurre con una sola parola: Windigo – senza distinzione tra soggetto ed atto, ragione e mythos, uomo e demone, visibile ed invisibile, scientifico e soprannaturale.

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4 Anni 6 Mesi fa #35543 da Bastion
I CORPI ALIENI
Articolo di Salvatore Capo

Esistono fenomeni, parapsicologici, medianici e ufologici, che, secondo chi scrive, possono essere spiegati ammettendo l’esistenza di una realtà spirituale. Se qualcosa esiste, c’è qualcosa che esiste ab aeterno, da sempre, perché dal nulla non può nascere nulla. Di che natura è questo qualcosa che esiste da sempre? Materiale o spirituale? Quando cerchiamo di spiegare gli stati di coscienza che tutti sperimentiamo, vediamo che hanno una qualità: ad esempio un colore, un odore, un gusto. Si tratta di qualità degli stati di coscienza che non possiamo attribuire a uno stato cerebrale e neurale, cioè a un particolare insieme di neuroni eccitati e di sinapsi attivate. Tra una qualità dello stato di coscienza e uno stato fisico del cervello c’è una differenza essenziale, che i materialisti e fisicalisti non possono spiegare. Inoltre, quello che avviene nell’entità fisica cervello potrebbe avvenire “al buio”, cioè senza alcuno stato di coscienza. I numerosissimi casi di esperienze di pre-morte (o NDE), documentati in tutto il mondo, mostrano che si è capaci di vedere e di sentire anche quando il cervello non è funzionante. Ciò che esiste ab aeterno non può essere di natura materiale, perché altrimenti non si spiega come si sia passati dalla materia alla coscienza. Potendo, invece, spiegare il passaggio dallo spirito alla materia, si deve concludere che ciò che esiste da sempre sia di natura spirituale. L’esistenza di corpi spirituali è supportata da diversi dati: visioni di defunti che non erano conosciuti, o che vengono visti da più persone; corpi con aspetto giovanile, o corpi guariti da malattie o deformazioni nelle esperienze di premorte; impossibilità, da parte del soggetto che sta vivendo un’esperienza di pre-morte, di toccare i corpi delle persone che si trovano accanto al suo corpo fisico inerte. Un corpo spirituale può staccarsi dal cervello definitivamente attraverso la morte o temporaneamente, in circostanze particolari, come un sogno, uno stato di trance, un’esperienza di pre-morte.

Fenomeni a confronto
Diversi altri dati inducono a ipotizzare che i corpi spirituali emettano fotoni: 1) visioni di defunti con un corpo luminoso, o che emergono da un globo di luce; 2) anomalie del campo elettromagnetico in luoghi dove sono avvenute più volte visioni di defunti; 3) scosse elettriche sentite da chi ha cercato di toccare la figura vista; 4) emissione di una radiazione che attraversa uno schermo metallico, quindi ad alta frequenza, da parte di soggetti sensitivi; 5) presenza di un’aureola luminosa, fotografata da una fotocamera sensibile ai raggi ultravioletti, intorno alla testa di soggetti addestrati alla meditazione e allo yoga; 6) alcuni fenomeni documentati nei casi di poltergeist: spegnimento o accensione di luci o di elettrodomestici; oggetti che prendono fuoco; anomalie elettromagnetiche. Quando un corpo spirituale, staccatosi dal materiale, attraversa l’atmosfera terrestre, i fotoni che continua a emettere, propagandosi, incontrano e urtano le molecole e gli atomi dell’aria. Quando un fotone urta un elettrone, l’elettrone acquista energia e può uscire dall’atomo, che diventa uno ione (effetto fotoelettrico), o può venire deviato (effetto Compton). Quando un fotone urta un nucleo atomico, si può avere la produzione di una coppia di elettrone e antielettrone. I successivi urti tra elettroni e antielettroni possono produrre coppie di fotoni gamma, o, se avvengono a più elevata energia, possono produrre due particelle dotate di massa (quark o muoni), insieme a gluoni, come avviene negli acceleratori, per l’equivalenza tra energia e massa prevista dall’equazione più famosa di Einstein (E = mc2). L’energia cinetica di elettroni e antielettroni può essere aumentata anche dagli urti con i fotoni ad alta energia emessi dalla realtà spirituale. Essendo i quark i costituenti fondamentali dei protoni e dei neutroni, dove sono tenuti insieme dai gluoni, si può avviare una cascata, che porta alla nascita di atomi e molecole, cioè di materia. La memoria del corpo spirituale (mostrata dalle centinaia di casi di NDE, in cui i soggetti non solo vengono riconosciuti subito dai defunti visti, ma descrivono dettagliatamente e senza errori ciò che è accaduto nell’ambiente in cui si trovavano mentre il loro cervello non era funzionante) organizza le molecole generate col meccanismo di cui sopra; e così si forma o modifica una cellula, un tessuto o un organo nei miracoli di guarigione; un corpo intero nelle visioni di defunti o di alieni con un corpo materiale; una parte di un corpo, come una mano, che sposta gli oggetti in alcuni fenomeni di poltergeist e in alcuni fenomeni medianici; o oggetti di diversa forma in alcuni altri miracoli, in alcuni fenomeni medianici (apporti) e in alcuni fenomeni ufologici.

