Mi ha sinceramente stupito il vedere, nelle ultime settimane, i maggiori esponenti della stampa di destra strillare all’unisono come galline spennate contro “il terrorismo di Hamas”.

Come se fosse genuino.

Forse i vari Belpietro, Capezzone, Porro e Sallusti non sanno che Hamas è una creazione di Netanyahu, il quale ne ha voluto la nascita, e l’ha poi foraggiata in tutti i modi – politicamente ed economicamente - in modo da poterla utilizzare al momento giusto per perseguire la propria agenda personale.

Se queste cose le dicessi io, lascerebbero il tempo che trovano. Ma le dice Haaretz, una delle più importanti testate giornalistiche israeliane.

 Dall’articolo intitolato “Breve storia dell’alleanza fra Netanyahu e Hamas” leggiamo:

“Molto inchiostro è stato versato per descrivere la relazione duratura - anzi, l’alleanza - fra Benjamin Netanyahu e Hamas. Eppure, il fatto stesso che ci sia stata una stretta collaborazione fra il primo ministro israeliano (con il supporto di molti della destra) e questa organizzazione fondamentalista, è improvvisamente scomparso dalle analisi più recenti: tutti parlano di “fallimenti”, “errori” e “contzeptziot” (idee fisse). Detto questo, non solo è necessario rivedere la storia di questa collaborazione, ma dobbiamo anche concludere in modo inequivoco che il pogrom del 7 ottobre 2023 aiuta Netanyahu, e non per la prima volta, a preservare il suo potere, almeno in tempi brevi”.

“Il modus operandi di Netanyahu, da quando nel 2009 è tornato ad essere primo ministro, è sempre stato e continua ad essere, da un lato, un rafforzamento del ruolo di Hamas nella striscia di Gaza, e dall’altro, un indebolimento dell’Autorità Palestinese.”

“Negli ultimi 14 anni, mentre incrementava una politica di divide-et-impera fra Cisgiordania e Gaza, Netanyahu si è opposto a qualunque tentativo, militare o diplomatico, che potesse mettere fine al regime di Hamas.”

“Per oltre un decennio, Netanyahu ha aiutato in vari modi la crescita militare e politica di Hamas. È stato Netanyahu a trasformare Hamas da una organizzazione terroristica con poche risorse a qualcosa di simile ad uno stato vero e proprio.”

“Rilasciare prigionieri palestinesi, permettere il trasferimento di denaro contante – visto che l’inviato del Qatar entra ed esce da Gaza come vuole – permettere l’importazione di una vasta gamma di beni e di materiali da costruzione, pur sapendo che molto di questo materiale servirà al terrorismo e non a costruire infrastrutture civili […] tutto questo ha creato una simbiosi fra il fiorire del terrorismo fondamentalista e la conservazione del potere di Netanyahu.”

“È importante ricordare che senza questi fondi dal Qatar (e dall’Iran), Hamas non avrebbe mai avuto i soldi per mantenere il suo regno di terrore. In pratica, l’iniezione di denaro contante dal Qatar (e non di depositi bancari, che sono facilmente tracciabili) rappresentano una pratica che Netanyahu ha supportato ed approvato, e che è servita a rafforzare il braccio armato di Hamas fin dal 2012.”

L’articolo poi spiega come, ogni volta che si sia presentata per Israele la possibilità di distruggere Hamas, Netanyahu si sia adoperato in tutti i modi perché questo non accadesse. Prosegue l’articolo:

“Nell’agosto 2019 l’ex primo ministro Ehud Barak ha dichiarato che ‘la strategia di Netanyahu è quella di mantenere Hamas vivo e vegeto, anche a costo di abbandonare i suoi cittadini [nel sud di Israele), pur di indebolire l’Autorità Palestinese di Ramallah’. Barack ha aggiunto che grazie ad Hamas, è più facile spiegare agli israeliani che non c’è nessuno con cui dialogare. Se invece l’Autorità Palestinese dovesse rafforzarsi, allora avremmo qualcuno con cui dobbiamo parlare”.

“Nello stesso anno, l’esponente del Likud, Galkit Atbaryan, ha dichiarato: “Diciamolo sinceramente, Netanyahu vuole Hamas ai suoi piedi, ed è disposto a pagare un prezzo quasi incomprensibile per ottenere questo risultato.”

“Lo stesso primo ministro [Netanyahu n.d.r.] ha accennato più volte brevemente alla sua posizione riguardo ad Hamas. Nel marzo 2019, durante una riunione del Likud dove si stava discutendo il trasferimento di fondi ad Hamas, Netanyahu disse: “chiunque si opponga ad uno Stato palestinese deve supportare i finanziamenti di Gaza, perché mantenere la separazione fra la Autorità Palestinese in Cisgiordania e Hamas a Gaza eviterà che venga creato uno stato palestinese”.

“Non illudetevi - conclude l’articolo – che, finché Netanyahu e il suo governo sono al potere, il regime di Hamas possa crollare. Ci saranno un sacco di discorsi pirotecnici sulla attuale “guerra al terrorismo”, ma sostenere Hamas per Netanyahu è molto più importante di qualche morto nei kibbutz.”

Avete capito, Belpietro Capezzone & Company? Quando il saggio indica la luna, gli stolti guardano il dito. Quando Netanyahu urla contro Hamas, gli stolti guardano le vittime dei kibbutz. E non si accorgono che il vero mandante è proprio lui.

Massimo Mazzucco