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L'aldilà vissuto dal medium San Giovanni Bosco
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5 Anni 4 Mesi fa #29840
da Volano49
L'aldilà vissuto dal medium San Giovanni Bosco è stato creato da Volano49
Tratto un altro notissimo medium, il più volte vituperato San Giovanni Bosco, probabilmente perchà appartenente alla chiesa. L'episodio più eclatante è noto ai più, si trova in alcuni suoi scritti e tratta del patto oltre la morte stipulato con il suo amico, seminarista come lui, Luigi Comollo. Il "patto" era semplicissimo... colui che fosse stato chiamato per primo all'eternità, avrebbe portato al superstite notizie dell'altro mondo. La notte de 4 aprile, seguente il giorno della sepoltura dell'amico, S. Bosco era ancora sveglio nel gremito dormitorio seminarista, scrive, "col pensiero della promessa fatta, e da una paurosa commozione".
Faccio prima a riportarne gli scritti autografi... ---:"dopo mezzanotte si udì un cupo rumore in fondo al corridoio, rumore che diventava più cupo e più forte mentre si avvicinava. Pareva quello di un carrettone, di un treno e quasi dello sparo di un cannone. Non saprei esprimermi se non col dire che formava un complesso di fragori così vibranti e così violenti da recare un grandissimo spavento. Mentre si avvicinava lasciava dietro di sè rumoreggianti le pareti, la volta, il pavimento del corridoio, come se fossero costruiti di lastre di ferro scosse da un potentissimo braccio. Il suo avvicinarsi non si poteva misurare secondo il diminuire della distanza, ma lasciava incerti, come una vaporiera della quale non si può conoscere il punto dove si trova la sua corsia".
"I seminaristi si svegliarono tutti, impietriti come me dal timore. Il rumore avanza sempre più spaventoso, la porta del dormitorio si apre da sè violentemente. Continua più veemente il fragore senza che alcuna cosa si veda, eccetto una languida luce, ma di vario colore, che pareva regolatrice di quel suono. Ad un certo momento si fa improvviso silenzio, quella luce splende più viva, e si ode distintamente la voce del Comollo chiamarmi per tre volte e dirmi per tre volte consecutive: Io sono salvo. In quel momento il dormitorio si fece ancora più luminoso; il rumore si fece udire ancora più violento quasi come un tuono che sprofondasse la casa, ma subito cessò ed ogni luce disparve. I compagni balzati dai letti fuggirono senza sapere dove, alcuni si raccolsero in qualche angolo del dormitorio, altri si strinsero attorno al prefetto di camerata che era Don Giuseppe Fiorito da Rivoli".
Trattasi di un fatto vero, con innumerevoli testimoni.
Faccio prima a riportarne gli scritti autografi... ---:"dopo mezzanotte si udì un cupo rumore in fondo al corridoio, rumore che diventava più cupo e più forte mentre si avvicinava. Pareva quello di un carrettone, di un treno e quasi dello sparo di un cannone. Non saprei esprimermi se non col dire che formava un complesso di fragori così vibranti e così violenti da recare un grandissimo spavento. Mentre si avvicinava lasciava dietro di sè rumoreggianti le pareti, la volta, il pavimento del corridoio, come se fossero costruiti di lastre di ferro scosse da un potentissimo braccio. Il suo avvicinarsi non si poteva misurare secondo il diminuire della distanza, ma lasciava incerti, come una vaporiera della quale non si può conoscere il punto dove si trova la sua corsia".
"I seminaristi si svegliarono tutti, impietriti come me dal timore. Il rumore avanza sempre più spaventoso, la porta del dormitorio si apre da sè violentemente. Continua più veemente il fragore senza che alcuna cosa si veda, eccetto una languida luce, ma di vario colore, che pareva regolatrice di quel suono. Ad un certo momento si fa improvviso silenzio, quella luce splende più viva, e si ode distintamente la voce del Comollo chiamarmi per tre volte e dirmi per tre volte consecutive: Io sono salvo. In quel momento il dormitorio si fece ancora più luminoso; il rumore si fece udire ancora più violento quasi come un tuono che sprofondasse la casa, ma subito cessò ed ogni luce disparve. I compagni balzati dai letti fuggirono senza sapere dove, alcuni si raccolsero in qualche angolo del dormitorio, altri si strinsero attorno al prefetto di camerata che era Don Giuseppe Fiorito da Rivoli".
Trattasi di un fatto vero, con innumerevoli testimoni.
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