Da dove vengono?
L’ipotesi che vorrei avanzare in questo articolo è che i corpi spirituali generati dalla realtà spirituale divina, che sono uguali per la natura (spirituale), e sono dotati di coscienza, possono: 1) portarsi sulla Terra e legarsi a un embrione umano o animale dotato di un sistema nervoso centrale; 2) portarsi in un altro pianeta dell’universo e legarsi a un corpo materiale vivente dotato di un sistema nervoso o simile; 3) non legarsi a un corpo materiale, restando nella realtà spirituale e portandosi solo occasionalmente sulla Terra o in un altro pianeta (angeli e demoni). La coscienza e l’intelligenza degli alieni è collegata, come negli uomini, a una realtà spirituale, per loro evoluta. I corpi spirituali legati a un corpo umano o animale o alieno possono staccarsi da esso temporaneamente o definitivamente, tornando nella realtà spirituale. Quando vengono visti dei corpi dalle fattezze non umane, si possono ipotizzare quattro possibilità riguardo alla loro origine: 1) sono creati nella mente di chi li vede; 2) vengono dalla realtà spirituale; 3) vengono da altri pianeti dell’universo, 4) vengono da un universo parallelo. La prima possibilità, che potrebbe spiegare alcuni casi, dev’essere però esclusa nei casi in cui gli stessi esseri vengono visti contemporaneamente e nello stesso luogo da più persone. La quarta possibilità, che costituisce la cosiddetta ipotesi parafisica, presuppone che si possa passare dal nostro universo a un altro e da questo al nostro. Un tale passaggio presuppone l’esistenza dei wormhole attraversabili ipotizzati nel 1988 da K. Thorne e M. Morris. Ma questi wormhole sono qualcosa di puramente teorico e, a differenza dei buchi neri, non sono mai stati osservati. Perché un wormhole sia attraversabile, occorrerebbe superare tre grossi problemi, che ad oggi sembrano insuperabili: 1) dovrebbe trovarsi in esso una materia speciale, esotica, con densità negativa di energia, che non esiste nell’universo; 2) qualunque oggetto o essere vivente che passi all’interno di un wormhole sarebbe immediatamente annientato, perché sottoposto a una tensione enorme, dell’ordine di quella che si trova al centro delle stelle di neutroni più massive; 3) poiché, in corrispondenza delle estremità del wormhole, l’attrazione gravitazionale sarebbe enorme, non si capisce come, e con quale propulsione, un oggetto potrebbe uscire da un’estremità del wormhole e portarsi nell’altro universo. Allora l’ipotesi più probabile è che gli alieni visti qui siano vissuti o vivano su altri pianeti dell’universo e qui giungano i loro corpi spirituali, o a seguito di un distacco temporaneo dal loro corpo materiale (una sorta di bilocazione cosmica), o a seguito di un distacco definitivo dal loro corpo materiale (una sorta di visione di defunti alieni).

Non tutti li vedono
Quest’ipotesi trova un sostegno in quei casi in cui si deve pensare che il corpo visto era materiale, perché ha lasciato un’impronta sul terreno, o ha prodotto una cicatrice sulla pelle, o ha aperto una porta. In questi casi, la materializzazione è avvenuta col meccanismo illustrato sopra, e dunque è intervenuta la memoria del corpo spirituale. È lo stesso meccanismo che si verifica quando vengono visti corpi di viventi bilocati o di defunti. Il corpo materiale memorizzato da quello spirituale dev’essere dunque collocato originariamente in una realtà materiale, non in quella spirituale; cioè, nella realtà di un altro pianeta. Ecco perché l’ipotesi più plausibile è che gli alieni provengano da altri pianeti. Del resto, se così non fosse, non sarebbero altro che angeli e non si distinguerebbero gli alieni dagli angeli. Se gli alieni hanno un corpo e non hanno origine sulla Terra, come sono giunti fino a noi? Per spiegare come gli alieni abbiano potuto percorrere le enormi distanze interstellari, sono state ipotizzate alcune possibilità. I viaggi con propulsione magnetoidrodinamica (B. Haisch), o con propulsione basata sul gravitomagnetismo (J. Harder), o attraverso altre dimensioni, sono solo ipotesi la cui fattibilità non è dimostrata. Ed è fisicamente impossibile che un corpo materiale vivente viaggi da un pianeta che orbita intorno a una stella a un pianeta che orbita intorno a un’altra stella e giunga integro in quest’altro pianeta. Né vi sono, vicino al sole, altri pianeti o satelliti di pianeti che possano ospitare un essere vivente evoluto, come è accaduto sulla Terra. E allora? La mia ipotesi è che a “viaggiare” non siano stati gli alieni come unità di corpo materiale e corpo spirituale, ma i corpi spirituali degli alieni. Lo spostamento di qualcosa di spirituale da un punto a un altro dello spazio è istantaneo. Come lo è lo spostamento del corpo spirituale di un defunto o di un angelo dal “luogo” extraterreno in cui si trova a un luogo terreno o interno all’atmosfera terrestre. Quest’ipotesi è supportata da ciò che accade in alcuni casi di NDE e di OBE (Out of Body Experience): il soggetto pensa a un proprio caro che vive all’altro capo del mondo e si ritrova istantaneamente proprio nel luogo in cui lui è in quel momento. Nel caso in cui si tratti di una bilocazione cosmica, cioè che il distacco dei corpi spirituali degli alieni dai loro corpi materiali sia temporaneo, i corpi materiali rimasti nel pianeta di origine si trovano verosimilmente in una condizione simile a quella dei corpi materiali rimasti nel luogo di origine nei casi di bilocazione e nei casi di OBE, cioè in stato di trance, o di sonno, immobili e inerti. Poiché un corpo spirituale può essere visto solo da un altro corpo spirituale, i corpi spirituali degli alieni venuti sulla Terra non vengono visti; o meglio, possono essere visti solo da alcuni con capacità sensitive. Così, solo alcuni sensitivi riescono a vedere il corpo spirituale di qualcuno che si stacca dal materiale al momento della morte. Quando i corpi degli alieni sono visti da più persone contemporaneamente, significa che erano materializzati, col meccanismo visto sopra.

