Sono già qua

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5 Mesi 1 Settimana fa #62551 da Bastion
Sono già qua è stato creato da Bastion
SONO GIA' QUA
Rafael Videla Eissmann e Diego Antolini intervistano Erich Von Daniken

Dopo decenni di ricerche e studi archeologici, antropologici, mi­tologici e storiografici, qual è la tua prospettiva attuale di tutto il tuo lavoro?

Lo spirito del tempo cambia e ci sono voluti anni per portare que­sta verità al mondo. Ogni cultura su questo pianeta ha dei miti e una religione - io stesso credo pro­fondamente in Dio e prego ogni giorno - le culture, le religioni e le mitologie hanno sempre a che fare con gli dei del passato. La domanda che sorge spontanea è: chi erano gli dei? Erano solo la divinizzazione della natura, del Sole o della Luna? È vero che gli antichi adoravano il Sole e la Luna, ma c’erano altri dei, che parlavano, guidavano e davano informazioni, cosa che non fanno il Sole e la Luna. I miti antichi con­cordano: c’erano divinità che comu­nicavano con gli uomini. Qualcuno è stato qui migliaia di anni fa e ha cambiato le nostre vite e le nostre conoscenze.

Il lavoro della tua vita potrebbe riassumersi con la consapevolezza che gli dei non erano divinità della natura, ma esseri reali che hanno influenzato il nostro passato?

Certamente. E possiamo anche di­mostrarlo. Ad esempio in Bolivia c’è un sito chiamato Puma Punku. Ci sono pietre senza sculture e senza disegni, semplicemente squadrate. Circa 400 anni fa i conquistatori spagnoli arrivarono nel sito e incon­trarono i sovrani Inca. C’era un tra­duttore tra loro. E gli spagnoli chiesero:
“Noi non siamo riusciti a spo­stare queste gigantesche pietre. Come le avete fatte?”
La risposta fu:
“Non le ab­biamo fatte noi. Le hanno fatte gli dei.”
Allora i conquistatori domanda­rono:
“Quali dei?”
E loro risposero:
“Quelli che sono scesi dal cielo”
Quindi 400 anni fa, alcune persone conser­vavano la conoscenza delle divinità discese dal cielo. Consideriamo, poi, Enoch, il bisnonno di Noè, di cui ci parla la Bibbia, che visse 365 anni e fu rapito da Dio, perché gli piacque. È il primo uomo ad andare con gli extraterrestri nello spazio. Nel libro di Enoch è spiegato chiaramente che è stato nello spazio, che uno degli extraterrestri gli ha insegnato la loro lingua e scrittura, e quando apprese tutto, guardarono fuori dall’astronave gli fu detto:
“Umano, guarda là fuori! Vedi questa piccola luce? Voi la chiamate Luna, ma la Luna non ha luce di per sé. La Luna riceve la sua luce dal Sole...”
Questo è accaduto mi­gliaia di anni fa, prima del Diluvio Universale3. Quale essere umano poteva sapere, all’epoca, che la Luna riceve la sua luce dal Sole? È solo un esempio di informazione scientifica trasmessa, che può chia­ramente provare la presenza di ex­traterrestri in passato.

Quando diresti che questa “creazione” dell’umanità ha avuto luogo?

È molto difficile rispondere. Direi che siamo stati visitati dagli extra­terrestri almeno due o tre volte. Se­condo Platone, il grande filosofo greco vissuto nel V secolo a.C., il nostro mondo è stato distrutto ripe­tutamente in passato. Questo non è il primo mondo in cui viviamo. E in precedenza, gli extraterrestri erano presenti... Non sono in grado di dire quando sia avvenuta la creazione o il loro primo intervento, ma la loro ultima visita è stata 2.000–3.000 anni fa e hanno promesso di tor­nare. E sono tornati.

Stai dicendo che gli extraterre­stri sono qui?

