di Antonio Oliverio

IT Wallet, il Portafoglio digitale a portata di “clic” di cui più volte ci siamo occupati – essenzialmente per denunciare l’evidentissimo rischio di una sorta di schedatura di massa – sta per diventare realtà: “entro l’estate”, come è stato comunicato dal sottosegretario all’innovazione Alessio Butti. In tale quadro si inserisce anche la Patente digitale, di cui la stampa italiana sta tessendo sperticate lodi, e che invece pare essere il classico cavallo di troia per arrivare gradualmente, dalla mera identificazione, a un pieno controllo sociale in stile cinese. Lo spettro delle criticità legate alla cornice della Identità digitale è piuttosto ampio e i rischi sono davvero evidenti, se consideriamo che ogni nostra attività, potenzialmente, potrebbe essere “monitorata dall’alto“. Ma tant’è, ce lo chiede l’Europa… Infatti, la licenza di guida in formato digitale si inserisce nel quadro del nuovo European Digital Identity Wallet (EuDI) promosso dall’Unione europea, su cui torneremo in seguito. In questa prima fase, oltre alla Patente digitale, nel Portafoglio digitale ci sarà anche la tessera sanitaria, nonché l’eventuale certificato di invalidità.

Patente digitale, quando arriva e come funziona

Vincenzo Fortunato, membro del Comitato interministeriale per la Transizione digitale, l’organo che coordina l’azione del Governo nell’attuazione dell’agenda digitale italiana ed europea, ha dichiarato nelle scorse settimane che IT Wallet (nel quale, come scritto, sarà conservata anche la Patente digitale) “sarà presto di dominio pubblico”, al punto che già tra gennaio e febbraio 2024 partirà una massiccia campagna pubblicitaria per informare i cittadini su tale innovativo strumento, come leggiamo sul portale dedicato al mondo dell’auto Motor1.com ItaliaL’arrivo della patente digitale, in maniera ufficiosa, è stato datato al 30 giugno 2024. Il meccanismo sarà molto simile a quello che è stato a lungo adottato con il Green pass, il famigerato certificato senza il quale, ai tempi del Covid-19, si era di fatto discriminati ed esclusi dalla vita civile. Dal momento della sua istituzione, i cittadini potranno accedere alla propria Patente digitale utilizzando con lo smartphone l’app pubblica IO, l’applicazione per interagire con la Pubblica Amministrazione. È qui, infatti, che verrà conservato l’IT Wallet (“IT” sta per Italia, “Wallet” significa portafoglio in inglese), al cui interno i documenti saranno consultabili dai cittadini.

Ce lo chiede l’Europa…

I risvolti pratici non ci paiono talmente urgenti da sacrificare la nostra legittima istanza alla privacy. Il provvedimento generale che regola l’implementazione dell’IT Wallet è arrivato in Consiglio dei ministri lo scorso 31 gennaio, sulla base dei principi del Regolamento europeo eIDAS. Si tratta di un percorso a tappe che porterà l’Italia e i suoi cittadini, entro il 2025, a poter contare su una più vasta gamma di documenti in digitale, dal certificato di nascita alla tessera elettorale, nel quadro del nuovo European Digital Identity Wallet (EuDI). La Commissione europea, inoltre, ha fissato al 2030 la data limite entro cui tutti almeno l’80% dei cittadini europei dovrebbero essere titolari di una identità e di un portafoglio digitale. Attraverso la Patente digitale, i cittadini potranno conoscere molto velocemente il saldo dei punti della patente, così come la lista di tutte le infrazioni che sono state commesse in passato. In caso di blocco, alle forze dell’ordine basterà scansionare un QR code dal telefono del guidatore per ottenere tutti i dati relativi alla sua licenza di guida.

Tutti i rischi

Presto in arrivo, dunque sugli schermi dei nostri smartphone, la patente digitale. Per ora, perché l’intera nostra vita verrà digitalizzata. Lo dicevamo in apertura, i rischi potenziali sono importanti e significativi, al punto che quelli legati alla privacy sono forse quelli meno gravi. Anzitutto, quelli legati alla privacy, con tutta quella messe di dati a portata di hacker; poi, e ce lo insegna l’esperienza del Green pass, ci domandiamo cosa potrebbe accadere se si usasse tale strumento per “silenziare” i dissidentibloccandone i pagamenti ed escludendoli dalla vita sociale. Se, come detto, in un primo momento l’IT Wallet conterrà la nostra patente e gli estremi della tessera sanitaria o della la carta delle disabilità, progressivamente vi saranno riversati anche i dati dei nostri rapporti con società private, le prescrizioni mediche, i titoli di studio, e saranno tracciate persino le disponibilità economiche: lo strumento digitale potrà autorizzare tutti i pagamenti della vita quotidiana attraverso lo smartphone.  L’Identità digitale europea – nella cui cornice, come già scritto, si inserisce il progetto italiano – potrà presto essere utilizzata, tra le altre cose, per usufruire di servizi pubblici, aprire un conto in banca, presentare la Dichiarazione dei redditi, iscriversi a un’università, noleggiare un’auto, fare il check-in in albergo: la nostra intera vita sarebbe così a portata di clic. Il portafoglio sarebbe un mezzo di identificazione elettronica a sé stante: e se la nostra password venisse violata? In definitiva, la nostra identità digitale, dunque la nostra intera vita, sarebbe così a portata di clic.

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