L’origine delle sfere di luce
Giunti qui, i corpi spirituali degli alieni hanno continuato, come tutti i corpi spirituali, a emettere fotoni. Questa emissione di fotoni potrebbe spiegare il fenomeno dei cerchi nel grano. Il fisico statunitense W.C. Levengood e il fisico olandese E.H. Haselhoff hanno scoperto, indipendentemente, che al momento della loro formazione vi è un aumento della temperatura che dilata le cellule della pianta, che si piega. La mia ipotesi è che i cerchi nel grano (a parte quelli prodotti dall’uomo) siano dovuti a un’intensa e improvvisa irradiazione di onde elettromagnetiche con la frequenza delle microonde, emesse dai corpi spirituali di alieni. Questo spigherebbe perché l’energia che le produce è diretta in modo così intelligente da creare disegni. Un altro importante fenomeno ufologico, quello delle sfere di luce che compaiono nel cielo durante le ore serali e notturne, può spiegarsi con l’emissione di fotoni da parte dei corpi spirituali degli alieni, a partire dai quali si genera materia. Le sfere di luce di cui stiamo parlando non hanno niente a che vedere con quelle che possono comparire in una foto o in un filmato, dette anche Orb, che sono particelle di polvere o di pulviscolo fuori fuoco. E non hanno niente a che fare neanche con quei fenomeni luminosi atmosferici riferibili a particelle d’acqua sospese o a frammenti di ghiaccio illuminati dal sole. Esistono inoltre, ma sono un’altra cosa, i fulmini globulari. Le sfere di luce, infatti, durano non pochi secondi o minuti, ma fino a due ore e possono stare ferme, o muoversi nel cielo in modo irregolare e imprevedibile, anche a zig-zag, cambiando velocità. Queste sfere sembrano avere temperature molto elevate, che mantengono costanti, anche per due ore; se si trattasse semplicemente di un plasma di ioni ed elettroni, come è stato ipotizzato, questo plasma, scambiando energia con l’atmosfera circostante, dovrebbe raffreddarsi col passare del tempo. Inoltre, il plasma si espande e non si capisce perché rimarrebbe confinato in una sfera. E infine, alcune sfere di luce sembrano interagire con gli uomini che le osservano. Accade, ad esempio, per quelle della Valle di Calingasta, in Argentina, e per quelle di Pine Bush, nello stato di New York: durante la loro osservazione, il paleontologo Bruce Cornet ha riferito che, quando lui aveva intenzione di dirigere l’obiettivo fotografico in un punto, le sfere si spostavano in quel punto prima che lui avesse spostato l’obiettivo; vi era come un’interazione telepatica tra la sua mente e le sfere. La materia generata dalle sfere di luce ha un’alta temperatura ed emette a sua volta fotoni, in tutte le frequenze, comprese quelle dello spettro visibile (ciò spiega la visibilità delle sfere e i loro diversi colori). La loro temperatura non cala perché i fotoni vengono emessi continuamente dal corpo spirituale e il processo di materializzazione a partire da essi è continuo, almeno fino a quando la sfera resta visibile. Il collegamento tra sfere di luce e corpi spirituali di alieni è supportato anche dal fatto, osservato nei numerosi casi osservati, che le sfere appaiono improvvisamente e scompaiono improvvisamente, come accade nelle visioni di defunti.

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4 Anni 6 Mesi fa #36052 da Bastion
LE NUOVE SPIE PSICHICHE

Lyn Buchanan ha lavorato per i servizi segreti statunitensi come spia psichica (remote viewer, ndr). La sua missione consisteva nel raggiungere con la mente gli obiettivi dell’Intelligence USA – come basi militari, fabbriche di armamenti e ambasciate straniere – per ricavare tutte le informazioni possibili. Col tempo aveva finito per gestire il database della sua unità di remote viewer e formare i nuovi membri del team. Dopo aver lasciato i servizi segreti, Buchanan ha proseguito gli esperimenti in questo campo, organizzando una serie di corsi aperti a chiunque desideri sviluppare le proprie capacità di visione remota. Il nostro protagonista si è basato sul metodo di spionaggio psichico creato dagli specialisti dei laboratori dello SRI - Stanford Resarch International, collegato alla prestigiosa Stanford University, da parte dell’Esercito USA. Con questo metodo sono stati addestrati decine di remote viewer che hanno partecipato a operazioni militari e di spionaggio nei decenni. Oggi, i documenti contenenti i dettagli di alcune di queste operazioni sono stati desecretati e messi a disposizione del pubblico.

Applicazioni pratiche
Secondo quanto rivelato da Buchanan alla redazione di Año/Cero, il 90% dei suoi studenti è in grado di apprendere le basi della remote viewing nel giro di tre giorni: «Questo dimostra che sia una capacità psichica comune a tutti». I suoi studenti usano la visione remota controllata (Controlled Remote Viewing – CRV) in campi assai diversi, come l’archeologia, gli affari e la medicina. Buchanan racconta di aver partecipato a un’indagine portata avanti dagli scienziati della Cornell University (USA), che volevano usare l’“influenza remota” – una forma più pratica di remote viewing – per diminuire la pressione arteriosa dei pazienti. Tuttavia, ha spiegato, attualmente non usa le sue capacità per “influire” sugli altri, ma addestra le persone affinché si curino da sole. «Ho sempre creduto che la “cura psichica” non sia etica – ha spiegato – perché probabilmente esiste un motivo per cui una persona soffre di una certa malattia. Far sì che questa persona scopra la causa che ha provocato il problema, perché possa curarsi da sola, è il modo migliore di aiutarla». Secondo Buchanan, non tutti gli esperimenti di remote viewing realizzati oggi, da parte di diverse istituzioni, hanno un orientamento pratico, cosa che lo rende piuttosto scettico verso i risultati: «L’obiettivo di quasi tutte le indagini moderne sulla remote viewing è continuare gli studi precedenti: scoprire perché funziona. Sono stati buttati via anni di sforzi investigando la “telepatia mentale”, poi altri anni studiando gli “ologrammi mentali” e la “coerenza mentale” e adesso va di moda investigare la “capacità della mente di accedere all’entanglement quantistico”. Sono convinto che entro qualche anno sarà lo stesso per la remote viewing, ma prevedo lo stesso fallimento che nei casi precedenti». Dai suoi commenti, è evidente che Lyn Buchanan sia più interessato alle possibili applicazioni pratiche della remote viewing che all’entelechia. E non è l’unico. Altri esperti – molti dei quali militari come lui – continuano a fare esperimenti con questa tecnica al di fuori dell’Esercito e dei servizi segreti. Uno dei più importanti è Daz Smith, anche lui formatosi nell’Intelligence statunitense, nella summenzionata VCR. Smith sta applicando questa tecnica nel Regno Unito dal 1997 e, negli ultimi anni, ha partecipato a diversi progetti del Farsight Institute. Nel 2009, ha fondato la Eight Martinis, la prima rivista dedicata all’uso e alle applicazioni pratiche della VCR.

Al servizio del miglior offerente
Tra i suoi progetti recenti figura il cosiddetto Crypto-Viewing: per adesso composto da un piccolo team di remote viewer – che comunque sta diventando più numeroso – che usano le loro capacità psichiche per investigare i più diversi misteri da risolvere, occupandosi talvolta anche di cose più mondane, come predire trend mondiali o il comportamento delle borse e della criptovaluta. Daz Smith così ci racconta: «C’è ad esempio un progetto molto recente che abbiamo avviato nel giugno 2018. Abbiamo previsto che la principale moneta crittografica, il Bitcoin, nel dicembre 2018 sarebbe andata sotto al suo massimo precedente di 19.000 dollari, nel dicembre del 2017. E ci siamo resi conto anche che sarebbe stata sotto gli 8.000 dollari. Non era questo che i nostri clienti volevano sentire, che oltretutto andava contro le previsioni su questa moneta. Ma è arrivato il dicembre 2018 ed è stato il peggiore per il Bitcoin, dato che il suo valore si è fissato su 3.000 dollari. Quindi, avevamo avuto ragione nel prevedere che sarebbe stato molto più basso di 8.000 dollari ». Smith e il suo team stanno ottenendo risultati molto positivi con la RM nel predire notizie e movimenti nelle criptomonete e negli altri mercati, oltre che in un progetto con risvolti medico-scientifici. Tra le imprese che attualmente si dedicano alla RM si deve menzionare la Psi Tech Intelligence, che usa una tecnologia di raccolta di informazioni poco note, denominata Tecnica di Remote Viewing, originariamente sviluppata nello Stanford Research Institute come strumento di spionaggio militare durante la Guerra Fredda. Il direttore di Psi Tech è Ed Dames, maggiore ritirato dell’Esercito USA, che ha partecipato a progetti segreti di RM. In realtà, questa sarebbe una variante della CRV e Dames si è spinto ad affermare che l’ONU avrebbe concesso alla Psi Tech un riconoscimento speciale per il suo lavoro di raccolta informazioni per individuare l’ubicazione delle armi biologiche fabbricate per ordine del dittatore irakeno Saddam Hussein.

