C'era una volta un gruppo di persone potenti. Esse avevano tanti soldi, tantissimi soldi, quasi tutti i soldi del mondo, e naturalmente per questo motivo volevano comandare loro. Ma erano comunque troppi, ed erano costretti ad ammazzarsi l'uno con l'altro, pur di arrivare a gestire quel potere. Un giorno ad uno di loro - il più saggio di tutti - venne un'idea folgorante.
Scusate, fermiamoci un attimo - suggerì questo - Perchè invece di continuare ad ammazzarci per comandare, non facciamo un pò per uno?
E già! - lo schernì un altro - Come decideremo quando e a chi tocca, senza tornare a litigare come prima?
Lo lasceremo decidere al popolo - rispose il saggio illuminato - Ci divideremo in gruppi diversi, ben definiti, con una bandiera ed un nome diverso, e ciascuno farà appello a certe peculiarità ben precise della natura umana, che si riscontrano in tutti i popoli del mondo.
Ad esempio? - fu chiesto.
Ad esempio il senso del dovere - continuò il saggio - oppure la presunzione, oppure l'anelito di giustizia, oppure l'ingordigia, oppure il timor di dio, oppure ancora il senso di fratellanza. Ciascun cittadino risponderà in maniera diversa ai diversi appelli, ... ... e così si aggregheranno da soli sotto le diverse bandiere, convinti di farlo in piena libertà.
Ci piace - dissero tutti in coro - D'accordo, si faccia questa cosa.
Era nata la democrazia.
Alcuni di loro iniziarono così ad andare in piazza a gridare "Roma ladrona", altri lo fecero intonando "Viva Marx, viva Lenin, viva Mao-Tze-Tung", altri ancora sussurrando nei confessionali "il signore dio tuo vuole che tu non ti sbilanci troppo nè a destra nè a sinistra."
Inizialmente, le cose sembravano funzionare: ognuno trovava i suoi adepti, affinava il suo messaggio per catturarne qualcuno in più, andava e veniva dal governo, e il tutto procedette come un orologio fino a qualche tempo fa. Ma un bel giorno, una decina di anni fa, uno di loro si accorse che il diretto concorrente andava in piazza a gridare cose che non erano di sua competenza.
"Mi rubano il programma", pianse allora il politico spelacchiato, che accusava il suo avversario di aver calpestato le regole. "Non posso farci nulla", rispose l'altro sotto il baffo sornione. Sei tu che mi hai buttato giù il Muro, e ora la mia propaganda non vale più una cicca.
Era nata la globalizzazione.
Andarono avanti così per qualche anno, a far finta in qualche modo di propagandare due cose diverse, ma ad ogni giro elettorale la gente restava sempre più confusa, e non sapeva più per chi votare.
Nel frattempo, era arrivato internet. I primi cybernauti si avventurarono cauti per quel mare infido, ma scoprirono presto che non era affatto infestato da pescecani come si diceva. C'era soprattutto gente come loro, confusa come loro, che non capiva più cosa volesse dire essere "di destra" o essere "di sinistra". Confrontarono le proprie idee, discussero animatamente, si accapigliarono a dovere, finchè un giorno mangiarono la foglia.
Era nata la rivoluzione.
Era una rivoluzione completamente pacifica, perchè non si uccidevano persone sgradite per rimpiazzarle con altre più gradite, si rimpiazzavano direttamente le idee che avevano permesso a quelle persone di farla franca per cosi tanti anni sulla pelle di tutti. Gli uomini infatti avevano scoperto che vogliono più o meno tutti le stesse cose - un lavoro che li soddisfi, una famiglia di cui circondarsi, salute, sicurezza e rispetto reciproco - e che ci sono a disposizione abbastanza risorse da poter godere tutti di ciò in maniera soddisfacente.
Basta che la fetta più grossa non se la prendano subito in partenza i signori di una volta.
Massimo Mazzucco
(Pubblicazione
originale del 2005).