Sì, sicuramente. E non sono l’unico a sostenerlo. Il signor Haim Eshed è stato il capo del Comando Spaziale Israeliano per vent’anni e ha dichia­rato che gli extraterrestri sono qui, tra noi. È uno scienziato, un astro­nomo. Anche il signor Paul Hellyer, ex ministro della Difesa del Canada, ha detto che gli extraterrestri sono qui; potresti incontrarli, ma non te ne renderesti conto, perché sem­brano come noi. Io stesso ho avuto un’esperienza personale. Più di 40 anni fa ho tenuto un discorso nel nord della Germania, nella città di Brema. Durante il dibattito qual­cuno mi ha chiesto: “Lei crede che gli extraterrestri siano tra noi?” E ho rispo­sto: “No, assolutamente no!” Alla fine dell’evento abbiamo impacchettato il proiettore e siamo andati in ga­rage, per caricare tutto in automo­bile. A quel punto mi si è avvicinato un uomo molto bello, che mi guardò e disse: “Erich, hai appena detto che non credi che gli extraterrestri siano qui - mi porse la mano e io gliela strinsi, quindi proseguì - al­lora, non credi che gli extraterrestri siano tra noi?” Prima che io potessi ri­spondere, abbassò lo sguardo sulle nostre mani, che improvvisamente divennero invisibili! Io sentivo la sua mano e la mia mano, ma non riuscivo più a vederle! Il ragazzo che mi stava aiutando lasciò cadere il proiettore, lo sconosciuto sorrise e poi scomparve. Così.

In che modo e in che misura l’evoluzione dell’umanità è stata guidata dagli extraterre­stri e quando diresti che questo intervento è avvenuto: nel Pa­leolitico, nel Mesolitico?

La nostra scienza non ha idea di come sia iniziato l’Universo, c’è la teoria del Big Bang, ma cosa lo ha causato? Non ne abbiamo idea. I Rishi hanno detto che all’inizio c’era Dio, ma non hanno idea di cosa abbia creato Dio. Non sap­piamo come sia iniziato tutto. Ogni civiltà intelligente prima o poi riesce a viaggiare nello spazio. Perché essere intelligenti significa essere curiosi e la curiosità porta alle risposte e a nuove domande. A un certo punto nel passato, alcuni extraterrestri sapevano che c’erano pianeti con le condizioni ottimali per la vita. Quindi all’inizio, ovun­que fosse quell’inizio, forse anche milioni e milioni di anni fa, essi hanno diffuso il loro DNA nel­l’Universo, come polvere. Questo DNA che fluttuava è arrivato su un pianeta simile al loro. E così è ini­ziata l’evoluzione. E l’evoluzione non è una coincidenza, è stata creata, impressa in quel materiale genetico disperso nell’Universo per svilupparsi in pianeti idonei, come il nostro. A un certo punto sono ve­nuti qui e, come previsto, hanno trovato tutti i tipi di forme di vita, compresi gli ominidi. Hanno preso campioni e modificato il DNA delle cellule e lo hanno rimesso nel­l’utero di una femmina così che lei avrebbe dato alla luce un bambino. Facciamo parte della famiglia delle scimmie antropomorfe, degli scim­panzé e dei gorilla, ma a causa di questa inseminazione artificiale, cioè una mutazione genetica in­dotta, noi umani siamo usciti da quella famiglia, divenendo senzienti e consapevoli. Perché soltanto noi? Ogni testo religioso risponde così a questa domanda: perché gli dei ci hanno creato a loro immagine. Parlando in termini biblici hanno creato Adamo ed Eva. Quando è successo? Non ne abbiamo idea.

Dove diresti che ha avuto geo­graficamente luogo la crea­zione?

È una domanda a cui è piuttosto complesso rispondere. Dov’era il Giardino dell’Eden? Dove erano Adamo ed Eva? Ci sono tante ipo­tesi ma nessuno ha davvero una ri­sposta. Nella Bibbia si dice che il Giardino dell’Eden era tra due fiumi: il Tigri e l’Eufrate. Se è vero, non ne ho idea!

Quale potrebbe essere la ra­gione della “creazione” degli es­seri umani? Essere liberi, servirli o altro?

L’Universo è infinito, nel tempo e nello spazio. Le civiltà non restano mai isolate, tendono ad espandersi nello spazio e nel tempo, a comuni­care e interagire. Quindi credo che la ragione fosse il bisogno di diffon­dere forme di vita intelligenti nel­l’Universo infinito, per espandersi, comunicare e interagire. Credo che ci siano extraterrestri su questo pia­neta e che ci aiutino a costruire astronavi. Noi abbiamo la tecnolo­gia e loro hanno la conoscenza per farci andare oltre la primitiva pro­pulsione a razzo liquido e raggiun­gere altri sistemi solari.