Localizzare resti archeologici
La Psi Tech fornisce consulenza investigative specializzata nel recupero di informazioni per clienti singoli, corporazioni e agenzie governative. Usa anche molti esperti analisti che corroborano i dati ottenuti con la RM, per offrire uno studio il più completo possibile della situazione d’interesse per i clienti. Da un punto di vista accademico e scientifico, uno dei maggiori esperti in questo campo è Stephan A. Schwartz, che studia da oltre 40 anni la natura della coscienza e ha pubblicato numerosi libri, tra cui un corso di riferimento in dieci volumi sulla tecnica della remote viewing. Schwartz è stato membro fondatore della International Remote Viewing Association (IRVA) e direttore di investigazioni del Mobius Laboratory, fra le altre cose. Ma soprattutto, non ha mai smesso di investigare: «Verso la fine di quest’anno lavorerò con un team di neuroscienziati per studiate le attività cerebrali dei remote viewer», ci ha spiegato. Schwartz usa la RV per uno scopo molto intrigante: trovare resti archeologici. Con questa tecnica ha scoperto il palazzo di Cleopatra, il Timonium di Marco Antonio e le rovine del Faro di Alessandria, oltre alle navi affondate nelle Bahamas e al largo della costa californiana. Indubbiamente, la RV ha dimostrato la sua efficacia in questo ambito. Durante l’intervista per questo reportage, Schwartz ci ha spiegato: «La maggior parte delle imprese che oggi si dedicano a questo campo non lavorano scientificamente né sono laboratori di ricerca. D’altra parte, nessuno dei RM importanti ha mai usato nei laboratori la tecnica di CRV sviluppata originariamente da Ingo Swann». Ingo Swann era un artista che venne reclutato dai servizi segreti USA per le sue provate capacità di visione a distanza, che avevano portato a risultati molto positivi in diversi laboratori scientifici. Secondo quanto ci ha ricordato Schwartz: «I protocolli di visualizzazione remota vennero creati dagli stessi Russell Targ, Hal Puthoff, Ed May e Ingo Swann e i visualizzatori originali furono Pat Price, Swann, Hella Hammid, Alan Vaughan, George McMullen e Joe Mc- Moneagle». Targ, Puthoff e May sono prestigiosi fisici che collaborarono con l’Intelligence USA allo sviluppo di protocolli per addestrare le spie psichiche. Schwartz ci rimanda anche a una delle sue pubblicazioni più recenti, The Remote Viewing of Saddam Hussein, in cui viene descritto un esperimento portato avanti nella sede dell’organizzazione di Edgar Cayce, a Virginia Beach, il 3 novembre 2003, finalizzato alla localizzazione del dittatore irakeno Saddam Hussein.

Trovate Saddam
«Stavo conducendo un seminario sulla RV - ha proseguito a raccontare Schwartz - che faceva parte di un programma più ampio che avevo organizzato con quasi tutti i fondatori di questa tecnica, inclusi Russel Targ, Harold Puthoff, Ingo Swann, James Spottswoode, Paul Smith, Skip Atwater e Dale Graff, oltre allo psicologo Henry Reed e Edgar Evanz Cayce, figlio minore del noto veggente Edgar Cayce, il remote viewer più scrupolosamente investigato della storia. Fu una conferenza unica, che attrasse un pubblico di 500 persone, tra cui alcuni militari e membri dello spionaggio. Alla fine della conferenza, ho organizzato un seminario di due giorni e mezzo sulla remote viewing. Abbiamo scelto 64 persone perché partecipassero, sia uomini che donne, di età comprese tra i 20 e i 70 anni. Alcuni dei partecipanti si sono identificati come membri attivi dell’Intelligence militare. Avevano sentito parlare dell’argomento ed erano molto interessati a capire come funzionasse, e a sperimentare loro stessi». Lo scopo dell’esperimento era fornire informazioni affidabili che potessero guidare un commando dell’Esercito statunitense verso il luogo in cui si nascondeva Saddam Hussein. Schwartz ci ha raccontato cosa è successo: «Abbiamo raggiunto l’obiettivo? Personalmente, sono convinto che i dati ottenuti con la remote viewing abbiano adempiuto al compito. Quelle informazioni hanno avuto un ruolo nel suo arresto? Non saprei, ma è certo che circa tre settimane dopo che Saddam Hussein è stato intrappolato, ho trovato nella mia casella postale una busta di dimensioni standard. Non c’era né destinatario né mittente. Conteneva solo due foto, di cui una mostrava Saddam Hussein nel momento della sua cattura e l’altra la scatola coi soldi che aveva con sé. Queste immagini, ovviamente, erano state scattate da un membro della squadra che aveva localizzato e catturato Saddam. Non ho idea di come siano arrivate nella mia casella in una busta in bianco».

