Dopo che l’Università di Torino ha ritirato la propria partecipazione al bando del Ministero degli Esteri per una cooperazione con Israele, La Stampa di oggi titola: “Torino, Università senza pace. L’allarme del governo: preoccupa il clima antisemita”.

A Susanna Terracini – unico membro del senato universitario ad essersi opposto a questa decisione – viene concesso l’articolo di spalla, intitolato “Sbagliato interrompere i rapporti con Israele”. Nell’articolo accanto, Salvaggiulo scrive che “Frange estremiste hanno egemonizzato le studentesse che da Torino hanno rotto il velo su prevaricazioni e molestie all’università”. Ed ecco che già si mescolano, nella mente del lettore, antisemitismo e molestie sessuali.

Mentre il buon Galimberti – il nostro sociologo per tutte le stagioni – ci ricorda che “la tolleranza è possibile solo se ascolto l’avversario. Se credo che possa allargare la mia visione del mondo”.

Quindi, il problema è il clima antisemita.Il problema è la mancanza di tolleranza di chi non vuole ascoltare l’avversario.

Ma una sola parola su cosa stia generando questo clima antisemita in tutto il mondo occidentale, nessuno la vuole spendere.

Fino a prova contraria, è il massacro sistematico dei palestinesi, condotto in modo scientifico alla luce del sole da Netanyahu, che ha generato questo clima antisemita. Sono il genocidio da una parte, e l’inazione dei nostri governi dall’altra, a generare le proteste.

Ma, per i nostri media, l’unico problema su cui bisogna focalizzare l’attenzione è l’antisemitismo. Un po’ come la medicina allopatica, che cerca di curare il sintomo senza preoccuparsi di rimuovere la causa.

In fondo è questa la nostra cultura. Non si capisce perché dovremmo aspettarci qualcosa di diverso.

Massimo Mazzucco