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Quello che si vede nella foto è uno dei due punti D o E, dove l'impalcato appoggia sui cavalletti, quindi qualsiasi cosa sia quello che vedi nella foto non può essere l'ancoraggio di tiranti tesi fra C e F. Potrebbero essere i cavi pretesi fra D ed E di cui si parla a pag 14 del pdf, subito sopra la figura.Alcune delle posizioni degli ancoraggi dei cavi sul ponte crollato le vedi in questa foto, altre ne troverai se le cerchi su google map.
E quindi, data quella sezione della travata EF, quali sarebbero i tiranti passanti che vanno a tendersi in C? E quando sarebbero stati messi in tensione, dato che nel pdf vengono descritte tutte le fasi ma curiosamente si dimenticano di questa? Come si concilia questa strana omissione con la frase che ormai sto ripostando come un mantra:Da ultimo, la figura 37 del pdf citato in alto, la relativa nota recita: "Armatura ordinaria e di precompressione della nervatura di una delle travi longitudinali di impalcato."
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Una trave inflessa ha un tipo di armatura esttamente opposto ad una trave a sbalzo."Il sistema nasce per essere fortemente compresso dagli stralli, una elevatissima compressione quasi centrata che fa lavorare in condizioni ottimali il calcestruzzo. [...] Ovviamente la soletta da ponte invece è inflessa e perciò è stata precompressa. Con questo comportamento, praticamente pendolare, il collasso di uno o più stralli porta ad una rottura complessiva rapidissima. Nessun elemento è in grado di portare le enormi flessioni ed a catena, in frazioni temporali rapidissime, cede tutto." prof. Cosenza buildingcue.it/genova-silenzio-prof-cosenza/11655/
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FranZeta ha scritto: Quello che sto per farvi notare infatti è un aspetto peculiare della Relatività Speciale che svanisce quando si generalizza la teoria a spazi curvi.
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Il perchè quello legato ai numeri immaginari sia un aspetto peculiare della Relatività Speciale è presto detto. Come già spiegato, la metrica euclidea è solo un caso particolare fra le infinite metriche che si possono postulare per uno spazio geometrico. Le metriche sono definite dal tensore metrico gij (siccome sei esperto del campo non sto a spiegare cosa siano questi oggetti di cui ora vado a parlare), e la distanza si scrive nella forma:Corrado-5834 ha scritto:
FranZeta ha scritto: Quello che sto per farvi notare infatti è un aspetto peculiare della Relatività Speciale che svanisce quando si generalizza la teoria a spazi curvi.
Interessante. Che altro potresti aggiungere a proposito?
Nella risposta tieni conto che io sono esperto di entrambe, mi interessa l'aspetto più propriamente matematico.
Secondo me Einstein si era accorto benissimo dei limiti e delle incongruenze della RS ed è per questo che ha sviluppato la RG.
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FranZeta ha scritto: non c'è più nessuna convenienza nel considerare il tempo immaginario e si rischia piuttosto di fare confusione.
FranZeta ha scritto: Ma se una contraddizione fosse infine trovata, questa spazzerebbe via anche la Relatività Generale assieme a quella speciale, dato che la prima è conseguenza logica della seconda.
FranZeta ha scritto: Poi certamente sappiamo anche che R.G. e Meccanica Quantistica sono contraddittorie fra loro, ma questo è un discorso completamente diverso.
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Corrado-5834 ha scritto:
FranZeta ha scritto: Ma se una contraddizione fosse infine trovata, questa spazzerebbe via anche la Relatività Generale assieme a quella speciale, dato che la prima è conseguenza logica della seconda.
Non mi trovi d'accordo; anche se questo è quello che dicono tutti i libri.
La cosa ti stupirà ma queste "sbavature" in realtà mi lasciano del tutto indifferente. Innanzitutto perchè per quanto mi riguarda l'impostazione definitiva della R.S. è quella di Minkowski del 1907, e non di Einstein del 1905, perciò tendo a ignorare le critiche all'articolo di Einstein. Una volta che la R.S. diventa geometria, e con Minkowski lo diventa, a livello matematico quello di cui bisogna preoccuparsi sono i postulati della geometria. Anche i postulati di tipo fisico, cioè quelli riguardanti la bontà del modello rispetto all'universo in cui viviamo, mi interessano relativamente poco, e comunque sono un discorso diverso dalla coerenza matematica.Poi certamente sappiamo anche che R.G. e Meccanica Quantistica sono contraddittorie fra loro, ma questo è un discorso completamente diverso.