Un futuro promettente
Un altro dei RV più importanti è Joe McMoneagle, che ha scoperto le proprie doti di chiaroveggente in seguito a un’esperienza di pre-morte provocata da un infarto. Aveva messo le sue capacità al servizio di CIA, NASA e FBI, ottenendo risultati notevoli in missioni di recupero ostaggi portate avanti sotto uno stretto controllo. La precisione delle sue visualizzazioni non lasciava dubbi sulle sue capacità. Oggi, McMoneagle e Lyn Buchanan lavorano insieme, mettendo la RV a disposizione dei clienti che li contattano. Lavorano sia in ambito civile che per le Forze di Sicurezza e i servizi d’Intelligence. «Per quanto mi riguarda – spiega Lyn Buchanan – non m’importa come funziona la remote viewing. È chiaro che sia di enorme utilità, quindi mi interessa solamente cosa dobbiamo fare per migliorarla. Voglio sapere come usarla per aiutare la Polizia a trovare i bambini e gli adulti scomparsi, portando prove decisive; aiutare più aziende a prosperare, i medici a fare diagnosi in modo più veloce e preciso, ecc. Anche se rispetto il lato più accademico dell’investigazione e capisco che sia necessario, il mio interesse e la mia attività sono focalizzate sul lato pratico». L’indagine in questo campo della conoscenza prosegue, così come anche la ricerca di nuovi RV capaci di dimostrare le proprie capacità, mentre si migliorano i protocolli di addestramento per cui chiunque possa diventare in una nuova spia psichica.

Il sesto senso del Pentagono
Nel 2014, l’Office of Naval Research (ONR) degli Stati Uniti avviò un programma di indagine in quattro anni, con un bilancio di 3,85 milioni di dollari, per scoprire in che modo si potesse sviluppare il “sesto senso” dei militari nelle operazioni di spionaggio e in ambienti di combattimento. Questa informazione, rivelata recentemente dai giornalisti del New York Times*, ha provocato un autentico terremoto nell’Esercito USA, e obbligato alcuni dei responsabili del progetto segreto a riconoscere la sua esistenza. Ad esempio, il Dr. Peter Squire, program officer dell’Expeditionary Maneuvre Warfare dell’ONR, ha spiegato che l’interesse degli scienziati coinvolti nelle indagini dell’ONR non era di capire dette capacità psichiche, ma scoprire in che modo i soldati e le spie potessero svilupparle e utilizzarle. Ha rivelato anche che i ricercatori stanno cercando di trovare il modo di «estendere questa capacità ai membri di diverse unità militari». Un’altra persona coinvolta nel progetto è il comandante Brent Olde, che ha spiegato: «Se saremo in grado di caratterizzare questo processo intuitivo di decisione e modellarlo, allora si spera di poter accelerare l’acquisizione di queste capacità nelle nostre truppe». La questione fondamentale, dice, è scoprire se «ci siano modi per migliorare la premonizione attraverso l’addestramento». Secondo quando rivelato dal Pentagono, il programma è nato in seguito a diverse informazioni relative ai successi conseguiti negli ambienti di combattimento, come un incidente aereo in Irak nel 2006, quando il sergente Martin Richburg, usando l’intuizione, aveva evitato che un dispositivo esplosivo provocasse una carneficina. Il comandante Joseph Cohn, direttore del programma dell’ONR, ha detto al New York Times: «Queste informazioni dimostrano che i militari in combattimento, a volte, attivano il loro sesto senso, che li allerta di un attacco imminente o permette loro di rispondere a una situazione nuova senza analizzarla consciamente». Attualmente, il Dipartimento della Difesa USA sta lavorando allo sviluppo di nuove capacità pratiche relative al sesto senso. Ad esempio, si stanno addestrando i militari «ad affrontare cecchini, improvvisati collocatori di esplosivi, e altri assalti irregolari, usando le competenze di percezione avanzata che finora non sono ancora state studiate». Le ricerche del Pentagono sfuggono dai concetti vincolati alla parapsicologia più tradizionale. Tuttavia, sotto la denominazione di Cognitive Behavioral Treatment for Warrior Trainees si portano avanti studi sui più diversi fenomeni psichici. Stando ai documenti a cui ha avuto accesso il New York Times, questa classe di progetti, che fanno capo al Dipartimento della Difesa, costituisce uno «sforzo continuativo e motivato per capire le connessioni tra persone, luoghi ed eventi, al fine di anticipare le loro traiettorie e agire con efficacia».

* “The US Military Believes Paople Have a Sixth Sense” di Annie Jacobsen, New York Time, 3 aprile 2017

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4 Anni 6 Mesi fa #36055 da Arati
E del cronovisore che ne pensate ?

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4 Anni 6 Mesi fa - 4 Anni 6 Mesi fa #36123 da Bastion
Ultima Modifica 4 Anni 6 Mesi fa da Bastion.

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4 Anni 5 Mesi fa #36420 da Bastion

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4 Anni 5 Mesi fa #36449 da Bastion

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4 Anni 4 Mesi fa #38151 da Bastion
I DOPPI DIMENSIONALI
Articolo di Miguel Pedrero

Alla fine degli anni ’50, lo statunitense Robert Monroe, ingegnere del suono di radio e televisione, cominciò a realizzare esperimenti sull’apprendimento accelerato nei suoi momenti liberi, argomento di cui era molto interessato. Tali pratiche provocarono in lui una serie di stati di coscienza non ordinari, che allora non capiva. Finché una notte gli accadde qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la sua vita… e quella di centinaia di migliaia di persone in tutto il pianeta. Così lo raccontava proprio Monroe: «Nel 1958, senza alcuna ragione apparente, cominciai a fluttuare fuori dal mio corpo fisico. Non era volontario. Non stavo tentando alcuna prodezza mentale. Non fu durante il sogno, per cui non potevo rifiutarlo come una semplice illusione. Avevo piena coscienza, ero cosciente di ciò che stavo passando. Che fosse così chiaro fece solo peggio. Così che pensai che fosse qualche forma di allucinazione pesante causata da qualche pericoloso tumore al cervello, un attacco o una malattia mentale disabilitante. O la morte imminente». Secondo l’ingegnere, per quanto egli tentasse, non fu capace di controllare un fenomeno tanto sconcertante: «Soleva accadere quando mi sdraiavo o rilassavo per riposare, o quando stavo preparandomi per dormire. Fluttuavo ad alcuni palmi dal mio corpo, prima di rendermi conto di ciò che stesse accadendo. Terrorizzato, mi divincolavo nell’aria per tornare al mio corpo fisico. Avevo la convinzione di essere sul punto di morire. Tentai quanto potei, ma non riuscii a impedire che si ripetesse».

