Anche la rivoluzione dei trattori si sta lentamente spegnendo, dopo aver portato a casa soltanto delle briciole rispetto alle potenziali aspettative.

Nata, in mezza Europa, come una protesta generalizzata contro le regole dell’Unione Europea, che tendono a far morire l’agricoltura locale per favorire le multinazionali e la grande distribuzione, il tutto si sta risolvendo con qualche biscottino regalato qui e là ai diversi gruppi, nel tentativo di calmarli e contemporaneamente di dividerli.

Molti dei trattori francesi se ne stanno già tornando a casa, accontentandosi di qualche briciola regalatagli da Macron. Anche da noi, è bastato togliere l’Irpef ai gruppi sotto i diecimila euro di reddito, e dimezzarla a quelli sotto i 15.000, e anche molti dei nostri si ritengono soddisfatti.

Oggi ci sarà a Roma una “imponente” manifestazione, con ben dieci-trattori-dieci “autorizzati” a raggiungere il Circo Massimo, alla quale parteciperà solo l’organizzazione più agguerrita, quella di Danilo Calvani. Tutte le altre si stanno sfilando, una per una,.

Quando vedrete l’immagine di dieci trattori che sfilano belli ordinati per il centro di Roma, perdipiù scortati dalla polizia, capirete la misura delle capacità che ha il potere di inglobare e mettere sotto controllo ormai qualunque protesta.

Oggi facciamo parte di un’Europa che trova al volo 50 miliardi da regalare a Zelensky, ma che uccide l’agricoltura locale fingendo di non avere i soldi per risollevarla veramente dallo stato in cui si trova.

E noi continuiamo a votare i nostri stessi aguzzini.

Massimo Mazzucco