Quello che preoccupa nell'attuale situazione di siccità non è tanto il momento di emergenza, quanto il fatto che il ministro dell'ambiente abbia dichiarato che da quest'anno in poi una situazione del genere si ripresenterà puntualmente ogni anno.

"I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti - ha detto Galletti - Se giorni di caldo e siccità come questi una volta si verificavano ogni quindici anni, da adesso in poi si manifesteranno ogni estate."

Siamo quindi di fronte ad un cambiamento climatico costante ed apparentemente irreversibile, almeno nel periodo medio-breve, che dovrebbe andare ad affliggerci in maniera sistematica per i prossimi anni.

A questo punto una domanda è d'obbligo: ammettiamo pure - come molti sostengono - che il cosiddetto "cambiamento climatico" sia un fatto ciclico e naturale, sul quale le attività umane influiscono "solo in minima parte": perchè non iniziare almeno a ridurre quelle attività umane che contribuiscono comunque a tale cambiamento?

Perchè nascondersi dietro al fatto che "tanto è un ciclo naturale" per non fare nemmeno quel minimo che porterebbe comunque ad un alleviamento del disastro climatico a cui stiamo andando incontro?

Dobbiamo davvero aspettare di avere la gola arsa di sete e l'acqua razionata in tutte le maggiori città, prima di renderci conto che magari avremmo potuto fare anche noi qualcosa per alleviare questo disastro imminiente?

Massimo Mazzucco