“DOA” è un acronimo molto usato dagli americani, che significa Dead On Arrival, ovvero “morto all’arrivo”. Si usa spesso per le emergenze mediche, quando il paziente viene trasportato d’urgenza all’ospedale, ma quando arriva è già morto.

Questa è proprio la fine che rischia di fare l’auto elettrica: partita una decina di anni fa con grandi strombazzi e annunci di “rivoluzione planetaria”, l’auto elettrica rischia di arrivare finalmente sui mercati mondiali come un cadavere che cammina.

Non solo abbiamo visto in passato le difficoltà di sostenere un vero vantaggio ecologico in questa “rivoluzione tecnologica”, ma gli incidenti sempre più frequenti che riguardano l’uso delle batterie al litio non fanno certo da incentivo dal punto di vista commerciale.

E se per ora i costruttori continuano a fingere che “va tutto bene sul fronte dell’elettrico”, ci stanno pensando le agenzie di assicurazione a rendere improponibile una vasta diffusione dell’elettrico nei prossimi anni. Già oggi nel Regno Unito le assicurazioni rifiutano categoricamente le auto elettriche, oppure applicano rincari sino al 940%.

Da questo articolo di Sicurauto leggiamo: “Il Regno Unito sta assistendo a una tumultuosa evoluzione del mercato assicurativo, alimentata dalla crescente preoccupazione per le auto elettriche. L’entusiasmo iniziale per l’acquisto delle auto con batterie agli ioni di litio, spinto dalla promettente sostenibilità ambientale e dai potenziali risparmi economici, si sta scontrando con l’ombra dei crescenti costi assicurativi. Le preoccupazioni principali ruotano attorno alla complessità tecnologica dei veicoli elettrici, ai costi di riparazione e alla durata delle batterie, fattori che stanno rapidamente influenzando le strategie di molte compagnie assicurative britanniche. John Lewis, come riportato dal The Telegraph, è un esempio lampante del cambiamento di direzione di molte compagnie assicurative.

La sussidiaria John Lewis Financial Services ha completamente ritirato le offerte assicurative per veicoli elettrici. Questa mossa è stata attribuita in gran parte alle preoccupazioni legate ai costi di riparazione, come abbiamo scoperto anche nella nostra inchiesta sulle carrozzerie in Italia. La complessità costruttiva di questi veicoli, combinata con la scarsa disponibilità di ricambi e l’assenza di un mercato di seconda mano consolidato, ha fatto salire i costi di riparazione. Inoltre, nel Regno Unito non ci sarebbero abbastanza autoriparatori con competenze specializzate e l’attrezzatura necessaria per occuparsi adeguatamente dei veicoli elettrici. Sono i motivi per cui molti automobilisti britannici hanno ricevuto una lettera di cessazione del rapporto assicurativo o incrementi assurdi delle polizze, come riporta la stampa inglese.

Il proprietario di una Tesla Model Y, come riportato da The Guardian, è tra gli automobilisti a cui è stato negato il rinnovo. Mentre una nuova polizza, da una simulazione effettuata, avrebbe avuto un costo di oltre 4 volte maggiore al precedente: prendere o lasciare. Nonostante avesse già una polizza assicurativa con la Compagnia Aviva, alla scadenza gli è stato negato il rinnovo. Quando l’ormai ex-cliente ha cercato di ottenere una nuova polizza, ha scoperto che i costi annuali erano schizzati alle stelle, passando da 1.200 a oltre 5.000 £. Questa tendenza non si limita solo a lui: in un gruppo Facebook dedicato ai proprietari di Tesla nel Regno Unito, molti altri automobilisti condividono storie simili di preventivi di rinnovo eccessivamente cari, con incrementi dal +60% al +940%. La situazione ha reso estremamente difficile per molti proprietari di auto elettriche trovare un’assicurazione a un prezzo ragionevole.

Come dicevamo, i costruttori di auto elettriche possono raccontare al mondo tutte le favole che vogliono, ma quando entrano in gioco le assicurazioni, lì si guarda esclusivamente al rapporto costo-rischio. E, a quanto pare, il gioco non vale la candela.

Massimo Mazzucco