Il professor Michele Carducci delinea uno scenario inquietante e spiega la portata della questione 5g: “Ci stiamo giocando le nostre libertà fondamentali di cittadini, il futuro stesso della democrazia”.
Intrervista al professor Michele Carducci, docente, professore ordinario di diritto costituzionale comparato e diritto climatico presso l’Università del Salento, che cura da anni e tiene all’avanguardia delle battaglie ambientaliste.
Vittorio Colao, 58 anni, di Brescia, dirigente d’azienda, amministratore delegato di Vodafone dal 2008 al 2018, dall’ aprile 2020 è stato designato dal governo italiano per guidare la task force della cosiddetta ‘Fase 2’ per la ricostruzione economica del Paese dopo la pandemia.
Oggi Maurizio Martucci sul blog Oasi Serena scopre che Vittorio Colao è pure Consigliere d’Amministrazione di Verizon, con compiti di Corporate Governance and Policy, Finance.
Verizon è il principale attore mondiale del wireless di quinta generazione.
Nessuno ne sapeva niente, nessuno ne aveva mai fatto menzione. Sul sito della multinazionale americana però c’è tutto, e la nomina in corso d’opera è datata dall’anno scorso.
E' stata realizzata la versione doppiata in italiano di "Out of Shadows". (La parte sul pizzagate inizia intorno al minuto 51).
Ho appena finito di vedere la puntata delle Iene dedicata alle "teorie complottiste" sul Covid.
Ora dovrebbe essere chiaro a tutti perchè sia necessario tenere la massima distanza possibile da personaggi come Marcianò e simili.
(Immagino che la puntata sarà presto disponibile in rete, per chi non l'avesse vista).
Se volete farlo girare, questo è il link da utilizzare: https://www.youtube.com/watch?v=ITC4pHZv2T8
di Federico Povoleri
Nel disastro mediatico, politico e sociale a cui stiamo assistendo in questi mesi di emergenza per la presunta pandemia del misterioso virus covid-19, possiamo, tra le incertezze e le supposizioni, trovare alcune conferme.
Ci siamo resi conto tutti di avere un’informazione schizofrenica, priva di fatti e di dati oggettivi che ci impediscono di formulare qualsiasi assunto realistico rispetto a questa situazione:
- Il virus è ingegnerizzato, no non lo è, viene dagli animali.
- E' pericoloso, no è poco più di un’influenza.
- Causa morti, no i morti avevano patologie gravi pregresse.
- Gli animali domestici non sono pericolosi, si c’è un sospetto su un cane.
- Isoliamo tutto e tutti, no ci sono eccezioni.
- Il virus arriva dalla Cina, no in Italia è autoctono.
- Il contagiato è positivo, no si è negativizzato… Si potrebbe continuare ma mi fermo qui.
Una autentica fiera del surreale che ci garantisce un’unica certezza: di questa epidemia non sappiamo nulla e non ci viene detto nulla. Potrebbe essere la peggiore minaccia affrontata dall’umanità nel perfetto stile di un film hollywoodiano, ma anche la più grande fake news mai inventata dopo l’ultima di cui abbiamo notizia sulle armi di distruzione di massa in Iraq.
In questi giorni di panico generalizzato si parla molto dell’influenza che ha la televisione sui nostri comportamenti. È evidente a tutti che se in televisione si parla insistentemente di un certo argomento, quello diventa automaticamente l’argomento più importante nella mente dei cittadini.
Se in televisione si parla costantemente di virus, di contagio e di persone in quarantena, è chiaro che la gente corre dappertutto a cercare mascherine e saccheggia i supermercati per prepararsi ad una eventuale prigionia in casa propria.
Una riprova di questo la si può avere facendo un semplice “test al contrario”: fino alla scorsa settimana, i telegiornali ci martellavano il cervello con le crisi isteriche di Renzi. Renzi era dappertutto: esco dal governo, non esco dal governo, faccio la crisi, faccio soltanto mezza crisi, ne parlo ma non la faccio, eccetera eccetera. E naturalmente gli italiani si preoccupavano di quello: oh Dio, Renzi farà la crisi? Renzi non la farà? Renzi la farà solo metà? Ora che è arrivato il coronavirus, Renzi ha perso le prime pagine dei telegiornali, e di colpo il problema non esiste più. (Almeno un piccolo regalo questo coronavirus ce l’ha fatto).
Questa è la dimostrazione palese che sono loro a decidere di cosa dobbiamo preoccuparci e di cosa no. Giustamente, qualcuno li chiama “i padroni del discorso”.