All’indomani dell’11 settembre, mentre aveva inizio in tutto il mondo la “caccia a bin Laden”, l’allora Ministro di Giustizia americano Ashcroft dichiarava con tono serioso: “non permetteremo che la caccia a questi fondamentalisti si trasformi in una guerra a tutto campo contro la religione islamica.”
Questa [i]excusatio non petita[/i] tradiva chiaramente una delle vere intenzioni del progetto neocons, che era proprio quella di esacerbare le differenze fra l’occidente cristiano e l’oriente islamico, per poi cavalcare indisturbati lo “scontro di civiltà” che loro stessi avrebbero creato.
Sulla lunga metamorfosi del binomio terrorismo-Islam, nato molto prima dell’11 settembre, abbiamo già scritto fiumi di parole: l’abbiamo visto nascere, l’abbiamo visto affermarsi, abbiamo visto le conseguenze che ha portato nel mondo per un miliardo circa di islamici.
Quello che ci mancava è l’ipocrisia di chi piange sul latte versato, e il referendum svizzero, che ha vietato la costruzione di nuovi minareti nel paese, ha fornito a tutti un’occasione da non perdere.
In testa al carrozzone dell’ipocrisia, naturalmente, sono gli stessi vescovi svizzeri, ... ... che ieri hanno espresso forte preoccupazione – scrive [url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2009/11/29/visualizza_new.html_1622137370.html]l’ANSA [/url]- per quello che hanno definito “un duro colpo alla libertà religiosa e all'integrazione”.
Come se loro, fino a ieri, si fossero battuti anima e corpo per “la libertà religiosa e l'integrazione”.
Naturalmente, gli fa eco il Vaticano, nelle vesti del presidente del Pontificio consiglio dei migranti, mons. Veglio': [i]"Non vedo come si possa impedire la libertà religiosa di una minoranza, o a un gruppo di persone di avere la propria chiesa", [/i] ha detto Vigliò. Ma poi ha aggiunto: [i] "Certo, notiamo un sentimento di avversione o paura un po' dappertutto, ma un cristiano deve saper passare oltre tutto questo, anche se non c'é reciprocità". [/i]
Certo, Monsignore, che c’è avversione e paura un po’ dappertutto, ma chi le ha create, avversione e paura? Il Diavolo, oppure il cristianissimo Ashcroft?
Forse Monsignore ha dimenticato quello che scrisse il vescovo di Tiro, lo storiografo delle Crociate, sulla presa di Gerusalemme: "Per le strade e le piazze si vedevano mucchi di teste; mani e piedi tagliati; uomini e cavalli correvano tra i cadaveri. Nel portico di Salomone si cavalcava col sangue all’altezza delle ginocchia e del morso dei cavalli. E fu per giusto giudizio divino che a ricevere il loro sangue fosse proprio quel luogo stesso che tanto a lungo aveva sopportato le loro bestemmie contro Dio.”
Il “loro” sangue, Monsignore, era quello dei musulmani.
Vuole davvero raccontarci che siete così cambiati, “dentro”? E se lo siete, dov’è l’altisonante smentita della Chiesa di oggi per quello che è stato fatto nel mondo dalla Chiesa di ieri?
Da Bruxelles Lluis Maria de Puig, presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, fa sapere che [i]“è molto probabile che [questa decisione] incoraggi sentimenti di esclusione e approfondisca le spaccature all'interno della nostra società". [/i] Quest’uomo deve essere dotato di particolari qualità divinatorie, visto che ciò che lui teme - i sentimenti di esclusione e spaccature - stanno già palesemente sotto gli occhi di tutti da molti anni.
Ancora più brillante, nelle sue contraddizioni, è stato il nostro Frattini, che da una parte ha detto [i]“L’Italia difende il diritto di esporre il crocifisso nelle scuole, quindi guardiamo con preoccupazione a certi messaggi di diffidenza o addirittura proibizione verso un'altra religione", [/i] mentre dall’altra ha detto che [i]“bisogna rifarsi alle ultime scelte del Consiglio europeo che sanciscono la "libertà di tutte le religioni". [/i]
In altre parole, c’è libertà per tutti, ma nelle scuole vogliamo il crocefisso.