Suoni per viaggiare in realtà occulte
Per molto tempo pensò di soffrire di qualche grave malattia, fisica o mentale, per cui visitò innumerevoli medici, che davano sempre la stessa diagnosi: aveva una salute perfetta. Alla fine si rese conto che non gli capitava niente di male e giunse alla conclusione che, apparentemente per casualità, era riuscito a mettere in funzione una serie di capacità cerebrali che abitualmente sono dormienti. Cominciò allora a informarsi su ciò che si sapeva in quel momento sul cervello. Con sorpresa scoprì che, in realtà, gli stati mentali sono onde, così che pensò che un metodo per provocare tali stati in maniera artificiale potesse essere mediante suoni, che sono sempre onde. In quegli anni lontani Monroe non lo sapeva. Però, dalla notte dei tempi, la musica è impiegata nei riti di differenti culture per generare stati non ordinari di coscienza. Senza andare più lontano, i mantra e altri suoni armonici costituiscono elementi essenziali negli esercizi buddisti di meditazione. Monroe divenne un prospero impresario della comunicazione, per cui la sua agiata situazione economica gli permise di finanziare la costruzione di un laboratorio in cui investigare l’influenza dei suoni sugli stati cerebrali. Nei decenni, l’ingegnere studiò l’assunto, prima da solo, poi con l’appoggio di diversi collaboratori. Uno di questi fu Skip Atwater, agente della CIA coinvolto in progetti segreti di Visione a Distanza, che divenne direttore dell’organizzazione internazionale creata dall’ingegnere: l’Istituto Monroe, nella cui sede in Virginia (USA) sono passate migliaia di persone per formarsi come istruttori.

Sincronizzazione cerebrale per uscire dal corpo
È impossibile spiegare dettagliatamente il funzionamento del metodo creato da Monroe, conosciuto come Hemi-Sync (Sincronizzazione degli Emisferi), poiché dovremmo entrare in questioni tecniche decisamente complesse, ma a grandi linee potremmo dire che consiste nell’indossare degli auricolari, attraverso i quali vengono emessi toni differenti. Uno entra attraverso un orecchio e il secondo attraverso l’altro. Per esempio, il primo sarà di 300 cicli al secondo e l’altro di 305. La differenza di cinque cicli creerà una terza vibrazione o frequenza differente alle due precedenti, la quale influenzerà una certa zona del cervello, provocando un determinato effetto. In realtà, questa terza frequenza genera la sincronizzazione di entrambi gli emisferi, poiché differenti studi hanno dimostrato che abitualmente funzionano in maniera indipendente. Quello sinistro regola il pensiero logico e analitico e nel destro hanno luogo il pensiero creativo, l’intuizione o la comprensione della realtà. In Occidente, senza dubbio, predomina l’uso dell’emisfero sinistro, ma in certi popoli tradizionali il destro ha più importanza. Per tale ragione, i membri di questi ultimi possono accedere con maggiore facilità a stati non ordinari di coscienza, mediante i quali penetrano in realtà differenti, contattando spiriti, entità incorporee o captando “frammenti” del futuro. Quando meditiamo, in fondo ciò che stiamo facendo è sincronizzare i nostri due emisferi cerebrali, per cui il mondo logico in cui viviamo abitualmente – in cui comanda l’emisfero sinistro – scompare e possiamo sperimentare strane sensazioni che sfuggono alla “logica”. La creazione dei toni non è un compito semplice, in quanto i tecnici dell’Istituto Monroe debbono realizzare migliaia di esperimenti per comporre i suoni adeguati per ciascun esercizio. Al complicato processo partecipano specialisti in campi tanto diversi come quello della medicina, la biochimica, la psicologia, l’ingegneria elettronica e la fisica, tra gli altri. Le onde possono essere Delta, Alpha, Theta… E la combinazione di due delle stesse deve essere adeguata per generare l’effetto che si desidera. Così, esistono composizioni per facilitare il processo di meditazione o riflessione, per memorizzare più velocemente e meglio, per stimolare la creatività, per ottenere maggiore concentrazione, etc. Sono decine e decine, però quelle che a noi interessano sono quelle che possono generare certi stati non ordinari di coscienza, provocando il fenomeno del viaggio astrale o visione a distanza.

La “sala d’attesa” dell’aldilà
Alla fine degli anni ’60, i dottori Flower Jones, del Centro Medico dell’Università del Kansas, e Stuart W. Twemlow, psichiatra capo del Servizio di Studi dell’Ospedale dei Veterani di Topeka, giunsero a capo di una serie di investigazioni sulle capacità cerebrali di Robert Monroe nel laboratorio psicofisiologico del suddetto centro di salute. Chiesero al nostro protagonista di entrare in uno stato mentale che gli permettesse di realizzare un viaggio astrale, mentre era connesso a un poligrafo, misurandone le onde cerebrali e il suo livello di ansietà e allerta (GSR). Il dottor Stuart W. Twemlow concluse quanto segue sui risultati ottenuti: «Dal punto di vista tecnico, mentre (Monroe) era fuori dal corpo, il suo livello di GSR ha mostrato un incremento di approssimativamente 150 microvolt ed è stato caratterizzato da una totale assenza di risposte di qualche tipo una volta iniziato l’esperimento, compreso quando il tecnico gli ha toccato il corpo per sistemare gli elettrodi. Questo è molto insolito, in quanto il GSR è molto sensibile a tali interferenze. Il tecnico ha notato anche che Monroe aveva la pelle molto secca e calda. Un’analisi statistica successiva del suo elettroencefalogramma (analisi di varianza) ha mostrato che non c’erano differenze apprezzabili nella frequenza delle onde cerebrali tra gli emisferi sinistro e destro del cervello, sebbene la frequenza fosse molto minore mentre egli era fuori dal corpo». Nella sua magnifica opera Viaggi fuori dal corpo, Robert Monroe racconta le sue avventure in altri piani di esistenza durante le sue “esplorazioni astrali”. Buona parte delle sue escursioni hanno avuto come destinazione ciò che chiama Scenario II. In tale dimensione le leggi del movimento e la materia sono «relazionate solo lontanamente con quelle del mondo fisico» ed è abitata «da entità con diversi gradi di intelligenza, con i quali è possibile la comunicazione». Lì il tempo non esiste e il pensiero «è la forza che copre qualunque necessità o desiderio. Ciò che si pensa è la matrice dell’azione, situazione e posizione in questa realtà più ampia». Tale dimensione, secondo Monroe, è il punto di ingresso nell’altra vita di ogni essere umano che muore. Una serie di intelligenze superiori sono quelle incaricate di simulare temporaneamente un mezzo più o meno fisico per ricevere i defunti e così «ammortizzare il trauma e l’impatto sui nuovi arrivati, presentando loro forme e contorni familiari nelle prime fasi della trasformazione».

