Questo video pubblicato da Red Ronnie ci permetterà di ricordare sempre quello che è successo a Trieste in questi giorni.
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di Maurizio Martucci
Prepariamoci a tutto, anche al peggio. Perché il segnale arrivato ieri da Roma non lascia scampo all’immaginazione. Il popolo non conta e non deve contare nulla.
E se mai contasse, allora va depistato: ignorate e delegittimate dopo quasi due anni di civile e (a tratti persino) gandhiana opposizione democratica, le piazze italiane gremite da centinaia di migliaia di pacifici manifestanti sono state catapultate nel baratro più bieco della strategia della tensione, con uno schiocco di dita, ad orologeria, scandito al momento opportuno.
Mentre si quisquiglia su semestre bianco, Draghi al Quirinale ed elezioni (con Green Pass?) 2023, è bastata qualche carica d’alleggerimento, il lancio di candelotti lacrimogeni e lo sfondamento del presidiato portone del (fu) sindacato dei (fu) lavoratori per riuscire a rispolverare di gran cassa un adagio antico, noto e sempre pronto all’uso, tanto caro ai burattinai della Prima Repubblica che nella contrapposizione violenta, eversiva e manovrata ‘estrema destra Versus estrema sinistra’ hanno allegramente edificato la legittimazione di un sistema parassitario e subdolo.
Anche se i media di palazzo fingono di ignorarlo, l’unico vero risultato importante di queste elezioni è quello dell’astensionismo.
In proposito Giorgia Meloni ha dichiarato: "Credo che non si possa trattare in modo superficiale il dato sull'astensionismo: quando si vota in città importanti e c'è un astensionismo intorno al 50% non è una crisi della politica ma della democrazia".
Giorgia Meloni, a mio parere, sbaglia. La democrazia funziona benissimo, nel senso che le urne sono aperte, l’accesso ai seggi è consentito a tutti, ed i risultati dello spoglio sono facilmente verificabili dalle parti avverse. Quella che manca invece è proprio la politica: un astensionismo del 50% significa che un italiano su due non va a votare perchè a) non trova sulle schede nessuno da cui si sente rappresentato, oppure b) è convinto che chiunque venga eletto non porterà comunque ad un cambiamento significativo della situazione attuale.
Questa si chiama sconfitta della politica.
Ovviamente, non mi sembra nemmeno il caso di suggerire di non andare a votare i candidati dei partiti classici, visto che sono tutti complici del disastro in cui ci troviamo.
Ma vale la pena di dare una chance a quelli che si oppongono CHIARAMENTE E APERTAMENTE al green pass e all’obbligo vaccinale?
Chi sono secondo voi i candidati votabili, nelle varie città italiane?
di Gandolfo Dominici*
L’Italia è oggi insieme agli Emirati Arabi (monarchie assolute) il paese al mondo dove il cosiddetto “green pass” è esteso praticamente ad ogni attività ed è il primo stato in Europa per limitazioni dei diritti mediante “certificato verde”. A differenza degli Emirati Arabi però l’Italia è (o dovrebbe essere) una Repubblica Democratica fondata sul lavoro (art. 1 Cost.) sebbene oggi, di fatto, il diritto al lavoro venga subordinato ad un certificato di obbedienza alla politica sanitaria del governo. L’Italia fa anche parte dei 47 paesi membri del Consiglio d’Europa che, con la Risoluzione 2361/21, vieta espressamente - anche con il voto italiano - qualunque obbligo o pressione per la vaccinazione anche a livello di propaganda mediatica.
Nessuno sembra turbato dal fatto che la stampa – ed i media in genere – impunemente bombardino di insulti senza precedenti - “criminali no-vax” come ha titolato ad esempio Libero - chiunque non si conformi alla politica sanitaria del governo e della sua Cabina di Regia. Inoltre, detta Cabina di Regia, oltre a non essere un organismo previsto dal nostro Ordinamento, non può fare a meno di richiamare - per certi versi - il Comitato per la Salute Pubblica di giacobina memoria. Tutto ciò avviene senza alcun turbamento di quegli stessi campioni dei diritti umani che fino al 2019 giustamente tuonavano: “Mai la paura deve giustificare la cessione dei diritti!” e, che invece oggi, sono i più convinti paladini dell’obbedienza al governo.
Il candidato sindaco di Trieste del Movimento 3V, Ugo Rossi, è stato arrestato dai carabinieri per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale dopo i disordini registrati all’esterno di un ufficio postale. Ugo Rossi era sopraggiunto in sostegno di due utenti che si rifiutavano di indossare la mascherina. Secondo alcune fonti, si sarebbe rifiutato di mostrare i documenti. Queste sono le immagini dell’arresto violento. Alcuni giornalari hanno raccontato che avrebbe avuto un malore in caserma, dopo l’arresto.
Questa sera un amico ha mandato queste riflessioni per la trasmissione di contro.tv. Ve le ripropongo, perchè mi piacerebbe sentire anche la vostra opinione.
di Manlio Dorigo
Vorrei proporvi un breve riflessione (anzi due) post euforia Europea. La prima riguarda la sfera emotiva nella quale ognuno riversa le più diverse motivazioni: personalmente ho provato una grande soddisfazione nel vedere sconfitto un Paese che da secoli ci hanno spiegato essere dalla parte giusta della Storia e che quasi sempre è abituato a vincere e a dominare (anche perchè scrive o detta le regole del "Gioco"), aspettandosi poi dagli altri il fair play e il rispetto che si deve al più forte.
Il popolo dei 5 stelle è dilaniato: chi resta aggrappato alla speranza che il “garante” riesca a ridare vitalità ad un movimento ormai in fase di decomposizione, e chi invece vorrebbe che Grillo si togliesse di mezzo, per lasciare la strada al “partito dal volto nuovo” di Conte.
Il problema è che il movimento ormai non c’è più in ogni caso.
di Giorgio Cattaneo
Il coprifuoco della verità mantiene l’Italia nella grande menzogna in cui è stata immersa, a partire dalla drammatica primavera 2020, con l’occultamento sistematico della reale situazione sanitaria e delle vie d’uscita medico-farmacologiche individuate quasi subito dai medici più brillanti e coraggiosi.
Lo sgangherato carrozzone politico che sostiene il governo Draghi continua a non farne cenno, così come la stessa opposizione: Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che non si sono mai opposti al golpe bianco commissionato a Conte, neppure oggi contestano in modo chiaro la linea sanitaria governativa. Draghi infatti punta tutto sull’ambiguo compromesso dei vaccini, seguitando a ignorare la via maestra delle cure precoci domiciliari: attraverso un protocollo terapeutico nazionale, l’assistenza medica trasformerebbe il Covid in una malattia regolarmente curabile, evitando quasi sempre il ricovero in ospedale e quindi azzerando, di fatto, i numeri dell’emergenza.
Smettetela con ‘sta storia che siamo in dittatura, non c'è nessuna dittatura.
La dittatura è quando il governo si attribuisce poteri speciali a tempo indeterminato, quando non c'è opposizione, quando c'è il coprifuoco per strada, quando puoi uscire di casa solo per approvigionarti di cibo e medicine e comunque con un'autorizzazione, quando la polizia ti insegue per multarti, quando le strade sono presidiate dai blindati e i droni controllano i cieli.
La dittatura è quando é vietato assembrarsi al chiuso e anche all'aperto, quando c'è il divieto di uscire dopo una certa ora, quando cinema, teatri, stadi e locali vengono chiusi, quando le funzioni religiose vengono limitate, quando i centri di aggregazione culturale vengono chiusi, quando l'istruzione e la scuola vengono sottomesse al potere.