Quali diresti che sono i siti e i simboli più significativi degli antichi dei?

In primo luogo tutti i testi indiani, come i Veda. Nel mondo occiden­tale pensiamo ai Veda come miti e immaginazione, mentre per me sono resoconti storici. Ci raccontano cosa è successo, ci hanno fornito i nomi dei pianeti o ci hanno detto come orbitano attorno al loro Sole e persino i loro nomi. È conoscenza trasmessa dai nostri antenati, ma non l’abbiamo presa sul serio. La nostra stupidità ha definito tutto “mitologia”. Abbiamo due tipi di gruppi umani sul pianeta, quello scientifico e quello religioso. La co­munità scientifica pensa che siamo al vertice dell’evoluzione, quella re­ligiosa dice che siamo la Corona della creazione. In entrambi i casi ci vediamo come i più grandi e supe­riori. Dobbiamo imparare che siamo solo uno dei milioni di esseri intelligenti dell’Universo e dob­biamo imparare a interagire e fare squadra, in pace. Dobbiamo pen­sare che forse il nostro pianeta è come una scuola per apprendere gli uni dagli altri in modo da non com­battere più, acquisire conoscenze da ogni cultura, unirci e apprendere dall’Universo. Probabilmente non siamo pronti ad andare là fuori se abbiamo ancora la stupida idea di essere i più grandi. Non appena capiremo di es­sere solo uno dei tanti allora po­tremo parlare con gli extraterrestri e loro potranno accettarci. Mi piace l’ipotesi dello zoo del professore di astrofisica John Allen Ball [1935-2019] che ha detto che dovremmo guardare al nostro pianeta come a un giardino zoologico: ci sono gli animali, gli osservatori e i visitatori. Ci sono regole da seguire, ad esem­pio i visitatori non possono dare da mangiare agli animali, distur­barli o prelevarli e gli osservatori devono controllare che le regole siano rispettate.4 In questo giar­dino zoologico accade che alcune specie diventino più intelligenti, formano una cultura, cantano o dipingono o scrivono. È chiaro che prima o poi usciranno dal giardino zoologico, ma gli sarà consentito solo quando saranno pronti, con­sapevoli di non essere i più grandi. Fino a quel momento li lasceremo nei loro confini.

Tra tutti i luoghi che hai visitato e studiato nel mondo, qual è il più significativo per la ricerca PaleoSETI?

Puma Punku secondo me era il campo base degli extraterrestri5, come gli scalatori che vanno sull’­Himalaya e creano campi base per non portare tutta l’attrezzatura in cima. A Puma Punku non ci sono scritte, né progetti, niente di “cultu­rale”, solo blocchi di pietra che, a detta degli indigeni, furono messi lì dagli dei. Ecco perché secondo me era un campo base. Per quanto riguarda il resto del mondo, direi Tikal in Guatemala. Sappiamo dalla mitologia che c’è una straordinaria testimonianza in una piccola piastra di giada che dice: Qui sono scesi gli dei. E gli umani hanno costruito Tikal per celebrare il luogo. La maggior parte delle pi­ramidi sono state erette proprio in luoghi in cui gli dei antichi, gli ex­traterrestri, scesero o crearono po­stazioni. Gli dei non hanno visitato solo un posto sulla Terra ma diversi, e hanno promesso che sarebbero tornati. Ai nostri tempi questa pro­messa di ritorno è diventata un sim­bolo religioso. Noi cristiani aspettiamo il ritorno di Gesù, i mu­sulmani aspettano il ritorno del loro Mahdi, la comunità ebraica aspetta il ritorno del loro Messia... È una promessa antica di ritorno presente in ogni cultura e religione e secondo me chi l’ha pronunciata sono gli extraterresti e sono già tor­nati. Sono qui, ma questo non do­vrebbe essere comunicato al pubblico troppo velocemente. Le persone vanno preparate. I nostri astronomi sono brillanti, intelli­genti, onesti e con personalità me­ravigliose, ma nessuno di loro direbbe che ci sono extraterrestri sul pianeta. Perché verrebbero ridi­colizzati. Lo spirito del tempo non è quello giusto! Come non lo era nei secoli passati. Prendiamo ad esempio Giordano Bruno, che circa quattrocento anni fa disse quello che oggi sappiamo essere vero, cioè che la Terra orbita at­torno al Sole, e per questo fu uc­ciso! Anche Galileo Galilei! Erano tutti troppo avanti rispetto allo spi­rito del loro tempo. Oggi lo spirito del nostro tempo cambia un po’ più velocemente e ci stiamo ren­dendo conto che non siamo soli, ma non siamo ancora pronti.