Una normale procedura logica lo avrebbe portato a dire: “C’è libertà per tutti, quindi l’Italia difende il diritto di tutti di esporre i propri simboli religiosi”, ma evidentemente la logica in certi ambienti è proibita.
Sempre l’ANSA riassume per noi i vari commenti della stampa internazionale:
[i]STAMPA, HA VINTO LA PAURA - Hanno vinto la paura dell'Islam e le semplificazioni. Così commenta la maggioranza dei quotidiani svizzeri all'indomani del chiaro sì degli elvetici al referendum anti minareti. Gli editorialisti non risparmiano critiche alle autorità che - affermano - non hanno risposto in modo adeguato alla campagna dei promotori del referendum "Contro la costruzione di minareti". [/i]
Come dovrebbero “rispondere” le autorità di uno stato democratico, di fronte ad un referendum assolutamente regolare e legittimo? Sparando cannonate contro chi si reca a votare, per caso?
[i]"I musulmani della Svizzera non meritano l'ingiustizia di questo voto sanzione, ispirato dalla paura, i fantasmi e l'ignoranza" scrive il quotidiano della Svizzera francese Le Temps. [/i]
Viene da domandarsi dove fosse il quotidiano Le Temps, quando nel mondo veniva diffusa la bugia dell’11 settembre, che spargeva ovunque paura, fantasmi e ignoranza.
[i]"L'avvenire dirà se i rapporti finora pacifici tra Svizzeri e musulmani si deterioreranno dopo questo segnale brutale di ostilità", aggiunge. [/i]
Chissà perchè, sembra di leggere in queste righe un recondito desiderio di “scontro di civiltà”.
[i]La Tribune de Geneve si interroga sulle conseguenze per la politica estera del Paese. Questo "affronto all'Islam" potrebbe costar caro: "vendetta, boicottaggio, ritorsione..", scrive. [/i]
Chissà perchè, sembra di leggere in queste righe un recondito desiderio di “scontro di civiltà”.
[i]Per il Tages-Anzeiger il sì all'iniziativa costituisce una "amara sconfitta per la pace religiosa" in Svizzera. [/i]
Chissà perchè, sembra di leggere in queste righe un recondito desiderio di “scontro di civiltà”.
[i]"Ma che brava la Svizzera multiculturale", ironizza Le Matin che si chiede "da quando in qua, quattro minareti sperduti possono mettere in pericolo" il Paese. [/i]
Da quando in qua la stampa con la “S” maiuscola, a cui Le Matin pretende di appartenere, si dimentica di smentire bugie colossali come quella del “terrorismo islamico” e dell’undici settembre? Bastano tre apprendisti di cronaca nera per scoprire le mille bugie della versione ufficiale sul 9/11.
[i]Per L'Express e L'Impartial, "invece di contare sull'impossibile saggezza popolare", governo e parlamento avrebbero fatto meglio ad assumersi le loro responsabilità e a ricusare una simile iniziativa" . [/i].
Chissà perchè, sembra di leggere in queste righe un recondito desiderio di restaurazione monarchica, dove il concetto di "volontà popolare" è utile solo quando serve ad affermare il consenso popolare, ma è assolutamente da disdegnare quando si tratti di prendere decisioni serie ed importanti.
Insomma, sono tutti preoccupati, i nostri leader politici, mediatici e religiosi, nel “temere” eventuali situazioni future che loro stessi hanno contribuito a creare con il silenzio costante della loro ipocrisia.
Gli unici a non essere preoccupati, a quanto pare, sono gli islamici della Svizzera, i quali hanno commentato “chissenefrega? Mica è necessario il minareto per pregare”.
Loro sì che sanno cos’è la religione.
Massimo Mazzucco