Creiamo un universo ogni secondo
Ciò nonostante, ancora più sorprendenti risultano le visite di Monroe a un’altra realtà che ha denominato Scenario III. Si tratta di un mondo più o meno simile al nostro, ma con alcune differenze. Per esempio, non vi sono luce elettrica, radio o televisione. Il petrolio non esiste come combustibile. Vi sono strade e vie, ma di maggiori dimensioni delle nostre, come le automobili che circolano sulle stesse. Sono più grandi, al posto del volante utilizzano una barra orizzontale, non superano i 25 km/h e il traffico è scarso. Arrivò persino a imbattersi con il suo “io” di questo altro mondo. Lavorava come architetto-appaltatore, non aveva avuto successo nel suo campo e aveva un carattere solitario. Ossia, molto differente alla sua realtà nel nostro mondo, dove era un prospero imprenditore dei mezzi di comunicazione e aveva una famiglia felice e un carattere espansivo. Sorprende che le esperienze di Monroe nello Scenario III coincidano con la teoria degli universi multipli o molti mondi. Proposta dal fisico Hugh Everett nella sua tesi di dottorato del 1957, passando il tempo sempre più scienziati si mostrano convinti della sua realtà. Alla base sostiene che l’universo si divide continuamente in due o più universi. Quando dubito se mangiarmi un gelato, in un universo lo faccio e in un altro no. Nel primo lo ingerisco e non accade nulla, ma in un altro mi fa male allo stomaco e devo andare dal medico e via di seguito. Questi universi in cui si divide continuamente la realtà non sono luoghi fantasmagorici, bensì reali come quello che ora condividiamo voi e io. La tesi di Everett, diretta da John A. Wheeler, uno dei fisici più importanti di tutti i tempi, si basa sul famoso esperimento della doppia fessura, le cui implicazioni tuttavia non comprende. Vediamo in che consiste. Quando un fisico desidera localizzare un elettrone, deve interferire con la traiettoria dello stesso, in quanto per conoscere la sua posizione è obbligato a emettere un fotone di luce che impatterà irrimediabilmente contro il primo. Pertanto, l’elettrone si trova in un luogo solo quando lo scienziato lo osserva. Dunque, se il fisico non lo osserva, dove sta? La logica ci indica che è in qualche punto, sebbene non sappiamo dove. Ma la sperimentazione fisica fornisce una risposta più sconcertante: è in tutti i luoghi dell’universo in una volta sola, perché l’elettrone è simultaneamente una particella e un’onda di dimensioni infinite. Solo quando lo scienziato lo osserva “collassa” e appare in un luogo concreto dello spazio, sebbene nel contempo continui a essere la stessa onda.

Infinite coppie di ciascuno di noi
Questo sconcertante fatto può dimostrarsi con l’esperimento della doppia fessura, consistente nel lanciare un fascio di elettroni attraverso due piccole fessure, tra le quali si trova una placca fotografica. Si suppone che il fascio passi per una delle fessure, ma la cosa certa è che lo fa attraverso entrambe simultaneamente. E lo stesso accadrebbe se vi fossero cento o un milione di fessure. Inoltre, nella placca non rimangono impressi due fori, come ci si aspetterebbe, ma una figura ondulata. Come può succedere? Perché ogni elettrone è anche un’onda di dimensioni infinite, che attraversa i fori e interferisce con se stessa. In altre parole, solo quando un’entità dotata di coscienza (un essere umano o animale) osserva la realtà, questa collassa per mostrarsi davanti a tale coscienza. Riassumendo: tutte le possibilità di scelta di ciascuno di noi accadono nello stesso tempo. E solo quando scegliamo un’opzione concreta, questa collassa nel nostro universo, passando a formare parte della nostra “realtà”. Ebbene, il resto delle opzioni starebbe accadendo in differenti universi paralleli, dove esisterebbero altri io che vivrebbero vite differenti, basate su decisioni diverse, prese da noi e dalle persone con cui siamo in contatto. Il prezzo da pagare per poter accettare questa teoria è che esistono miliardi di universi che si dividono continuamente in altri miliardi. Pertanto, come sostiene il Premio Nobel per la Fisica Frank Wilczek: «Un numero infinito di copie di noi stessi, con leggere variazioni, vivono le loro vite parallele e in ogni momento sorgono altri duplicati e adottano i nostri molti futuri possibili».

Incoerenza dimensionale
Tenendo conto di quanto detto, mi chiedo: forse Monroe viaggiò in molti di questi altri universi possibili, con certe variazioni rispetto al nostro, dove incontrò anche se stesso con lievi cambiamenti? Secondo la teoria dei mondi multipli, quando un’onda-particella subatomica si divide in un’altra onda-particella subatomica, una entra in “incoerenza” con l’altra, il che significa che smettono di essere sincronizzate e, pertanto, non è possibile il contatto tra loro. Tutto questo porta a dire che, nonostante l’esistenza di miliardi di mondi che nascono gli uni dagli altri continuamente, non potranno mai entrare in contatto. La tecnica Hemi- Sync sviluppata da Monroe e collaboratori, la cui base è la sincronizzazione dei due emisferi cerebrali – ossia, la rottura dell’incoerenza cerebrale – forse costituisce uno dei modi per accedere a questi altri mondi, tanto reali quanto il nostro.

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4 Anni 4 Mesi fa #38154 da Idiocracy
Ciao grazie, lo trovo molto interessante.
Avevi seguito vicenda di John Titor?

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4 Anni 4 Mesi fa #38179 da Bastion
In parte si.
Ma non sono mai andato troppo a fondo della vicenda, perchè sono dell'idea che nessun futuro sia irrimediabilmente scritto.

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4 Anni 4 Mesi fa - 4 Anni 4 Mesi fa #38253 da Jediel74

Idiocracy ha scritto: Ciao grazie, lo trovo molto interessante.
Avevi seguito vicenda di John Titor?


La vicenda di Titor è palesemente una farloccata, perchè se da una parte nessuna delle sue anticipazioni sul futuro si è rivelata corretta, dall'altra non ha saputo prevedere ciò che invece è accaduto realmente, primo fra tutti l' 11 settembre, che è stato appena un anno dopo la sua comparsa sui forum.
Anche la teoria delle diverse linee temporali, usata come alibi per giustificare i mancati futuri avvenimenti, non sta comunque in piedi, perchè se torna negli anni 70 e recupera l' IBM, proprio nel punto e nel momento esatto in cui si aspettava di trovarlo, vuol dire che la linea temporale è sempre la stessa.
Magari in un'altra linea temporale, quell' IBM che cercava nemmeno esiste...