Cosa pensi delle molteplici linee temporali che potrebbero verifi­carsi nel multiverso?

Non ho una risposta. Tempi diversi, esistenze diverse. Siamo in una ma­trix? Qualcuno sta giocando con noi? Questo qualcuno crede in un dio specifico? Mi piacerebbe porre queste domande agli extraterrestri.

Credi che gli extraterrestri che hanno creato l’umanità ab­biano davvero lasciato la Terra?

Non ne sono così sicuro. Penso che alcuni di loro siano ancora qui. In­torno all’820 d.C. la Grande Pira­mide di Giza fu aperta per la prima volta dal califfo Abdullah Al Ma’­mun e dalla sua gente. Trovarono stanze diverse, almeno tre, e in una di queste furono scoperti due corpi con teste allungate, che indossavano strani abiti. Giacevano lì come se fossero morti, ma non lo erano. Quindi è possibile che ancora oggi nella Grande Piramide ci siano corpi di extraterrestri. Spero che prima o poi questo diventi pub­blico ma deve essere dimostrato con delle foto. Ma non è ancora il momento giusto.

Quali campi di ricerca suggeri­resti indagare? Quali luoghi ri­tieni importanti per la ricerca PaleoSETI?

Abydos, in Egitto, vicino al Nilo, dove si trova il Tempio di Seth, circa 1300 a.C. Ha giganteschi blocchi di pietra e piattaforme che sono sicuramente più antichi del tempio, che è stato costruito sopra di essi. Il normale andamento del progresso è lineare, si passa dal semplice al complesso, acquisendo sempre maggiori abilità e cono­scenze che affinano la tecnologia. Nelle costruzioni, ad esempio, si passa da strutture modeste, con pietre piccole, a edifici più grandi con blocchi più imponenti, per i quali serve appunto della tecnolo­gia più avanzata. Ad Abydos l’evo­luzione è inversa, perché la tecnologia più antica è quella più complessa, con i blocchi di pietra più grandi. E non abbiamo idea di chi l’abbia fatto. Devo tornare di nuovo a Platone, il filosofo greco, che ha detto chiaramente che c’erano mondi diversi in epoche diverse che sono stati distrutti in passato, l’ultima volta circa 12.000 anni fa.

E il Sud America? Quali luoghi pensi che sarebbero di grande importanza per la ricerca?

Sicuramente la cosiddetta Porta del Sole di Tiahuanaco, in Bolivia. Più di cento anni fa brillanti professori e filosofi tedeschi e austriaci come Hanns Hörbiger6, Alphons Stübel e Max Uhle hanno trovato la prova che Tiahuanaco e Puma Punku hanno centomila anni7. Ma poi sono arrivati i nostri archeologi e hanno affermato che tutte le loro ri­cerche erano spazzatura! Penso che una delle migliori possibilità di tro­vare qualcosa sia ancora a Tiahua­naco e Puma Punku. Sappiamo che a Tiahuanaco ci sono tunnel sotter­ranei ma non li abbiamo mai esplo­rati. In tutto il mondo ci sono città ipogee come Kaymakli in Turchia, è come se i nostri antenati a un certo punto avevano paura di qual­cuno o qualcosa e sono andati sotto­terra. Non mi sembra plausibile che l’abbiano fatto per sopravvivere al diluvio o a eruzioni vulcaniche o all’invasione di un nemico, perché sono tutte situazioni in cui nel sotto­suolo non ti salvi. Ci deve essere qualche altro motivo e penso che abbia a che fare con gli extraterre­stri, con qualcosa che proveniva dallo spazio8.

Se potessi parlare con uno di questi dei extraterrestri, cosa chiederesti?

“Come è iniziato tutto? Cos’è Dio nella vostra filosofia? Dio esiste? Qual è stato l’inizio dell’Uni­verso?” E naturalmente, “Quante volte siete stati sulla Terra? Avete influenzato, avete cambiato con un intervento genetico alcuni dei no­stri antenati? Qual era lo scopo? Crediamo in alcuni di voi?” Avrei davvero un sacco di domande!

