E’ davvero commovente assistere alle operazioni di soccorso da parte della Guardia Costiera Texana, che in queste ore sta portando in salvo centinaia di cittadini rimasti isolati a causa dell’uragano "Ike" (si pronuncia "aich").
Definito “monster hurricane” già da un paio di giorni, Ike non ha deluso le aspettative. Con un “occhio” di oltre cento chilometri, il fronte dell’uragano è largo più di 1600 km. (una volta e mezzo l’Italia), e la zona costiera al centro della “zona di impatto” – il punto in cui la perturbazione arriva sul continente - è stata evacuata già da 24 ore, mentre i segnali d’avviso un po’ dovunque annunciavano che chi voleva rimanere “sarebbe andato incontro a morte certa”. Con un cinismo particolarmente efficace, alcune stazioni TV hanno avvisato coloro che rimanevano a casa di "legarsi al braccio una fascetta con il proprio codice fiscale scritto sopra, in modo da facilitare il riconoscimento dopo il ritrovamento dei corpi".
E’ la prima volta nella storia americana che la Protezione Civile usa termini così brutali e univoci, mentre procede all’evacuazione forzata di intere cittadine lungo la costa.
Nonostante questo molti texani – probabilmente convinti di vivere in un film di John Wayne - hanno voluto sfidare l’uragano, definendolo con disprezzo ”un venticello con qualche goccia d’acqua”, e sono rimasti tranquillamente a casa loro. Sono le stesse persone che ora chiamano disperate dal cellulare, tremanti e terrorizzate, implorando che la Guardia Costiera venga a recuperarle al più presto.
La TV trasmette in diretta il salvataggio tramite elicottero di persone che sono rimaste isolate un pò dovunque lungo la costa, e non si può restare insensibili di fronte al coraggio e alla determinazione con cui i soccorritori mettono a rischio la propria vita per salvare quella altrui, ... ... all’interno di una organizzazione che marcia come un orologio, e fa apparire Katrina come un brutto incubo di un’era preistorica.
Sei enormi
18-wheelers – i TIR americani a 18 ruote – che viaggiavano in colonna lungo la costa, sono stati investiti da un’onda gigantesca che li ha rovesciati come se fossero giocattoli di plastica. I conducenti sono riusciti a nuotare verso uno dei camion, che era rimasto parzialmente emerso dall’acqua, e sono stati salvati dagli elicotteri nel giro di poche ore.
Altre persone vengono raggiunte con barche, motoscafi leggeri, e persino “acqua-scooters”, che si portano via cani, gatti e padroni senza fare distinzioni di razza, colore o credo religioso.
Di fronte alla violenza della natura siamo tutti esseri umani.
Tutti, o quasi: i cubani evidentemente appartengono ad una categoria inferiore. Colpiti la settimana scorsa da un uragano meno potente, “Gustav”, hanno subito in proporzione gli stessi danni, poichè non dispongono certo di risorse sufficienti a fronteggiare disastri naturali di questo tipo.
Con l’acqua che aveva allagato ospedali, scuole e abitazioni, e con migliaia di persone in disperato bisogno di soccorso, Cuba ha umilmente chiesto agli Stati Uniti di sospendere l’embargo che la soffoca ormai da decenni, per poter acquistare viveri, medicinali e beni di prima necessità dalla vicina Florida.
Ma Condolezza Rice, dal Marocco, ha fatto sapere che “non era ancora giunto il momento di sospendere l’embargo”, lasciando che i cubani crepassero tranquillamente sotto l’acqua che li aveva sepolti.
Evidentemente un “comunista” cubano vale meno di un pulcioso cane del Texas.
E’ curioso che qualcuno abbia deciso di chiamare questo uragano Ike, riprendendo il soprannome di Dwight D. Eisenhower: un personaggio dotato di un grande senso della storia, di integrità e di senso dell’onore, "Ike" Eisenhower è stato certamente l’ultimo Presidente Repubblicano degno di quel nome, capace di mettere certi principi umani al di sopra di qualunque colore o battaglia politica.
Ora Ike - l’uragano - si sta facendo strada con tutta la violenza di cui dispone proprio verso Houston, capitale del petrolio e del “business senza frontiere” di stampo neocons, e ci si domanda a questo punto come si comporterà una volta giunto di fronte alla casa della nostra simpatica Condolezza Rice, che viene proprio da quella città.
Busserà gentilmente, oppure...
Massimo Mazzucco
"US not ready to lift Cuba trade embargo despite storm"