A proposito delle incongruenze della RS vorrei indirizzarti a questo lavoro, dove si sottolineano alcune sbavature, tipo usare assunzioni nascoste, che ad un matematico non dovrebbero lasciare indifferente:
www.neoclassicalrelativity.org/TheNinete...pecialRelativity.pdf
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FranZeta ha scritto: Ma, ripeto, la R.S. (secondo Minkowski) è una teoria di Fisica Matematica, cioè è matematica a tutti gli effetti, e lo standard di rigore con cui è sviluppata è quello proprio delle teorie matematiche, ecco perchè mi sento abbastanza sicuro nel dichiarare che non sia contraddittoria.
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FranZeta ha scritto: Relatività Speciale ==> Tempo Immaginario?
dove i è l’unità immaginaria, cioè la radice quadrata di -1 (ne ho già parlato su questo forum qui e qui ).
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gino sighicelli ha scritto: quando affrontai la questione dell’esponenziale complesso cominciarono a torcermisi le budella (diventò infine odio allo stato puro: un odio viscerale)
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Ovviamente da te nessun commento sulla legge
Che è ovviamente sbagliata, perché se si muove un pezzo di circuito immerso in un campo magnetico costante nasce ovviamente una forza elettromotrice e quindi una corrente (come l'esperimento di Faraday insegna), ma la formula sopra non prevede alcuna forza (o campo elettrico) nel circuito. Quindi si scrive
Vorrei capire come accidenti fa E' a non essere un campo vettoriale, se è definito come somma di due campi vettoriali. Sarebbe come dire che 10 metri più 5 metri fa 15 chili. In effetti E’ rappresenta la “forza di Lorentz per unità di carica” (cfr. la citazione qui sotto), ed è un campo vettoriale più che legittimo. Mi sorge il sospetto che tu non abbia ben chiaro cosa sia un campo vettoriale, in queste circostanze diventa difficile non dico contestarne la validità, ma anche solo capire a cosa si riferiscano le equazioni di Maxwell.Io personalmente propendo per la seconda che è più diretta, e prevede solo l'uso dei campi classici B ed E invece che B ed E' (che non è un campo ma la cosiddetta forza elettromotrice introdotta da Maxwell nel 1895, e la cui paternità si attribuisce erroneamente a Lorentz), anche se è equivalente alla prima (in realtà non è proprio così, ci sono delle differenze, ma non ho ne tempo ne voglia di spiegarti il perché).
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Mah, vedi un po' tu, è la stessa equazione scritta nella stessa notazione, se ritieni che non abbiano nulla a che vedere ogni ulteriore discussione è priva di senso.kamiokande ha scritto: Franzeta ti dico subito che l'equazione che ho scritto non ha nulla a che vedere con le equazioni di Maxwell-Lorentz della discussione che abbiamo avuto tempo fa.
Guarda, il problema era di una semplicità disarmante, se ancora oggi non l'hai capito non so che farci. I riferimenti che cerchi non sono nei libri di fisica, ma in quelli di algebra lineare, dato che la matrice T si riferisce a un isomorfismo fra spazi vettoriali e non, come sei tutt'ora convinto, a una trasformazione del sistema di coordinate xi. Tecnicamente T (per essere precisi T-t, la trasposta dell'inversa) trasforma la base dello spazio tangente dove vivono i vettori considerati, in quel caso "F" e "m*a", e ci dice che se due vettori sono uguali in una base continuano ad essere uguali anche nell'altra base. Ma questo è un modo di incasinare un discorso semplicissimo, dato che la trasformazione agisce solo su una componente, quindi in definitiva se la guardi come relazione fra scalari non è altro che la regola di semplificazione "kA=kB --> A=B" che vale in ambiti generalissimi: basta che k sia invertibile e che valga la proprietà associativa.Visto che tu sei ancora convinto che le cose stiano così, ed io sono ancora convinto del contrario, mi faresti la cortesia di trovare un libro di fisica (titolo, autore, edizione e pagina) dove si affermi che la seconda legge di Newton è invariante rispetto (oltre che a rotazioni, traslazioni, traslazioni temporali e trasformazioni inerziali) anche ad una trasformazione T come quella da te definita? Trovane anche solo uno che tu ritieni darti ragione, io me lo studio e se ti dà davvero ragione non ho nessun problema a darti ragione; dopodiché potremo, qualora lo vorrai, continuare il discorso sulla legge di Faraday.