Come immagini una società consapevole delle nostre origini extraterrestri? Quale sarebbe la differenza rispetto a ciò che ab­biamo oggi?

Non ci sarebbero più guerre. Non appena ti rendi conto che c’è qual­cosa di molto più elevato, capisci che le guerre tra noi non hanno più senso. Quindi dobbiamo imparare a capirci e unirci, allora saremo pronti per entrare in contatto con gli extraterrestri, altrimenti non ci sarà consentito.

Perché le visioni monoteistiche hanno cercato di distruggere l’antica conoscenza degli dei scesi dal cielo?

Anzitutto bisogna ricordare che sono stati gli uomini a scrivere le storie sacre. Ad esempio l’Antico Testamento non è il libro di Dio, ma un insieme di più testi, scritti da persone diverse, in tempi diversi e ripetutamente modificati in base alle credenze che cambiavano, suc­cede ancora oggi, si interpreta e si cambia il significato. Non sono gli scrittori originali a raccontare cose false. È che man mano che passava il tempo e si per­deva la memoria dell’accaduto, non si capiva più il significato originale e si interpretava e modificava, disco­standosi sempre più dal contenuto degli scritti originali. Sono sicuro che all’inizio gli umani che hanno visto gli extraterrestri arrivare, scris­sero esattamente quanto videro. Non fantasy o fantascienza. E qualche traccia è rimasta, se si tra­scura l’interpretazione imposta. Quando in un testo antico dicono che il cielo si è aperto e su strane apparecchiature sono scesi gli dei, gli angeli o altro, significa che è esattamente quello che hanno visto. Una divinità non ha di certo bisogno di un veicolo per spostarsi, e allora perché le descrizioni par­lano di una discesa con fumo, fuoco e rumori forti?

Hai detto che gli extraterrestri sono qui. Pensi che cammine­ranno in bella vista tra gli umani?

Prima o poi, sì. Ma al momento lo spirito del nostro tempo non è an­cora pronto, spetta a noi cambiarlo in modo che se qualcuno dice che gli extraterrestri sono tra noi, questa persona non venga più ridicolizzata. È quello che facciamo sia io che molti altri autori brillanti in tutto il mondo. Abbiamo History Channel negli Stati Uniti che dal 2009 tra­smette il programma Ancient Aliens, quindi lo spirito del nostro tempo sta cambiando e penso che tra dieci o dodici anni sarà pronto e allora si potrà diffondere la conoscenza che gli extraterrestri sono tra noi e che noi stessi siamo extraterrestri.

Qual è la tua opinione sull’intel­ligenza artificiale?

Ne ho paura. Prima o poi l’intelli­genza artificiale prenderà il so­pravvento e noi non serviremo più. In Io, Robot, un vecchio rac­conto di fantascienza, scritto da Isaac Asimov nel 1950, c’è un dia­logo tra un uomo e un robot. Il robot dice all’umano: “Sopravviverò. Tu hai un cuore che ti può essere spez­zato, mentre io non ho un cuore. Tu hai emozioni, piangi, ridi, noi non pian­giamo mai e non ridiamo mai...” Do­vremmo aver paura dell’intelligenza artificiale, anche se siamo ancora in grado di fer­marla. Perché chi la controlla non vuole fermarla. Abbiamo creato qualcosa di nuovo che è perico­loso, e noi stessi siamo la crea­zione di qualcuno.

Il tuo messaggio per le genera­zioni future?

Prima di tutto, raccomando di im­parare a vivere insieme in pace, a comprendere, a capire che siamo solo una piccola parte di questo gi­gantesco Universo. Non siamo né il vertice della creazione né il vertice dell’evoluzione, siamo solo una spe­cie. Siate umili. Questo è il mio messaggio! Per contattare gli extra­terrestri non puoi essere arrogante.

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5 Mesi 1 Settimana fa #62658 da bebbo.r
Risposta da bebbo.r al topic Sono già qua
Fantastica questa intervista.
Come non condividere le affermazioni di Von Daniken.
A volte penso che i fatti dimostrino talmente in modo chiaro ed inequivocabile quanto lo stesso Von Daniken asserisce che per non esserne convinti o siamo stupidi o siamo complici...

“Se sei la persona più intelligente in una stanza, allora sei nella stanza sbagliata”

Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.

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