"Chi ha capito ha capito e non ha bisogno di consigli, chi non è in grado di capire non capirà mai"
Ultima Modifica 4 Anni 4 Mesi fa da Jediel74. Motivo: refuso

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4 Anni 4 Mesi fa #38264 da Idiocracy
Grazie della risposta. Si, siamo d'accordo. C'era però grande saggezza nei suoi post! Per me è stato molto istruttivo. Temo che azzeccherà la "previsione" sulla guerra civile negli USA visto l'andazzo.

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4 Anni 4 Mesi fa #38277 da Jediel74
Si questa della guerra civile penso anch'io che l'azzeccherà, del resto giorgetto sorosetto si sta dando da fare, paga ben 20 dollari a finti dissidenti per scendere in piazza e fare casino.
Anche i nostri gilet arancioni, con a capo il mitico generale pappa, sono stati messi lì sempre dai soliti noti del deep staterello.
Purtoppo non si è imparato nulla dall'esperienza m5s...

Scusate per l' OT

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4 Anni 2 Mesi fa #39337 da Bastion

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4 Anni 1 Mese fa #39816 da Bastion

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3 Anni 11 Mesi fa #41121 da Bastion

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3 Anni 11 Mesi fa #41268 da Bastion

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3 Anni 10 Mesi fa #41702 da Bastion

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3 Anni 9 Mesi fa - 3 Anni 9 Mesi fa #42375 da Bastion

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Ultima Modifica 3 Anni 9 Mesi fa da Bastion.

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4 Mesi 1 Settimana fa - 4 Mesi 1 Settimana fa #53833 da Bastion
I SENSITIVI AL SERVIZIO DEL CREMLINO
Mercedes Pullman

Sensitivi, stregoni di magia bianca e nera hanno difeso ufficialmente e non ufficialmente gli interessi dell’Unione Sovietica per molti decenni.

Attenzione: Spoiler!
Ultima Modifica 4 Mesi 1 Settimana fa da Bastion.

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3 Mesi 3 Settimane fa #53918 da Bastion
CASTANEDA – IL VIAGGIOTORE POSTMODERNO - PARTE 01
Frank Porter

Castaneda è stato un caso esoterico letterario di grande successo.
Ma è tutto oro ciò che luccica?

Attenzione: Spoiler!

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3 Mesi 3 Settimane fa - 3 Mesi 3 Settimane fa #53926 da joppo82
Salve questa è la mia opinione a riguardo. Avendo letto più volte i libri di Castaneda già nell'arco di 20 anni, e sperimentando diverse tecniche il discorso che viene fatto mi pare essere riduttivo e materialista. Del resto la critica viene fatta da una persona che ricalca quella che è un opinione di un o psichiatra Mandell e da altri psicologi e questo non mi sorprende. E si il punto è tutto qui, queste discipline essendo fortemente influenzate dal materialismo rinnegando il fatto dell' anima (anche se psicologia letteralmente  in greco sarebbe lo  studio dell'anima) ma puntualmente no viene presa in considerazione, riducendo i fenomeni spiriutali e mentali a mere interazioni biochimiche del cervello. Questo approccio sebbene utile, presenta limiti significativi. Infatti questo riduzionalismo materialistico può fallire nel catturare l' interezza delle esperienze umane, specialmente quelle di natura spirituale e trascendentale. Escludono a priori qualsiasi spiegazione che non può essere verificato con i loro standard, limitando la compresnsione di fenomeni che potrebbero avere validità in altri contesti epistemologici. Del resto come scrisse Popper la psicologia non è falsificabile, e spesso risultano essere di ambigua ed  interpretativa, come la psicoanalisi, offrendo spiegazioni dopo il fatto piuttosto che predizioni verificabili in anticipo, dunque non scentifica. Gli esperimenti usati per testare la sua veridicità spesso sono troppo soggettivi, dunque quando si tratta di elaborare nuove teorie o tesi bisognerebbe essere molto umili dato che si tratta ancora di discipline giovani che trattano degli  argomenti complessi se non il piu' complesso ovvero la mente umana. Invece sento parole tipo buffonate ecc.. Quando una persona si laurea in psicologia no riceve pure il dono di aiutare gli altri, quello dipende dall'empatia e dalle esperienze personali di una persona.I libri di Castaneda presentano (per quanto mi riguarda) una narrativa dettagliata e coerente delle sue esperinze con Don Juan, questa coerenza e la ricchezza nei dettagli supportano la mia idea che non si tratti di pura immagginazione. Castaneda descrive un percorso di apprendimento e trasformazione personale che sarebbe difficile inventare con tale precisione e progressione. Le pratiche e rituali descritte nei suoi libri  corrispondono a quelle di altre tradizioni sciamaniche, suggerendo una conoscenza diretta e approfondita delle culture indigene che trovano riscontro in molte pratiche sciamaniche in tutto il mondo, comprese quelle di visioni, esperienze fuori dal corpo o quelle dei sogni lucidi che non viene nemmeno accennata in questa critica, forse perchè la psicologia non accetta per una questione di apertura mentale, ma che Castaneda ha dedicato un intero libro ovvero "L' arte del sognare ". L'uso di sostanze psicotrope per accedere a stati di coscenza alterati, è documentato in molte culture indigene e riconoscito per il suo valore spirituale, oltre ad essere testato  dallo studio del dottor Strassman di oltre 20 anni, su diversi pazienti che gli veniva ignettato per via endovenosa la dimetiltiptamina DMT definita la molecola dello spirito, prodotto in piccole quantità anche dalla nostra ghiandola pineale in determinati momenti come nel sogno negli stati di premorte e nelle prime fasi di gestazione. Ebbene si quando sognamo siamo sotto effetto diu una delle sostanze allucinogeni naturali più potenti al mondo, questo può essere paragonato agli stati di coscenza alterati che vivevano Castaneda e Juan con l'assumnzione  nei rituali con  mescalito e altre erbe psicotope. Le pratiche sciamaniche spesso coinvolgono l'esplorazione dell'inconscio e delle dimensioni spirituali dell'essere, aspetti che la psicologia e psichiatria no possono trascurare. Il resoconto con pratiche spirituali tradizionali, la presenza di verità spirituali profonde e l'impatto culturale e personale dei suoi scritti suggerisce che Castaneda abbia esplorato e documentato realtà che vanno oltre il materilaismo che per comprenderlo è neccessario adottare una visione più ampia che riconosca e valorizzi le dimensioni spirituali dell' esistenza umana.
Ultima Modifica 3 Mesi 3 Settimane fa da joppo82.

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