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Grazie per la risposta, ma la tua opinione la conosco già, ti ho chiesto gentilmente di fornirmi un libro di fisica o al più una dispensa di corso universitario nel quale si specifichi chiaramente che, oltre alle trasformazioni che ho elencato, anche la trasformazione da te indicata lascia invariata la seconda equazione di Newton. Visto che la cosa è di una semplicità disarmante, non ti sarà difficile il compito e basterà una ricerca di qualche minuto per portarlo a termine. Aspetto con ansia.Guarda, il problema era di una semplicità disarmante, se ancora oggi non l'hai capito non so che farci. I riferimenti che cerchi non sono nei libri di fisica, ma in quelli di algebra lineare, dato che la matrice T si riferisce a un isomorfismo fra spazi vettoriali e non, come sei tutt'ora convinto, a una trasformazione del sistema di coordinate xi. Tecnicamente T (per essere precisi T-t, la trasposta dell'inversa) trasforma la base dello spazio tangente dove vivono i vettori considerati, in quel caso "F" e "m*a", e ci dice che se due vettori sono uguali in una base continuano ad essere uguali anche nell'altra base. Ma questo è un modo di incasinare un discorso semplicissimo, dato che la trasformazione agisce solo su una componente, quindi in definitiva se la guardi come relazione fra scalari non è altro che la regola di semplificazione "kA=kB --> A=B" che vale in ambiti generalissimi: basta che k sia invertibile e che valga la proprietà associativa.
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In effetti non ci sarebbe neanche da discutere sulla questione, perché a chi conosce la fisica e le equazioni di Maxwell dovrebbe essere già abbastanza chiaro che sono due cose diverse. Ma siccome tu sei un po' (tanto) confuso sulla questione, ti do una rinfrescata. La velocità che appare nelle equazioni di Maxwell trasformate (secondo Einstein) non ha nulla a che vedere con la velocità nella cosiddetta forza di Lorentz. Infatti nella forza di Lorentz la velocità che compare è la velocità relativa tra il campo magnetico e la carica o il conduttore, che qui chiamo u e che può anche non essere costante. Nelle equazioni di Maxwell trasformate, invece, la velocità v (rigorosamente costante) è quella di un qualunque sistema di riferimento in moto uniforme rispetto al sistema considerato in quiete, sistema in quiete nel quale si scrivono le classiche equazioni di Maxwell. Per definizione la velocità del sistema di riferimento in moto può essere qualunque, purché sia costante, e non ha nulla a che vedere con il moto delle cariche o dei conduttori. Infatti, se confiniamo nello spazio un campo elettrico E ed un campo magnetico B fermi rispetto ad un sistema di riferimento considerato in quiete, in un sistema in moto uniforme rispetto al primo non ci saranno più i campi E e B ma compariranno i campi E' e B' secondo le note trasformazioni. Il tutto avviene in totale assenza di cariche e conduttori, perché secondo Einstein questo è un puro e semplice effetto cinematico (per Lorentz non è così visto che il fenomeno è dovuto al moto del sistema di cariche, o ioni come li chiamava lui in principio, nell'etere che è considerato in quiete assoluta). A scanso di equivoci, questo è quello che scrive Einstein nel paper del 1905:Mah, vedi un po' tu, è la stessa equazione scritta nella stessa notazione, se ritieni che non abbiano nulla a che vedere ogni ulteriore discussione è priva di senso.
OvveroQuando uno usa tre volte in due righe l'avverbio "ovviamente" mi aspetterei di leggere una cosa veramente ovvia, e invece...e invece, in realtà, la prima equazione prevede correttamente che non ci siano correnti indotte in un circuito in quiete rispetto al campo costante (nel tempo) B, mentre è proprio e solo la seconda a prevedere l'assenza di correnti nel circuito in moto che stiamo testando, sbagliando clamorosamente. I dettagli del perchè le cose stanno così li lascio a chi sta studiando l'argomento per l'esame di elettromagnetismo, o è fresco di studi, come dilettevole (e semplice) esercizio.
Il grassetto l'ho aggiunto io. Visto che tu sei un matematico, mi spieghi come da una combinazione lineare di grandezze fisiche costanti nel tempo (gamma, v, E, B) possa nascere una grandezza fisica variabile nel tempo? Ricapitolando, tu scrivi che "Se A = B, il fatto che B = 0 non implica che A = 0", e che se in qualche modo si fanno apparire i campi accentati (inserendo un sistema di riferimento qualunque purché in moto uniforme) compaiono magicamente anche forze elettromotrici che nell'altro sistema non ci sono (mandando in vacca il principio di relatività, tanto per intenderci), e poi sono io quello che scrive sciocchezze.Non solo: se scritta nelle coordinate solidali al circuito, la prima equazione diventa esattamente come a suo tempo l'avevo scritta qua , riquadro 7, cioè la versione accentata dell'equazione originale, e siccome in queste nuove coordinate B non è più costante, l'equazione prevede -ancora correttamente- che si generi nel circuito una corrente indotta. Chissà, forse è per questo motivo che tutti i testi di elettrodinamica riportano la prima equazione e non la tua: perchè questa funziona.
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